lunedì 27 febbraio 2023

RECENSIONE - Miss Merkel e l'omicidio al cimitero di David Safier

Secondo volume di Angela Merkel investigatrice. La ex cancelliera, dopo aver risolto l’omicidio al Castello di Freudenstadt, si ritrova di nuovo senza far niente, se non portare a passeggio il figlioletto della sua amica Marie, insieme al suo inseparabile carlino, ormai non più Putin ma Puzzy.
Ma Angela si annoia e pensa che un altro bell’omicidio non sarebbe poi così male, pentendosi immediatamente dei suoi malevoli pensieri. D’altronde il suo Achim ha i suoi passatempi, e si trova nei Pirenei con un suo amico a fare trekking, cosa che lei odia a morte. Come Churchill, anche lei odia fare movimento.
Durante una delle sue passeggiate con Adrian, il figlio di Marie, Angela cerca frescura al cimitero del paese e nel mentre passa con la carrozzina e l’immancabile carlino, fa la conoscenza di un uomo, che assomiglia ad un attore del cinema francese di altri tempi e per questo viene immediatamente soprannominato Aramis, anche se il suo vero nome è Kurt Kunkel e fa l’impresario funebre.

Angela comincia a conversarci e scopre che l’uomo, è un amante come lei di Shakespeare, soprattutto del fatto che il bardo non sia il vero scrittore dei famosi testi. Ma mentre parlano, vengono interrotti da un uomo che urla di volere i suoi soldi e non solo a lui, ma che litiga anche con un altro uomo a cui viene consegnata una polaroid, di cui non sembra affatto contento.
Angela non si è mai sentita così coinvolta da un uomo, nemmeno dal suo Cicci. Sente che con Aramis può parlare di qualsiasi cosa e poi è un uomo molto bello e quindi da lì ad essere invogliata a passeggiare per il cimitero il tempo è molto breve. Ma è proprio durante una di queste passeggiate con Puzzy, che i due scoprono il cadavere di un uomo, sepolto a testa in giù con i piedi che fuoriescono dal terreno e che indossano stivali di gomma.
Con il commissario Hanneman alla guida delle indagini Angela sente che non riuscirà mai a capire chi è l’assassino e quindi è ora di tornare in campo come detective.
Mano a mano che la storia si dipana conosceremo i vari personaggi che prenderanno parte a questo secondo episodio della Merkel trasformata in detective dalla penna sapiente di Safier.

Come sempre c’è una storia passata che incombe sul presente, e che è l’elemento principale su tutto ciò che ruota intorno.
Due impresari funebri, una morte che non è proprio accidentale, una donna, un segreto, tre figli. Nonostante la faccenda si faccia ingarbugliata, l’unica che può sbrogliare la matassa è proprio Angela Merkel. A proteggerla come sempre c’è Mike, anche se in questo episodio è un po’ deconcentrato.
La trama è ben orchestrata, anche se il libro è più umoristico che noir. Ci sono infatti delle scene che strappano più di qualche risata. Lo stile dell’autore è semplice e chiaro e non manca di fare riferimento a un suo grande successo, Il Karma della formica, con una semplice frase:
Era una situazione surreale, tanto che le vennero in
mente i pensieri più assurdi: se Aramis fosse stato davvero
un eroe dei film di azione con scatto felino sarebbe saltato
sulla mucca e l’avrebbe energicamente bloccata. Ma l’impresario
non fece nulla del genere.
Quindi lei sarebbe morta, pensò. Angela. Calpestata da
una mucca di nome Luise. C’erano dipartite più eleganti. Ma
almeno non era lontana dalla tomba.
E se si fosse reincarnata in una mucca?
Oppure il suo karma non le consentiva di andare oltre la
formica?

Libro adatto a chi ama i gialli sì, ma con molta, molta leggerezza.

Silvia Marcaurelio

 

venerdì 10 febbraio 2023

RENCENSIONE - Sindrone cinese a Genova. La nuova indagine dell'investigatore Astengo di Andrea Novelli

Genova, giorni nostri.
L’investigatore privato Michele Astengo è alle prese con il tentativo da parte di Dalia, sua segretaria, compagna di tango e “fidanzata”, di modernizzare la loro immagine, per cercare di vendere il “prodotto”. Anche se in poche parole, lui è l’unico ad eseguire quell’elenco di compiti brillantemente esposti sul nuovo sito internet appena creato, non contando Corrado, il suo fido collaboratore, che anche se affetto da nanismo, mangia come uno scaricatore di porto, soprattutto quando si tratta della famosa focaccia genovese.
Mentre sta scegliendo tra le foto fatte per inserirle nel sito ed una chiacchiera con Corrado, sempre alla ricerca di qualche lavoretto da fare, di punto in bianco, Astengo vede planare nel suo studio un ragazzino dai tratti orientali, balzato all’interno dalla finestra aperta.
Poco dopo, alla sua porta, si presentano due bruttissimi ceffi, anche loro dai tratti orientali, uno con un’orecchia mozzata e l’altro con una coda di cavallo, chiedendogli se avesse visto un ragazzino cinese di nome Peng.
Dal nulla ad avere un caso, anche se non retribuito, conoscendo Astengo, il passo è breve.
Infatti, l’investigatore capisce subito che la situazione del ragazzino è delicata, viste le facce dei due ceffi che lo cercano e soprattutto perché, dall’altra parte della strada, c’è il suo amico ed ex collega Bazzano, chiamato per l’omicidio di un cinese.

Dagli episodi precedenti, si conosce la mania di Astengo per il lavoratore cinese che osserva sempre dalla finestra del suo studio e in questo episodio, riusciremo finalmente a venirne a capo.
La faccenda del ragazzino e del pericolo che corre comincia a sembrare un po’ più chiara, anche se la difficoltà della lingua rende le cose più complicate.
Astengo si troverà ben presto, senza volerlo, implicato in un caso delicato che riguarda la comunità cinese in Italia, con i loro interessi e profitti, non proprio tutti alla luce del sole.
I suoi avversari sono temibili perché molto potenti e soprattutto protetti e la sua esperienza e il suo intuito potrebbero non bastare.

Come sempre la città di Genova fa da sfondo alle imprese di Astengo, e in questo episodio assume anche un ruolo da protagonista assoluta, come porto strategico in Europa per la Nuova Via della Seta.
Riuscirà Astengo, aiutato dai suoi fidi amici Dalia, Corrado e l’ispettore Bazzano, più il 4 zampe Banksy ad aiutare Peng? Astengo dovrà combattere con i demoni più oscuri, quelli che rendono quasi impossibile o anche solamente illusoria e velleitaria, la scoperta della verità.
Devo ammettere che l’investigatore Astengo, in questo quinto episodio risulta essere più cupo, più scontroso, rispetto alle precedenti avventure.
Forse l’autore, prima in coppia con il compianto Giampaolo Zarini, ha voluto dare una impronta tutta sua dell’investigatore, anche se già lo conoscevamo come persona abbastanza diretta, suscettibile e irritabile.

Adoro invece il personaggio di Corrado, continuamente vessato per il suo handicap, anche se in maniera molto scherzosa. Ma in questo episodio scopriremo che botte piccola, contiene un vino molto buono.
Dell’autore adoro in particolare la parte descrittiva della città di Genova. Si vede che la conosce a menadito, in tutte le sue vie e vicoli. Sembra di esserci dentro e di muoversi insieme ai protagonisti.
Nell’insieme un bel giallo, con una trama ben congegnata con una scrittura di facile comprensione, che rende la lettura piacevole. Il più delle volte si riesce anche a sorridere, soprattutto quando Astengo e Corrado si lasciano andare e se ne sentono delle belle.

Silvia Marcaurelio