L’autore ci porta a Champton, sonnacchioso paesino della campagna inglese. Siamo alla fine degli anni ’80, quando il clima, politico e anche religioso stavano subendo un cambiamento radicale che avrebbe mischiato molte carte in gioco.
David Clement è il rettore della parrocchia, ma fino ad ora si era diviso tra le chiese di St Mary, Lower e Upper Badsaddle. Ora è alle prese anche lui con un grande cambiamento, dopo tutto quello che era già successo l’anno prima, con i vari omicidi dei suoi parrocchiani (Omicidio all’ora dei vespri, il precedente romanzo), che avevano stravolto la sua esistenza, il vescovo ha deciso di dargli un aiuto. Infatti, è in arrivo il pastore evangelico Chris Biddle, con cui Daniel dovrebbe collaborare, ma per quanto si sforzi non riesce a digerirlo.
Poco tempo dopo l’arrivo della nuova famiglia, nel villaggio che aveva appena ripreso il suo normale tran tran, viene commesso un nuovo omicidio, e anche questa volta, Daniel, si vedrà costretto a seguire le indagini, insieme al suo nuovo amico, il detective della polizia criminale di Braunstonbury, Neil Vanloo.
Purtroppo l’omicidio riguarda proprio la famiglia del nuovo pastore. La vittima è il figlio Joshua, trovato ucciso in modo macabro, tanto da far pensare a un omicidio rituale, e per questo Daniel ne viene fatto parte.
Oltre all’omicidio di Joshua, Daniel dovrà tenere d’occhio la famiglia dei Tailby, che si sono accasati nella villa di Mrs Hawkins, che è in punto di morte, è molto ricca, e non ha nessun parente a cui lasciare la sua eredità. E i Tailby hanno la brutta fama di essere degli approfittatori senza scrupoli e di apparire, negli ultimi tempi, ogni qual volta un malato in fin di vita è ricco e senza eredi.
Quindi la vita del reverendo Clement è tutt’altro che facile. Non è solo passeggiate in campagna con i cani, non è solo dire messa, ma anche risolvere le grane che ogni parrocchiano gli racconta.
Anche Mrs Hawkins nascondeva molti segreti che verranno a galla dopo la sua dipartita, e dei quali si occuperà, Audrey, la madre del reverendo Clement, mettendo in serio pericolo anche la propria vita e la sua casa.
“Omicidio in parrocchia” è il classico giallo inglese, definito anche “cozy mistery”, che nasconde qualsiasi forma di crudeltà, anche se è presente un omicidio sul quale indagare. È un romanzo dove si parla molto, forse anche troppo, dei dettagli sulla vita nel villaggio, in particolare del modo di vivere di un canonico alla fine degli anni ’80, legato ancora al vecchio mondo delle canoniche delle famiglie nobili. Anche in questo romanzo ne abbiamo una la famiglia de Floures, che abita in Champton House ed è proprietaria di quasi tutto il villaggio e della canonica stessa.
Oltre a Daniel, Audrey e Neil Vanloo, conosceremo una girandola di personaggi che sono adatti in ogni modo a intersecarsi nella storia, Mrs Hawkins sia da viva che da morta, avrà la sua parte, Miss March che prenderà il posto, guarda caso, di una donna uccisa nell’altro capitolo, avrà anche lei, in qualche modo, il motivo per cui essere una sorta di protagonista. Gli abitanti della villa: Bernard, il capofamiglia, i figli Alex e Honoria, e anche il primogenito ed erede Hugh con la nuova fidanzata Michelle, che saranno motivo di discussione e anche loro avranno un ruolo fondamentale nell’intreccio giallo del romanzo.
E poi Cosmo e Hilda, i due bassotti del reverendo Clement. Anche loro avranno un ruolo molto fondamentale per la scoperta del vero omicida, soprattutto Hilda con il suo modo di fare un po’ strano e particolare.
Il libro è carino e leggibile. È un giallo leggero e non particolarmente cruento. Le indagini sono studiate molto bene. L’unica cosa che rimprovero al Reverendo Coles è quello di essere molto prolisso. Si allunga molto sul mondo religioso e le sue tradizioni, ma forse è proprio la sua professione che tenta di spiegare, e ce la propone inserendo un giallo al suo interno.
Il consiglio che vi do, è quello di leggere l’altro capitolo prima di questo, perché l’autore, molto spesso fa riferimento a fatti accaduti precedentemente.
Silvia Marcaurelio