Questo libro supera di poco le
100 pagine, quindi è considerato un libriccino, un libro piccolo. Ma quello che
contiene è una vita intera. Una storia vera. Passioni, sogni, speranze di un
ragazzo di 50 anni innamorato della vita. Ed in effetti è la storia delle sue passioni, condivise o meno. Dei suoi
sogni, molti, tanti, forse troppi. Alcuni realizzati, altri ancora no. E’ una
storia di affetti, di amore. Quello per la famiglia, per un padre andato via
troppo presto, per una madre che oltre al suo ruolo ha svolto anche quello di
padre, per due sorelle minori quasi “forgiate” a sua immagine e somiglianza,
per una squadra del cuore, sempre in sua difesa, lancia in resta, del suo
simbolo. O l’amore per una donna, quale che sia, da amare, rispettare, odiare e
amare ancora di più. E’ una storia per esorcizzare le paure. I Mostri di ogni
giorno. Quelli che tentano di rubarci i
sogni e con loro la vita. E’ una storia di viaggi e di cimeli che li
raccontano, che vanno però sempre spolverati per riportarne a galla i ricordi,
i sorrisi, i momenti vissuti. E’ una storia di passioni musicali, inseguendo l’ultimo
video o scoprendo le vecchie melodie sepolte nel tempo. E’ la storia di una
ragazzo semplice, è la storia che potrebbe essere di chiunque, anche quella
mia. Ma questa è la sua storia, quella di un ragazzino malato di passioni che
crescendo le ha fatte sue. Molto originale, molto intimo e per questo speciale
il modo di scrivere di Alessandro Nicoloso, il suo mettersi a nudo con le
parole. Ho sorriso (molto), mi sono commossa (parecchio), ho versato qualche
lacrima (anche). L’ho letto quasi d’un fiato, l’ho vissuto in un sogno agitato,
l’ho finito col sorriso sulle labbra sperando che sia solo il primo perché “Il
sorriso è l’orgasmo dell’anima”. Voto: 7,5
domenica 29 novembre 2015
martedì 24 novembre 2015
RECENSIONE – PARIGI E’ SEMPRE UNA BUONA IDEA di Nicolas Barreau
Nuovo libro di Nicolas Barreau
dove la protagonista è sempre la stessa. Non è una persona e si staglia sullo
sfondo della storia, ma è sempre presente ed è la città di Parigi, con i suoi
umori, la sua gente, le sue strade e i suoi monumenti. La protagonista in carne
ed ossa è Rosalie. Da bambina inizia ad appassionarsi al disegno grazie al
regalo della zia, una scatola di acquerelli. Certo lei ha i suoi colori
preferiti, e sono tutte le tonalità dell’azzurro. E l’azzurro sarà anche il
colore che le regalerà la favola più bella. Rosalie nel frattempo è cresciuta,
e dei suoi studi d’arte ne ha fatto un lavoro aprendo una piccola “papeterie”
vicino a Saint Germaine, cuore pulsante degli artisti parigini. Abita in un
monolocale sopra il suo negozio e vende biglietti dei desideri disegnati da lei
stessa, oltre ad altri articoli molto particolari. La sua infatti non è una
semplice cartoleria. Ma la sua vita, fatta di disegni e delle serate, un po’
monotone col salutista personal trainer, nonché suo fidanzato, René, sta per
cambiare, quando nel suo negozio si presenterà niente di meno che Max Marchais,
uno dei più famosi scrittori di storie per bambini. Max si è rinchiuso in se
stesso, i suoi libri hanno avuto un notevole successo, e lui è ricchissimo. Ma
da quando è morta la moglie Marguerite non ha più scritto una riga. Gli manca
qualcosa e non riesce a rassegnarsi alla sua perdita. Ma un editore un po’
invadente, ma simpatico fa di tutto per farlo tornare a scrivere e dopo tanti
tentennamenti Max gli presenta una nuova storia. E’ la storia di una tigre azzurra,
molto bella a detta dell’editore, e merita di essere illustrata. L’editore
propone a Max di fare illustrare il libro da un nome nuovo, e gli propone
Rosalie. Da qui l’incontro tra i due, non proprio felicissimo, sfocerà invece
in una felice collaborazione e anche in una bellissima amicizia. Ma una terza
persona si presenterà alla “papeterie” di Rosalie e cambierà per l’ennesima
volta la sua vita. E’ un americano molto spocchioso, attratto dal poster del
libro appena uscito, appeso in vetrina. Robert Sherman, è un professore di
letteratura che si è preso un periodo di relax dal suo mondo. Deve fare una
scelta. Ha la possibilità di trasferirsi a Parigi dove gli è stata proposta una
cattedra alla Sorbona, ma la sua ragazza Rachel, lo spinge per accettare la
proposta di suo zio, quello di prendere in mano gli affari di famiglia nel
famoso studio legale, che era stato anche di suo padre. Ma lui sente che quello
non è il suo ambiente, lui ama leggere, come sua madre, e ama come lei, Parigi.
Sarebbero dovuti tornarci insieme, ma un male improvviso l’ha portata via,
quindi Robert pensa, come diceva sua madre: “Parigi è sempre una buona idea”.
Vedendo la vetrina del negozio di Rosalie, Robert va su tutte le furie. La
storia che il libro racconta è la sua storia, gliela raccontava sua madre
quando era bambino, quindi non può averla scritta quel sedicente scrittore,
deve essere per forza un plagio. Ma come può conoscere la sua storia? Come può
Max avere il manoscritto originale se non è stato lui a scrivere la storia? Ma
come può allora Robert essere in possesso dell’originale? Tra dubbi,
incertezze, desideri e amori persi e ritrovati, si snoda la storia di questi
tre personaggi. Una storia che si legge con poco tempo, romantica e leggera.
Barreau riesce come sempre nel suo intento di coinvolgere il lettore con le sue
storie delicate condite dalla presenza in sottofondo della Parigi più
incantevole e piena di fascino. Voto: 6,5
martedì 17 novembre 2015
RECENSIONE – L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome di Alice Basso
Libro d’esordio per questa scrittrice
italiana, Alice Basso. La storia, scritta molto bene è questa. Silvana Sarca,
detta Vani, fa un lavoro molto particolare presso la casa di produzione
Edizioni l’Erica, in una sede storica, nel centro di Torino. Non è proprio una
Miss Simpatia, ma attira gli sguardi delle altre persone; non perché sia
bellissima, ma perché sembra la Lisbeth Salander di “noialtri”. Vani Sarca è un
fantasma, una ghostwriter. Scrive per gli altri. Il suo lavoro è sotto il
controllo dello spregiudicato direttore editoriale che l’ha sottoposta ad un
contratto “inattaccabile”, per cui Vani è costretta a mantenere il segreto di
quello che scrive. Vani ha una dote: è un camaleonte della scrittura, quindi sa
trasformasi in tutti gli scrittori, ed entrare nella loro testa e a capire,
solo da pochi appunti o accenni, quello che loro non riescono a mettere su
carta. Ma Vani ha anche un caratteraccio, o forse è il suo personaggio ad
averlo. Non le frega niente di nessuno, o almeno così dice. La incontriamo
mentre passeggia per i corridoi della casa editrice, il suo capo la sta
aspettando, un esperto di psicologia ha bisogno di aiuto, deve scrivere un
libro in pochissimo tempo, e lei è la persona adatta a fare tutto. Le bastano
pochi appunti e il libro può essere costruito; un infarinatura della materia ed
è fatta. Enrico, il suo capo, non ha nessunissima voglia che lei incontri gli
scrittori a cui scrive i libri. Potrebbe essere una cosa pericolosa, ma qualche
volta purtroppo serve. Vani non cerca gloria, non le frega niente di nessuno,
non parlerebbe mai di quello che scrive, non rivelerebbe mai il segreto della
sua casa editrice. Dopo il successo del libro dello psicologo, Vani viene
ricontattata dal suo capo, il famoso scrittore Riccardo Randi ha il blocco
dello scrittore, e una uscita del libro già programmata a breve. In un paio
d’anni è riuscito a buttare giù solo qualche scena, qualche appunto, qualche
dialogo e nulla più. Vani prende in mano la situazione e come in un puzzle
riesce a mettere insieme un’idea e ad unire insieme tutti gli appunti di Randi
e a farne un best seller osannato dalla critica e dai lettori, e soprattutto
dalle lettrici. Passati tre mesi dal grande successo, Vani si ritrova spesso a
pensare a Riccardo, più che al libro. Si sarebbe aspettata almeno un “grazie”,
perché sente che lui è diverso. E’ in preda ad una piccola crisi, perché Enrico
le ha dato da scrivere entro breve il sesto volume delle Cronache Angeliche,
che non è certo un genere che l’appassiona,
… d’altronde lei con gli angeli
non ci parla. Ma, non lo ammetterebbe mai, è soprattutto il vuoto che le ha
lasciato il romanzo di Riccardo Randi a farsi sentire, tanto che non riesce a
non pensarci, e inavvertitamente, ma non troppo, si ritrova in coda in una
libreria dove lui sta presentando il suo romanzo. Da qui i due allacciano un
rapporto, una liaison amorosa, nonostante le differenze. Nel mentre, Vani deve
anche aiutare il commissario Berganza, un tipo alla Dick Tracy con tanto
d’impermeabile, a scoprire chi e perché ha rapito Bianca, l’autrice per cui sta
scrivendo il libro. Lei non se ne rende conto, ma il commissario Berganza sì;
le sue doti di deduzione, empatia ed osservazione degli altri, potrebbero
essere utili per risolvere il caso. Alice Basso crea un romanzo molto, molto
carino. Avvincente e accattivante. Ha tutto, è una miscellanea di generi dal
romantico, al giallo, all’umoristico. Una storia molto varia che diverte e
coinvolge fino all’ultima pagina. Belle le battute sarcastiche messe in bocca a
Vani, belli i personaggi di Berganza e di Morgana, bello il personaggio della
stessa Vani Sarca, una persona complessa, piena di sfaccettature, che riesce a
interpretare le emozioni degli altri, ma non ha la capacità di condividere le
sue. Ha un’anima complessa, ma soprattutto cerca di nascondere agli altri le
sue debolezze, che l’hanno, nel tempo, fatta chiudere a riccio. Piccolezze, ma
una sull’altra l’hanno resa restia a condividere se stessa. Ma sono proprio le
sue debolezze a rendercela simpatica e speciale. L’incontro con la quindicenne
Morgana la fa tornare indietro alla sua adolescenza, riaprendo dolorose
cicatrici, nascoste con meccanismi difensivi di controllo; ma la ragazzina e il
rapporto con Riccardo, sfonderanno questo muro. Riusciranno i nostri eroi a
salvare l’autrice delle Cronache Angeliche? Come si evolverà il rapporto tra
Riccardo e Vani? E il commissario Berganza e Morgana? Vi consiglio di leggere
il libro non ve ne pentirete. Alla fine mi sono “cibata” anche l’intervista
all’autrice e sono contentissima che i personaggi da lei creati non “moriranno”
qui … sembra proprio che ci sia un seguito, sperando sia all’altezza di questo.
Consigliato. Voto: 7,5
giovedì 12 novembre 2015
RECENSIONE – Il quartetto della sposa. Un amore per sempre vol. 04 di Nora Roberts
Quarto e ultimo capito della serie de “ll
quartetto della sposa”. La protagonista, lasciata ultima per scelta,
soprattutto per il suo bel caratterino, è Parker Brown. L’ideatrice e l’organizzatrice
di “Promesse”. Quella che ha avuto l’idea principale e l’ha proposta alle sue
amiche. Quella che ci ha messo anche la casa. Quella che ci mette tutta se
stessa 24 ore su 24, sopportando lamentele, piagnistei, litigi e crisi, facendo
del suo lavoro il suo totem, tranne quando ha bisogno di prendere gli antiacidi
per lo stomaco. Forse è quella che, tra le quattro protagoniste, si sbatte di
più, e crede fermamente in quello che fa. Questo le viene dall’educazione avuta
dai suoi genitori, dal loro esempio di amore fedele e indefesso, da come è
stata da loro cresciuta. Quello che Parker mette nel suo lavoro, rispecchia in
tutto e per tutto quello che i suoi genitori avrebbero voluto che lei
diventasse. Una persona affermata, ma che se ha l’opportunità, di aiutare gli
altri ad essere felici. Ma chi farà felice lei? Le sue amiche sono tutte in
coppia ormai, lei è l’unica che è rimasta sola, tanto che suo fratello Delaney
ha provato a non farla sentire sola, invitando (nel precedente episodio)
Malcolm il meccanico ricco nella loro vacanza al mare (anche se poi se ne
pentirà!). Parker è forte, determinata e testarda, ma salda nelle sue
convinzioni. La morte dei suoi genitori l’ha segnata, ma l’ha fatta anche
crescere, e la vicinanza della signora Grady, tuttofare della famiglia, e di
suo fratello sono stati di grande aiuto nelle sue scelte. Tutto sembra che sia
perfetto, ma manca qualcosa, l’amore che avevano i suoi due genitori.
Inaspettatamente comincia a frequentare Malcom, anche se è uno che le da sui
nervi perché riesce sempre a farla rimanere senza parole. Che sia lui la
persona giusta? Possibile che lo scorbutico amico di suo fratello sia la
persona più adatta a lei? In effetti il carattere ce l’ha, anche se la fa
irritare, ma tra loro fanno scintille, anche quando litigheranno rischiando di
mandare tutta la loro storia in fumo, ma al solito, il lieto fine c’è, come
sempre, quindi non disperate. I due riusciranno a confidarsi i problemi e a
superarli tranquillamente, il tutto con amore, amore e amore … e finalmente
vissero tutti felici e contenti. Alla fine di tutta la serie posso dire? Ma
queste quattro lavoravano per se stesse? (Scusa zia Roberts, però la domanda mi
è sorta spontanea!). Come sempre ben scritto, trama accattivante e scorrevole. Per
le amanti del genere. Voto: 6+
RECENSIONE – Il quartetto della sposa. Il sapore della felicità vol. 03 di Nora Roberts
Terzo capitolo della saga de “Il quartetto
della sposa”, la protagonista indiscussa di questo volume è Laurel, la pasticcera
del gruppo, con le sue splendide creazioni di torte nuziali e biscotti e
dolcetti. Tutto l’ideale per far assaporare ai futuri sposi e ai loro invitato
la dolcezza di quel momento sublime. Nel precedente capitolo c’era stato un
piccolo gancio per la storia che si svilupperà in questo capitolo. Laurel ha da
sempre un debole per Delaney, il fratello della sua amica Parker, fin da quando
erano piccole. Ma sa che lui è inavvicinabile, soprattutto perché, lei pensa,
lui è un “Brown” e non si può certo abbassare a frequentare una come lei che
viene dai bassifondi. Certo lui non le ha mai fatto pesare questa cosa, anzi la
tratta come una sorella acquisita e la protegge. Ma lei non è quello che
desidera. Vorrebbe veramente vivere la sua storia d’amore con lui anche se
questo sentimento, se liberato, coinvolgerebbe tutti gli altri abitanti di
Villa Brown, ma soprattutto Parker a cui lei è legata da un’amicizia più che
viscerale. Anche Parker avrà i suoi bei problemi, non dovuti al fatto che
Lauren frequenti suo fratello e che non sia alla sua altezza, assolutamente no!
Parker avrà paura che la sua amica non possa più essere sincera con lei,
raccontandole gioie e dolori, come sono solite fare tra di loro, perché questa
volta si tratta di suo fratello. Parker non ha difficoltà ad ammettere quando
suo fratello sbaglia e in questo appoggia Lauren in tutto e per tutto. Ma il
ritorno in circolazione di Linda, l’incresciosa, perfida, egoista e pettegola
mamma di Mac, riesce a creare scompiglio nella storia tra i due. Ma come ho già
detto, i libri del genere non sono fatti per finire male, ma per il lieto fine,
quindi anche Lauren e Dilaney avranno la loro storia d’amore … ora non rimane
che sistemare Parker e ne abbiamo un assaggio proprio in questo capitolo. Lo stile dell’autrice rimane fine a se stesso.
Romanzo che ci tiene compagnia senza troppe pretese, con tanto, tanto
romanticismo. Voto: 6+
RECENSIONE – Il quartetto della sposa. Letto di rose vol. 02 di Nora Roberts
Secondo capitolo della saga “Il
quartetto della sposa” dedicata all’agenzia “Promesse”. Come nel capitolo
precedente si inizia con il flashback che riguarda la protagonista, che stavolta
è Emma, dove si vedono le quattro amiche ragazzine che parlano di primi baci e
livello di entusiasmo. Emma è la super romantica del gruppo, d’altronde il suo
lavoro non può proprio fare a meno del romanticismo, visto che lavora con i
fiori, e crea dei magnifici bouquet e dei bellissimi decori per rendere l’ambientazione
dei matrimoni qualcosa che rispecchi una favola. Il suo lavoro è quello di dare
alle clienti tutto il romanticismo che desiderano. Il protagonista maschile è
Jack, amico del gruppo da anni, quindi un po’ uno di famiglia. Può un’amicizia
come quella che c’è tra Emma e Jack trasformarsi in amore, senza che il
rapporto venga turbato? La Roberts ci presenta il punto di vista di entrambi i
personaggi. Jack è un rubacuori, un donnaiolo e non ama perdere tempo, Emma
invece è una che ha anche lei una certa esperienza di uomini, visto la sua
bellezza, ma sa che il suo uomo dovrà essere molto diverso da quelli
frequentati fino ad ora. Quello che le ruberà il cuore dovrà essere molto
simile a suo padre. Certo Jack non è proprio il rappresentante ideale per l’uomo
romantico che ha in mente Emma, ma con l’amore non si può fare nessuna
previsione. Il loro percorso di avvicinamento risulta divertente tra e-mail
piccanti e situazioni esilaranti. Emma è stupita che possa provare una forte
passione per lui, avendolo avuto così vicino per tanto tempo e Jack cerca di
non fare previsioni su quello che può essere e potrà essere, gli piace vivere
alla giornata, fino a quando non capirà che Emma è quello che sta cercando. La
Roberts come al solito è bravissima a descrivere i sentimenti attraverso i
dialoghi tra i protagonisti. Le interazioni tra personaggi secondari e primari
mantiene il ritmo della narrazione gradevole e scorrevole. Nel sottofondo della vicenda principale,
rimane intatta la storia di amicizia tra le quattro amiche che farà sempre da
sfondo alle loro storie. Il lieto fine non manca mai e quindi anche Emma lo
avrà con il suo Jack, dopo il classico litigio che li allontanerà per un po’.
Sembra finire tutto, ma è solo l’inizio di tutto. Lettura leggerissima, e per
super romantiche. Voto: 6+
RECENSIONE – Il quartetto della sposa. La sposa in bianco vol. 01 di Nora Roberts
Primo capitolo de “Il quartetto
della sposa”. Questa è la storia di 4 amiche. Quelle vere, quelle “per la
pelle” che non si lasciano mai, nemmeno un secondo. E’ la storia di MacKensie,
Emma, Laurel e Parker dei loro sogni di bambine divenuti realtà. Sono quattro
donne, quindi quattro storie e questa è la prima. Ognuna delle quattro donne ha
una funzione diversa in una società di wedding planner, Mac è la fotografa,
Emma la fiorista, Laurel la pasticcera e Parker la risolvi problemi. Svolgono
il loro lavoro presso Villa Brown, di proprietà di Parker e di suo fratello
Delaney, eredità dei loro genitori, periti in un incidente stradale. La protagonista
del primo capitolo è Mac. Mac è una persona particolare, figlia di due genitori
a dir poco strani. Suo padre è assente da sempre, e l’unica cosa che è capace a
fare, è farle, fin da quando era piccola, dei regali costosi. Sua madre invece
è un capitolo a parte. E’ una donna che vuole tutto accentrato su se stessa,
tanto da sovrastare la figlia con le sue incredibili richieste, spesso di
denaro, estremamente infantile,
egoista ed egocentrica. Sembra non fregarle nulla di quello che sua
figlia prova, lei è sempre quella al primo posto. Colleziona una invidiante
lista di mariti e quindi di divorzi con altrettante scenate, mobili rotti e
cocci da raccogliere, sempre dalla figlia. La storia si apre con un flashback.
Mackensie e le altre sono ancora bambine, e nei loro giochi ricorreva spesso “Matrimonio”.
Le quattro utilizzavano quello che capitava loro tra le mani, per officiare un
rito matrimoniale più veritiero possibile. Abiti, animali e fratelli
recalcitranti, tutti precettati per rappresentare un matrimonio con i fiocchi. Ma
Mac non ne poteva più di indossare il vestito di Biancaneve, che oltretutto le
faceva prurito, quindi con l’ultimo costoso regalo di suo padre, una Nikon
professionale, si impose come fotografa del gruppo e riuscì a fotografare un
bellissimo attimo, dove le tre travestite sembravano veramente far parte di un
corteo nuziale, e una farfalla blu si era posata sul bouquet improvvisato,
della sposa improvvisata. Ora sono grandi e il sogno è diventato realtà, una
realtà che si chiama Promesse e che da loro da vivere. Le persone si rivolgono al
loro per rendere il loro matrimonio un giorno indimenticabile. Nella
preparazione di uno dei tanti eventi che “Promesse” propone, c’è il matrimonio
di Sherry Maguire da progettare e organizzare. Questo è il modo in cui Mac e
Carter riescono a conoscersi. Lui è un professore di letteratura un po’
imbranato, tanto che il loro primo incontro è dovuto ad una testata contro un
mobile, ma è anche un uomo buono e soprattutto gli piace ciò che fa, tanto da
aver rinunciato a proposte molto più interessanti nell’editoria a New York.
Scopriamo i due protagonisti a poco a poco. Mac è una persona che ha poca
fiducia in se stessa e nella sua capacità di portare avanti una relazione,
visti i genitori che si ritrova, ma piano piano Carter riuscirà a penetrare la
sua scorza… Carter invece è un timidone ed imbranato, soprattutto nelle
relazioni interpersonali, che non siano quelle tra professore e studente, ma
sembra che Mac sia proprio la donna che fa per lui; d’altronde ha una cotta per
lei dai tempi della scuola, è il loro incontro non è qualcosa al di fuori dal
comune che potrebbe segnare il loro destino? Il libro come, come tutti i
romance della Roberts, ha il classico lieto fine del “tutti vissero felici e
contenti”, però la Roberts è una volpona nel suo mestiere, e anche in questi
romanzetti (ha scritto di meglio) si vede la sua stoffa. Anche con storie trite
e ritrite, che non hanno granché di originale, riesce comunque a farti scappare un sorriso od
una lacrimuccia, soprattutto ad una romanticona come me. Quindi il libro
assolve al suo dovere; intrattenere una donnuccia piagnucolosa in una serata
invernale, con tanto di copertina, divano e cioccolato caldo. Voto: 6+
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