venerdì 20 febbraio 2015

RECENSIONE – Funny girl di Nick Hornby



Amo da sempre Nick Horny, forse anche solo perché è un tifoso di calcio come me. Però in questo romanzo il calcio non c’entra per nulla, tranquilli… Qui si ritorna nei mitici anni ’60, quando il mondo iniziava a vivere una nuova primavera. La protagonista del nostro romanzo è Barbara. La troviamo con la pelle d’oca nella sua prima prova di celebrità. Sta per diventare Miss Blackpool, ma ha decisamente dei pensieri orrendi…  Fare la Miss comporterebbe rimanere ancora un anno ferma a Blackpool e partecipare a inaugurazioni di Ospedali, feste di beneficienza, inaugurazioni di negozi e al massimo all’accensione delle luci di Natale… trecentosessantaquattro giorni di nulla… Avevano architettato tutto bene sua zia e suo padre…  Tutto per non farla andar via! Ma Barbara non ne può più di Blackpool e dei suoi confini ristretti, lei sogna Londra e rinuncia alla tiara per il suo sogno. Certo all’inizio Londra non è che sia proprio una buona scelta… Lei che voleva fare l’attrice comica alla Lucille Ball, si ritrova dietro un banco di un centro commerciale a fare la commessa, con una compagna di appartamento che le da consigli per sfondare. Conosce per sbaglio quello che sarà il suo agente per tutta la vita Brian, che la vorrebbe soubrette,  visto il fisico da pin-up che si ritrova… ma lei vuole far ridere la gente, regalare un momento divertente nella vita delle persone. Quindi nonostante i provini trappola che lui le propone, Barbara, ribattezzata Sophie Straw ha in mente un progetto chiaro e lo vuole perseguire a i costi. Si ritroverà protagonista di una delle prime sit-com della BBC. Una serie che dimostra fin dal titolo di voler raccontare il cambiamento dei tempi. Il titolo: Barbara (e Jim), con il protagonista maschile relegato fra parentesi e i primi accenni di libertà delle donne, con le gonne che si accorciano sempre più e un comportamento sessuale più disinibito. Intervallato da fotografie d’epoca che illustrano la vita di quei favolosi anni sessanta, il romanzo si snoda fra amori e ambienti culturali, fra il successo e sprazzi di solitudine, in un crescendo meravigliosamente lieve ed insieme intrigante. Intorno a Sophie ruota il microcosmo dello show, con autori, regista e attori che presto iniziano a confondere le loro vite con la finzione televisiva fino al declino della stessa. Tra la prima musica rock, le prime ribellioni, i primi figli dei fiori, le droghe, l’alcool, le prime liberalizzazioni sessuali, il sottobosco del mondo gay costretto in quegli anni a nascondersi, Barbara/Sophie, Bill e Tom, Dennis e Clive, cresceranno, e invecchieranno finché non metteranno una parola fine sulla sit-com che decreterà anche la fine di una collaborazione storica. Personaggi ben costruiti, hanno tutti un ruolo da protagonisti con Barbara/Sophie su tutti. Ma saranno loro ad accompagnare Sophie nella sua crescita, nella sua modernizzazione e nel creare il suo sogno, e lei sarà per loro la spinta che li fece arrivare a toccare il cielo. Hornby non mi delude. Un bel libro che ci riporta indietro negli anni ’60. E per chi come me quegli anni li ha solo sfiorati è stato un bel leggere e un bello scoprire come la vita di allora, si sarebbe rispecchiata in tutto quello che veniva proposto alla tv… Triste presagio di quello che oggi ci tocca. Voto: 7,5

venerdì 13 febbraio 2015

RECENSIONE - Una più uno di Jojo Moyes

Ne ha scritti altri, ma io è il secondo romanzo di questa autrice che leggo. La signora mi piace, lo dico subito. Senza preamboli. Scrive bene, e le sue storie sono interessanti soprattutto perché non parlano di bellissimi e dotatissimi playboy o di bellissime e giovanissime donne in carriera-universitarie alla ricerca di primo impiego-etc … non forgia la storia sui soliti stereotipi che vanno ultimamente per la maggiore per scrivere una storia d’amore. Non è basato su dettagliatissime sessioni di sesso bollente, che se un libro non le contiene, in questo periodo non si vende. No. E’ basato su una bellissima storia, che potrebbe essere quella che molta gente sta vivendo in questo periodo di crisi. Sì, c’è il lieto fine … ma infatti questo è un romanzo e non la vita vera … almeno sui libri un po’ di artificio è richiesto! La storia è questa. Jess Thomas è una mamma molto giovane, è rimasta sola perché suo marito Marty l’ha abbandonata con sua figlia Costanza detta “Tanzie” e con il figlio di lui Nicky.  Jess sbarca il lunario per cercare di vivere la vita in maniera dignitosa, anche se i sacrifici sono molti e non ha nessuno a cui chiedere aiuto. Tanzie è un genio della matematica, ma per poter sfruttare la sua peculiarità ci sarebbe bisogno di soldi e in casa ne girano pochi. Nicky è un adolescente molto difficile, è vittima di bullismo, e l’aiuto di cui ha bisogno, quello di suo padre non lo ha, perché lui ha pensato bene di nascondersi. La famiglia di Jess, nonostante sia così scombinata riesce ad andare avanti più o meno bene. Edward detto “Ed”, è un informatico geniale. Lavora con il suo migliore amico Ronan in un’azienda che avevano fondato insieme, ma che è stata acquisita da una grossa società. Per togliersi di mezzo una donna petulante, combina un disastro. Viene accusato di insider training, di aver spifferato informazioni commerciali a persone terze per fare soldi in maniera facile. Rischia di essere arrestato. Ed si rifugia nella casa al mare per sfuggire al disastro e qui incontra Jess. Lei per arrotondare fa le pulizie nel complesso di villette dove Ed abita ed entrambi con i loro problemi all’inizio non si piacciono proprio. Ma ci penserà Tanzie e la sua passione per la matematica ad unire due mondi che sembrano proprio all’opposto. Per poter pagare la retta della nuova scuola saranno costretti ad affrontare un viaggio fino in Scozia, dove si tengono le Olimpiadi della Matematica. Un viaggio che sa di speranza e di rivincita, quella che il debole si prende sul forte. Un uomo, una donna e i suoi due figli e un cane a dir poco ingombrante si ritroveranno ad intraprendere un viaggio attraversando tutta l’Inghilterra per riuscire ad inseguire un sogno dando vita a delle simpatiche scenette che ci faranno sorridere, ma anche pensare e molto. E tra mal d’auto, videogiochi, cioccolatini e altro spiaccicati sui sedili di pelle di un Audi fichissima, tra silenzi e risate, tra sguardi scambiati con imbarazzo, vedremo ogni personaggio avere una crescita. Cambiare e diventare più forte attraverso le proprie debolezze, senza mai perdere la speranza per un destino migliore. Li vedremo fallire, cadere, piangere e rialzarsi, e sarà proprio la loro tenacia e il loro spirito coraggioso che ci li farà sembrare dei forti guerrieri armati solo di amore. Ancora una volta la Moyes mi ha regalato delle emozioni, e non mi vergogno di dire, che nelle ultime pagine un accenno di commozione l’ho avuta. Ci racconta con semplicità una storia che parla di vita, del disagio che molte persone stanno vivendo ai nostri giorni sopraffatti dalla crisi. Ci parla di persone prepotenti e della lotta quotidiana per la sopravvivenza che schiaccia costantemente i più deboli, mettendoli in condizione di pensare che la vita non possa mai avere un cambiamento in meglio e dove a chi è in basso potrà solo andare peggio. Ma questa è anche la storia di chi crede nel futuro e nel fatto che prima o poi qualcosa di buono possa accadere e che per questo si deve sempre lottare, non arrendersi e non restare immobili a guardare il mondo che lentamente ci logora. Voto: 8

lunedì 9 febbraio 2015

RECENSIONE – Hit List di Laurell K. Hamilton



Ventesimo romanzo della serie della Detective del soprannaturale e negromante Anita Blake. Finalmente, e dico finalmente, ritroviamo la nostra Anita alle prese con un caso in cui deve tirare fuori il suo distintivo di Marshall federale. Dopo gli ultimi due deludenti romanzi della serie, si ritorna alle indagini soprannaturali, in compagnia niente di meno che di Ted/Edward, uno dei personaggi che adoro della serie. Sono entrambi alle prese con gli omicidi commessi dall’Arlecchino, un po’ perculeggiato, come colui che non deve essere nominato … fa tanto Harry Potter … Come in ogni squadra che tenga, Anita è osteggiata dal solito omaccione maschilista e anti-mostri, per il suo legame con Jean-Claude e la comunità dei licantropi e soprattutto perché ha la nomea (solo?) di darla a tutti. La trattano tutti come una specie di puttana … ma sono tutti un po’ gelosi perché non riescono a loro volta ad entrare nelle sue mutandine. Lei sopporta occhiate e pettegolezzi a meno che non la facciano incazzare sul serio. Il problema più grosso però lo sta dando Mammina Cara col suo ordine di far fuori tutte le tigri mannare dell’Oregon e Anita è dovuta partire senza nessuno dei suoi amanti, anche se riesce benissimo a controllare l’ardeur ora. Basta che si ricordi di mangiare, cosa che non sempre fa. Insieme a Ted/Edward e al resto della squadra è stata ingaggiata una novellina che secondo Anita è pronta per il macello. Ma il mandato di cattura è suo e Anita ed Edward dovranno fare buon viso a cattivo gioco. Nessuno sa completamente quello che  sta succedendo veramente. Nessuno sa che ad essere implicato nei macabri omicidi è l’Arlecchino, l’antica setta di vampiri agli ordini della Madre di tutte le Tenebre. Il tutto però sa di trappolone ben congeniato. Mammina Cara ha intenzione di separare Anita da Jean-Claude e dagli altri animali mannari in modo da renderla meno pericolosa. Chi vincerà la strenue lotta che ha caratterizzato questi ultimi romanzi? Ce la farà Anita a sfuggire all’Arlecchino e con esso a Mammina Cara? Partiamo dal presupposto che finalmente in questo romanzo c’è pochissimo sesso e torna l’azione, anche se mancano tanto i personaggi di Jean-Claude, Nathaniel, Micah e Richard messi al margine. Però c’è il ritorno di Edward, Olaf e Bernardo. Certamente questo non è all’altezza dei primi romanzi, ma non è nemmeno orrori fico come gli ultimi due precedenti. Finalmente con questo si chiude il capitolo con Marmée Noir… ora vedremo al prossimo cosa saprà fare la Hamilton, cosa ci tirerà fuori di nuovo. Voto: 6

RECENSIONE – Una lunga estate crudele di Alessia Gazzola



Torna Alice Allevi, la specializzanda dell’Istituto di Medicina Legale di Roma. Alice è cresciuta, e molto, tanto da riuscire a sopportare le pressioni che le danno i suoi superiori e non solo. Come già sappiamo il suo cuore è diviso in due, tra Claudio Conforti suo collega all’istituto e Arthur Malcomess, inviato di guerra freelance e figlio del Supremo, il suo capo. E’ passato esattamente un anno da che Alice ha indagato sulla scomparsa della sua collega Ambra Negri e la ritroviamo alle prese con un nuovo caso. Nel Teatro del Bardo dell’Avon di  Roma, in una cantina ben nascosta, viene ritrovato per caso il cadavere di un uomo, un giovane attore, scomparso venti anni prima. Alice e il Claudio sono chiamati sul luogo del delitto e quest’ultima non si farà scappare la possibilità di una nuova collaborazione con il Commissario Calligaris, il quale, stranamente, sembra nutrire più fiducia in lei di quanta ne abbia lei stessa o gli altri che la circondano. All’inizio si pensa ad un suicidio, finché le analisi del tossicologico non rivelano che l’uomo è stato ucciso con il cianuro, quindi avvelenato. Chi può essere stato? E soprattutto, perché? Le indagini si svolgono su più piani, e Alice e Calligaris si ritrovano a frugare nella vita passata dell’attore e di chi a quell’epoca gli girava intorno. Tutti potrebbero essere i colpevoli, e tutti potrebbero essere innocenti. Il mondo del teatro è comunque molto complicato e i suoi intrecci sono difficili da districare, soprattutto quando si tratta di fatti successi molti anni prima. Qualcuno ha la volontà di nascondere, altri di dimenticare.  E i due sembrano brancolare nel buio. Ma anche stavolta Alice non ha nessuna intenzione di tirarsi indietro, tanto da arrivare a sostituire lo stesso Commissario Calligaris in un interrogatorio. Occasione che non si fa sfuggire.   In più Alice è alle prese con i suo problemi sentimentali con il tremendo Conforti, bello e impossibile e con l’innominabile Arthur. Tutti e due la pressano, tutti e due non vogliono esattamente quello che vuole lei. Quindi si trova a ripiegare le sue attenzioni su un uomo che potrebbe fare per lei, scoprendo molto presto che non è sicuramente quello che vuole. La verità è che Arthur e Claudio sono due persone molto diverse, che la fanno stare bene in modo diverso, ma che non mancano mai di farla anche stare male. Non manca mai la solita goffaggine di Alice, che a detta della Wally non a torto, dove c’è lei ci sono sempre guai, che comunque ce la fanno diventare più simpatica. Come al solito la lettura è divertente e appassionante e la Gazzola è bravissima a mischiare il legal-thriller al romance e a stemperarli l’uno nell’altro, fino a creare un mix azzeccatissimo. In conclusione, anche questa nuova avventura della specializzanda Allevi non mi ha deluso per nulla. La trama gialla è molto ben congegnata e anche il mix di gaffe della nostra protagonista e di romance non guastano affatto. I personaggi secondari ruotano attorno alla protagonista senza rimanere defilati nella storia, ma entrandone dalla porta principale a pieno diritto. Insomma, la Gazzola mi piace e molto. Aspetto il prossimo capitolo con curiosità e un sorriso, pregustando i nuovi guai in cui la Allevi sarà coinvolta e per sapere se almeno una delle sue storie d’amore sia pronta a decollare in qualche maniera. Voto: 7,5

RECENSIONE – Vendetta piccante di Jennifer Probst



Io e quest’autrice non riusciamo proprio ad andare d’accordo. Della prima serie, quella dei “Contratti” il primo poteva essere anche considerato bellino, dopo di che, tutto mi è sembrato sempre lo stesso brodo, fatto di stereotipi sugli italiani, sui loro gusti e sulle loro origini, tutto sbagliato... Secondo la Probst la Bergamo di oggi sembra la Sicilia dei primi del ‘900. Fratelli dispotici, matrimoni combinati, e le donne che devono sottostare ai padroni uomini. Ma va là… Ohi Jennifer…. Ma in che mondo vivi??? Questo nuovo romanzo, è autoconclusivo, in attesa della nuova serie che uscirà a momenti. (Ma perché?) Anche in questa nuova storia la signora non resiste ad inserire per forza qualcosa di “italiano”… Ama talmente tanto il nostro paese, ma secondo me non ci è mai stata, tanto da cadere in stereotipi molto, molto fastidiosi. La storia è molto semplice. Giovanni Luciano (toh un rifermento al Padrino!) detto Gavin, è un pubblicitario di successo che torna all’ovile per aiutare la “famiglia” in difficoltà. Il ristorane Casa Mia sta fallendo e serve qualcosa di nuovo per tirarlo su. Mentre si spertica a cercare buona pubblicità Gavin si ritroverà a gambe all’aria in men che non si dica. Una sera senza troppe aspettative entra nel suo locale la sua ex, Miranda Storme, ora critica gastronomica di successo, che stronca il suo locale senza pietà e non senza ragioni. Però la cattiva recensione di Miranda ha un che di vendetta, perché Gavin l’aveva lasciata in lacrime tanto tempo fa. Ma Gavin non si dà per vinto. Appena l’ha rivista il cuore ha ricominciato a battere forte e la rivuole per se. Tanto tempo prima ci aveva rinunciato perché pensava di poterne fare a meno, scoprendo subito che non era così. Quindi comincia un serrato corteggiamento a suon di mazzi di fiori, di pranzi sontuosi e cannoli siciliani, condito il tutto con alcune frasi celebri di Frank Sinatra, messe qua e là dal padre di Gavin, Archimede Luciano. Oltre alla conquista di Miranda, Gavin dovrà fare i conti con la sua vita presente e futura. Lasciare o accettare la promozione che gli consentirà di diventare socio della Società Pubblicitaria dove lavora? Il problema è perdere di nuovo Miranda e rinunciare ad uno dei suoi sogni. Ma ha importanza il sogno di tanto tempo fa? Cosa è più importante per lui ora? Molto più romance che erotico, il libro ha la sua grande pecca nei falsi stereotipi sull’Italia e sugli italiani, che ricorrono in tutto il libro. Sinatra, il nome Luciano, mi fa pensare un po’ troppo allo stereotipo sulla mafia = italia = italiani, cosa che ho trovato molto irritante. Il fatto che la famiglia di Gavin faccia un po’ quello che vuole, tipo il padre che fuma i sigari nel locale mentre gioca a carte, non è molto istruttivo e soprattutto sembra una macchietta un po’ troppo tirata… mica siamo nel medioevo qui in Italia… anche qui è da un po’ che non si fuma nei locali signora Probst!!! Come al solito mi sento molto mal disposta verso queste storie e forse non le apprezzo fino in fondo. Ma d’altronde che c’è da apprezzare? Un harmony costa meno e di solito è fatto meglio.  I personaggi sono i soliti stereotipi usati in questi libri. Lui bello da mozzare il fiato che appena lo vedi le gambe ti fanno giacomo, giacomo, però come al solito macho, con atteggiamenti da dominatore incallito. Lei bella da morire, che ha sofferto per colpa sua e lo odia a morte, rimangiandosi tutto dopo una decina di pagine, dove lui è diventato un’altra persona, piena di buoni principi. Il lieto fine è il classico di questi libri, ma i protagonisti fanno ben presto a dimenticare il passato e a dare seconde e terze possibilità, perché come al solito, ci sarà sempre qualcosa o qualcuno che quasi alla fine tenterà di mettere i bastoni tra le ruote alla coppia affiatata, ma alla fine l’amore trionferà … Fosse vero! Voto: 4

lunedì 2 febbraio 2015

RECENSIONE – Una casa di acqua e cenere di Kalyan Ray



In un giorno qualunque nella New York del 1989, due coniugi di origine indiana, vengono trovati assassinati nella loro abitazione. Non sembra esserci un motivo per questo brutale assassinio, che ha origini molto lontane, da ricercarsi in Irlanda alla fine dell’ottocento. L’autore ci riporta immediatamente a Mullaghmore, nella contea di Sligo. Conosciamo subito Brendan, Padraig e Brigid ragazzini che abitano in sperduti villaggi agricoli, dove le terre sono dei padroni (gli inglesi) e la gente muore di fame, dove le case vengono bruciate per punire chi non può permettersi l’affitto. La scuola diretta dal maestro O’Flaherty, uomo con ispirazioni rivoluzionarie e indipendentiste, è l’unica cosa che differenzia la vita di quei due ragazzini, che crescono con differenti ambizioni e aspirazioni. Brendan è appassionato di letteratura e fagocita tutto ciò che il maestro gli mette davanti, mentre Padraig è bravissimo con i numeri e attentissimo alla situazione politica irlandese. Brigid è il segno più tra loro due, ma non riuscirà mai a rompere loro amicizia, nonostante la gelosia di Brendan nei confronti dell’amico. In una giornata che poteva essere di gloria Padraig e Brigid vengono scoperti in intimità da Padre Colon, vecchio e bigotto sacerdote del paese. Svergognati di fronte a tutti, i due ragazzini sembrano non far caso a quello che pensa la gente, tanto si vogliono bene; ma il padre di Brigid, vecchio ubriacone, aizzato dal sacerdote, porta via con se la ragazza nel Connemara. Trascorreranno molti mesi, senza che di Brigid se ne abbia traccia e Padraig rivolgerà la sua passione alla politica. Il suo sogno quello di partecipare al grande raduno di tutta l’Irlanda, organizzato dal politico Daniel O’Connell, si rivelerà un sogno infranto, e soprattutto lo costringerà a cambiare radicalmente la sua esistenza. Mentre Padraig è costretto a partire con una nave per l’India, Brendan rimarrà per un periodo di tempo a Mullaghmore, insieme al suo maestro. Farà in tempo a rivedere Brigid, e a diventare il padre adottivo della figlia di Padraig, Maeve. Finché la carestia, che fece morire di fame milioni di persone, non lo costringerà ad imbarcarsi, con la bimba e il maestro per il Canada. Kalyan Ray, scrive un romanzo ambizioso, attraverso la storia di cinque generazione e attraverso tre continenti, fatti realmente accaduti, con personaggi di fantasia. Il romanzo è ricco di descrizioni di luoghi e scene, e parla di temi come l’immigrazione, il senso di appartenenza, la politica, la famiglia, il destino e l’amicizia. Scrittura scorrevole, romanzo veramente ben fatto, che non viene mai a noia. Delle volte è talmente realistico, che sembra di sentire la fame dei poveri irlandesi, il freddo patito sulle navi che li trasportavano in America, il puzzo, le malattie, il poco mangiare. Oppure il caldo intenso dell’India, il profumo delle spezie, le differenze culturali tra i popoli viste con occhi diversi. Bello, molto bello! Il suo autore in un intervista ha detto: “Questa è una storia per tutti coloro che hanno lasciato la loro casa per qualche altro posto.” Consigliato. Voto: 7,5