venerdì 25 dicembre 2020

RECENSIONE – L’ora dei Dannati. L’abisso vol. 1 di Luca Tarenzi


Chi più, chi meno ricorda, o ha almeno qualche vaga idea, della Divina Commedia di Dante e soprattutto dell’Inferno dantesco.

Chi è che non ricorda la famosa frase: “Lasciate ogni speranza, o voi che entrate”.

Questo incipit è per introdurre il meraviglioso libro di Luca Tarenzi, L’ora dei Dannati. L’abisso, primo volume di una trilogia.

Be’, vi assicuro che qui la noia, come ci prendeva a scuola, non esiste e forse vorreste tornare indietro e non lanciare più le maledizioni alla “prof.” D’italiano.

Luca Tarenzi è stato bravissimo nel costruire una storia, basandosi sulla “STORIA”, su quella Divina Commedia che è considerata da tutti come la base della nascita della lingua italiana. E non lo ha fatto per plagio o per dileggio, ma semplicemente per rispetto del vate Dante Alighieri.

Ci ritroviamo quindi all’Inferno. (Munitevi di mappa se non lo ricordate bene, vi aiuterà a districarvi e soprattutto a capire dove si svolge l’azione).

Virgilio, il sommo poesta che ha guidato Dante per l’Inferno, non è più nel limbo. Non è più riuscito a rientrarvi in quel posto dove non si è dannati ma nemmeno puri di spirito.

A differenza degli altri dannati però, può spostarsi da un girone all’altro, da un cerchio all’altro, da una bolgia all’altra; stando sempre attento alle creature infernali da cui è popolato l’Inferno: arpie, cani infernali, giganti, mostri, ma soprattutto gli Spezzati, gli angeli caduti che seguirono Lucifero nella sua folle idea.

Nel suo vagare Virgilio ha conosciuto Pier Delle Vigne, trasformato in un albero e piantato nella Selva dei Suicidi, nel II girone, VIII cerchio.

Pier Delle Vigne accusato ingiustamente in vita, si suicida e commette peccato e finisce all’Inferno per questo. La sua è una doppia punizione, per quello che ha subito in vita e per quello che sta subendo da morto. La sua mente è eccelsa e ha calcolato che, con l’aiuto di Virgilio e di qualche altro dannato, dall’Inferno si può fuggire e ha pensato ad un piano.

Lui, Virgilio e altri due, Bertrand de Born e il conte Ugolino della Gherardesca, possono tentare quella che sembrerebbe, anzi è, una pazzia: la fuga dall’Inferno.

Così Virgilio, che può spostarsi attraverso tutto l’Inferno, fa da reclutatore e può far uscire dai loro cerchi anche gli altri dannati.

Ma non tutto va come Virgilio e Pier Delle Vigne sperano.

Virgilio vorrebbe portare con sé il suo innamorato che è nel limbo, anche se è consapevole che possa essere l’anello debole del gruppo, ma tra lui e il suo amato si inserisce Filippo Argenti, un iracondo che arma il gruppo, ma si unisce allo stesso con la forza, promettendo a Virgilio di rivelare tutto a Pier Delle Vigne se lo tradisce.

Passeranno avventure, verranno salvati, si salveranno, si tradiranno e si aiuteranno. Passeranno deserti infuocati e gelide distese spazzate dal vento luciferino. Affronteranno cani infernali, arpie, mostri, giganti e Spezzati, fino ad arrivare a toccare colui che più di tutti è rinchiuso lì e non per suo volere: Lucifero.

Funzionerà il piano di Pier Delle Vigne?

Riusciranno i dannati ad uscire dall’Inferno?

Non lo sapremo in questo volume, che vale comunque la pena leggere.

Io ho trovato l’idea di Luca Tarenzi meravigliosa.

Quella di far rivivere i personaggi della Commedia come se parlassero con noi oggi, ma con quell’aria combattiva e quel senso del coraggio che si poteva avere all’epoca di Dante.

Ho adorato tutti nelle loro sfaccettature, ma quelli che mi sono rimasti più nel cuore sono il Conte Ugolino su tutti e Bertrand de Born.

Non vedo l’ora che esca il prossimo capitolo per immergermi di nuovo in questa magnifica idea.


 

giovedì 5 novembre 2020

RECENSIONE - 1974 di Niklas Natt och Dag

Torniamo a Stoccolma, torniamo nella Città dei Ponti!
É passato un anno, siamo nel 1794, ma la città è ancora più putrida, ancora più povera, ancora più corrotta.
Dopo la dipartita dell’amico Cecil Winge, Jean Michael Cardell è tornato ad essere un uomo depresso, attaccato alla bottiglia e rinchiuso nella sua misera stanzetta nei bassifondi della città, dove la miseria regna sovrana.
Viene contattato inaspettatamente da una donna che gli affida le indagini sulla morte della sua povera figlia. Morta la prima notte di nozze.
Di suo marito si sono perse le tracce e il corpo della morta non è stato mai stato visto. Principale sospettato dell’atroce delitto, il giovane marito, Erik Tre Rosor, appartenente a una nobile famiglia ma, dalla descrizione della donna, incapace di commettere un atto così crudele e violento.

Cardell pensa che, accettando, il caso possa riportare un po’ di dignità nella sua vita e inizia a indagare con quello che ha in mano, niente. Ma soprattutto lui non ha la finezza mentale che aveva il suo amico Cecil Winge, che è morto stroncato dalla tisi.
Cerca così la nemesi del suo amico, ormai scomparso, nel suo fratellino minore, Emil, che delle volte sembra avere la scaltrezza del fratello, ma è un esserino impaurito anche della sua ombra.
Le indagini dei due uomini li portano a scoprire uno strano tipo, un uomo o un fantasma, che si nutre dell’odio e del sadismo più oscuro che impera in quel periodo a Stoccolma, dove anche le famiglie aristocratiche più antiche sono immerse in ogni tipo si sozzura.
Ritroveremo anche Anna Stina Knapp, che sembrava aver trovato la svolta per la sua vita, ma che questa sembra aver altri progetti per lei, cacciata incinta da quella che era diventata la sua casa. La ritroveremo anche lei alle prese con una lotta sadica per proteggere tutto quello che ama di più, le sue creature, Karl e Maja.
Sembrano due storie separate, ma corrono in parallelo fra loro, perché tra Cardell e Anna, c’è un lungo filo rosso che li lega insieme, per sempre.

In questo capitolo, che è il libro di mezzo della trilogia, si sente molto il troncamento finale, il ‘non definito’, anzi, il non finito, l’incompiuto; perché molte delle questioni, soprattutto alla fine, rimangono aperte, lasciando il lettore con l’aspettativa, si spera breve, del nuovo episodio della trilogia.
La scrittura di Niklas Natt och Dag è molto semplice, la trama è ben congegnata, e attira il lettore all’attenta lettura del romanzo e soprattutto a cogliere i riferimenti e i personaggi storici realmente esistiti nel 1794 in Svezia. Consigliato soprattutto agli amanti del genere e previa lettura del precedente capitolo, 1793.

(a cura di Silvia Marcaurelio)


sabato 10 ottobre 2020

RECENSIONE - BROKEN di Don Winslow


Penso che sia la prima volta che Don Winslow si diletti a scrivere una serie di racconti e non un romanzo intero. Da qui, forse anche il titolo del libro, “Broken”: rotto spezzato, interrotto, ad avvertirci della brevità delle storie e di un “non” continuum delle stesse.
“Broken” è composto da sei storie brevi; la prima dà proprio il titolo al libro, poi “Rapina sulla 101”, “Lo zoo di San Diego”, “Sunset”, “Paradise” e “L’ultima cavalcata”.
In alcuna di queste storie avremo modo di reincontrare i magnifici protagonisti delle tante avventure uscite dalla magica penna di Don Winslow, ma soprattutto li ritroveremo in azioni insieme ad altri personaggi con cui non avremo mai pensato potessero coesistere.
Addirittura ne “Lo zoo di San Diego” troveremo uno Winslow con un alquanto sviluppato senso dell’umorismo, che crea una storia a dir poco esilarante.
Però è meglio iniziare dal principio.

“Broken” è la prima storia che Winslow ci propone in apertura del romanzo e che fornisce il titolo al libro.
Eva McNabb è una centralinista del 911, ma non solo. È moglie e madre di poliziotti. Suo marito è in pensione ormai, alle prese solo con la bottiglia, mentre i due figli sono ancora lì fuori, di pattuglia a combattere il crimine.
I due fratelli non potrebbero essere più diversi fra di loro. Jimmy, il maggiore, somiglia moltissimo al suo vecchio. Grosso e minaccioso, violento quando basta e non disdegna certo le maniere forti. Danny è un’altra cosa. È alto e allampanato e molto “delicato”. E comunque per Jimmy rimarrà sempre il suo “fratellino” quello da proteggere sempre.
Durante un’operazione antidroga Jimmy, oltre a rischiare di morire, pesterà i piedi a un grosso trafficante di droga che per vendetta ucciderà Danny e la sua collega.
Eva McNabb, distrutta dal dolore farà leva sulla violenza e l’odio di Jimmy per costringerlo a vendicare la morte di suo fratello.
Da poliziotto a mostro il passo è breve per Jimmy, ma qualcosa si romperà e la storia avrà un altro corso.

Nel secondo episodio, “Rapina sulla 101”, si parla di furti di preziosi. Il tenente Lubesnick è convinto si tratti di un rapinatore solitario, ma nessuno gli vuole dare retta.
Michael Davis è uno che ci sa fare con le macchine e con le rapine. Gli manca veramente poco per andare in “pensione”, ancora un paio di buone rapine sulla 101 e poi potrà smettere. Èmolto attento a non lascire tracce, a non uccidere nessuno, attenendosi ad un proprio codice di comportamento. Ma c’è sempre qualcuno o qualcosa che possono far saltare il banco.

Ne “Lo zoo di San Diego” facciamo la conoscenza del giovane agente Chris Shea alle prese con uno scimpanzè con una pistola. Tutti vedono il ridicolo della storia, soprattutto quando Shea, tenta di far scendere l’animale arrampicandosi su un albero e cadendo nella rete insieme a lui. Ma nessuno pensa alla vera domanda da fare: Chi ha dato la pistola a quella scimmia e soprattutto di chi era quella pistola? Chris si trova ad un bivio: deve chiudere il caso o la sua reputazione sarà rovinata per sempre. Una storia con uno Winslow con molto humor. In questa storia farà di nuovo la comparsa il tenente Lubesnick.

In “Sunset” Terry Maddux era una leggenda del surf. Ora è solo un drogato evaso che per questo ha rubato la cauzione al Duca, Duke Kasmajian. Duke deve riavere quei soldi, la baracca sta per chiudere e quindi gli servono come gratifica per i suoi dipendenti. Duke ingaggia quindi il detective Boone Daniels e con lui tutta la Pattuglia dell’Alba. Ritroveremo in questa storia, un po’ invecchiato, una vecchia conoscenza, Neal Carey, ex spia, ora professore unifersitario.

In “Paradise”, ritroviamo ben 4 conoscenze … anzi 5…
Ben, Chon e O. si spostano alle Hawaii per affari. Il loro gancio è Tim Kearney che vive da anni sull’isola e ormai è considerato uno del posto. La Compagnia che è a capo di tutti i traffici dell’isola non è d’accordo, non vuole stranieri che gli soffino gli affari.
Scoppierà una guerra territoriale dove Chon sarà costretto a mettere in atto tutte le sue arti di grande combattente, Ben di grande affabulatore e il figlio di Tim, Kit di grande surfista e … bentornati anche a Frankie Machine e a Bobby-Z.

Ne “L’ultima cavalcata”, forse il più crudo e triste di tutti i racconti, Cal Strikcland è un pattugliatore di Confine. Una ragazzina in gabbia, Luz, le strappa il cuore. Tenterà di tutto pur di riconsegnarla a sua madre e di toglierla dalle maglie della burocrazia in cui è finita.
Sono tutte storie che, a parte Chris Shea, non hanno un vero eroe. Sono come sempre tutti al limite. Tutti colpevoli e innocenti.

Winslow si conferma essere uno scrittore di razza in grado di creare storie ad alto tasso di adrenalina, soprattutto quando si tratta di far risaltare l’inefficienza nella guerra al narcotraffico messicano.
Corruzione, vendetta, perdita, tradimento, colpa e redenzione sono gli argomenti trattati nelle sei storie. Sei storie crude, sconvolgenti e ricche di emozioni forti, ma anche piene di umanità, umorismo e azione. Dove ci sono ladri imprendibili, truffatori spregevoli e poliziotti, spacciatori, detective privati, cacciatori di taglie e fuggitivi, ma anche eroi e persone normali che tentano in ogni modo di sbarcare il lunario.
Consigliatissimo!

Silvia Marcaurelio

(Trovate la recensione e altri consigli di lettura anche su www.contornidinoir.it)


venerdì 11 settembre 2020

James Patterson e Brendan Dubois – La First Lady è scomparsa


James Patterson, prolifico scrittore americano, ci riprova con il filone dedicato alla Casa Bianca, stavolta con “La First Lady è scomparsa” edito da anche questo dalla Longanesi, e in collaborazione con Brendan Dubois. Patterson scrive questo romanzo sullo stile di quello precedente, “Il Presidente è scomparso” per il quale aveva avuto la collaborazione di Bill Clinton. Stavolta a scomparire è niente di meno che la First Lady della nazione più potente del mondo. Ma andiamo ai fatti. Harrison Tucker, presidente degli Stati Uniti, sta per essere rieletto a larga maggioranza, ma viene in qualche modo sorpreso con Tammy Doyle, la sua amante, e viene messo al centro di una tempesta mediatica. La sua relazione extra-coniugale, che va avanti da un po’, è ormai di dominio pubblico. Sconvolto da quello che sta succedendo, e soprattutto perché potrebbe costargli la rielezione, viene immediatamente portato via su ordine del suo vice Parker Hoyt, e imbarcato sull’Air Force One, con un ritorno immediato alla Casa Bianca, lasciando da sola la povera malcapitata amante.

Per la sua rielezione, Tucker ha bisogno di sua moglie, e di quella che sembrava una relazione stabile. Quindi bisogna riallacciare subito i ponti, perché insieme incarnano due figure che gli americani si aspettano: un presidente abile e una first lady introdotta nelle lotte per le vite degli ultimi, i bambini orfani e quelli abbandonati. Sull’aereo il Presidente prova a mettersi in contatto con la moglie, per appianare la questione. Alla prima chiamata il presidente ottiene una risposta seccatissima … Alla seconda chiamata, gli comunicano che sua moglie risulta scomparsa, dopo essere andata a una gita a cavallo per distrarsi. Grace è stanca delle promesse di suo marito, degli inganni e dei tradimenti, e decide di fuggire dalla città e sparire dai radar, facendo fesse anche le sue guardie del corpo. Grace Fuller Tucker è una donna dedita a opere caritatevoli, molto amata dalla gente, ma non tanto da altri che non vedono di buon occhio le sue attività. A occuparsi di questo intrigo è chiamata Sally Grissom, capo dell’Intelligence presidenziale e madre single. A un primo colloquio con il Presidente e il vice Hoyt, Sally capisce che non a tutti e due interessa ritrovare la donna viva, anzi … Comunque Sally dovrà lavorare e occuparsi del caso nel più assoluto silenzio. É lei che dovrà capire quale segreto oscuro si cela in realtà dietro la sparizione della donna.

E dovrà farlo soprattutto svelando gli intrighi oscuri che riguardano il vice Presidente, che lavora, all’insaputa del Presidente stesso con oscuri personaggi e che soprattutto metterà su un’indagine parallela e segreta.
Si vuole davvero ritrovare la First Lady? Ma soprattutto la si vuole ancora viva? L’intrigo è coinvolgente, come un classico film americano. I colpi di scena sono molteplici e appassionanti, tanto da tenere il lettore incollato alle pagine. Il finale però non è così scontato come potrebbe sembrare, anzi, è una fucina di adrenalina, tanto i capitoli sono brevi e concitati (e qui si vede la mano di Dubois). Il libro è ben scritto e scorrevole e si vede lo studio che Patterson ha fatto relativamente all’ambiente della Casa Bianca (forse Clinton ci ha messo lo zampino), l’aria che vi si respira, il potere politico, quello economico, le dicerie, gli interessi personali che molte volte prevaricano gli interessi generali, le lotte interne per poter apparire, perché anche di quello si tratta, e chi più ne ha più ne metta. Lettura consigliata agli amanti del genere.

Silvia Marcaurelio

(trovate la recensione anche su: https://contornidinoir.it/2020/09/james-patterson-e-brendan-dubois-la-first-lady-e-scomparsa/ )

martedì 7 luglio 2020

Recensione – Un cuore arido di Carlo Cassola


Ambientato negli anni ’30 in Maremma, e precisamente a Marina di Cecina, nei luoghi sempre cari e narrati dell’autore, il romanzo racconta l’educazione sentimentale della diciottenne Anna Cavorzio, una ragazza orfana di estrazione popolare, che vive con la sorella Bice e la zia sarta. L’ambiente in cui vive non consente alle ragazze, tentate dai villeggianti della stagione estiva e dai soldati della vicina caserma, di cadere in tentazione. C’è una sospensione del giudizio solo nel periodo estivo, visto che la sera si può uscire o andare a ballare. Anna è apparentemente fredda, arida, poco espansiva e si paragona ai gatti, che si affezionano ai luoghi e non alle persone, mentre è solo un’introversa che vive a pieno i sentimenti e le passioni.  La sua esistenza è piatta e grigia, ma ogni tanto qualche piccolo sussulto la scuote: l’amore per Mario, il fidanzato della sorella, poi il rapporto solo fisico per lei (per cancellare il ricordo della perduta passione) con un vitellone di provincia, Marcello, che lei lascia alla signorina Soleri, poi di nuovo il ritorno di Mario e la scelta della solitudine. L’amore clandestino per Mario è breve, impossibile, intenso, travolgente e termina quando il soldato finisce il servizio di leva e poi parte per l’America richiamato dal padre emigrato. Anna, molto pratica e realista, rinuncia all’amore perché sa di aver provato un sentimento unico e irripetibile; decide, quindi, lucida e consapevole, di non provare più un sentimento così forte nei confronti di nessun altro e sceglie la solitudine. Scritta in uno stile semplice e lineare, è una storia di denuncia di un mondo bigotto, sempre molto attuale.
(a cura di Maria Lombardi)

mercoledì 24 giugno 2020

RECENSIONE – Falce di Neal Shusterman


In un mondo dove tutto è perfetto, dove le guerre non esistono più, dove la criminalità non esiste più, e dove anche la morte naturale non esiste più, l’unico modo per morire per davvero è essere “spigolati” da una Falce. Ad occuparsi di tutto il resto è il Thunderhead, un’immensa, onniscente e onnipotente intelligenza artificiale. Il Thunderhead può tutto. Può guarire, può fare in modo che le vite delle persone siano tranquille e piacevoli, può occuparsi di ringiovanire le persone, può renderle belle, mantenerle in salute, ma non può ucciderle; e l’unico modo per far fronte a un chiaro problema di sovrappopolazione per il pianeta è quello di affidarsi alle Falci, una compagnia riconosciuta di persone speciali, che dedicano la loro vita ad uccidere, anzi no a “spigolare” diverse persone all’anno secondo degli schemi e a delle percentuali calcolate dallo stesso Thunderhead. Le Falci sono rispettatissime da tutti, logicamente incutono un certo timore reverenziale e oltre ad uccidere, hanno anche la possibilità, se fanno baciare il loro anello, di concedere un anno di immunità. Nessuno che ha baciato un anello può essere ucciso nell’arco di un anno. Maestro Faraday è una Falce di un’età venerabile. Non riesce a ricordarsi quante volte si è ringiovanito, ma non si è mai ringiovanito oltre i quarant’anni... gli sembra stupido tornare con la faccia di un venticinquenne. É uno delle prime Falci, uno di quelli che non ama fare il suo lavoro, e forse è per questo che lo fa bene. Rispetta le sue vittime e cerca sempre di essere compassionevole. Vive una vita frugale e poco appariscente fino a che non incontrerà i suoi due apprendisti: Citra Terranova e Rowan Dimach. Logicamente nessuno dei due ragazzi è contento di essere stato scelto come apprendista di una Falce. Un po’ per timore reverenziale, un po’ perché nessuno ha voglia di diventare un assassino. Ma Faraday pensa che sia proprio questo che faccia di loro delle Falci perfette. Quindi i due cominciano a studiare, perché ache un apprendista Falce lo deve fare.  Arti marziali come il Bokator, uso delle armi di qualsiasi genere, storia della compagnia delle Falci, l’uso e le proprietà dei veleni e quanto altro possa essere utile ad una Falce provetta. Citra e Rowan sono due diciassettenni completamente diversi tra loro. Se Citra aspira ad emergere in ogni cosa che fa, Rowan preferisce non apparire e per questo i due, all’inizio, non si piacciono neanche un po’. Non è facile, d’altronde, per due ragazzi lasciarsi alle spalle la propria vita, la famiglia e le abitudini, ma il venerabile Maestro Faraday è un ottimo insegnante e i due cominceranno ad apprezzare il suo mestiere e tutto quello che comporta. Ma si sa che il potere può corrompere, come succedeva nel “Mondo della Mortalità”, e il potere di poter decidere chi vive e chi muore è un grande, grandissimo potere, soprattutto nelle mani di alcune Falci, proprio per questo contrapposte tra loro. Emergono due tipi diversi di Falce: Maestro Faraday ligio ai dieci comandamenti delle Falci fino alla nausera, uno delle prime Falci, uno della vecchia guardia, e Maestro Goddard che usa il suo potere per soddisfare le sue voglie. Gli piace uccidere le persone e odia rispettare le leggi. Ha il sogno di una Compagnia delle Falci che possa uccidere senza limitazioni, sogno di un potere illimitato nelle mani di poche persone. Faraday e Goddard rappresentano, quindi, due linee contrapposte nel comitato delle Falci che si svolge due volte l’anno. Tutti e due hanno dei sostenitori, fanno lo stesso lavoro ma in un modo completamente diverso. Maestro Goddard pensa che chi non è una Falce non sia nessuno, non ha pietà e compassione, il suo lavoro gli piace molto e ne sfrutta tutti i privilegi, al contrario di Maestro Faraday. Citra e Rowan ne passeranno di tutti i colori e la loro vita avrà sicuramente un cambiamento, se nel bene o nel male non lo sapremo in questo primo volume. In questo racconto ci sono sicuramente numerosi colpi di scena, dubbi di etica e morale che i nostri due eroi dovranno affrontare. Ma come ho detto, questo è solo il primo libro di una trilogia, dove i giochi si sono appena aperti, ma non certamente definiti, né conclusi. Scritto con abilità da Shusterman che crea un mondo perfetto, ma imperfetto allo stesso tempo. Dove il ruolo del conquistatore fa gola a molti, segno che la perfezione sognata, non esiste. Consigliato.
(a cura di Silvia Marcaurelio)

domenica 14 giugno 2020

RECENSIONE - Bello, elegante e con la fede al dito di Andrea Vitali

Adalberto Casteggi è un oculista bello e affascinante, con studio a Milano e appartamentino anche a Varenna, comodo per il lavoro presso l’ospedale di Bellano, dove sostituisce un collega. Si innamora di questa incantevole sponda del lago di Como e inizia una relazione con una paziente del posto, Rosa Pescegalli, nubile, trentasei anni ben portati e scollatura mozzafiato. La donna, figlia unica di proprietari di una famosa drogheria, gestisce una profumeria e ha deciso di chiudere con gli uomini da quando è rimasta scottata dalla storia con Salvatore Locitri, terzino del Lecco, soffiatole da Zingrina Aminetti, figlia unica di un noto banchiere. Adalberto porta la fede al dito e lascia credere a Rosa di essere sposato, ma quando la donna trova un paio di occhiali nell’appartamentino denominato “la bomboniera” e sente un profumo femminile nel letto, medita vendetta. Il dottore si fa coinvolgere dalla storia con Rosa e anche dalle lacrime di un’altra paziente, Zingrina, che, delusa dalla mediocrità del marito, cerca una consolazione nelle braccia dell’oculista. Il tutto può dare inizio a una serie di vendette e implicazioni alle quali il dottore non aveva pensato. È una storia semplice di gente semplice, con una prosa molto vicina al parlato. La lettura è scorrevole e coinvolgente, l’ironia (tratto caratteristico di Vitali) è sempre presente, anche nei nomi bizzarri dei personaggi. C’è forse una digressione troppo ampia, dedicata alla mancata storia d’amore tra Rosa e Salvatore Locitri.
(a cura di Maria Lombardi)

domenica 7 giugno 2020

Recensione - Carta bianca di Carlo Lucarelli



È il libro di esordio di Carlo Lucarelli, in cui fa la sua prima apparizione il commissario De Luca. La storia è ambientata a Milano, nell’aprile del 1945, nel cupo e confuso periodo che precede la caduta del Fascismo e la fine della guerra. L’ambientazione ricrea fedelmente la realtà dittatoriale ormai alla fine ma ancora viva e capace di incutere terrore. De Luca è un ex comandante della Muti, la polizia politica della Repubblica Sociale, ma vuole prendere le distanze dal proprio passato, cercando sempre di rimanere poliziotto e stando lontano dagli intrighi delle SS e delle milizie della RSI e dai partigiani. In Carta bianca deve indagare su un omicidio dei quartieri alti, cioè sul delitto di Vittorio Rehinard, appartenente al partito e noto per i suoi festini del venerdì. È stato ritrovato morto in casa, ucciso da un colpo al cuore inferto probabilmente con un tagliacarte, usato poi per evirarlo. La sua morte serve per incastrare la persona scomoda di turno (sacrificando altri innocenti), ma De Luca vuole trovare il vero colpevole. Inizio intrigante e avvincente della saga del commissario De Luca, dove nulla può essere dato per scontato.
(a cura di Maria Lombardi)