mercoledì 18 settembre 2019

RECENSIONE – La regola dell’equilibrio di Gianrico Carofiglio (di Maria Lombardi)



La regola dell’equilibrio è il quinto romanzo del “legal thriller” che ha per protagonista l’avvocato Guido Guerrieri. Lo ritroviamo alle prese con un nuovo caso, non di omicidio ma tutto interno al mondo giudiziario, in cui è coinvolto un giudice, compagno di università, che ha bruciato le tappe ed è ora accusato di corruzione. Guido si lascia coinvolgere personalmente nella difesa del suo amico-cliente, perdendo la consueta lucidità, tanto da non dubitare mai dell’innocenza del giudice, finché Carmelo Tancredi, l’amico poliziotto, gli apre gli occhi. L’avvocato si avvale, per la prima volta, dell’aiuto di un’investigatrice privata, Annapaola, ex giornalista, tanto scaltra quanto ambigua, anche sessualmente, con la quale inizia una relazione. La regola dell’equilibrio si discosta dai primi volumi della serie: è un romanzo più intimistico, in cui Guerrieri fa i conti con sé stesso e i suoi principi, immerso in una Bari sorprendente e affascinante. Sempre di alto livello le citazioni letterarie e cinematografiche, i riferimenti musicali e normativi, con in quali Carofiglio ci introduce nel mondo della giurisprudenza e nelle decadenti aule di giustizia. Consigliato!

martedì 10 settembre 2019

RECENSIONE – Il lupo nell'abbazia di Marcello Simoni (di Silvia Marcaurelio)



Il nuovo romanzo di Marcello Simoni edito da Mondadori, ha per protagonisti quattro giovani monaci curiosi della vita, che s’imbattono, loro malgrado, nel cadavere di un loro confratello ucciso in un modo barbaro.
L’omicida è un uomo o una bestia infernale?
É quello che dovranno scoprire i giovani Adamantius, Gotescalco, Walfrido e Lupo, se non vogliono essere incolpati loro stessi.
A proteggere loro e l’abbazia di Fulda, ci prova l’abate Rabano Mauro, sotto la pressione del generale franco Sturmio, al soldo dell’Imperatore Ludovico il Pio.
Adamantius e gli altri giovani confratelli proveranno ad investigare, perché nel frattempo altri confratelli verranno uccisi, e loro, agli occhi degli altri monaci e del priore Eigil, sono gli unici colopevoli.
La strada non sarà facile e sarà piena di pericoli, e i quattro dovranno muoversi tra le confuse storie piene di superstizione dell’erborista Uldarico e le prevaricazioni del generale Sturmio.
Riusciranno a venire a capo della situazione incresciosa in cui si trovano e a far luce sulle morti violente dei loro confratelli? Non vi resta che leggere il libro.
Molto piacevole immergersi nelle atmosfere storiche dell’abbazia di Fulda. Atmosfera resa ovattata dall’autore con la presenza della grande bufera, che ha il compito di coprire, oltre che la coltre del cenobio dell’abbazia, anche i movimenti dei protagonisti.
Simpatici i quattro scalcinati fraticelli che le tentano veramente tutte per mettersi nei guai.
Carina l’idea dell’autore di inserire nella storia dei personaggi realmente esistiti.
Lettura leggera, leggera.

venerdì 6 settembre 2019

RECENSIONE – Il confine di Don Winslow (di Silvia Marcaurelio)



Potrebbe bastare una sola parola per recensire il nuovo capolavoro di Don Winslow: Magnifico! Ma non mi sembra giusto, è troppo poco. Quando sfogli le prime pagine de “Il confine” e ritrovi Art Keller e tutti i suoi fantasmi, sembra ieri che ci si immergeva nelle pagine de “Il Cartello” e che 4 anni tra un libro e l’altro non siano mai passati. Tanto duro e tanto crudo. Nessuno dei protagonisti è completamente innocente, anche lo stesso Keller che ha combattuto tante battaglie in nome di una buona causa e salvato molte vite prendendo decisioni che non sempre l’hanno reso fiero. Quando sei immerso nella lettura sembra di trovarti lì, direttamente nella storia, talmente è ricca di pathos la scrittura con cui l’autore descrive le scene di grande violenza e crudeltà. Nessuno è risparmiato dalla violenza, neanche il lettore, che fa scorta di quelle poche pause dolci e commoventi come può essere una telefonata di un padre ai figli. Il Re è morto, il Re è vivo. Questa è la frase più ricorrente nell’ultimo libro della trilogia dedicata al narcotraffico messicano dall’autore, che ne descrive tutta la forza devastante, la corruzione dilagante, la voglia di vendetta da parte di tutti i suoi protagonisti. Tutti hanno qualcosa di cui vendicarsi e nessuno si fa scrupoli degli innocenti che seguono e subiscono questa sordida lotta passivamente, perché altro non possono fare. Ma i compiti, seppur duri, vanno affrontati e Art Keller non si è mai tirato indietro. Quando in Guatemala, viene ritrovato il corpo di Adan Barrera, il padrino del narcotraffico messicano, il Cartello di Sinaloa, padrone del traffico di stupefacenti, che aveva imposto una “pace” entra nel caos più totale. I figli dei vecchi padrini, i “Los Hijos” sono arroganti, impazienti e vogliono tutto e subito. Potere e soldi, ma soprattutto quello che è stato il trono di Adan Barrera, quello di “El Patron” e non disdegnano di uccidere e farsi la guerra a scapito di tante vittime innocenti. A Keller viene proposto il ruolo di capo della Dea dal Senatore O’Brien, lo stesso che lo aveva accompagnato nelle missioni più segrete, sulle quali Keller era stato costretto a mentire al Congresso degli Stati Uniti. Keller è sempre stato un uomo d’azione e la scrivania non la trova proprio di suo gusto, ma la droga continua ad entrare a fiumi negli Stati Uniti e forse la loro battaglia deve diversificarsi, quindi accetta. Indagando sulla nuova ondata di traffico di eroina tagliata con il Fentanyl, Keller, aiutato dal capo della polizia di New York Mullen e dal suo sottoposto Bobby Cirello, uomini di una onestà assoluta, si infiltrano tra i capi della malavita newyorkese che ha agganci con grandi imprese finanziate dal traffico di droga messicano. Ma i tre scoprono che il mondo della droga sta per raggiungere la Casa Bianca, e Keller sa che dovrà esporsi in prima persona in una battaglia che si rivelerà dura e senza sconti. Il confine è un libro, come ho già detto crudo, spietato e violento. Winslow ci racconta la sua storia in modo perfetto, con una scrittura di grande pathos e accuratezza nei dettagli, ma che resta piacevole e scorrevole, rendendo il romanzo quello che è: un capolavoro. Immergermi nelle pagine de Il Confine mi ha fatto sentire all’interno della storia, delle volte mi ha fatto inorridire, delle volte mi ha fatto indignare e delle volte mi ha fatto commuovere. Ma soprattutto mi ha creato una dipendenza fisica, tanto che non riuscivo a smettere di leggerlo. Il confine ti rapisce e non molla la presa fino all’ultima pagina. Bellissimi i personaggi comprimari che ruotano attorno ad Art Keller. Da sua moglie Marisol, sempre presente al suo fianco e nelle battaglie che Art conduce. Belli i personaggi di Mullen e Cirello. Soprattutto di Cirello. L’ho sentito talmente sofferente che ho parteggiato molto per lui, e ho avuto anche paura per lui. Bello anche il personaggio di Hugo Hidalgo, figlio del vecchio partner di Art, Eddie Hidalgo. Entrato in scena in sordina, prende energia mano a mano che la storia si snoda. Bello ritrovare dei vecchi personaggi che ti erano entrati nel cuore come Nora e Sean, e lo faranno di nuovo. Bellissima la storia di Flor e Nico anche se per l’ultimo il capitolo rimane aperto. Chissà se possa essere un nuovo personaggio di un prossimo romanzo. Comunque Il Confine è consigliatissimo. Va letto sicuramente, anche se è bene leggere gli altri due romanzi precedenti. Voto: 10

giovedì 5 settembre 2019

RECENSIONE – Storia della bambina perduta di Elena Ferrante (di Maria Lombardi)



Storia della bambina perduta è il quarto e ultimo capitolo della serie de “L’amica geniale”; ritroviamo Elena in Francia con Nino, ormai suo compagno fisso, ma che in realtà non ha mai lasciato la moglie. I due vanno ad abitare a Napoli, in via Tasso, lontano dal quartiere, ed Elena rimane incinta. Anche Lila scopre di aspettare un figlio e la gravidanza sarà un momento di grande condivisione per le due amiche: stessa ginecologa, entrambe avranno una femminuccia a un mese di distanza l’una dall’altra, entrambe le neonate porteranno il nome della nonna materna (Tina, da Nunzia, e Imma, da Immacolata). Mentre Elena vive la gravidanza con serenità e la bambina sembra avere fretta di nascere, Lila è inquieta e ha molti disturbi, tanto da affermare che la bimba non abbia voglia di staccarsi da lei. Le bambine crescono insieme, ma Tina è più intelligente, più bella, più ammirata di Imma. Intanto, Lila si è affermata come imprenditrice informatica, diventando un punto di riferimento fondamentale per gli abitanti del quartiere, ed Elena lascia definitivamente Nino, che non ha mai smesso di intrattenere relazioni stabili con altre donne, diventando un padre assente per Imma, e tentando, invano, di sedurre Lila. Un giorno, mentre quest’ultima cerca di richiamarlo alle sue responsabilità di padre, Tina sparisce; la versione più diffusa nel rione è che la bambina sia sta investita e trascinata via da un camion, ma si sospetta anche un coinvolgimento dei Solara, che potrebbero essersi vendicati di un articolo di Elena, in realtà scritto da Lila, in cui vengono denunciati i loro loschi traffici. La sparizione di Tina porta Lila ad annullarsi e a sparire spesso dal rione per rifugiarsi in biblioteca a studiare la storia di Napoli, a rompere con Enzo, che si trasferisce a Milano, e all’uccisione dei Solara. La storia italiana si intreccia con quella dei personaggi che abbiamo incontrato sin dal primo capitolo: Nadia viene arrestata e collabora con la giustizia; Pasquale, invece, rimane un irriducibile e confessa a Elena di essere coinvolto nell’omicidio dei Solara; Nino rimane travolto da Tangentopoli, ma ne esce alla grande, venendo rieletto in Parlamento con un partito di destra; Rino muore di overdose, Gigliola di infarto. Le figlie di Elena e Pietro si stabiliscono in America, mentre Elena se ne va a vivere a Torino con Imma, che si trasferirà a Parigi. Qualche tempo dopo la sparizione di Lila, Elena trova un pacchetto vicino alle cassette della posta: sono le bambole con cui lei e Lila giocavano da bambine, della cui sparizione avevano accusato don Achille; Elena capisce, allora, che è sempre Lila a manovrare le vite degli altri. Avvincente come gli altri capitoli, è il romanzo della maturità e dell’epilogo.

lunedì 2 settembre 2019

Recensione – La versione di Fenoglio di Gianrico Carofiglio (di Maria Lombardi)





È l’incontro tra il maresciallo Fenoglio, convalescente dopo un intervento all’anca e ormai prossimo alla pensione, e il giovane studente Giulio, reduce da un incidente automobilistico. Sotto gli occhi della fisioterapista Bruna, per la quale Fenoglio ha un debole, i due stringono un legame che va oltre i momenti della cura: Giulio si interessa all’arte dell’investigare, che è fatta soprattutto di osservazione e, attraverso i racconti di Fenoglio, inizia a essere attento osservatore. Nota, infatti, l’interesse di Bruna per il maresciallo e glielo riferisce, mentre a sua volta confida di aver scelto giurisprudenza solo per compiacere la famiglia ma di volere, in realtà, scrivere storie. La trama è debole e abbastanza scontata; qualche caso giudiziario raccontato dal maestro all’allievo, nell’ambito di una cornice, con una probabile evoluzione sentimentale. Sembra un assemblaggio di storie brevi; come dice l’autore in un'altra raccolta di racconti brevi: “In questo lavoro vale il vecchio motto sul maiale: non si butta via niente.”