Ho letto
la trama e mi sembrava il romanzo perfetto per l’estate. Quando l’ho iniziato a
leggere ha destato da subito la mia attenzione, già dalle prime pagine. Il
ritmo del linguaggio e l’incedere dei fatti, che si susseguivano con un ritmo
incalzante, i colpi di scena mi hanno da subito rapita, e catturata, che avrei
voluto leggerlo tutto in una volta.
Marcus Goldman è uno
scrittore esordiente, che con il suo
primo libro ha avuto un notevole successo e ha conquistato milioni di lettori.
La sua vita è cambiata dal giorno alla notte. Cambia casa,
comprandosi un appartamento a New York per riuscire a sfuggire ad una madre
assillante (fortissimo il suo personaggio!). Comincia a frequentare il Jet-set
newyorchese, e con l’abbondanza di denaro, si dà alle feste a cui partecipa
gente che nemmeno conosce.
Tutta l’America parla di lui, di Marcus Goldman, tanto che si
vede costretto ad assumere un agente letterario ed una segretaria che archivi
le centinaia di lettere di fan che gli arrivano ogni giorno.
Ma il successo è effimero. Come è lesto ad arrivare, è lesto
anche a dissolversi.
Troviamo Marcus con il più grande orrore che possa capitare
ad uno scrittore … quello di non saper più mettere una parola dopo l’altra, un
incubo bianco …
Soprattutto lo troviamo alle prese con il suo editore che lo
pressa di presentargli il prossimo libro, prima che il nuovo enfant prodige
della letteratura americana riesca a soppiantarlo e a farlo dimenticare e
soprattutto prima che lui possa intentargli una causa milionaria per non aver
rispettato il suo contratto.
La paura di non saper più scrivere gli fanno ricordare il suo
vecchio insegnante di letteratura, quello a cui sente di dover tutto, Harry
Quebert.
Harry, anche lui affermato scrittore, vive in un paesino
tranquillo di una cittadina americana del New Hampshire, Aurora. Una cittadina
dove gli abitanti si conoscono tutti e non chiudono mai la porta di casa a
chiave e può essere il posto giusto per fargli ritrovare la sua vena artistica,
l’ispirazione.
Ma nonostante tutto l’incubo delle pagine bianche lo segue
anche lì, e non riesce più a mettere insieme una frase dietro l’altra.
Un giorno quindi si ritrova a frugare tra gli appunti di
Harry per farsi venire qualche idea per scrivere il suo più grande romanzo
della carriera. E se riuscisse finalmente a trovare qualcosa proprio tra le
mura di quella casa? Inizia quindi una ricerca minuziosa di appunti e quaderni
di Harry e in un anfratto nascosto di una libreria trova una cassetta
misteriosa che contiene foto e lettere. Scopre così, che il suo maestro
nell’estate del 1975, aveva intrattenuto una relazione con una quindicenne,
Nola Kellergan, scomparsa poi misteriosamente. Da quella relazione era nato il
libro capolavoro “Le origini del male” che aveva reso il suo professore un
famoso scrittore.
Marcus giura al suo maestro di mantenere il suo segreto, ma
ben presto la storia della ragazza torna a farsi attuale. Viene ritrovato il
suo cadavere nel giardino di Harry e lui viene accusato di doppio omicidio.
A Marcus toccherà l’onere e l’onore di dover scoprire i
segreti che si celano dietro la morte di Nola per scagionare il suo amico, che
nonostante tutto, lui crede innocente.
Ci ritroviamo, quindi proiettati, nel passato di Harry e Nola
e degli altri personaggi di contorno con sfondo la cittadina di Autora. E nel
presente, dove Marcus ritroverà finalmente la sua vena creativa, e inizierà a
scrivere un libro. Per il suo successo e per salvare il suo amico Harry
Quebert.
L’architettura di questo thriller di Joël Dicker si compone
quindi di un gioco di piani sovrapposti in cui la letteratura e la scrittura
rimangono sempre al centro.
C’è un libro nel libro. Quello che abbiamo tra le mani, e il
capolavoro di Harry Quebert, Le origini del male, legati entrambi a doppio filo
con la scomparsa di Nola. Il primo parla dell’indagine eseguita da Marcus
Goldman e il secondo dell’amore di Harry e Nola.
La nota un po’ stonata del libro è proprio questa. La storia
d’amore di Nola e Harry che ci viene raccontata con i toni adolescenziali di
Nola. I dialoghi tra i due sono zuccherosi oltre ogni buon senso. Certo,
raccontare una storia d’amore tra una quindicenne e un trentenne non è semplice
e crea una sacco di dilemmi.
Questo libro comunque, si merita soprattutto elogi. In tutte
le 750 pagine, l’autore tiene sempre alta la tensione, con sorprese che
cambiano il punto di vista sulle vicende, sui personaggi, sui rapporti tra di
loro. Lo fa senza mai usare facili stratagemmi, con grande talento.
“La verità sul caso Harry Quebert” ha pochi personaggi, che
la trama approfondisce in modo molto credibile. Più che continue e clamorose
rivelazioni, ci sono spostamenti nel punto di vista.
Cosa c’è di vero o di falso in una storia? Dipende da chi la
racconta, e come, e perché. Una regola semplice che però è difficile da
applicare in modo efficace. In questo romanzo Dicker con semplicità.
Piccola nota: Il libro racchiude al suo interno una sorta di
guida per aspiranti scrittori, infatti all’inizio di ogni capitolo Dicker
inserisce uno scambio, un botta e risposta tra Harry e Marcus, a proposito
dell’arte della scrittura.
Voto: 8