Anthony Trollope è stato uno di
quegli scrittori ad avere la sfiga atavica di nascere in un periodo dove di
scrittori, anche molto buoni, ve n’erano a bizzeffe. Lui si è trovato di fronte
a scrittori come Dickens e Thackeray, e non dico altro. Ma Trollope è stato uno
scrittore validissimo, di razza pura. Ha senso dell’umorismo, descrive molto
bene le scene del romanzo, i suoi dialoghi risultano vivi e i suoi romanzi
hanno anche tensione e suspense. Potete perdonarla? (primo volume del ciclo
Pellisser), é la domanda che viene posta spesso al lettore dal narratore. Voce
gentile che ci accompagna con i suoi commenti a volte neutri, a volte di parte,
a volte ironici, ma sempre garbati, lungo tutto l’arco della narrazione. La
domanda che è nel titolo “Potete perdonarla?” si riferisce alla protagonista
della storia, Alice Vavassor, una signorina non ricca, ma imparentata con le
migliori famiglie britanniche. Ha un’età al limite dello zitellaggio, è molto
bella, ma ha un desiderio di indipendenza per l’epoca veniva visto come una
discesa all’inferno, quello di poter decidere per conto proprio della sua vita.
Lo può fare, perché è in possesso di una propria rendita che però attira
corteggiatori come insetti. La troviamo, all’inizio del romanzo, fidanzata con
John Grey, che non è altro che un gioco di parole per farci capire il carattere
dell’uomo: pacato, saggio, prevedibile, senza grandi entusiasmi. John Grey vive
in un posto considerato bruttissimo nel Cambridgeshire, Nethercoats, dove lui
si trova benissimo. Ma Alice? Alice veniva già da un fidanzamento, con suo
cugino George Vavasor, rotto per l’opposta situazione caratteriale del Sig.
Grey; suo cugino è un farabutto, un imbroglione, un mangiasoldi, e tutto quello
che ci può essere di male in un “gentiluomo” inglese. Tra la disapprovazione di
tutti e complice un viaggio insieme al cugino e alla cugina in Svizzera, Alice
romperà il fidanzamento con John Grey, pentendosene quasi immediatamente, per
poi fidanzarsi di nuovo col cugino scellerato che mira solo al suo denaro,
soprattutto ci mira nell’immediatezza, visto che gli serve per comprarsi un
seggio in parlamento.
É un tomo di 1000 pagine che
segue non solo le vicende di Alice, di George e di John, ma di una numerosa
quantità di personaggi propri del romanzo vittoriano. Non mancano quindi la
giovane Lady Glencora che molta parte avrà in questa storia, come la cugina
Kate, sorella di George, come la vedova Greenhow. Tutte donne dal carattere
forte e indipendente per quell’epoca. Donne che non sono contente, e ammettono
anche di fronte ai propri mariti, di essersi sposate perché costrette.
Sembrerebbe essere il matrimonio il tema principale del libro, ma non è così,
tutto dipende dal reddito, il vero protagonista di questa storia è il denaro,
che uno ha e che uno non ha. Per un gentiluomo e una gentildonna non era
previsto lavorare, anche se il loro reddito era bassissimo, per questo molte di
queste persone si sposavano solo per denaro. Per questo George corteggia Alice
e per questo il ricco possidente Cheesacre tenterà di sposare la vedova
Greenow. Trollope tesse una bella storia d’amore, ma comincia ad introdurci
anche nei giochi politici dell’epoca. La sua caratterizzazione dei personaggi è
straordinaria. Crescono mano a mano che la storia avanza. Li riempie di
delicatezza e simpatia, di bruttezza e violenza, di dissoluzione e
disillusione. Le donne soprattutto anticipano i cambiamenti che avverranno in
seguito, nel tempo, reclamando quella sorta di indipendenza dal mondo maschile
e dal matrimonio. Voto: 8