martedì 22 ottobre 2019


Recensione – L’ultima vedova di Karin Slaughter
Nono capitolo delle avventure dell’agente del Georgia Bureau of Investigation Will Trent, portato in vita dalla penna sempre felice di Karin Slaughter ed edito dalla Harper Collins.
La nostra storia ha inizio con un rapimento strano; quello della dottoressa del CDC Michelle Spivey, rapita nel parcheggio di un centro commerciale, davanti agli occhi di sua figlia. La Spivey, è un’infettivologa importante, ma la sua scomparsa non avrà seguito, nessuna richiesta di riscatto, nessun indizio, nessuno ne saprà nulla fino ad una calda domenica agostana che verrà sconvolta da due esplosioni, una a pochi minuti dall’altra, al polo universitario ed ospedaliero della Emory ad Atlanta. Will Trent e la sua compagna la Dottoressa Sara Linton appena capiscono quella che potrebbe essere la portata dell’accaduto, si precipitano verso il disastro, ma rimangono bloccati sul luogo di quello che all’inizio sembra un banale incidente stradale. Le cose sembreranno subito strane sia a Will che a Sara, ma loro malgrado si ritroveranno al centro di un qualcosa più grande di loro. Quando anche Sara viene rapita, un Will conciato malissimo, con l’aiuto di Amanda, il suo capo, e Faith la sua partner, tenterà di riportarla a casa, per sé stesso e per la sua famiglia, ma soprattutto per sventare quello che potrebbe essere un massacro senza precedenti. Il romanzo è scritto a più voci. Infatti negli svariati capitoli che si susseguono ritroveremo la stessa giornata vissuta più volte ora da Will, ora da Sara, ora da Faith, ognuno con i suoi pensieri, i suoi problemi da risolvere, le paure, le incertezze e il coraggio, comunque, di andare avanti. Quindi i lettori saranno accanto al malconcio Will, ma come sempre battagliero, e lo aiuterà col pensiero a non mollare e a ritrovare Sara. Sarà insieme a Sara, nella sua prigionia, a farle coraggio e a dirle che Will arriverà a salvarla. E sarà accanto a Faith, a darle una pacca sulla spalla, per dirle che il suo lavoro di investigazione è importante, per aiutarla a non smettere, anche se deve mettere in secondo piano la sua famiglia, anche se deve tirare fuori le parole con le pinze ad un restio agente dell’FBI. La Slaughter, come sempre, riesce a creare un romanzo dal ritmo adrenalinico, non ci sono pause, il ritmo si attenuerà solo alla fine. Non ci si può staccare dalle pagine perché si è continuamente bombardati da indizi e avvenimenti che lasceranno con il fiato corto e in sospeso, in balia degli eventi e costringeranno a proseguire nella lettura senza sosta, come senza sosta saranno i colpi di scena ideati dall’autrice. Bravissima la Slaughter a romanzare quello che in fin dei conti è il momento attuale che stiamo vivendo. Con l’intolleranza per il diverso pari a zero sia per colore che per sessualità e religione, dove uomini ritengono di essere superiori alle donne e di poter regolare le loro vite a loro piacimento, in un affilato e tesissimo thriller a orologeria, pieno di colpi di scena, segreti angoscianti e situazioni scioccanti, impossibili da prevedere prima che sia troppo tardi. Will Trent è uno dei personaggi che amo di più creato dalla penna della Slaughter, perché oltre ad essere un poliziotto preciso e maniacale è però un uomo imperfetto, il tutto dovuto al suo passato: dall’infanzia difficile tra orfanotrofi e istituti, un matrimonio infelicissimo, il tutto condito dalla sua dislessia che lo fa diventare veramente un personaggio molto particolare, quasi da proteggere e da amare forse proprio per le sue imperfezioni. Consigliato a tutti, ma soprattutto agli amanti del genere adrenalinico.
Recensione – L’ultima vedova di Karin Slaughter
Nono capitolo delle avventure dell’agente del Georgia Bureau of Investigation Will Trent, portato in vita dalla penna sempre felice di Karin Slaughter ed edito dalla Harper Collins.
La nostra storia ha inizio con un rapimento strano; quello della dottoressa del CDC Michelle Spivey, rapita nel parcheggio di un centro commerciale, davanti agli occhi di sua figlia. La Spivey, è un’infettivologa importante, ma la sua scomparsa non avrà seguito, nessuna richiesta di riscatto, nessun indizio, nessuno ne saprà nulla fino ad una calda domenica agostana che verrà sconvolta da due esplosioni, una a pochi minuti dall’altra, al polo universitario ed ospedaliero della Emory ad Atlanta. Will Trent e la sua compagna la Dottoressa Sara Linton appena capiscono quella che potrebbe essere la portata dell’accaduto, si precipitano verso il disastro, ma rimangono bloccati sul luogo di quello che all’inizio sembra un banale incidente stradale. Le cose sembreranno subito strane sia a Will che a Sara, ma loro malgrado si ritroveranno al centro di un qualcosa più grande di loro. Quando anche Sara viene rapita, un Will conciato malissimo, con l’aiuto di Amanda, il suo capo, e Faith la sua partner, tenterà di riportarla a casa, per sé stesso e per la sua famiglia, ma soprattutto per sventare quello che potrebbe essere un massacro senza precedenti. Il romanzo è scritto a più voci. Infatti negli svariati capitoli che si susseguono ritroveremo la stessa giornata vissuta più volte ora da Will, ora da Sara, ora da Faith, ognuno con i suoi pensieri, i suoi problemi da risolvere, le paure, le incertezze e il coraggio, comunque, di andare avanti. Quindi i lettori saranno accanto al malconcio Will, ma come sempre battagliero, e lo aiuterà col pensiero a non mollare e a ritrovare Sara. Sarà insieme a Sara, nella sua prigionia, a farle coraggio e a dirle che Will arriverà a salvarla. E sarà accanto a Faith, a darle una pacca sulla spalla, per dirle che il suo lavoro di investigazione è importante, per aiutarla a non smettere, anche se deve mettere in secondo piano la sua famiglia, anche se deve tirare fuori le parole con le pinze ad un restio agente dell’FBI. La Slaughter, come sempre, riesce a creare un romanzo dal ritmo adrenalinico, non ci sono pause, il ritmo si attenuerà solo alla fine. Non ci si può staccare dalle pagine perché si è continuamente bombardati da indizi e avvenimenti che lasceranno con il fiato corto e in sospeso, in balia degli eventi e costringeranno a proseguire nella lettura senza sosta, come senza sosta saranno i colpi di scena ideati dall’autrice. Bravissima la Slaughter a romanzare quello che in fin dei conti è il momento attuale che stiamo vivendo. Con l’intolleranza per il diverso pari a zero sia per colore che per sessualità e religione, dove uomini ritengono di essere superiori alle donne e di poter regolare le loro vite a loro piacimento, in un affilato e tesissimo thriller a orologeria, pieno di colpi di scena, segreti angoscianti e situazioni scioccanti, impossibili da prevedere prima che sia troppo tardi. Will Trent è uno dei personaggi che amo di più creato dalla penna della Slaughter, perché oltre ad essere un poliziotto preciso e maniacale è però un uomo imperfetto, il tutto dovuto al suo passato: dall’infanzia difficile tra orfanotrofi e istituti, un matrimonio infelicissimo, il tutto condito dalla sua dislessia che lo fa diventare veramente un personaggio molto particolare, quasi da proteggere e da amare forse proprio per le sue imperfezioni. Consigliato a tutti, ma soprattutto agli amanti del genere adrenalinico.
https://contornidinoir.it/2019/10/karin-slaughter-lultima-vedova-2/

venerdì 18 ottobre 2019

RECENSIONE – Senti che fuori piove di Giancarlo Vitagliano (di Silvia Marcaurelio)



Nuovo romanzo per Giancarlo Vitagliano edito dalla Homo Scrivens per la collana Dieci. Stavolta lo scrittore ci porta nell’ambiente psichiatrico facendoci conoscere il dottore Nicola Paris. Nicola è un uomo che ama quello che fa, ma di fare le perizie per i detenuti e andare per carceri, proprio non lo sopporta; soprattutto perché è il suo amico magistrato Alberto Rangone a procurargli quei lavori, pensando di fargli un favore e sdebitarsi per le cure profuse all’anziana mamma malata di Alzheimer. Questa volta però il caso lo intriga. Un caso che riguarda un assassino reo-confesso, Marcello Calisi. La confessione di Calisi, secondo lui però, nasconde qualcosa di più e lui non è mai stato il tipo che lascia un lavoro a metà. Dovrà scardinare il muro che lo stesso Calisi ha creato per proteggersi; un vuoto di memoria lungo quindici anni della sua vita. Paris vuole capire il perché un uomo come Calisi nel corso della sua vita possa trasformarsi in un omicida e compiere efferati delitti. A lui non interessa giudicare chi sia cattivo e chi buono, né comminare pene, a lui interessa il perché cose simili possano accadere, perché determinate persone adottino alcuni comportamenti e perché un’anima arriva a corrompersi e quanto questo sia dovuto alla persona stessa o imputabile alla società. Tutto questo lo faremo addentrandoci nella storia di Marcello Calisi, che in fin dei conti, anche se è il colpevole, è il vero protagonista, perché il dottor Paris è lì semplicemente che lo ascolta, ma ha anche il merito di saperlo ascoltare. Vitagliano ci fa capire che la mente umana può essere bellissima, ma anche molto complicata e labile. Che delle situazioni ambientali e sociali possono indurre una persona fragile mentalmente ad avere determinati atteggiamenti, e se oltre a questo, anche la società non aiuta e sminuisce i problemi, si può condannare una persona ad una vita difficile se non addirittura impossibile. Mi è piaciuto molto questo breve romanzo di introspezione scritto da Vitagliano. Mi è piaciuto molto che il dottor Paris abbia sposato la causa di Calisi, nonostante la poca voglia iniziale, e il suo buttarsi a capofitto nel lavoro per scoprire tutti i “perché”. Bello il personaggio di Celeste, la moglie del dottor Paris, che dovrebbe far da sfondo, ma è una di quelle donne che rendono “grandi” i loro uomini. Molto dolce il personaggio dell’agente penitenziario Diotallevi, faccia da bambino in un corpo enorme. Spero che Vitagliano, prima o poi, ci regali nuove storie su questo personaggio, secondo me ben scritto e ben riuscito.

Recensione – L’ultima vedova di Karin Slaughter (di Silvia Marcaurelio)



Nono capitolo delle avventure dell’agente del Georgia Bureau of Investigation Will Trent, portato in vita dalla penna sempre felice di Karin Slaughter ed edito dalla Harper Collins.
La nostra storia ha inizio con un rapimento strano; quello della dottoressa del CDC Michelle Spivey, rapita nel parcheggio di un centro commerciale, davanti agli occhi di sua figlia. La Spivey, è un’infettivologa importante, ma la sua scomparsa non avrà seguito, nessuna richiesta di riscatto, nessun indizio, nessuno ne saprà nulla fino ad una calda domenica agostana che verrà sconvolta da due esplosioni, una a pochi minuti dall’altra, al polo universitario ed ospedaliero della Emory ad Atlanta. Will Trent e la sua compagna la Dottoressa Sara Linton appena capiscono quella che potrebbe essere la portata dell’accaduto, si precipitano verso il disastro, ma rimangono bloccati sul luogo di quello che all’inizio sembra un banale incidente stradale. Le cose sembreranno subito strane sia a Will che a Sara, ma loro malgrado si ritroveranno al centro di un qualcosa più grande di loro. Quando anche Sara viene rapita, un Will conciato malissimo, con l’aiuto di Amanda, il suo capo, e Faith la sua partner, tenterà di riportarla a casa, per sé stesso e per la sua famiglia, ma soprattutto per sventare quello che potrebbe essere un massacro senza precedenti. Il romanzo è scritto a più voci. Infatti negli svariati capitoli che si susseguono ritroveremo la stessa giornata vissuta più volte ora da Will, ora da Sara, ora da Faith, ognuno con i suoi pensieri, i suoi problemi da risolvere, le paure, le incertezze e il coraggio, comunque, di andare avanti. Quindi i lettori saranno accanto al malconcio Will, ma come sempre battagliero, e lo aiuterà col pensiero a non mollare e a ritrovare Sara. Sarà insieme a Sara, nella sua prigionia, a farle coraggio e a dirle che Will arriverà a salvarla. E sarà accanto a Faith, a darle una pacca sulla spalla, per dirle che il suo lavoro di investigazione è importante, per aiutarla a non smettere, anche se deve mettere in secondo piano la sua famiglia, anche se deve tirare fuori le parole con le pinze ad un restio agente dell’FBI. La Slaughter, come sempre, riesce a creare un romanzo dal ritmo adrenalinico, non ci sono pause, il ritmo si attenuerà solo alla fine. Non ci si può staccare dalle pagine perché si è continuamente bombardati da indizi e avvenimenti che lasceranno con il fiato corto e in sospeso, in balia degli eventi e costringeranno a proseguire nella lettura senza sosta, come senza sosta saranno i colpi di scena ideati dall’autrice. Bravissima la Slaughter a romanzare quello che in fin dei conti è il momento attuale che stiamo vivendo. Con l’intolleranza per il diverso pari a zero sia per colore che per sessualità e religione, dove uomini ritengono di essere superiori alle donne e di poter regolare le loro vite a loro piacimento, in un affilato e tesissimo thriller a orologeria, pieno di colpi di scena, segreti angoscianti e situazioni scioccanti, impossibili da prevedere prima che sia troppo tardi. Will Trent è uno dei personaggi che amo di più creato dalla penna della Slaughter, perché oltre ad essere un poliziotto preciso e maniacale è però un uomo imperfetto, il tutto dovuto al suo passato: dall’infanzia difficile tra orfanotrofi e istituti, un matrimonio infelicissimo, il tutto condito dalla sua dislessia che lo fa diventare veramente un personaggio molto particolare, quasi da proteggere e da amare forse proprio per le sue imperfezioni. Consigliato a tutti, ma soprattutto agli amanti del genere adrenalinico.


mercoledì 16 ottobre 2019

RECENSIONE – La tristezza ha il sonno leggero di Lorenzo Marone (di Maria Lombardi)



Erri Gargiulo ha due famiglie, quelle, cioè, che i genitori separati hanno formato con i nuovi compagni e i figli nati dalle nuove e vecchie unioni. Ha sempre subito le decisioni degli altri, soprattutto della madre dispotica e del padre assente, ma anche quella della moglie, che lo tradisce con un collega molto più anziano, e del suocero, che lo licenzia. Finalmente, è arrivato il momento di affrontare la vita e le sfide che impone: la casa, il lavoro, la famiglia. Ma la decisione più importante sarà quella di perdonare la moglie che gli confessa di essere incinta. Il lettore si affeziona subito a Erri, perché, come tutti i personaggi di Marone, è ognuno di noi, con i suoi segreti, le mancanze, le occasioni perdute, i rimpianti; perché, in fondo, la vita è un continuo adattarsi.