mercoledì 11 maggio 2022

RECENSIONE - Loch Down Abbey di Beth Cowan-Erskine

Scozia, anni trenta del novecento.
Una misteriosa malattia si sta diffondendo in tutto il paese, ma la famiglia che abita la tenuta di Loch Down Abbey da oltre seicento anni, gli Ogilvy-Sinclair, sono molto più preoccupati dalle mancanze sulla loro tavola, per quella della carta igienica e della morte della Tata. Non perché siano affranti dalla scomparsa della donna, ma per il problema di chi si prenderà cura dei pestiferi rampolli.
La morte improvvisa di Lord Hamish Inverkillen viene quasi ignorata dalla famiglia. L’unica a preoccuparsene sembra essere la governante della casa, Alice MacBain.
La famiglia fa parte di un’antica nobile casata, abituata ad enormi privilegi che la pandemia di Malaperniciosa virulenta sta mettendo in dubbio.

La situazione è ogni giorno più difficile, soprattutto per la servitù, che deve far fronte alle esigenze abbastanza superflue della famiglia, e sopperire alla cronica mancanza del personale decimato dal contagio.
La famiglia non è affatto convinta dell’esistenza di questa malattia, anche se ha provocato la morte di centinaia di persone, ma visto che erano soprattutto inglesi, perché preoccuparsene?
Soprattutto, i Sinclair-Ogilvy, sono una famiglia a cui piace stare a casa. Non escono mai, non vanno al villaggio, e non ricevono ospiti, nonostante le 150 stanze a loro disposizione.
All’apertura del testamento del defunto Lord Inverkillen, la famiglia comincerà a scricchiolare, e con nessun aplomb, si faranno prendere dall’ira e inizieranno a urlarsi contro per ogni tipo di sciocchezza.

Gli unici che sembrano voler fare qualcosa di concreto sono la signora MacBain, che non è sicura che la morte di Lord Hamish sia stato un incidente e quindi comincia ad investigare, e il figlio minore del Lord, Fergus, che si prende in carico sulle spalle la sorte della tenuta e della famiglia, visto che suo fratello Angus, il nuovo Lord, non fa che nascondersi con suo cognato Hugh nel padiglione del tennis.
La signora MacBain da una parte e Fergus dall’altra, con metodologie completamente diverse, metteranno a nudo i segreti di Hamish, scoperchiando, inconsapevoli, un immenso vaso di Pandora. Il tutto mentre il personale è ridotto al lumicino e i nobili personaggi sono costretti (anche) a rifarsi i letti da soli o ad accendersi il fuoco nelle stanze.
Memorabili le scappatelle dei viziatissimi rampolli, che porteranno alla scoperta dei numerosissimi passaggi segreti della magione.

Molto Downton Abbey in questo primo romanzo della Cowan-Erskine anche se, a quanto si dice, abbia ripreso la storia della famiglia di suo marito. Oltre a trovare molte caratteristiche della famosa serie tv, l’autrice è riuscita ad inserire nel contesto anche un periodo infausto come quello della pandemia, rendendo però il tutto un’allegra parodia piena di humor britannico.
Ritrovare negli scritti della Erskine anche un’altra vecchia serie tv come “Su e giù per le scale” dove si raccontavano i fatti della servitù che pianificava pranzi e cene con pasti elaborati, balli e gala mentre i loro padroni discutevano e pianificavano matrimoni di convenienza e litigavano sui titoli nobiliari e sui privilegi ad essi legati, è stata una piacevole sorpresa.

Insomma, divertente e ironico quanto basta, con un pizzico di mistero che non guasta e tanti, tantissimi personaggi al di sopra delle righe per il loro savoir-faire o per la loro incredibile petulanza.
Dall’impassibile Hudson, il maggiordomo di famiglia, ad Iris studiosa protetta della famiglia. A lady Elspeth, sorella di Hamish, donna dalle vedute molto aperte. A Constance, Eva e Bella, tre antipatiche create ad arte. A lady Georgina, vecchio generale al comando. E anche ad alcuni personaggi, che vengono solo nominati, ma che non prenderanno mai parte a una riga di romanzo, ma in qualche modo un ruolo lo svolgono ugualmente. Al povero avvocato Lawlis e alla sua bella segretaria Imogen, che si dannano l’anima per aiutare quella sciocca nobile famiglia cercando di portarla con i piedi nella modernità, fino ai miei due, anzi tre preferiti …
La signora MacBain, capace di mandare avanti, nonostante tutto, una famiglia di invasati.
Fergus, che è l’unico della famiglia a rimboccarsi le maniche e a voler fare qualcosa.
E … August Comtois, figlio di Elspeth, che parla pochissimo, ma le sue parole pesano come macigni. Leggetelo, vi divertirete un sacco!

Silvia Marcaurelio