martedì 19 novembre 2019

RECENSIONE - Nevernight. Mai dimenticare. Libro primo degli accadimenti di Illuminotte di Jay Kristoff.



Mai dimenticare è il primo volume della trilogia fantasy degli Illuminotte firmata da Jay Kristoff per Oscar Mondadori. Stranamente la trilogia è uscita tutta in un un’unica data, non distanziando i libri tra loro. Probabilmente erano già sicuri che avrebbe funzionato? E in effetti il primo libro lo ha fatto… ora però mi attendo tanto anche dagli altri due. La nostra protagonista all’inizio della storia ha soltanto dieci anni, si chiama Mia Corvere e fa parte di una delle famiglie più importanti della Repubblica di Itreya. La troviamo piangente su una balconata insieme alla sua regale madre che la costringe a guardare la morte per impiccagione di suo padre, considerato un traditore. La madre gli sussurra quello che sarà per Mia un mantra che ripeterà spesso: “Mai tirarsi indietro. Mai avere paura. Mai dimenticare.” Quello sarà il giorno in cui perderà tutto compresa la sua innocenza. Verrà strappata a sua madre e al suo fratellino, messa a morte da quello che lei considera il mandante dell’assassinio di suo padre e di tutta la sua famiglia, il console Scaeva. Riuscirà con l’aiuto di un amico inaspettato, un gatto ombra che si nutre delle sue paure, Messer Cortese, a liberarsi e a fuggire. Mia è una “Tenebris”, un’eletta della dea Niah, la dea dell’assassino benedetto e Mercurio, un antiquario un po’ strano, che la troverà per la strada, l’aiuterà nel cammino da seguire per entrare a far parte della Chiesa Rossa e diventare una Lama della dea Niah. All’inizio della storia si fa un po’ fatica a capire quello che si sta leggendo, ma a mano a mano che si prosegue nella lettura si riesce ad entrare nel meccanismo creato da Jay Kristoff, con note a piè di pagina che aiutano il lettore a capire e ad addentrarsi di più nel mondo da lui raccontato. É una storia di sangue, crudeltà e assassini, ma soprattutto di vendetta. Quella che Mia Corvere ha in mente da sempre. Ma per farlo deve entrare a far parte della Chiesa Rossa come accolita e diventarne una Lama, e allora sarà libera di vendicarsi. Logicamente la scuola di Mia non è una scuola normale, ma forma assassini e la competizione tra gli accoliti è al massimo. C’è chi muore senza neanche entrarvi e chi muore partecipando alle lezioni e tutti finiscono in una tomba senza come. La Chiesa Rossa mira ad annullare le emozioni e i sentimenti, ma Mia non vuole dimenticare, visto che ha bisogno di ricordare tutto quello che le è successo, per portare a termine la sua missione: uccidere Julius Scaeva Console Unico di Itreya, Francesco Duomo, gran Cardinale della Chiesa della Luce e Marcus Remus, tribuno della Legione dei Luminatii, nomi che sentiremo spesso da parte di Mia. (Mi hanno fatto un po’ ricordare la lista di Arya Stark). All’interno della Chiesa Rossa avrà modo di conoscere altri accoliti come lei, Tric, Ashlinn e suo fratello Orzick, Zitto e Carlotta, Jessamine e Diamo. Con alcuni instaurerà quasi un rapporto di amicizia, con altri rapporti molto conflittuali. E le prove a cui saranno sottoposti acuiranno ancora di più queste connessioni tra loro. Ma la prova maggiore che Mia dovrà affrontare sarà quella con sé stessa e con le sue ombre, che gli sono alleate, perché lei è una Tenebris, ma non è ancora a conoscenza di come utilizzare tutte le sue capacità o forse, non vuole farlo, perché dovrebbe ricordare e quel “non guardare” che troveremo spesso nelle pagine, avrà un senso. Jay Kristoff è stato capace di inventare un mondo davvero incredibile, un mondo pieno di luce, ma con tante, tantissime ombre. Non è certamente un fantasy per ragazzini, troppo crudo. Come già detto, questo è solo il primo volume dedicato a Mia Corvere, ci aspettano gli altri due, sperando che siano all’altezza di questo. Lo stile dell’autore è particolare, perché mentre racconta parla direttamente con il lettore rendendolo partecipe della storia. Particolari le note a piè di pagina, alcune utilissime per spiegazioni di particolari importanti, altre divertentissime. Perfetti i comprimari della storia, come i cattivi-cattivi come Scaeva e Remus, e i cattivi-buoni come Naev, Tric, Zitto, Ashlinn e Jessamine. Fantastico e inaspettato il finale di questo primo volume che ci invoglia subito a proseguire nella lettura del secondo. Voto: 7,5
(a cura di Silvia Marcaurelio)


giovedì 14 novembre 2019

RECENSIONE - Il cacciatore del buio di Donato Carrisi


Il giallo ha una struttura circolare: inizia nei giardini vaticani, dove una giovane e bellissima suora viene trovata fatta a pezzi, e si conclude entro le mura vaticane, dove si trova il diabolico assassino. Ritroviamo, in una Roma affascinante, custode di segreti e misteri, i due protagonisti del romanzo precedente, “Il tribunale delle anime”, Marcus il penitenziere e Sandra la fotorilevatrice, accomunati da un talento particolare: trovare anomalie sulla scena del crimine. I due sono impegnati a cercare un “mostro” che è a caccia di coppiette appartate in luoghi isolati, uccide l’uomo e si accanisce sulla donna. Altri personaggi si muovono sullo sfondo: Clemente, il maestro di Marcus, Max, professore di storia e fidanzato di Sandra, un diplomatico russo e i suoi figli gemelli, gli operatori dell’istituto Hamelin, tutti impegnati a coprire il “mostro”. La tensione emotiva è sempre alta, non ci sono momenti di pausa, ogni capitolo presenta colpi di scena; la trama è complessa e a tratti morbosa e inverosimile, affrettata nella parte finale, con l’assassino della suora che viene scoperto quasi accidentalmente e dopo circa 20 anni dall’omicidio. Carrisi è bravo nell’incastrare le indagini, attento all’incalzare degli eventi più che alla psicologia dei personaggi, eroi e vittime allo stesso tempo, ma umani e credibili. Consigliato!
(Recensione a cura di Maria Lombardi)