Questa storia inizia con il
sentore di anice, un profumo che ci porteremo dietro per tutta la storia.
Quello del pane con l’anice appena sfornato. E’ una storia di donne forti e
passionali, che anche di fronte alle difficoltà della vita stanno diritte
contro il vento impetuoso. La protagonista della storia è Elettra Cavani una
giovane donna dal passato oscuro. Avrebbe voluto conoscerlo, se non fosse che
sua madre è stata colta da un ictus e giace in coma in un letto di ospedale. Elettra è perseguitata da
quell’odore di anice, che oltre a ricordarle sua madre in cucina, le ricorda le
lotte che ha combattuto per avere una vita diversa, andare a New York per
lavorare in un giornale. No! Tutti i suoi sogni sono andati perduti. Ha dovuto
rinunciare a tutto quello che voleva per colpa di quella donna che ora giace
inerme. Ma Elettra non crede nelle coincidenze e i biglietti aerei che la
porteranno sull’Isola del Titano stanno sicuramente a significare qualcosa. Che
sia il modo di Edda di farle sapere qualcosa sul passato? Lei non ha nulla da
perdere e si imbarca in una nuova avventura, quella di trovare i legami di Edda
con l’Isola e soprattutto con l’uomo che dovrebbe essere quel padre che non ha
mai conosciuto. Giunta sull’isola tra gli sguardi diffidenti dei suoi abitanti,
conosce immediatamente Lea, una donna come lei ma con uno spirito di
accoglienza eccezionale. Lea ha sempre vissuto nel convento dell’isola, essendo
un’orfana e al momento è riuscita a comprare la struttura e a farne la sua casa
e quella di altre tre donne Nicole,
Dominique e Isabelle. Le tre sono in apparenza impenetrabili e sfuggono
alle sue domande, cercano in tutti i modi di rallentare la sua ricerca, lasciandola
spesso con dei dubbi irritanti. Ma sarà proprio attraverso il legame che
formerà con loro che riuscirà a scoprire molto del suo passato e su quello di
sua madre. Sarà la cucina e il cibo ad aiutarla nello stabilire un legame con
le altre, nonostante nel passato odiasse cucinare; ma soprattutto riuscirà a
farle vedere il legame con sua madre in maniera diversa. Amicizia, amore,
antiche tradizioni e vecchi rancori
faranno da sfondo alla storia. Gli odori dei dolci, dello zucchero, dell’anice,
del pane appena sfornato e del mare ci guideranno nei sentieri inesplorati
della vita di Elettra. La vedremo cambiare sotto i nostri occhi pagina dopo
pagina, crescere e diventare un’altra. Si scontrerà più volte con la vecchia se
stessa, fino a farla soccombere per l’amore a cui non credeva di poter cedere.
La ricetta segreta per un sogno è un romanzo “a colori”: del contrasto tra i
paesaggi duri, il mare in burrasca, le donne velate di nero, con i dolci, il
pane e la Santa Elisabetta ne sono piene le pagine. Le parole che ricorrono
spesso sono riscatto e salvezza. Ci sono sogni, speranze ed illusioni; c’è la
luce che ti permette di vedere piano piano, il vento che ti accarezza la pelle,
il mare che può essere fermo o rumoroso nella quiete notturna, qualcosa di
mistico e i profumi che riempiono l’aria. Una storia molto toccante, e vera. Nell’impasto
del pane che nasce dalle mani di Elettra c’è la metafora della vita che
continua, nella speranza di un domani migliore. Brava l’autrice nell’intrecciare
la storia di queste donne forti e deboli allo stesso tempo. Nel tratteggiare i
loro caratteri con le loro preponderanze. La storia non è complicata, a momenti
mi ha ricordato Chocolate della Harris, ma non so se l’autrice ne abbia tratto
ispirazione. Belle le ricette alla fine di ogni capitolo … ora non sta che
provarle. Voto: 7,5
giovedì 29 settembre 2016
mercoledì 14 settembre 2016
RECENSIONE – Il segreto di Lady Audley di Elizabeth Braddon
Uscito a puntate tra il 1861 e il
1862 sulle pagine delle riviste letterarie del tempo “Il segreto di Lady
Audley” si inserisce nel filone letterario vittoriano dedicato alla risoluzione
dei misteri, caratterizzato da un intreccio avvincente. La struttura narrativa
utilizzata dalla Braddon si adattava perfettamente alle pubblicazioni
periodiche a puntate del tempo, tanto che pubblicò tutti i suoi romanzi in
questa forma. Il genere utilizza determinate caratteristiche: deve essere
ambientato in epoca vittoriana (non difficile visto che l’autrice era della
stessa epoca), la trama deve essere intessuta di mistero che di conseguenza
porta ad un’indagine, ci debbono essere dei segreti di famiglia, qualche ambiguità,
persone con un passato tormentato. Il romanzo segue le vicende di Lady Audley
al tempo Lucy Graham e di Robert Audley. Le storie di questi due protagonisti
si intrecciano tra di loro, creando un giallo affascinante. Robert Audley è un
rampollo di una famiglia nobiliare, ma del ramo diciamo “povero”. E’ figlio di
un fratello cadetto di un baronetto, quindi non ha opportunità di ereditare il
titolo, soprattutto ora che suo zio si è risposato con una donna molto giovane.
La donna in questione è Lucy Graham ex governante di una famiglia abbiente del
paesino di Audley, che, sposandosi, ha elevato il suo status sociale, passando
da semplice governante a moglie di un baronetto, conseguendo il titolo di Lady.
Ma a disturbare Lucy nella sua nuova condizione arriva il nipote di suo marito,
avvocato nullafacente, con nessuno scopo nella vita, se non quello di vivere
tranquillamente senza fare nulla, mai sopra le righe, ma nemmeno sotto. Robert
dopo tantissimo tempo torna a trovare suo zio, ma non è solo. E’ accompagnato
dal suo amico George Talboys, un suo ex compagno di studi, tornato
dall’Australia dopo che ha fatto fortuna trovando dell’oro. George vive un
momento particolare. E’ stato via tre anni lasciandosi tutto alle spalle,
compresi moglie e figlio, per sbarcare il lunario. Quando sta tornando a casa
scopre, da un articoletto di giornale, che sua moglie è morta. E’ profondamente
depresso e il suo amico Robert Audley lo porta con sé per farlo svagare.
Avvertito suo zio del loro arrivo si vedono rifiutare ospitalità; rifiuto
dovuto a Lady Audley che non sta molto bene. Passano svariati giorni e i due
non riescono mai a conoscere la nuova moglie dello zio di Robert, ma in sua
assenza riescono ad entrare in casa e George, accompagnato da Robert riesce a vedere i quadri, molto antichi che
fanno parte dell’arredamento del vecchio palazzo nobiliare. Tra le altre cose,
riescono anche a vedere il ritratto della nuova Lady Audley. Il giorno dopo,
senza nessun avvertimento George Talboy scompare, e con lui il lassismo del suo
amico Robert. Da qui inizia l’indagine di Robert alla ricerca del suo amico
perduto, alla scoperta, tramite numerosi indizi del colpevole della scomparsa
di quest’ultimo. Scopriremo, dalla mano sapiente della scrittrice, di una donna
con una doppia identità, di un uomo considerato un farfallone con un animo da
investigatore. Ci troveremo di fronte ad inquietudini, a crimini, ad abbandoni
a pazzie. Tutto quello che sembra non è, tutto quello che non sembra è. Un
gioco di luci ed ombre, di incastri. Un puzzle di identità, dove ogni
personaggio ha un suo doppio. Il tutto immerso nella campagna inglese di fine
ottocento. Bel libro, bella trama, scritto con maestria dall’autrice. Voto: 8
martedì 13 settembre 2016
RECENSIONE – CHINA GIRL (NEAL CAREY SERIES VOL. 02) di Don Winslow
Secondo volume della Serie del
detective privato Neal Carey. Fa strano leggere un libro che ormai è storia,
dove si parla ancora di videocassette o di ammennicoli che ormai sono in disuso
da anni, ma le storie di Winslow anche se riproposte, non sfigurano mai, tanto
da portare gli editori di Einaudi a pubblicare immediatamente il secondo volume
dopo appena un paio di mesi dall’uscita di London Underground. Nel primo volume
Winslow ci racconta la crescita di Neal Carey, da ragazzino di strada a
ragazzo, universitario e affiliato agli Amici di Famiglia, una specie di
società segreta di investigazioni, sempre in bilico tra legalità e illegalità,
tra sistemi più o meno accettabili. In London Underground l’avevamo visto alle
prese con la scomparsa della figlia di un senatore degli Stati Uniti, e in
questo secondo lo ritroviamo tranquillo alle prese con libri antichi in un
cottage inglese, dopo che gli è stato ordinato di darsi per un po’ alla
macchia. Ma gli Amici di Famiglia sanno come farti tornare sui tuoi passi, e
quel che interessa a Neal è riuscire finalmente ad ottenere la sua Laurea in
Letteratura Inglese del XVIII secolo, quindi nominare parole come università e
laurea lo porta ad accettare qualsiasi incarico. Anche stavolta gli Amici di
Famiglia, fanno leva sulla voglia di Neal di finire quello che ha iniziato. Questa
volta ha l’incarico di ritrovare Robert Pendleton, un talento nel campo della
chimica, soprattutto nella sinterizzazione di fertilizzanti che rendono una
fortuna ai suoi investitori. Pendetlon risulta scomparso, senza aver lasciato
traccia, dopo essere stato ad un convegno a San Francisco. Sta a Neal
ritrovarlo e riportarlo all’ovile, ma come al solito non sarà una cosa
semplicissima. Neal dovrà partire da San Francisco, volare ad Hong Kong, fino
ad arrivare nella Cina più remota e rurale, in un viaggio avventuroso,
accompagnato, non proprio amichevolmente dalla Cia, dal governo cinese e da un’organizzazione
segreta letale. A complicare le cose ci sarà anche l’affascinante Li Lan, che
fino all’ultimo non si riuscirà a capire se sia vittima o carnefice. Lo stile
di Winslow era in questi primi romanzi ancora un po’ acerbo, ma già si
intravedeva quello che ora è lo scrittore di capolavori come “Il potere del
cane”, “Il Cartello” e “L’inverno di Frankie Machine”. Io poi, credo, di essere
leggermente di parte. Voto: 7,5
lunedì 12 settembre 2016
RECENSIONE – Gli ospiti paganti di Sarah Waters
Non conoscevo questa autrice,
quindi sono stata molto contenta di aver scoperto il suo romanzo, perché merita
veramente di essere letto. Siamo a Londra nel 1922, qualche anno dopo la Grande Guerra, con la
necessità di una ricostruzione e con la voglia di ricominciare daccapo e
mettersi tutto alle spalle, ma con qualcuno, almeno parte della popolazione
borghese, ancorata all’appartenenza ai vecchi ceti sociali. Frances Wray vive insieme alla madre in una casa molto
grande appartenente alla media borghesia, che fino a poco tempo prima, era
piena di gioia, forse fasulla. I suoi fratelli sono entrambi morti in guerra
molto giovani e suo padre li ha seguiti poco dopo morendo di crepacuore,
lasciando le due donne piene di debiti. Frances è costretta a sobbarcarsi i
lavori più umili perché il conflitto le ha lasciate indigenti, fino a che non
ha l’idea, per pentirsene subito dopo, di affittare parte della grande casa a
degli “ospiti paganti”, perché considerarli affittuari non è politicamente
corretto. Dopo un annuncio sul giornale si presentano due giovani sposi, i
coniugi Barber: lui è un uomo ambizioso che sta tentando la carriera nelle
assicurazioni, lei invece passa molto tempo in casa. I due, socialmente
considerati inferiori a Frances e sua madre, con il cambio di domicilio, hanno
l’occasione di elevarsi agli occhi degli altri. All’inizio questa convivenza
crea un senso di disagio a Frances e a sua madre, perché avere per casa gente
sconosciuta porta le due donne a delle rinunce. Viene messa in discussione la
loro privacy, i loro riti e le loro abitudini, ma la cortesia e l’affabilità dei
due giovani le portano ad accettarli. La madre è più che disponibile nei
confronti di Leonard, Frances non sa cosa pensare di nessuno dei due, anzi,
Leonard con il suo fare, la mette alquanto a disagio. Finché un giorno Frances
nota Lilian in un vestito zingaresco che lascia scoperto gran parte del suo
corpo e sente qualcosa cambiare in lei. Nasce tra le due un profondo legame,
che farà rifiorire Frances, che era stata una ragazza ribelle, soprattutto
verso il padre, ma dopo alcuni avvenimenti che l’avevano riguardata, era
diventata chiusa e solitaria, un po’ una vecchia zitella, nonostante non abbia
ancora trent’anni. Il romanzo a questo punto si divide in tre parti concatenate
tra loro: nella prima parte c’è il
ritratto della decadenza di una città sconvolta dalla guerra con tutti i
problemi conseguenti, con la necessità di una ricostruzione venata di un certo
ottimismo; nella seconda parte c’è una storia d’amore che visto il periodo
temporale in cui si svolge non solo era considerata scabrosa, ma aberrante,
anzi contro la legge; nella terza parte c’è infine il giallo ottocentesco,
perché sì, in questo romanzo ci sarà anche un omicidio. La Waters è molto brava
a raccontarci un tema complesso, senza cadere nel becero erotismo imbastendo la
storia in modo raffinato, fino alla svolta drammatica raccontata in maniera
avvincente, intersecando le due storie con un’abilissima ricostruzione degli
anni venti londinesi, descritti con minuzia di particolari, dagli abiti, agli
oggetti, agli strumenti di lavoro, riuscendo a farti immaginare gli ambienti
con l’impressione di viverli di persona. Inaspettata è la piega thriller del
romanzo, quella cosa in più che non ti aspetti, ma che porta ad un finale di
crescita e rinascita. E’ un appassionante affresco dell’epoca, con personaggi
descritti perfettamente che rimangono
impressi nella memoria per la loro veridicità. L’abilità dell’autrice
richiamata in copertina da Stephen King, è quella di farti partecipare ai
pensieri, alle angosce e alle emozioni di Frances come se il lettore fosse lì e
vivesse in prima persona i fatti raccontati nel romanzo. Voto: 8
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