Torna Nikolaj Hell. Torna ma non
dalla penna di Trevanian, il suo creatore. Ma torna dalla penna di Don Winslow
a cui gli eredi hanno dato il là per scrivere il seguito di Shibumi, il
capolavoro di Trevanian. In Shibumi avevamo trovato un Nikolaj Hell che viveva
nei paesi baschi, e che si era già lasciato alle spalle il suo lavoro da killer
professionista. In Satori di Winslow torniamo indietro nel tempo, quando Hell
nasce nella sua nuova vita di killer mercenario e professionista. Nikolaj è
rimasto rinchiuso per tre anni in un carcere americano in Giappone, dopo aver
ucciso il suo patrigno Kawashima. E’ stato sottoposto a torture sia fisiche che
mentali, ma la CIA ha bisogno di lui. Viene quindi liberato e addestrato per una
missione segreta. Diventare Michel Guibert, trafficante d’armi francese. Per
questo conosce Solange, donna misteriosa, che oltre ad insegnargli a diventare
un vero francese, condivide con lui un rapporto molto più stretto ed intimo. Il
suo incarico è quello di uccidere l’alto commissario sovietico Vorošenin a Pechino. La CIA
non sa che Hel ha un conto aperto con Vorošenin, che ha distratto tutti i beni della madre di
Nikolaj, la contessa Ivanova. Hel oltre ad aiutare gli americani, ha quindi
anche il modo di vendicare sua madre. Ma quello che lo fa decidere ad accettare
una missione che potrebbe essere suicida è la promessa da parte dell’Agente
Haverford di poter uccidere i suoi
torturatori e di ritrovare Solange, di cui si è innamorato. Atterrato in
Cina, mette in atto la sua recita, quella preparata dagli americani. Lui è
Michel Guibert, figlio di un trafficante d’armi, e trafficante a sua volta. Nel
suo corso della storia, ci sono molti personaggi, che lo aiuteranno o lo
ostacoleranno nei suoi intenti. La seconda parte del romanzo si apre con
Hel/Guibert in fuga, da tutti. Sia dai cinesi, per l’uccisione del loro
torturatore preferito Khang, sia dagli americani che lo credono un
doppiogiochista, sia dai russi perché ha ucciso Vorošenin. Il personaggio cambia,
cresce e si evolve nel corso degli eventi, la descrizione dei pensieri, delle
azioni e dei dubbi è scrupolosa, alla maniera di Winslow, che entra in
profondità nel personaggio e gli taglia e cuce la storia addosso. Hel è molto
influenzato dal suo passato, ma le persone che lo accompagnano in questa
avventura lo spingono verso un cambiamento, da cinico e crepuscolare, ad
avventato e passionale. L’amore per la bellissima Solange finirà per dettare
ogni suo passo, dando ai nemici l’opportunità di tendergli una trappola
mortale. Il periodo storico è quello della guerra di Corea, con figure
politiche di spicco in attrito tra di loro e immischiate in affari piuttosto
loschi. L’azione si svolge tra la Cina e il Vietnam, dove Nikolaj dovrà dare
prova di essere un giocatore impeccabile, cercando di anticipare le mosse del
nemico. Come per lo Shibumi di Trevanian, anche il Satori di Winslow ha una
difficile collocazione. E’ un romanzo complesso, intricato e affascinante.
Winslow non fa rimpiangere Trevanian, e raggiunge il suo scopo anche
discostandosi dai suoi temi cardine. Più generi in uno stesso romanzo, come
detto, rendono difficile classificare quest’opera così raffinata, che proprio
per la sua varietà, è capace di dare molte emozioni. Winslow vince quindi la
sfida. Quella di esser riuscito a riproporre un personaggio come Hel, senza
scadere e senza farci storcere la bocca. Anzi ricreandone perfettamente lo
stile, che regge perfettamente il confronto con l’originale. Voto: 8
venerdì 27 marzo 2015
lunedì 23 marzo 2015
RECENSIONE – I segreti di Gray Mountain di John Grisham
Nuovo legal thriller per John Grisham, che del
genere è un maestro, vista l’esperienza maturata direttamente sul campo. Il
romanzo è ambientato negli Appalachi, la catena montuosa situata nella parte
orientale degli Stati Uniti, che è anche una delle zone più economicamente a
basso reddito dello Stato. Protagonista è Samantha Kofer. Samantha è un
avvocato, fino a quel momento ha lavorato per uno dei più grandi studi legali
di New York, il suo lavoro consisteva nel leggere, controllare e definire
contratti per la vendita e l’acquisto di grandissimi immobili. Un lavoro
noiosissimo, ma pagato benissimo, ma a costo di grandissimi sacrifici in fatto
di libertà personale. Ma la situazione temporale è quella del fallimento della
Lehman Brothers che erogava mutui a go-go nel 2008, quindi Samantha si ritrova
dal giorno alla notte senza più lavoro. L’unica opportunità che le si presenta
davanti è quella di andare a lavorare in modo del tutto gratuito, presso un’organizzazione
senza scopo di lucro, in modo da mantenere almeno la sua assicurazione
sanitaria e l’opportunità, un giorno, di rientrare al suo vecchio ufficio. L’opportunità
gliela concede Mattie Wyatt, che fa parte di uno studio di assistenza legale, a
Brady in Virginia, un piccolo centro con pochi abitanti sui Monti Appalachi. La
maggior parte delle cause verte contro le industrie del carbone, che da quelle
parti la fanno da padrone. Lì Samantha troverà Donovan, nipote di Mattie,
avvocato indipendente, specializzato nelle cause di risarcimento milionarie
contro le grandi industrie carbonifere. Sam si ritrova anni luce dal suo lavoro
svolto nella Grande Mela, ma si farà prendere dal fascino del vero lavoro di
avvocato. Nell’aiutare Donovan, Samantha scoprirà i segreti della cittadina, e
tutelando i clienti si scontrerà anche lei contro i colossi dell’industria
carbonifera, che oltre ad avere un immane potere, sono anche aiutati da
politici e forze dell’ordine corrotte. Anche le persone sono molto restie a
denunciare i soprusi, perché le compagnie, forti dei loro appoggi, sono
disposte a violenze e omicidi, per continuare a tutelare i loro interessi.
Siamo di fronte ad un classico legal thriller, dai meccanismi super oliati, con
il debole, rappresentato da Samantha, che si scontra con il forte,
rappresentato dalla grande industria del carbone. Ma insieme a questo c’è anche
la denuncia del Grisham più politico, coinvolto anche dal punto di vista
sociale, con la denuncia dei disastri ecologici provocati da questi colossi, e
con la rappresentazione delle dure condizioni di vita degli abitanti e dei
lavoratori di quelle zone. Considerato dal Washington Post in termini
lusinghieri, che lo ha definito un romanzo importante e arrabbiato, con l’autore
in grado di denunciare i mali di una società corrotta e corruttibile, senza mai
perdere di vista l’intrattenimento del lettore. La scrittura scorrevole di
Grisham aiuta. Aiuta anche il linguaggio molto facile utilizzato per spiegare
le varie fasi processuali. Infatti il romanzo non è infarcito di termini
legali, e quelli relativi all’estrazione del carbone, ci vengono debitamente
spiegati all’inizio del romanzo. Voto: 7/8
lunedì 16 marzo 2015
RECENSIONE – Boonsboro Hotel. La casa dei grandi incontri vol. 02 di Nora Roberts
Seconda puntata della saga di
Boonsboro Hotel. Stavolta devo dire che il libro non è che sia granché. Infatti
è praticamente una ripetizione del primo volume. E sicuramente il terzo
rimarcherà la stessa trama. I protagonisti del secondo episodio sono Owen, il
più piccolo dei fratelli Montgomery e Avery McTavish proprietaria della
pizzeria di Main Street, di fronte al famoso Hotel (il vero protagonista della
serie!). Vedremo anche il seguito della storia tra Clare e Beckett, e il loro
matrimonio, e appariranno come sempre anche i personaggi già visti nel
precedente episodio, tra cui Hope e il rude Ryder, Clare e i suoi figli, il suo
quasi marito Beckett e la signora
Montgomery, Justine. Avery e Owen sono un po’ come due fratelli, sono cresciuti
insieme, grazie all’amicizia tra il padre di lei, Willy B e i genitori di Owen.
Lei è cresciuta senza madre, è scappata quando aveva dodici anni. Ne ha sempre
sofferto molto, e si è spesso appoggiata sulla mamma dei fratelli Montgomery.
Ma è anche per questo che è diventata quello che è: caparbia, vulcanica ed
espansiva, ma abituata a far affidamento solo su se stessa, e a non fidarsi mai
di nessuno. La fine dei lavori al Boonsboro Hotel le consente di riavvicinare
Owen che è un uomo che fa dell’organizzazione il suo sistema di vita, ed
infatti gira sempre con il fido block notes pieno di liste da spuntare. Lei è
completamente diversa, la disorganizzazione, tranne che sul lavoro, fa parte
della sua esistenza. Ma i due sembrano completarsi da sempre. Infatti Owen è
stato il primo fidanzatino di Avery, quando erano bambini e tra i due ha sempre
continuato ad esserci qualcosa a dispetto del passare del tempo. Piano, piano
la loro storia si concretizzerà e i due, nonostante le loro diversità capiranno
di poter contare l’uno sull’altra e di essere in qualche modo, predestinati da
sempre. Complice il benevolo fantasma di “Lizzy” che dimora al Boonsboro i due
riescono a stabilire quel contatto che mancava ad unirli. Ed anche la ricerca
sulla storia di Lizzy stessa in qualche modo li unirà un po’ di più. Voto: 6
domenica 15 marzo 2015
Lei conosce lui ad un grande evento che ha organizzato. Lui è un famoso giocatore di football, Mike Riley. Lei è Tara Lincoln e fa l'organizzatrice di eventi. Sesso. Altro sesso. Magnifico sesso. Lei gli rivela di avere un figlio di 14 anni. Lui la prende bene. Sesso. Mega sessa. Super sesso. Lui gli rivela il suo segreto più recondito. Sesso. Sesso e ancora sesso. Litigio per un terzo incomodo. Si lasciano. Tutti e due sono tristi. Succede il miracolo e si riappacificano. E quindi.. sesso, mega sesso, super sesso. Ah... dimenticavo! Lui è bellissimo e ha un sacco di soldi. Lei è bellissima (ma fa finta di non saperlo) è super intelligente, insomma perfetta. Voto: n.c. (non classificato come a scuola)
martedì 10 marzo 2015
RECENSIONE – Se ho paura prendimi per mano di Carla Vistarini
RECENSIONE – La felicità delle piccole cose di Caroline Vermalle
Sembrerebbe quasi un romanzo on
the road questo della Vermalle, se non fosse che è un romanzo talmente aulico e
leggero, che perde quel senso del viaggio. Ma di viaggio in fondo si parla, e di
una mappa e di un tesoro. La nostra storia si svolge in una Parigi innevata,
raccolta intorno al fascino del tempo che fu, e lungo il corso della Senna,
lungo i cui argini si muovono le vite dei nostri protagonisti di questa storia
affascinante scritta da Caroline Vermalle. Il protagonista assoluto è Frédéric,
un avvocato trentaseinne all’apice della carriera. I suoi clienti fanno tutti
parti dell’elite cittadina. Attori, finanzieri, vip che frequenta per via del
suo legame con lo studio legale blasonato per il quale lavora. Ma la sua vita è
fatta anche di aste d’arte dove è sempre alla ricerca di opere impressioniste,
che sono tutto ciò a cui aspira. Nel suo cuore ha però una grande solitudine.
Un grandissimo interrogativo ottenebra la sua vita. Quello che gli manca è
l’affetto e la comprensione di una famiglia, quello che lo divora è un senso di
vuoto e di abbandono che risale all’infanzia, quando il padre è scomparso
improvvisamente. Questo dolore è stato capace di spingere la sua ambizione e la
sua volontà, facendolo emergere negli studi e primeggiare nel mondo del lavoro,
ma è stato anche la causa dei suoi fallimenti in campo sentimentale. Intorno a
Frédéric ruotano diversi personaggi, poetici e credibili, che concorrono a fare
di questa storia, una collezione di minuscoli tesori, come recita il titolo
originale. C’è Pétronille, la sua tuttofare, un po’ innamorata dell’immagine
chic e mondana di Frédéric e
dell’ambiente che lui frequenta. Pétronille, è una persona che ispira
tenerezza, come i bigné che sa cucinare alla perfezione, e che avranno vita
propria nel corso della storia. E’ una persona perbene Pétronille, pensa sempre
agli altri ed ha un grande senso di responsabilità, anche se a volte si fa
trascinare dalla situazione. Per fortuna ha accanto sua sorella Dorothee, che
si fa in quattro per tirarla fuori dai guai. C’è Fabrice Nile, che non
conosceremo mai, perché la storia si apre proprio con l’apertura del suo
testamento, il cui erede è Frédéric. Anche se l’avvocato non ha mai conosciuto
Fabrice. Gli lascia diverse cose, ma sul momento per Frédéric sono senza
importanza, ma la cosa lo incuriosisce. Chi è Fabrice Nile? E perché gli ha
lasciato questa scatola con una misteriosa mappa da decifrare? E poi: un
biglietto di un treno, uno per l’ingresso al Musée D’Orsay, uno per un viaggio
su un battello sulla Senna? Che strana caccia al tesoro è questa? E per quale
motivo Frédéric associa tutto a qualche misterioso dipinto scomparso di Monet,
il suo pittore preferito? Con l’aiuto di Pétronille inizia a seguire gli indizi
che lo porteranno sulla strada degli impressionisti ad Eragny, Vétheuil, a
Giverny nel giardino di Monet ed infine al Musée d’Orsay. I viaggi saranno
l’occasione per capire il vero valore dell’amicizia e dell’affetto, ma
soprattutto quella di far pace con il suo passato. Una storia molto aulica e
leggera, con lo charme dato dal sottofondo della Francia degli impressionisti e
dei loro capolavori, delle magiche atmosfere che i colori dei loro quadri sono
in grado di evocare, e anche dalla scelta della caccia al tesoro, con gli
indizi che inducono il lettore a trovare anche lui la strada. Un’atmosfera
romantica e di grande fascino, per una storia leggera che ha però la capacità
di farci riflettere sul valore dei sentimenti e sui legami affettivi e di
ricordarci l’importanza di sapersi donare l’uno all’altro, ma soprattutto a se
stessi. Frédéric, nonostante le sue debolezze e le sue paure è un bel personaggio,
molto, molto umano. E il contorno di uomini e donne che gli ruotano attorno,
sono una variopinta girandola simpatica e stralunata, ma sempre animata da
buoni sentimenti che scaldano il cuore. Voto: 7,5
RECENSIONE – Boonsboro Hotel. Il giardino dei nuovi inizi vol. 01 di Nora Roberts
Eccomi a leggere la Roberts più
romantica, quella che forse mi piace di meno. La preferisco più avventurosa, ma
devo comunque dire che la signora non sbaglia mai un colpo, forse perché scrive
assai bene, quindi tutto ciò che ci racconta, anche queste storie smielate,
riusciamo comunque a farcele piacere. Questa è una lettura per appassionate del
genere romance, è tutto occhi a cuoricini, ma tant’è che la signora un’avventura
ce la fa vivere lo stesso. Ci piacciono gli uomini che lavorano con le mani,
che costruiscono, un po’ come si costruisce una vita e qui ne abbiamo ben tre.
La storia d’altronde si divide in tre volumi e stavolta i protagonisti sono
uomini alla ricerca della felicità. Anche se il vero protagonista, in un certo
senso, è un albergo in costruzione, il Boonsboro Hotel, con tanto di fantasma
incorporato. Come dicevo i protagonisti sono tre, i fratelli Montgomery: Ryder,
Beckett e Owen, rigorosamente in ordine di età. Costruttore, Architetto e
Capomastro della Montgomery Constructor. Questo romanzo, in particolare, è
concentrato sulla figura di Beckett,
un uomo pratico, gentile, sempre disponibile ad aiutare gli altri ed ad
esaudire i desideri dei propri amici e familiari. Lui è l’architetto
dell'azienda, che grazie alla sua fantasia e attenzione riesce a ricreare
ambienti da sogno accostando vari oggetti nel giusto design. La storia inizia con i tre fratelli che
stanno riportando alla luce un vecchio edificio di Boonsboro trasformandolo da
catapecchia pericolante in un Hotel di
lusso. Ogni stanza dell'albergo creata sarà chiamata come una particolare coppia
protagonista dei romanzi d’amore più famosi; non poteva quindi mancare una
"Elizabeth & Darcy", una "Titania & Oberon" e guardate
un po' c'è anche una "Eve & Roarke" (protagonisti della serie In Death, scritta
dalla stessa Roberts con lo pseudonimo di J. D. Robb). Vicino all’edificio
in ristrutturazione c’è la libreria di Clare, una donna rimasta vedova molto
giovane, con tre figli piccoli, che ha deciso di ritornare a casa e far
avverare il suo sogno, aprire una libreria, la Gira la Pagina. Lei stessa la
gestisce, ed è sempre rifornita di ogni genere di letture per grandi e piccini, ed
anche di piccoli oggetti con cui si possono fare splendidi regali. E’ una donna
intraprendente, con la testa sulle spalle e un amore infinito per i propri
figli, Harry, Liam e Murphy, a cui deve fare da madre e padre. Clare era la vecchia fiamma del liceo di
Beckett, senza averlo mai saputo. Effettivamente lui, non ha mai smesso di ammirarla,
ma siccome era molto amico del fidanzato di Clare aveva pensato bene di
mettersi da parte. Ma ora? Lei è tornata ed è sempre bellissima, e gli provoca
sempre quel senso di stralunamento quando la vede. E’ sempre confuso e
impacciato. L’intesa tra i due è molto forte da subito, nonostante gli
imbarazzi e le insicurezze, l’attrazione c’è ed è molto forte. Almeno
all’inizio da parte di Beckett. La storia è scorrevole, fluida tra emozioni
intense, graffiante ironia, vecchi ricordi e allettanti nuovi inizi. I
personaggi che dovrebbero essere secondari, sono co-protagonisti amalgamati
benissimo nella narrazione e riescono a far risaltare i protagonisti
principali, senza però rubargli la scena. Quello che mi ha sorpresa di più è
stato il tocco di suspense inaspettato, che dà alla storia anche una punta di
thrilling. Quello che mi colpisce di questa autrice, con ogni suo libro è
l’eleganza frugale del suo stile narrativo, e il modo delizioso con cui riesce
a farti entrare in empatia con i protagonisti della storia. Non c’è dubbio, la
regina del romance è lei, e colpisce sempre nel segno, con la sua abilità
costruisce sempre delle storie coinvolgenti, con protagonisti mai ripetitivi, e
ti lascia con la curiosità di scoprire come le cose si evolveranno nel proseguo
della storia. Voto: 6,5
lunedì 2 marzo 2015
RECENSIONE – Roderick Duddle di Michele Mari
Ci sono dei romanzi che ci
prendono dalla prima pagina, catturando da subito la nostra attenzione. Romanzi
che ci fanno dimenticare tutto quello che ci circonda. Che ci riportano
indietro nel tempo, alle nostre letture adolescenziali, quando venivamo
completamente assorbiti dalle storie, che ci portavano in mondi fantastici e
avventurosi. E così è questo romanzo, Roderick Duddle. Già il titolo ci riporta
indietro nel tempo, con la mente sicuramente a Dickens, col suo Oliver Twist …
certo ho scomodato un grande … Ma Michele Mari, l’autore di questo romanzo, è
questo che vuole, farci tornare, a distanza di anni, indietro nel tempo, alle
nostre letture giovanili. La trama, in effetti non ha nulla di nuovo, anzi ricalca
quasi alla perfezione quell’Oliver Twist a cui, in parte, si ispira. Roderick è
un orfano, nato e cresciuto in un bordello, ma a sua insaputa è l’erede di una
grande famiglia nobile dell’Inghilterra dell’ottocento. Perfino la storia del
medaglione, che dovrebbe permettere il suo riconoscimento, è tratto dal romanzo
dickensiano. Intorno a lui e alla sua eredità gravitano innumerevoli
personaggi: suore, prostitute, furfanti, assassini, marinai, tutti attratti
irresistibilmente dalla presunta eredità, facendo di Roderick il centro di una
fitta trama di intrighi che si dipana per oltre quattrocento pagine. Pagine che
scorrono via leggere. Mari si diverte a scrivere un romanzo che se ne infischia
dei gusti del lettore o dei temi predominati della narrativa moderna. Ci regala
così un romanzo come ho già detto dickensiano, di cui disegna con cura anche
una toponomastica immaginaria, che racchiude l’intero mondo di Roderick. Altri
omaggi verranno fatti nel romanzo, non solo a Dickens. Ci sono riferimenti a
L’isola del tesoro di Stevenson, a Moby Dick di Melville, e a Gordon Pym di
Poe. Questi quelli più macroscopici. Ma non mancano anche suggestioni legate ai
personaggi. Come non collegare il personaggio di Lennie a Uomini e topi di
McCarthy, o Suor Allison e la Badessa al marchese De Sade o alla Monaca di
Monza di Manzoni? Anche un piccolo riferimento a Salgari, con il personaggio
del marinaio Ram-Singa. Sono tanti i personaggi di questa storia, ma tre su
tutti prendono il sopravvento e rimangono impressi nella memoria. Primi fa
tutti il Probo. Personaggio ambiguo a cui la semantica del nome ci riporta alla
virtù, alla probità, mentre egli non è altro che uno spietato e preciso
sicario, affetto da una deformazione fisica, il naso a proboscide, da qui il
diminutivo Probo. Il dettaglio della voce bassissima, che lo contraddistingue,
giova a renderlo ancora più inquietate. L’altro personaggio è Suor Allison, che
come il Probo si porta dietro il marchio della diversità. Suor Allison, da
personaggio marginale, diviene strada facendo uno dei protagonisti. Vera e
propria maliarda, manipolatrice di destini. Lei è la dimostrazione di come un
personaggio possa iniziare a vivere di vita propria imponendosi all’autore.
Completa la terna dei tre personaggi indimenticabili, quello di Jones. Lui è
una sorta di cattivo ma simpatico, che pur non lesinando trame, inganni e
omicidi, suscita nel lettore, uno sguardo quasi indulgente e divertito. Le sue
perversioni, ce lo rendono fin troppo vicino all’essere umano. E’ Jones ad
incarnare il vero doppio della storia, molto più della coppia di bambini
identici Roderick-Michael. Il romanzo ricalca tutti gli schemi del romanzo d’avventura
ottocentesco, un libro quindi, che non racconta niente di originale, ma che sa
tenere il lettore incollato alle sue pagine, senza nessun momento di noia. La
risposta è da ricercarsi nella maestria con cui Mari maneggia i materiali della
tradizione letteraria e nella passione, nel trasporto con cui li ha letti e
assimilati, rendendoli parte integrante della sua persona. Voto: 8
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