sabato 25 maggio 2013

RECENSIONE - Gli occhi di un re di Catherine Banner
Il libro potrebbe raccontare una storia, ma l'autrice vuole di più. Ne vuole raccontare molte. Vuole raccontare la storia di Leo, Stirling e sua nonna, che vivono sotto dittatura nel Regno di Malonia. Vuole raccontare la storia di Maria, vicina di casa di Leo. Madre a quindici anni dopo aver subito violenza da un uomo importante legato alla dittatura. Vuole raccontare la storia di Re Lucien e di Talitha che per il potere non esitano a far combattere ragazzini, formandoli in scuole militari dove si insegna la disciplina a sparare e a marciare, ma non a leggere e scrivere. Vuole raccontare la storia di Aldebaran o Arthur Field mago reale e agente segreto, e di Ryan o Cassius vero re di Malonia, entrambi in esilio in un mondo parallelo che stavolta è il nostro. Soprattutto l'Inghilterra. 
Ma vuole raccontare troppe cose quest'autrice, tanto che alla fine si hanno le idee confuse e molte cose rimarranno in sospeso. So che ci sarà un seguito, ma questo libro non è per niente strutturato bene. Da un'idea di base buona, il libro magico che Leo trova nella neve e che si scrive da solo, con la storia secondaria che diventa primaria e viceversa, invece riesce solo a confonderci le idee. Le storie si intrecciano ma non riusciamo a comprenderne il nesso. Ci verrà spiegato nelle ultime 20 pagine di libro. E stiamo parlando di un tomo di ben 500 pagine. Mi sembrano un po' poche... 
E' un miscuglio di profezie, servizi segreti, gialli, assassini, spie e traditori, mischiati alla vita vera di un ragazzo di 15 anni che abita con la nonna e il fratello piccolo in un palazzo fatiscente. Parla di morte, di pazzia di tentativi di suicidio. Troppo tutto insieme! 
Vuole essere un fantasy, un romanzo impegnato, un giallo, una spy story e un libro d'avventura, ma diventa un pasticcio. 
Se non avesse le idee così confuse, l'autrice non scriverebbe nemmeno male. Non so se continuerò la lettura di tutta la trilogia. Questo libro in fondo non mi ha lasciato nulla, se non una grande confusione.

domenica 19 maggio 2013

RECENSIONE - Il sogno della bella addormentata di Luca Centi
Il Sogno della Bella Addormentata non è un rifacimento della Bella Addormentata, ma è un omaggio al suo autore. Ed oltre al titolo troveremo alcuni particolari nella narrazione che ci riportano alla fiaba. E' un libro adatto ad un'età pre-adolescenziale e per questo mi sono trascinata molto nella sua lettura. Troppo inadatto alla mia età. Ci sono degli elementi positivi. La storia è ben costruita e gli elementi di steampunk sparsi qua e là sono una bella trovata. I personaggi di contorno alla protagonista quali Archie, Madame Vivienne e Nicholas non sono delineati alla perfezione e perdono vigore per questo nella storia. Soprattutto Nicholas che dovrebbe essere la spalla della protagonista non è ben caratterizzato. Talia il personaggio principale, quello su cui l'autore incentra tutto il racconto. E' un personaggio positivo, forte e ben determinato. 
L'ambientazione è la Londra di metà ottocento, con tutte le sue carrozze, regine e dame pettegole. 
Lettura consigliata ad un pubblico dai 7 ai 12 anni.
RECENSIONE - Noi siamo infinito. Ragazzo da parete di Stephen Chbosky
Siamo negli anni '90. Charlie è un ragazzo particolare e i cambiamenti che la vita gli pone davanti lo portano a confidarsi tramite lettera con un amico, che scopriremo, nemmeno conosce, ma sa, per averlo sentito dire, che lui è un tipo che capisce le persone, che sa ascoltare. E Charlie è di questo che ha bisogno, di qualcuno che lo ascolti. 
Il romanzo inizia con l'inizio della scuola. Per Charlie è il primo anno di Liceo ed è triste. Si porta dietro due tristi vicende: il suicidio del suo amico Michael e il ricordo doloroso dell'amata Zia Helen, morta anni prima. 
E' un ragazzo con chiari problemi di socializzazione. E' uno di quelli che ad una festa se ne stanno attaccati al muro. Ha però un animo delicato e gentile e sa ascoltare gli altri e mantenere i segreti! 
Farà finalmente amicizia con Sam e Patrick, fratelli in una famiglia allargata, che frequentano l'ultimo anno di Liceo. Saranno loro ad introdurlo a nuove esperienze quali la musica, altri amici, l'alcool, il sesso e la droga. A mondi quasi sconosciuti, come quello gay, visto che Patrick lo è. 
Charlie vivrà tutte queste prime volte ed inizierà a conoscere il mondo al di fuori. Comincerà a partecipare, ma tutto questo farà anche riemergere un segreto nascosto nei recessi della sua mente. Qualcosa che non è ancora pronto ad affrontare o a capire. 
Charlie è un lettore accanito, grazie anche al tuo insegnante d'inglese, Bill che lo sprona con letture sempre più difficili per fargli capire che lui è un ragazzo speciale e molto intelligente. I titoli scelti mettono in relazione la storia di Charlie con quella di altre figure giovanili della grande tradizione letteraria moderna e contemporanea, dando vita a una riflessione profonda attraverso un richiamo trasversale ai temi dell'adolescenza, dell'estraneità, dell'amicizia, dell'irrequietudine. 
Noi siamo infinito è un romanzo di formazione che racconta con voce fresca e autentica l'adolescenza, con i suoi dolori e turbamenti, attraverso la scoperta di sé e del mondo, l'amicizia e i complessi rapporti con gli altri, la sessualità e quella sensazione di infinito che ci pervade all'improvviso di fronte alla grandezza dei sentimenti.

sabato 18 maggio 2013

RECENSIONE - La signora della tentazione di Adrian Lara
Anche se la trama prometteva bene sono costretta ad ammettere che la speranza muore molto prima di raggiungere metà libro.
Gli elementi positivi ci sono, ma sono svalutati, cominciando proprio dai due protagonisti.
Il nostro eroe, Griffin di Droghallow. La sua storia iniziale, quella del ragazzo dall'incerta provenienza, ma infarcito di sogni ed ideali, che diventa uomo cinico e spietato, è un'ottima base per una storia. Ma il personaggio in se non funziona. Da tormentato e cinico, da uomo senza scrupoli ritorna in men che non si dica a comportarsi come un gentiluomo e nessuno ci spiega quali sono i fatti gravissimi che lo hanno notevolmente cambiato, da fargli dire che l'onore non serve a nulla... per rimangiarsi tutto nel seguito della storia.Tutto questo sminuisce quello che dovrebbe essere il conflitto tra i due protagonisti.
Isabel come personaggio funziona di più, non è la solita oca (anche se è un po' lagnosa), è ingenua (come si confà ad una donna dell'epoca di Re Riccardo Cuor di Leone), ma è anche ben determinata. Non è un'eroina indimenticabile, ma non è nemmeno fastidiosa. La psicologia del suo personaggio rimane coerente con l'immagine costruita dall'autrice lungo tutto il corso del romanzo.
L'aspetto erotico è molto meno marcato rispetto ai libri odierni, infatti la prima edizione di questo romanzo è uscita negli Stati Uniti nell'anno 2000, quando ancora non si sentiva il bisogno dell'erotismo a tutti i costi.
E' forse proprio l'aspetto romantico del romanzo a convincere di più. Alcune scene descritte sono molto positive e sono valorizzate al massimo dallo stile semplice e accattivante dell'autrice. 
Per una volta le fasi di azione di un romanzo non sono rilegate in un angolino buio del libro. 
Nella storia sono ben delineati i personaggi secondari, più dei primi attori. Il cattivo per eccellenza Dom di Droghallow, e il buono per eccellenza Sebastian di Montborne, che risaltano molto più del vero protagonista.
In definitiva La signora della tentazione è un dignitoso romanzo storico romantico, che non annoia e allo stesso tempo, non entusiasma più di tanto. Nonostante qualche aspetto positivo è una lettura piacevole, ma non indimenticabile.

mercoledì 15 maggio 2013


RECENSIONE – Uno splendido disastro di Jamie McGuire

Abby sembra la ragazza della porta accanto. Viene descritta come una ragazza perbene, studiosa e timida, ma in realtà nasconde un segreto, che conosceremo più in là, durante la storia. E’ una ragazza in fuga dalla sua vita precedente e con se ad accompagnarla ha la sua migliore e inseparabile amica, America (e ho detto tutto!).
Questo libro  mi ha incuriosita molto prima di arrivare a leggerlo.
Ne avevo sentito parlare bene e male allo stesso tempo. Quindi mi son detta: “Per averne un’idea precisa devo leggerlo!” Ed eccomi qui!
Allora… la scrittura è scorrevole, il libro si legge con estrema facilità ed è anche divertente di per se. Ma questo libro non ha assolutamente nessun valore letterario e (grazie a Dio!) non sarà mai in corsa per vincere un qualsiasi premio letterario (o almeno spero!).
La vicenda che racconta è assurda e i due protagonisti sembrano due psicopatici discesi sulla Terra da qualche strano pianeta.
E’ un libro senza nessuna descrizione dei protagonisti. L’unico ad averne una è Travis, seppur non molto approfondita. Sappiamo che è alto, muscoloso, tatuato e rasato …. Potrebbe anche essere di colore o giapponese, ma non ci è dato di saperlo. Per il resto dei personaggi è anche peggio … Non sappiamo nulla delle loro caratteristiche fisiche.
Molti degli argomenti trattati che danno il là alla storia, verranno trattati e lasciati senza una loro logica conclusione … della serie, questa cosa non si sa come va a finire, ma va bene lo stesso! (Grrrrr!)
Il libro è un susseguirsi di dialoghi senza nessuna riflessione  e non si ha modo di cogliere le emozioni dei protagonisti se non attraverso di essi. Non si riesce a comprendere nemmeno cosa provi realmente Abby, fino a quando non si aprirà con qualcuno.
Comunque sia sono rimasta quasi sconvolta dagli atteggiamenti animaleschi di Travis e divertita da quelli sentimentali. Secondo me è uno schizofrenico con sdoppiamento della personalità che andrebbe rinchiuso a doppia mandata in un manicomio criminale. Pronto per un nonnulla a picchiare la gente e a ridurla ad ammassi di carne sanguinolenta. Però …. È un bravo ragazzo, ha degli ottimi voti ed è iscritto a diritto penale … Questi scatti feroci li ha sempre quando ha il minimo sentore che Abby sia in pericolo, che qualcuno spettegoli su di lei, o che lei stia solo pensando di lasciarlo (e come non potrebbe se fosse una persona normale?).
Ma lei no. Non fugge a gambe levate … no! Lui è l’altra metà di lei … e alla fine … Eh no!  … Non ve la racconto la fine … se volete conoscerla, se avete solo avuto un attimo di voglia di leggere questo libro, allora dovrete subirvi la sua lettura … o sbirciare almeno gli ultimi capitoli (non si fa!) … però, chissà, potrebbe anche piacervi!
P.S.: Se volete cimentarvi davvero con un libro folle, tormentato e violento, vi consiglio Cime Tempestose.

sabato 11 maggio 2013

RECENSIONE - Tra scandalo e passione di Louise Allen
Un Harmony è sempre un Harmony!
E' un libro Harmony, cosa dire di più? Stereotipi collaudati che rilassano. Letture leggere per evadere un po'. 
Chi, almeno una volta nella vita, non ha sognato di essere al posto loro? Al posto delle eroine, belle, passionali, ingenue, forti, rette, senza nessun capello fuori posto. Icone perfette per un amore perfetto.

giovedì 9 maggio 2013

La prima recensione....
UNA PRINCIPESSA IN FUGA di Elizabeth Von Arnim
Essere una principessa non è necessariamente una fortuna. La bella Priscilla, figlia del Granduca di Lothen-Kunitz, è davvero stufa del suo rango. E' stufa dei protocolli di corte, della dama di compagnia sempre alle calcagna, degli obblighi di corte che le danno l'impressione di vivere una vita in gabbia senza mai poter essere protagonista della sua vita. In segreto sogna di fuggire per correre incontro alla libertà.
Quando suo padre la promette in moglie ad un cugino, la ragazza comprende che è giunto il momento di agire e trasformare il sogno in realtà. Priscilla non è sola nella realizzazione del suo folle piano. Il Signor Fritzing, bibliotecario di corte nonché suo precettore, accoglie le sue confidenze e le inculca meravigliose visioni di una vita libera da tutte le incombenze, verso le vette della cultura.
A loro si unisce la cameriera Annalise, che riceve l'ordine di accompagnare la principessa, ignara però, dei suoi reali propositi.
In teoria il piano sembra facile da concretizzare, ma in pratica nulla andrà come previsto.
Fingersi una giovane di umili origini non è tanto facile per una nobile sempre vissuta nella bambagia, abituata ad impartire ordini, allenata a parlare, atteggiarsi come una persona di alto rango. E non è meno facile mentire per chi non lo ha mai fatto, o cercare di comportarsi come uno zio vero senza riverire in pubblico la propria nipote ed evitare appellativi che potrebbero risultare sospettosi.
Leggere questa storia si traduce in un grandissimo divertimento per il lettore. Dal momento della partenza in poi si sviluppa un'escalation di gaffe e situazioni equivoche davvero esilaranti. Con una verve ironica, travolgente al pari di un ciclone, Elizabeth Von Arnim delinea in maniera arguta le tappe di una vera e propria "Mission Impossible". L'obiettivo di una vita semplice diviene un traguardo difficilissimo da raggiungere per la protagonista, giacché nell'attimo in cui sembra farsi più vicino, con un inatteso colpo di coda, si allontana.
Priscilla è un personaggio che colpisce per la sua smisurata ingenuità. Da un certo punto di vista è come una bambina vissuta nella totale ignoranza di quel che può riservare il mondo fuori con i suoi pericoli e le sue insidie. Fritzing dovrebbe controbilanciare questa sua debolezza essendo un uomo anziano che sicuramente ha tanta esperienza, eppure finisce per farle da spalla divenendo la seconda metà di una stessa mela. Pecca anche egli d'ingenuità nel non costruire con perizia il castello di bugie per proteggerli. Il suo personaggio amabile e tenero. Procedendo nella lettura ci si rende conto che la sua goffaggine è dovuta al troppo amore che prova per la sua protetta come un padre premuroso.
Va comunque sottolineato che le note caratteriali di entrambi, come quelle degli altri attori della storia, vengono volutamente esagerate dall'autrice che sembra divertirsi nel tratteggiare un ritratto caricaturale tanto dei suoi personaggi che della società che li circonda, con il duplice obiettivo: di provocare il riso e presentare un approccio critico al reale.
Prima d'ora non avevo mai letto niente di questa autrice, che si è rivelata, per me, una bellissima scoperta. Mi sono letteralmente innamorata dalla sua comicità spumeggiante e, nello stesso tempo, sono rimasta stupita dalla modernità del suo stile narrativo, sorprendente se si pensa che parliamo di una scrittrice dei primi del '900. Leggere questo romanzo è stato un autentico spasso e mi ha trasmesso anche un senso di ottimismo perché se è vero che la povera Priscilla attraversa dei momenti difficili e, ad un certo punto, la sua avventura rischia di finire in tragedia, non manca un simpatico lieto fine a ricordarci che "l'ora più buia è pur sempre quella che precede l'alba".

Questo blog ancora non lo conosce nessuno..... spero presto che abbia un seguito di persone interessate come me ai libri. Il titolo dice tutto.... Si accettano consigli! Ciao Silvia