Ambientato
negli anni ’30 in Maremma, e precisamente a Marina di Cecina, nei luoghi sempre
cari e narrati dell’autore, il romanzo racconta l’educazione sentimentale della
diciottenne Anna Cavorzio, una ragazza orfana di estrazione popolare, che vive
con la sorella Bice e la zia sarta. L’ambiente in cui vive non consente alle
ragazze, tentate dai villeggianti della stagione estiva e dai soldati della
vicina caserma, di cadere in tentazione. C’è una sospensione del giudizio solo
nel periodo estivo, visto che la sera si può uscire o andare a ballare. Anna è
apparentemente fredda, arida, poco espansiva e si paragona ai gatti, che si
affezionano ai luoghi e non alle persone, mentre è solo un’introversa che vive
a pieno i sentimenti e le passioni. La
sua esistenza è piatta e grigia, ma ogni tanto qualche piccolo sussulto la
scuote: l’amore per Mario, il fidanzato della sorella, poi il rapporto solo
fisico per lei (per cancellare il ricordo della perduta passione) con un
vitellone di provincia, Marcello, che lei lascia alla signorina Soleri, poi di
nuovo il ritorno di Mario e la scelta della solitudine. L’amore clandestino per
Mario è breve, impossibile, intenso, travolgente e termina quando il soldato
finisce il servizio di leva e poi parte per l’America richiamato dal padre
emigrato. Anna, molto pratica e realista, rinuncia all’amore perché sa di aver
provato un sentimento unico e irripetibile; decide, quindi, lucida e
consapevole, di non provare più un sentimento così forte nei confronti di
nessun altro e sceglie la solitudine. Scritta in uno stile semplice e lineare,
è una storia di denuncia di un mondo bigotto, sempre molto attuale.
(a
cura di Maria Lombardi)