giovedì 29 settembre 2016

RECENSIONE – La ricetta segreta per un sogno di Valentina Cebeni



Questa storia inizia con il sentore di anice, un profumo che ci porteremo dietro per tutta la storia. Quello del pane con l’anice appena sfornato. E’ una storia di donne forti e passionali, che anche di fronte alle difficoltà della vita stanno diritte contro il vento impetuoso. La protagonista della storia è Elettra Cavani una giovane donna dal passato oscuro. Avrebbe voluto conoscerlo, se non fosse che sua madre è stata colta da un ictus e giace in coma in un  letto di ospedale. Elettra è perseguitata da quell’odore di anice, che oltre a ricordarle sua madre in cucina, le ricorda le lotte che ha combattuto per avere una vita diversa, andare a New York per lavorare in un giornale. No! Tutti i suoi sogni sono andati perduti. Ha dovuto rinunciare a tutto quello che voleva per colpa di quella donna che ora giace inerme. Ma Elettra non crede nelle coincidenze e i biglietti aerei che la porteranno sull’Isola del Titano stanno sicuramente a significare qualcosa. Che sia il modo di Edda di farle sapere qualcosa sul passato? Lei non ha nulla da perdere e si imbarca in una nuova avventura, quella di trovare i legami di Edda con l’Isola e soprattutto con l’uomo che dovrebbe essere quel padre che non ha mai conosciuto. Giunta sull’isola tra gli sguardi diffidenti dei suoi abitanti, conosce immediatamente Lea, una donna come lei ma con uno spirito di accoglienza eccezionale. Lea ha sempre vissuto nel convento dell’isola, essendo un’orfana e al momento è riuscita a comprare la struttura e a farne la sua casa e quella di altre tre donne Nicole,  Dominique e Isabelle. Le tre sono in apparenza impenetrabili e sfuggono alle sue domande, cercano in tutti i modi di rallentare la sua ricerca, lasciandola spesso con dei dubbi irritanti. Ma sarà proprio attraverso il legame che formerà con loro che riuscirà a scoprire molto del suo passato e su quello di sua madre. Sarà la cucina e il cibo ad aiutarla nello stabilire un legame con le altre, nonostante nel passato odiasse cucinare; ma soprattutto riuscirà a farle vedere il legame con sua madre in maniera diversa. Amicizia, amore, antiche  tradizioni e vecchi rancori faranno da sfondo alla storia. Gli odori dei dolci, dello zucchero, dell’anice, del pane appena sfornato e del mare ci guideranno nei sentieri inesplorati della vita di Elettra. La vedremo cambiare sotto i nostri occhi pagina dopo pagina, crescere e diventare un’altra. Si scontrerà più volte con la vecchia se stessa, fino a farla soccombere per l’amore a cui non credeva di poter cedere. La ricetta segreta per un sogno è un romanzo “a colori”: del contrasto tra i paesaggi duri, il mare in burrasca, le donne velate di nero, con i dolci, il pane e la Santa Elisabetta ne sono piene le pagine. Le parole che ricorrono spesso sono riscatto e salvezza. Ci sono sogni, speranze ed illusioni; c’è la luce che ti permette di vedere piano piano, il vento che ti accarezza la pelle, il mare che può essere fermo o rumoroso nella quiete notturna, qualcosa di mistico e i profumi che riempiono l’aria. Una storia molto toccante, e vera. Nell’impasto del pane che nasce dalle mani di Elettra c’è la metafora della vita che continua, nella speranza di un domani migliore. Brava l’autrice nell’intrecciare la storia di queste donne forti e deboli allo stesso tempo. Nel tratteggiare i loro caratteri con le loro preponderanze. La storia non è complicata, a momenti mi ha ricordato Chocolate della Harris, ma non so se l’autrice ne abbia tratto ispirazione. Belle le ricette alla fine di ogni capitolo … ora non sta che provarle. Voto: 7,5

mercoledì 14 settembre 2016

RECENSIONE – Il segreto di Lady Audley di Elizabeth Braddon


Uscito a puntate tra il 1861 e il 1862 sulle pagine delle riviste letterarie del tempo “Il segreto di Lady Audley” si inserisce nel filone letterario vittoriano dedicato alla risoluzione dei misteri, caratterizzato da un intreccio avvincente. La struttura narrativa utilizzata dalla Braddon si adattava perfettamente alle pubblicazioni periodiche a puntate del tempo, tanto che pubblicò tutti i suoi romanzi in questa forma. Il genere utilizza determinate caratteristiche: deve essere ambientato in epoca vittoriana (non difficile visto che l’autrice era della stessa epoca), la trama deve essere intessuta di mistero che di conseguenza porta ad un’indagine, ci debbono essere dei segreti di famiglia, qualche ambiguità, persone con un passato tormentato. Il romanzo segue le vicende di Lady Audley al tempo Lucy Graham e di Robert Audley. Le storie di questi due protagonisti si intrecciano tra di loro, creando un giallo affascinante. Robert Audley è un rampollo di una famiglia nobiliare, ma del ramo diciamo “povero”. E’ figlio di un fratello cadetto di un baronetto, quindi non ha opportunità di ereditare il titolo, soprattutto ora che suo zio si è risposato con una donna molto giovane. La donna in questione è Lucy Graham ex governante di una famiglia abbiente del paesino di Audley, che, sposandosi, ha elevato il suo status sociale, passando da semplice governante a moglie di un baronetto, conseguendo il titolo di Lady. Ma a disturbare Lucy nella sua nuova condizione arriva il nipote di suo marito, avvocato nullafacente, con nessuno scopo nella vita, se non quello di vivere tranquillamente senza fare nulla, mai sopra le righe, ma nemmeno sotto. Robert dopo tantissimo tempo torna a trovare suo zio, ma non è solo. E’ accompagnato dal suo amico George Talboys, un suo ex compagno di studi, tornato dall’Australia dopo che ha fatto fortuna trovando dell’oro. George vive un momento particolare. E’ stato via tre anni lasciandosi tutto alle spalle, compresi moglie e figlio, per sbarcare il lunario. Quando sta tornando a casa scopre, da un articoletto di giornale, che sua moglie è morta. E’ profondamente depresso e il suo amico Robert Audley lo porta con sé per farlo svagare. Avvertito suo zio del loro arrivo si vedono rifiutare ospitalità; rifiuto dovuto a Lady Audley che non sta molto bene. Passano svariati giorni e i due non riescono mai a conoscere la nuova moglie dello zio di Robert, ma in sua assenza riescono ad entrare in casa e George, accompagnato da Robert  riesce a vedere i quadri, molto antichi che fanno parte dell’arredamento del vecchio palazzo nobiliare. Tra le altre cose, riescono anche a vedere il ritratto della nuova Lady Audley. Il giorno dopo, senza nessun avvertimento George Talboy scompare, e con lui il lassismo del suo amico Robert. Da qui inizia l’indagine di Robert alla ricerca del suo amico perduto, alla scoperta, tramite numerosi indizi del colpevole della scomparsa di quest’ultimo. Scopriremo, dalla mano sapiente della scrittrice, di una donna con una doppia identità, di un uomo considerato un farfallone con un animo da investigatore. Ci troveremo di fronte ad inquietudini, a crimini, ad abbandoni a pazzie. Tutto quello che sembra non è, tutto quello che non sembra è. Un gioco di luci ed ombre, di incastri. Un puzzle di identità, dove ogni personaggio ha un suo doppio. Il tutto immerso nella campagna inglese di fine ottocento. Bel libro, bella trama, scritto con maestria dall’autrice. Voto: 8


martedì 13 settembre 2016

RECENSIONE – CHINA GIRL (NEAL CAREY SERIES VOL. 02) di Don Winslow



Secondo volume della Serie del detective privato Neal Carey. Fa strano leggere un libro che ormai è storia, dove si parla ancora di videocassette o di ammennicoli che ormai sono in disuso da anni, ma le storie di Winslow anche se riproposte, non sfigurano mai, tanto da portare gli editori di Einaudi a pubblicare immediatamente il secondo volume dopo appena un paio di mesi dall’uscita di London Underground. Nel primo volume Winslow ci racconta la crescita di Neal Carey, da ragazzino di strada a ragazzo, universitario e affiliato agli Amici di Famiglia, una specie di società segreta di investigazioni, sempre in bilico tra legalità e illegalità, tra sistemi più o meno accettabili. In London Underground l’avevamo visto alle prese con la scomparsa della figlia di un senatore degli Stati Uniti, e in questo secondo lo ritroviamo tranquillo alle prese con libri antichi in un cottage inglese, dopo che gli è stato ordinato di darsi per un po’ alla macchia. Ma gli Amici di Famiglia sanno come farti tornare sui tuoi passi, e quel che interessa a Neal è riuscire finalmente ad ottenere la sua Laurea in Letteratura Inglese del XVIII secolo, quindi nominare parole come università e laurea lo porta ad accettare qualsiasi incarico. Anche stavolta gli Amici di Famiglia, fanno leva sulla voglia di Neal di finire quello che ha iniziato. Questa volta ha l’incarico di ritrovare Robert Pendleton, un talento nel campo della chimica, soprattutto nella sinterizzazione di fertilizzanti che rendono una fortuna ai suoi investitori. Pendetlon risulta scomparso, senza aver lasciato traccia, dopo essere stato ad un convegno a San Francisco. Sta a Neal ritrovarlo e riportarlo all’ovile, ma come al solito non sarà una cosa semplicissima. Neal dovrà partire da San Francisco, volare ad Hong Kong, fino ad arrivare nella Cina più remota e rurale, in un viaggio avventuroso, accompagnato, non proprio amichevolmente dalla Cia, dal governo cinese e da un’organizzazione segreta letale. A complicare le cose ci sarà anche l’affascinante Li Lan, che fino all’ultimo non si riuscirà a capire se sia vittima o carnefice. Lo stile di Winslow era in questi primi romanzi ancora un po’ acerbo, ma già si intravedeva quello che ora è lo scrittore di capolavori come “Il potere del cane”, “Il Cartello” e “L’inverno di Frankie Machine”. Io poi, credo, di essere leggermente di parte. Voto: 7,5

lunedì 12 settembre 2016

RECENSIONE – Gli ospiti paganti di Sarah Waters



Non conoscevo questa autrice, quindi sono stata molto contenta di aver scoperto il suo romanzo, perché merita veramente di essere letto. Siamo a Londra nel 1922,  qualche anno dopo la Grande Guerra, con la necessità di una ricostruzione e con la voglia di ricominciare daccapo e mettersi tutto alle spalle, ma con qualcuno, almeno parte della popolazione borghese, ancorata all’appartenenza ai vecchi ceti sociali. Frances  Wray vive insieme alla madre in una casa molto grande appartenente alla media borghesia, che fino a poco tempo prima, era piena di gioia, forse fasulla. I suoi fratelli sono entrambi morti in guerra molto giovani e suo padre li ha seguiti poco dopo morendo di crepacuore, lasciando le due donne piene di debiti. Frances è costretta a sobbarcarsi i lavori più umili perché il conflitto le ha lasciate indigenti, fino a che non ha l’idea, per pentirsene subito dopo, di affittare parte della grande casa a degli “ospiti paganti”, perché considerarli affittuari non è politicamente corretto. Dopo un annuncio sul giornale si presentano due giovani sposi, i coniugi Barber: lui è un uomo ambizioso che sta tentando la carriera nelle assicurazioni, lei invece passa molto tempo in casa. I due, socialmente considerati inferiori a Frances e sua madre, con il cambio di domicilio, hanno l’occasione di elevarsi agli occhi degli altri. All’inizio questa convivenza crea un senso di disagio a Frances e a sua madre, perché avere per casa gente sconosciuta porta le due donne a delle rinunce. Viene messa in discussione la loro privacy, i loro riti e le loro abitudini, ma la cortesia e l’affabilità dei due giovani le portano ad accettarli. La madre è più che disponibile nei confronti di Leonard, Frances non sa cosa pensare di nessuno dei due, anzi, Leonard con il suo fare, la mette alquanto a disagio. Finché un giorno Frances nota Lilian in un vestito zingaresco che lascia scoperto gran parte del suo corpo e sente qualcosa cambiare in lei. Nasce tra le due un profondo legame, che farà rifiorire Frances, che era stata una ragazza ribelle, soprattutto verso il padre, ma dopo alcuni avvenimenti che l’avevano riguardata, era diventata chiusa e solitaria, un po’ una vecchia zitella, nonostante non abbia ancora trent’anni. Il romanzo a questo punto si divide in tre parti concatenate tra loro:  nella prima parte c’è il ritratto della decadenza di una città sconvolta dalla guerra con tutti i problemi conseguenti, con la necessità di una ricostruzione venata di un certo ottimismo; nella seconda parte c’è una storia d’amore che visto il periodo temporale in cui si svolge non solo era considerata scabrosa, ma aberrante, anzi contro la legge; nella terza parte c’è infine il giallo ottocentesco, perché sì, in questo romanzo ci sarà anche un omicidio. La Waters è molto brava a raccontarci un tema complesso, senza cadere nel becero erotismo imbastendo la storia in modo raffinato, fino alla svolta drammatica raccontata in maniera avvincente, intersecando le due storie con un’abilissima ricostruzione degli anni venti londinesi, descritti con minuzia di particolari, dagli abiti, agli oggetti, agli strumenti di lavoro, riuscendo a farti immaginare gli ambienti con l’impressione di viverli di persona. Inaspettata è la piega thriller del romanzo, quella cosa in più che non ti aspetti, ma che porta ad un finale di crescita e rinascita. E’ un appassionante affresco dell’epoca, con personaggi descritti perfettamente  che rimangono impressi nella memoria per la loro veridicità. L’abilità dell’autrice richiamata in copertina da Stephen King, è quella di farti partecipare ai pensieri, alle angosce e alle emozioni di Frances come se il lettore fosse lì e vivesse in prima persona i fatti raccontati nel romanzo. Voto: 8