domenica 29 novembre 2015

RECENSIONE – Il sorriso è l’orgasmo dell’anima di Alessandro Nicoloso




Questo libro supera di poco le 100 pagine, quindi è considerato un libriccino, un libro piccolo. Ma quello che contiene è una vita intera. Una storia vera. Passioni, sogni, speranze di un ragazzo di 50 anni innamorato della vita. Ed in effetti è la storia  delle sue passioni, condivise o meno. Dei suoi sogni, molti, tanti, forse troppi. Alcuni realizzati, altri ancora no. E’ una storia di affetti, di amore. Quello per la famiglia, per un padre andato via troppo presto, per una madre che oltre al suo ruolo ha svolto anche quello di padre, per due sorelle minori quasi “forgiate” a sua immagine e somiglianza, per una squadra del cuore, sempre in sua difesa, lancia in resta, del suo simbolo. O l’amore per una donna, quale che sia, da amare, rispettare, odiare e amare ancora di più. E’ una storia per esorcizzare le paure. I Mostri di ogni giorno. Quelli che tentano di rubarci i  sogni e con loro la vita. E’ una storia di viaggi e di cimeli che li raccontano, che vanno però sempre spolverati per riportarne a galla i ricordi, i sorrisi, i momenti vissuti. E’ una storia di passioni musicali, inseguendo l’ultimo video o scoprendo le vecchie melodie sepolte nel tempo. E’ la storia di una ragazzo semplice, è la storia che potrebbe essere di chiunque, anche quella mia. Ma questa è la sua storia, quella di un ragazzino malato di passioni che crescendo le ha fatte sue. Molto originale, molto intimo e per questo speciale il modo di scrivere di Alessandro Nicoloso, il suo mettersi a nudo con le parole. Ho sorriso (molto), mi sono commossa (parecchio), ho versato qualche lacrima (anche). L’ho letto quasi d’un fiato, l’ho vissuto in un sogno agitato, l’ho finito col sorriso sulle labbra sperando che sia solo il primo perché “Il sorriso è l’orgasmo dell’anima”. Voto: 7,5

martedì 24 novembre 2015

RECENSIONE – PARIGI E’ SEMPRE UNA BUONA IDEA di Nicolas Barreau



Nuovo libro di Nicolas Barreau dove la protagonista è sempre la stessa. Non è una persona e si staglia sullo sfondo della storia, ma è sempre presente ed è la città di Parigi, con i suoi umori, la sua gente, le sue strade e i suoi monumenti. La protagonista in carne ed ossa è Rosalie. Da bambina inizia ad appassionarsi al disegno grazie al regalo della zia, una scatola di acquerelli. Certo lei ha i suoi colori preferiti, e sono tutte le tonalità dell’azzurro. E l’azzurro sarà anche il colore che le regalerà la favola più bella. Rosalie nel frattempo è cresciuta, e dei suoi studi d’arte ne ha fatto un lavoro aprendo una piccola “papeterie” vicino a Saint Germaine, cuore pulsante degli artisti parigini. Abita in un monolocale sopra il suo negozio e vende biglietti dei desideri disegnati da lei stessa, oltre ad altri articoli molto particolari. La sua infatti non è una semplice cartoleria. Ma la sua vita, fatta di disegni e delle serate, un po’ monotone col salutista personal trainer, nonché suo fidanzato, René, sta per cambiare, quando nel suo negozio si presenterà niente di meno che Max Marchais, uno dei più famosi scrittori di storie per bambini. Max si è rinchiuso in se stesso, i suoi libri hanno avuto un notevole successo, e lui è ricchissimo. Ma da quando è morta la moglie Marguerite non ha più scritto una riga. Gli manca qualcosa e non riesce a rassegnarsi alla sua perdita. Ma un editore un po’ invadente, ma simpatico fa di tutto per farlo tornare a scrivere e dopo tanti tentennamenti Max gli presenta una nuova storia. E’ la storia di una tigre azzurra, molto bella a detta dell’editore, e merita di essere illustrata. L’editore propone a Max di fare illustrare il libro da un nome nuovo, e gli propone Rosalie. Da qui l’incontro tra i due, non proprio felicissimo, sfocerà invece in una felice collaborazione e anche in una bellissima amicizia. Ma una terza persona si presenterà alla “papeterie” di Rosalie e cambierà per l’ennesima volta la sua vita. E’ un americano molto spocchioso, attratto dal poster del libro appena uscito, appeso in vetrina. Robert Sherman, è un professore di letteratura che si è preso un periodo di relax dal suo mondo. Deve fare una scelta. Ha la possibilità di trasferirsi a Parigi dove gli è stata proposta una cattedra alla Sorbona, ma la sua ragazza Rachel, lo spinge per accettare la proposta di suo zio, quello di prendere in mano gli affari di famiglia nel famoso studio legale, che era stato anche di suo padre. Ma lui sente che quello non è il suo ambiente, lui ama leggere, come sua madre, e ama come lei, Parigi. Sarebbero dovuti tornarci insieme, ma un male improvviso l’ha portata via, quindi Robert pensa, come diceva sua madre: “Parigi è sempre una buona idea”. Vedendo la vetrina del negozio di Rosalie, Robert va su tutte le furie. La storia che il libro racconta è la sua storia, gliela raccontava sua madre quando era bambino, quindi non può averla scritta quel sedicente scrittore, deve essere per forza un plagio. Ma come può conoscere la sua storia? Come può Max avere il manoscritto originale se non è stato lui a scrivere la storia? Ma come può allora Robert essere in possesso dell’originale? Tra dubbi, incertezze, desideri e amori persi e ritrovati, si snoda la storia di questi tre personaggi. Una storia che si legge con poco tempo, romantica e leggera. Barreau riesce come sempre nel suo intento di coinvolgere il lettore con le sue storie delicate condite dalla presenza in sottofondo della Parigi più incantevole e piena di fascino. Voto: 6,5

martedì 17 novembre 2015

RECENSIONE – L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome di Alice Basso



Libro d’esordio per questa scrittrice italiana, Alice Basso. La storia, scritta molto bene è questa. Silvana Sarca, detta Vani, fa un lavoro molto particolare presso la casa di produzione Edizioni l’Erica, in una sede storica, nel centro di Torino. Non è proprio una Miss Simpatia, ma attira gli sguardi delle altre persone; non perché sia bellissima, ma perché sembra la Lisbeth Salander di “noialtri”. Vani Sarca è un fantasma, una ghostwriter. Scrive per gli altri. Il suo lavoro è sotto il controllo dello spregiudicato direttore editoriale che l’ha sottoposta ad un contratto “inattaccabile”, per cui Vani è costretta a mantenere il segreto di quello che scrive. Vani ha una dote: è un camaleonte della scrittura, quindi sa trasformasi in tutti gli scrittori, ed entrare nella loro testa e a capire, solo da pochi appunti o accenni, quello che loro non riescono a mettere su carta. Ma Vani ha anche un caratteraccio, o forse è il suo personaggio ad averlo. Non le frega niente di nessuno, o almeno così dice. La incontriamo mentre passeggia per i corridoi della casa editrice, il suo capo la sta aspettando, un esperto di psicologia ha bisogno di aiuto, deve scrivere un libro in pochissimo tempo, e lei è la persona adatta a fare tutto. Le bastano pochi appunti e il libro può essere costruito; un infarinatura della materia ed è fatta. Enrico, il suo capo, non ha nessunissima voglia che lei incontri gli scrittori a cui scrive i libri. Potrebbe essere una cosa pericolosa, ma qualche volta purtroppo serve. Vani non cerca gloria, non le frega niente di nessuno, non parlerebbe mai di quello che scrive, non rivelerebbe mai il segreto della sua casa editrice. Dopo il successo del libro dello psicologo, Vani viene ricontattata dal suo capo, il famoso scrittore Riccardo Randi ha il blocco dello scrittore, e una uscita del libro già programmata a breve. In un paio d’anni è riuscito a buttare giù solo qualche scena, qualche appunto, qualche dialogo e nulla più. Vani prende in mano la situazione e come in un puzzle riesce a mettere insieme un’idea e ad unire insieme tutti gli appunti di Randi e a farne un best seller osannato dalla critica e dai lettori, e soprattutto dalle lettrici. Passati tre mesi dal grande successo, Vani si ritrova spesso a pensare a Riccardo, più che al libro. Si sarebbe aspettata almeno un “grazie”, perché sente che lui è diverso. E’ in preda ad una piccola crisi, perché Enrico le ha dato da scrivere entro breve il sesto volume delle Cronache Angeliche, che non è certo un genere che l’appassiona,   … d’altronde lei con gli angeli non ci parla. Ma, non lo ammetterebbe mai, è soprattutto il vuoto che le ha lasciato il romanzo di Riccardo Randi a farsi sentire, tanto che non riesce a non pensarci, e inavvertitamente, ma non troppo, si ritrova in coda in una libreria dove lui sta presentando il suo romanzo. Da qui i due allacciano un rapporto, una liaison amorosa, nonostante le differenze. Nel mentre, Vani deve anche aiutare il commissario Berganza, un tipo alla Dick Tracy con tanto d’impermeabile, a scoprire chi e perché ha rapito Bianca, l’autrice per cui sta scrivendo il libro. Lei non se ne rende conto, ma il commissario Berganza sì; le sue doti di deduzione, empatia ed osservazione degli altri, potrebbero essere utili per risolvere il caso. Alice Basso crea un romanzo molto, molto carino. Avvincente e accattivante. Ha tutto, è una miscellanea di generi dal romantico, al giallo, all’umoristico. Una storia molto varia che diverte e coinvolge fino all’ultima pagina. Belle le battute sarcastiche messe in bocca a Vani, belli i personaggi di Berganza e di Morgana, bello il personaggio della stessa Vani Sarca, una persona complessa, piena di sfaccettature, che riesce a interpretare le emozioni degli altri, ma non ha la capacità di condividere le sue. Ha un’anima complessa, ma soprattutto cerca di nascondere agli altri le sue debolezze, che l’hanno, nel tempo, fatta chiudere a riccio. Piccolezze, ma una sull’altra l’hanno resa restia a condividere se stessa. Ma sono proprio le sue debolezze a rendercela simpatica e speciale. L’incontro con la quindicenne Morgana la fa tornare indietro alla sua adolescenza, riaprendo dolorose cicatrici, nascoste con meccanismi difensivi di controllo; ma la ragazzina e il rapporto con Riccardo, sfonderanno questo muro. Riusciranno i nostri eroi a salvare l’autrice delle Cronache Angeliche? Come si evolverà il rapporto tra Riccardo e Vani? E il commissario Berganza e Morgana? Vi consiglio di leggere il libro non ve ne pentirete. Alla fine mi sono “cibata” anche l’intervista all’autrice e sono contentissima che i personaggi da lei creati non “moriranno” qui … sembra proprio che ci sia un seguito, sperando sia all’altezza di questo. Consigliato. Voto: 7,5

giovedì 12 novembre 2015

RECENSIONE – Il quartetto della sposa. Un amore per sempre vol. 04 di Nora Roberts



Quarto e ultimo capito della serie de “ll quartetto della sposa”. La protagonista, lasciata ultima per scelta, soprattutto per il suo bel caratterino, è Parker Brown. L’ideatrice e l’organizzatrice di “Promesse”. Quella che ha avuto l’idea principale e l’ha proposta alle sue amiche. Quella che ci ha messo anche la casa. Quella che ci mette tutta se stessa 24 ore su 24, sopportando lamentele, piagnistei, litigi e crisi, facendo del suo lavoro il suo totem, tranne quando ha bisogno di prendere gli antiacidi per lo stomaco. Forse è quella che, tra le quattro protagoniste, si sbatte di più, e crede fermamente in quello che fa. Questo le viene dall’educazione avuta dai suoi genitori, dal loro esempio di amore fedele e indefesso, da come è stata da loro cresciuta. Quello che Parker mette nel suo lavoro, rispecchia in tutto e per tutto quello che i suoi genitori avrebbero voluto che lei diventasse. Una persona affermata, ma che se ha l’opportunità, di aiutare gli altri ad essere felici. Ma chi farà felice lei? Le sue amiche sono tutte in coppia ormai, lei è l’unica che è rimasta sola, tanto che suo fratello Delaney ha provato a non farla sentire sola, invitando (nel precedente episodio) Malcolm il meccanico ricco nella loro vacanza al mare (anche se poi se ne pentirà!). Parker è forte, determinata e testarda, ma salda nelle sue convinzioni. La morte dei suoi genitori l’ha segnata, ma l’ha fatta anche crescere, e la vicinanza della signora Grady, tuttofare della famiglia, e di suo fratello sono stati di grande aiuto nelle sue scelte. Tutto sembra che sia perfetto, ma manca qualcosa, l’amore che avevano i suoi due genitori. Inaspettatamente comincia a frequentare Malcom, anche se è uno che le da sui nervi perché riesce sempre a farla rimanere senza parole. Che sia lui la persona giusta? Possibile che lo scorbutico amico di suo fratello sia la persona più adatta a lei? In effetti il carattere ce l’ha, anche se la fa irritare, ma tra loro fanno scintille, anche quando litigheranno rischiando di mandare tutta la loro storia in fumo, ma al solito, il lieto fine c’è, come sempre, quindi non disperate. I due riusciranno a confidarsi i problemi e a superarli tranquillamente, il tutto con amore, amore e amore … e finalmente vissero tutti felici e contenti. Alla fine di tutta la serie posso dire? Ma queste quattro lavoravano per se stesse? (Scusa zia Roberts, però la domanda mi è sorta spontanea!). Come sempre ben scritto, trama accattivante e scorrevole. Per le amanti del genere. Voto: 6+

RECENSIONE – Il quartetto della sposa. Il sapore della felicità vol. 03 di Nora Roberts



Terzo capitolo della saga de “Il quartetto della sposa”, la protagonista indiscussa di questo volume è Laurel, la pasticcera del gruppo, con le sue splendide creazioni di torte nuziali e biscotti e dolcetti. Tutto l’ideale per far assaporare ai futuri sposi e ai loro invitato la dolcezza di quel momento sublime. Nel precedente capitolo c’era stato un piccolo gancio per la storia che si svilupperà in questo capitolo. Laurel ha da sempre un debole per Delaney, il fratello della sua amica Parker, fin da quando erano piccole. Ma sa che lui è inavvicinabile, soprattutto perché, lei pensa, lui è un “Brown” e non si può certo abbassare a frequentare una come lei che viene dai bassifondi. Certo lui non le ha mai fatto pesare questa cosa, anzi la tratta come una sorella acquisita e la protegge. Ma lei non è quello che desidera. Vorrebbe veramente vivere la sua storia d’amore con lui anche se questo sentimento, se liberato, coinvolgerebbe tutti gli altri abitanti di Villa Brown, ma soprattutto Parker a cui lei è legata da un’amicizia più che viscerale. Anche Parker avrà i suoi bei problemi, non dovuti al fatto che Lauren frequenti suo fratello e che non sia alla sua altezza, assolutamente no! Parker avrà paura che la sua amica non possa più essere sincera con lei, raccontandole gioie e dolori, come sono solite fare tra di loro, perché questa volta si tratta di suo fratello. Parker non ha difficoltà ad ammettere quando suo fratello sbaglia e in questo appoggia Lauren in tutto e per tutto. Ma il ritorno in circolazione di Linda, l’incresciosa, perfida, egoista e pettegola mamma di Mac, riesce a creare scompiglio nella storia tra i due. Ma come ho già detto, i libri del genere non sono fatti per finire male, ma per il lieto fine, quindi anche Lauren e Dilaney avranno la loro storia d’amore … ora non rimane che sistemare Parker e ne abbiamo un assaggio proprio in questo capitolo.  Lo stile dell’autrice rimane fine a se stesso. Romanzo che ci tiene compagnia senza troppe pretese, con tanto, tanto romanticismo. Voto: 6+

RECENSIONE – Il quartetto della sposa. Letto di rose vol. 02 di Nora Roberts



Secondo capitolo della saga “Il quartetto della sposa” dedicata all’agenzia “Promesse”. Come nel capitolo precedente si inizia con il flashback che riguarda la protagonista, che stavolta è Emma, dove si vedono le quattro amiche ragazzine che parlano di primi baci e livello di entusiasmo. Emma è la super romantica del gruppo, d’altronde il suo lavoro non può proprio fare a meno del romanticismo, visto che lavora con i fiori, e crea dei magnifici bouquet e dei bellissimi decori per rendere l’ambientazione dei matrimoni qualcosa che rispecchi una favola. Il suo lavoro è quello di dare alle clienti tutto il romanticismo che desiderano. Il protagonista maschile è Jack, amico del gruppo da anni, quindi un po’ uno di famiglia. Può un’amicizia come quella che c’è tra Emma e Jack trasformarsi in amore, senza che il rapporto venga turbato? La Roberts ci presenta il punto di vista di entrambi i personaggi. Jack è un rubacuori, un donnaiolo e non ama perdere tempo, Emma invece è una che ha anche lei una certa esperienza di uomini, visto la sua bellezza, ma sa che il suo uomo dovrà essere molto diverso da quelli frequentati fino ad ora. Quello che le ruberà il cuore dovrà essere molto simile a suo padre. Certo Jack non è proprio il rappresentante ideale per l’uomo romantico che ha in mente Emma, ma con l’amore non si può fare nessuna previsione. Il loro percorso di avvicinamento risulta divertente tra e-mail piccanti e situazioni esilaranti. Emma è stupita che possa provare una forte passione per lui, avendolo avuto così vicino per tanto tempo e Jack cerca di non fare previsioni su quello che può essere e potrà essere, gli piace vivere alla giornata, fino a quando non capirà che Emma è quello che sta cercando. La Roberts come al solito è bravissima a descrivere i sentimenti attraverso i dialoghi tra i protagonisti. Le interazioni tra personaggi secondari e primari mantiene il ritmo della narrazione gradevole e scorrevole.  Nel sottofondo della vicenda principale, rimane intatta la storia di amicizia tra le quattro amiche che farà sempre da sfondo alle loro storie. Il lieto fine non manca mai e quindi anche Emma lo avrà con il suo Jack, dopo il classico litigio che li allontanerà per un po’. Sembra finire tutto, ma è solo l’inizio di tutto. Lettura leggerissima, e per super romantiche. Voto: 6+

RECENSIONE – Il quartetto della sposa. La sposa in bianco vol. 01 di Nora Roberts



Primo capitolo de “Il quartetto della sposa”. Questa è la storia di 4 amiche. Quelle vere, quelle “per la pelle” che non si lasciano mai, nemmeno un secondo. E’ la storia di MacKensie, Emma, Laurel e Parker dei loro sogni di bambine divenuti realtà. Sono quattro donne, quindi quattro storie e questa è la prima. Ognuna delle quattro donne ha una funzione diversa in una società di wedding planner, Mac è la fotografa, Emma la fiorista, Laurel la pasticcera e Parker la risolvi problemi. Svolgono il loro lavoro presso Villa Brown, di proprietà di Parker e di suo fratello Delaney, eredità dei loro genitori, periti in un incidente stradale. La protagonista del primo capitolo è Mac. Mac è una persona particolare, figlia di due genitori a dir poco strani. Suo padre è assente da sempre, e l’unica cosa che è capace a fare, è farle, fin da quando era piccola, dei regali costosi. Sua madre invece è un capitolo a parte. E’ una donna che vuole tutto accentrato su se stessa, tanto da sovrastare la figlia con le sue incredibili richieste, spesso di denaro, estremamente infantile, egoista ed egocentrica.  Sembra non fregarle nulla di quello che sua figlia prova, lei è sempre quella al primo posto. Colleziona una invidiante lista di mariti e quindi di divorzi con altrettante scenate, mobili rotti e cocci da raccogliere, sempre dalla figlia. La storia si apre con un flashback. Mackensie e le altre sono ancora bambine, e nei loro giochi ricorreva spesso “Matrimonio”. Le quattro utilizzavano quello che capitava loro tra le mani, per officiare un rito matrimoniale più veritiero possibile. Abiti, animali e fratelli recalcitranti, tutti precettati per rappresentare un matrimonio con i fiocchi. Ma Mac non ne poteva più di indossare il vestito di Biancaneve, che oltretutto le faceva prurito, quindi con l’ultimo costoso regalo di suo padre, una Nikon professionale, si impose come fotografa del gruppo e riuscì a fotografare un bellissimo attimo, dove le tre travestite sembravano veramente far parte di un corteo nuziale, e una farfalla blu si era posata sul bouquet improvvisato, della sposa improvvisata. Ora sono grandi e il sogno è diventato realtà, una realtà che si chiama Promesse e che da  loro da vivere. Le persone si rivolgono al loro per rendere il loro matrimonio un giorno indimenticabile. Nella preparazione di uno dei tanti eventi che “Promesse” propone, c’è il matrimonio di Sherry Maguire da progettare e organizzare. Questo è il modo in cui Mac e Carter riescono a conoscersi. Lui è un professore di letteratura un po’ imbranato, tanto che il loro primo incontro è dovuto ad una testata contro un mobile, ma è anche un uomo buono e soprattutto gli piace ciò che fa, tanto da aver rinunciato a proposte molto più interessanti nell’editoria a New York. Scopriamo i due protagonisti a poco a poco. Mac è una persona che ha poca fiducia in se stessa e nella sua capacità di portare avanti una relazione, visti i genitori che si ritrova, ma piano piano Carter riuscirà a penetrare la sua scorza… Carter invece è un timidone ed imbranato, soprattutto nelle relazioni interpersonali, che non siano quelle tra professore e studente, ma sembra che Mac sia proprio la donna che fa per lui; d’altronde ha una cotta per lei dai tempi della scuola, è il loro incontro non è qualcosa al di fuori dal comune che potrebbe segnare il loro destino? Il libro come, come tutti i romance della Roberts, ha il classico lieto fine del “tutti vissero felici e contenti”, però la Roberts è una volpona nel suo mestiere, e anche in questi romanzetti (ha scritto di meglio) si vede la sua stoffa. Anche con storie trite e ritrite, che non hanno granché di originale,  riesce comunque a farti scappare un sorriso od una lacrimuccia, soprattutto ad una romanticona come me. Quindi il libro assolve al suo dovere; intrattenere una donnuccia piagnucolosa in una serata invernale, con tanto di copertina, divano e cioccolato caldo. Voto: 6+