venerdì 22 aprile 2022

RECENSIONE - Grado nella tempesta. Un nuovo caso per Maddalena Degrassi di Andrea Nagele


Quarto romanzo della saga della commissaria Maddalena Degrassi e dei 

fenomeni climatici di Grado. Già, perché anche da quelli l’autrice prende 

spunto per scrivere le sue storie.

Questa in particolare fa riferimento a un fatto veramente accaduto nell’agosto del 2008, precisamente l’8 agosto. Su Grado si scatenò un tornado, che abbatté alberi, pali dell’alta tensione, lasciando la città al buio, successero incidenti, il litorale fu selvaggiamente colpito e squassato e ci furono anche morti e feriti.
Grado – Agosto, 2008.
C’è un’afa tremenda che incolla i vestiti alla pelle e non fa nemmeno respirare. Ogni movimento costa fatica e fa stillare sudore. Ma sembra che qualcosa a breve possa cambiare, perché il cielo comincia ad accumulare nuvoloni neri e minacciosi e tanta elettricità nell’aria.
Emmanuele, un ragazzino di quattordici anni che abita in un campo nomadi, mentre pensa ai suoi problemi di cuore, si trova in un supermercato per fare la spesa e c’è un blackout, nessuno può uscire perché le porte automatiche sono chiuse. Col favore del buio, Emmanuele, pensa di rubare un paio di sneakers che sogna da tempo, ma che non avrà mai, e mentre le indossa è testimone uditivo di una minaccia di morte da parte di un uomo ad un’altra persona. Emmanuele ha paura, ma vuole fare la cosa giusta, e va in commissariato a denunciare la cosa. Solo che al suo arrivo, trova un poliziotto con ben poca voglia di ascoltarlo, che lo fa fuggire a gambe levate. Ma il problema è che poco dopo il ragazzino scompare e la Degrassi si trova ad affrontare il caso con poche prove nelle sue mani.

Mentre le indagini per ritrovare Emmanuele vengono attivate, succedono altre cose, come se andassero in concomitanza con il peggioramento del tempo, che sembra inquietante.
Christopher, facoltoso uomo d’affari, si incontra con il vecchio amico di liceo per una rimpatriata e per rivivere un po’ i vecchi tempi. Ha organizzato tutto in una lussuosa struttura alberghiera per lui e il suo vecchio compagno Johannes. Ma Johannes è spesso distratto dal suo cellulare e dal suo pc che nasconde sempre a Christopher. Non accetta i regali dell’amico di buon grado, ma con un certo astio. Cosa nasconde Johannes? Perché è sempre al cellulare?
Nella stessa zona prende il via la vacanza di Henriette e Frederick con le due figlie Leonie e Katharina. I due sono già ai ferri corti per il comportamento poco veritiero di Frederick. Il campeggio promesso, non è quello dei sogni e adattarsi è un grosso peso, sia per Henriette che per le due bimbe. L’elettricità tra i due è nell’aria, come quella dei lampi che cominciano a saettare tra le nubi.
Poi c’è la storia di Beatrice, infermiera all’ospedale di Monfalcone, con la sindrome da crocerossina. Ma nessuno sa che nel suo passato c’è un oscuro segreto che non riesce a dimenticare.
E poi c’è Villa Esperanza e i suoi due proprietari, Loredana e Alonso; un luogo con un bel giardino e tantissimi gatti. Sembra piacevole, ma il tempo la rende inquietante, e anche il passato e suoi due abitanti non fanno altro che litigare tra loro per quell’eredità particolarmente misteriosa.
E come se non bastasse, la Degrassi si trova in ambasce, perché il suo capo Scaramuzza, di cui non è abbia molta stima, le ha chiesto la mano di sua madre.

Questo della Nagele è un giallo molto particolare, fatto di tante storie, con al centro come protagonista la tempesta perfetta che avvenne davvero l’8 agosto del 2008. Infatti, i casi in essere si risolveranno tutti con lo scoppio della tempesta, come se fosse quello il punto culminante di tutto.
Se la parte del libro che racconta le storie che effettivamente la Degrassi dovrà sbrogliare, sono molto lente e riflessive, quasi che la scrittrice ci voglia far immergere nella psiche dei personaggi, di scavarli a fondo, nel loro intimo, per farci cogliere tutte le loro sfaccettature, la seconda parte, quella che racconta della tempesta è concitata, piena di suspense, adrenalinica. Corre ingovernabile come il vento che soffia forte, come gli scrosci violenti di pioggia e grandine e come il rombo dei tuoni e il saettare dei lampi.
È un crescendo perfetto che il lettore potrà gustare pagina dopo pagina. È una storia dove non ci sono né vinti né vincitori, ma solo la contrapposizione tra uomo e natura. E la scoperta che l’uomo, nonostante tutte le sue scoperte scientifiche, non può governare la natura, quando questa è fuori controllo.
Bel giallo con una trama intricatissima. Molto curata la parte psicologica dei personaggi, meno quella delle mere caratteristiche fisiche, a parte quella di pochi personaggi. Più adrenalinica e scorrevole la seconda parte del romanzo, dove praticamente si definiscono tutte le storie.

Silvia Marcaurelio

mercoledì 13 aprile 2022

RECENSIONE - Lo strano delitto delle sorelle Bedin. La prima indagine di Gaetano Ravidà di Chicca Maralfa


Gaetano Ravidà, luogotenente dell’Arma dei Carabinieri, è un “nuovo” investigatore nato dalla penna di Chicca Maralfa. Nuovo, perché questa è la sua prima indagine ma, nonostante tutto, è un investigatore navigato con una storia alle spalle.

Infatti, Gaetano detto Ninni, si è da poco trasferito ad Asiago, dopo aver lasciato la Puglia per fuggire dai dolorosi ricordi del suo matrimonio ormai finito.
Oltre ad aver lasciato la famiglia a Bari, ha lasciato un incarico di tutto rispetto, anche se ora si ritrova a essere il comandante della stazione dei Carabinieri di Asiago.
Certo tra Bari ed Asiago in fatto di delinquenza c’è una certa differenza, quindi Ravidà si ritrova un po’ con le mani in mano e non gli rimane che seguire quello che ha: un cold case di sette anni prima e uno scavo riguardante una delle più sanguinose battaglie della Grande Guerra avvenute nell’altopiano vicentino che potrebbe riguardarlo da vicino, in quanto suo nonno, che portava il suo stesso nome, fu soldato in quell’epoca, combattente proprio sull’altopiano, e non fece mai ritorno, nemmeno da morto, visto che il suo corpo non fu mai trovato.

Ninni Ravidà è un po’ alla ricerca di sé stesso, e forse trovare il corpo di suo nonno potrebbe far crepare quella corazza che, dopo il tradimento di sua moglie, si è fatto crescere addosso e che gli pesa sempre di più, minacciando di farlo morire sotto il suo stesso peso. Un po’ come le corazze che portavano i poveri soldati, mandati a morire contro gli austriaci, che pesavano tantissimo, e servirono solo a farli diventare rallentati nei movimenti e a morire prima.
Il vecchio caso delle sorelle Bedin è ormai stato chiuso dalla procura. Tracce non ne sono mai state trovate, testimoni idem, e anche le due persone indagate all’inizio del caso, i due vicini di casa, sembrano essere stati scagionati in quanto in possesso di valido alibi.
Però, la noia è tanta e Ravidà, con i suoi fidi Casarotto e Strazzabosco, comincia a seguire in segreto una indagine tutta sua, visto che in paese qualcuno sta tappezzando i muri con enigmatiche poesie che sembrano però sollecitare la riapertura del caso.

Tutto questo nel periodo più sacro per il comune di Asiago, visto che la Grande Rogazione, una processione sacra che si snoda per trentatré chilometri attraverso sentieri di montagna e che coinvolge tutta la popolazione il sabato prima dell’Ascensione, è vicina.
Ravidà è entusiasta all’idea di risolvere un caso a cui nessuno è riuscito a dare un colpevole e che sull’altopiano ha lasciato tracce indelebili come il ciclone Vaia. Ma mentre è alla ricerca del colpevole del vecchio delitto, il sospettato si suicida lasciando una comunicazione inattesa, e durante l’attesa Grande Rogazione, ne viene commesso un altro. Una donna, è stata brutalmente assassinata e due giovani ne hanno trovato il corpo in un bosco proprio sulla strada dei sentieri della processione.
Riuscirà Ravidà, con il suo acume, aiutato dai fidi Casarotto e Strazzabosco, dalla sua amica e medico legale pugliese Maria Antonietta Melerba, anche lei in trasferta sull’altopiano, a risolvere il vecchio cold case e il nuovo omicidio che sembra strettamente connesso al primo? L’indagine non è per niente facile. Molte persone sono coinvolte, episodi diversi che si ingarbugliano tra loro e i sospettati diventano vittime, i colpevoli diventano innocenti e i bugiardi dicono la verità.

Belli i personaggi che contornano le vicende del luogotenente Ravidà. I due fidi co-protagonisti nelle indagini che risultano simpatici e competenti, un valido aiuto per il protagonista della vicenda, che risulta dapprima molto scosso per i suoi “guai” sentimentali e familiari, e dopo un po’ più in vita per l’adrenalina data dalla scoperta della verità. Belli anche i personaggi comprimari, come la signora Lilli Pertile, una ottantenne in gambissima e la ‘campionessa’ Claude Spiller.
Brava la Maralfa a farci ricordare un bruttissimo pezzo della nostra storia, ma che va comunque ricordato, per la memoria delle persone, soprattutto dei giovani uomini che morirono, per la patria. Mandati al macello senza nessuna protezione o preparazione. Contadini fatti soldati, e mandati alla guerra senza più fare ritorno, nemmeno da morti.
Belli i panorami che ci racconta tanto da trametterceli come immagini ben visibili nelle nostre menti.
Indagine intrigata ma ben scritta, che all’inizio non sembra trovare mai una fine, una matassa talmente ingarbugliata che non se ne vede mai l’inizio o la fine, ma che piano piano verrà sciolta con un linguaggio garbato e ironico, proprio dalla bocca del nostro luogotenente Ravidà. Bell’inizio comandante… ci vediamo alla prossima!

Silvia Marcaurelio