La "The Century Trilogy" è il progetto ambizioso con il quale Ken Follett ci vuole raccontare la storia del novecento, romanzandola attraverso le vicissitudini di alcune famiglie, le cui vicende si intrecciano indissolubilmente passando di generazione in generazione.
Nel primo capitolo "La caduta dei giganti", si parlava della Prima Guerra Mondiale e della Rivoluzione Russa, ne "L'inverno del mondo", secondo capitolo della trilogia è il turno della Seconda Guerra Mondiale.
In 950 pagine conosceremo decine di personaggi, alcuni storici e alcuni inventati. Alcuni saranno apprezzati per il loro ruolo ed il loro carattere, altri meno.
Come ogni opera ha pregi e difetti e anche in questo incide il gusto personale.
Dal punto di vista storico sono state fatte delle semplificazioni. Si è preferito trattare alcuni argomenti a discapito di altri ugualmente importanti.
La narrazione si snoda nel periodo che va dal 1933, l'ascesa al potere di Hitler in Germania, fino al 1949, l'esplosione della prima atomica sovietica, l'inizio della guerra fredda.
Le famiglie coinvolte sono le stesse del precedente romanzo, ma i protagonisti sono la nuova generazione.
Gli Americani Dewar e Peskov, gli Inglesi Fitzherbert e Lecwith-Williams, i Tedeschi Von Ulrich, Franck e Rothman, i Russi Peskov e i Gallesi Williams.
Su tutti le storie più importanti saranno quella di Lloyd William e Daisy Peskov e quella di Carla Von Ulrich e Werner Franck.
Un personaggio importante sarà anche Vlodjia Peskov, che sicuramente ritroveremo anche nel terzo volume.
L'inverno del mondo è l'intreccio delle storie personali e sentimentali di queste famiglie con la Storia, e vede l'amore e il coraggio combattere contro la crudeltà, l'oppressione e la barbarie.
I personaggi positivi sono forse fin troppo senza macchia e senza paura, ma è evidente che Ken Follett schiera il bene da una parte e il male dall'altra.
Due personaggi che risaltano agli occhi sono quelli di Carla Von Ulrich, con il suo sogno di diventare medico, distrutto dall'avvento al potere di Hitler, che ripiega a fare l'infermiera per fare del bene al prossimo. Il suo amore per Werner Franck, figlio di un industriale nazista, diventato spia al soldo dell'Armata Russa.
E Lloyd Williams nato da una relazione clandestina di sua madre, allora cameriera, e del Conte Fitzherbert. Lui rimane sempre un bravo e assennato ragazzo e nonostante la sua nascita svantaggiata, saprà conquistarsi tutto quello a cui aspirava. Dalla mano dell'unica donna che abbia mai amato, Daisy Peskov, vedova del suo fratellastro Boy Fitzherbert, ad una carica politica di gran rilievo.
Lo scopo di Ken Follett è quello di trasportare il lettore indietro con una immaginaria macchina del tempo e farci vedere il mondo come era. La sua capacità evocativa, infatti, è fuori da qualsiasi dubbio.
Si attende con pazienza il terzo, e ultimo, capitolo della saga.
Consiglio: Va preso in piccole dosi.
Voto: 8
domenica 29 settembre 2013
sabato 28 settembre 2013
RECENSIONE - SO CONTARE I GIORNI. Prove di vita fuori e dentro il carcere di Giuseppe Daddiego
Giuseppe è un ragazzo come tanti altri. Ma forse è nato nella parte sbagliata del mondo.
Siamo a Bari Vecchia, centro nevralgico della povertà e della micro e macro criminalità della città pugliese.
Giuseppe ci racconta della sua famiglia disagiata, sempre con pochi soldi, con un padre che entra ed esce di galera con sua madre che fa la bidella e che deve pensare a loro figli e a portare avanti la carretta.
Come fai in una famiglia così a nascere e crescere in maniera diversa? Non puoi. Soprattutto perché se nel quartiere San Paolo sei timido vieni schiacciato.
Quindi Giuseppe comincia già in tenera età, quando forse si dovrebbe pensare solo a giocare, a frequentare altri come lui, che lui chiama amici, ma che delle volte vedono bene di voltargli le spalle.
Comincia con piccoli scippi, piccole rapine, furti di motorini e macchine, contrabbando di sigarette e quant'altro di scalata in scalata, con qualche scappellotto del padre che non vuole certo che il figlio faccia la sua stessa vita.
Ma quella vita per Giuseppe è un po' come una droga, come quella che imparerà a usare, e nonostante le varie promesse che farà nell'arco degli anni al padre, alla madre e infine alla sua amata Lucia, tornerà sempre lì, sempre in strada, sempre a sfidare se stesso e la vita commettendo reati sempre più gravi.
Verrà arrestato anche senza aver commesso dei reati, solo perché qualche pentito ha fatto il suo nome e sarà costretto a passare degli anni di prigione anche per questo.
Comincerà, quindi, a girare le carceri di tutta Italia, da quelle minorili fino addirittura a rischiare il 41-bis, la carcerazione più dura prevista per mafiosi e terroristi.
Uno spaccato della vita carceraria, dove ognuno è solidale, ma non si può sgarrare.
L'ora d'aria, la noia che ti mangia e ti fa sentire una tigre in gabbia, gli spazi ristretti e la poca intimità per il sovraffollamento. Qui, nonostante tutto, Giuseppe inizia il suo percorso di redenzione. Tra un arresto e l'altro riesce finalmente a prendere il diploma di terza media, comincia a scrivere qualche poesia e a leggere la Bibbia. Lucia sarà la sua ancora, quella a cui aggrapparsi per cercare di rigare diritto.
Il carcere delle volte sembra per lui come una casa, tant'è che spesso vi si ritrova insieme al fratello Francesco e al padre.
Sopporta e soffre Giuseppe, pensa che è la vita che ha scelto lui e non il contrario, ma sa anche che la colpa è sua e non si tira indietro.
Scritto bene questo libro autobiografico di Giuseppe Daddiego.
Ci catapulta sicuramente in una realtà di cui si parla poco. La vita carceraria e soprattutto se questa possa portare una persona a redimersi o meno.
Ne sentiamo spesso parlare nelle cronache dei TG, ma leggerne le parole di chi quella vita l'ha vissuta davvero è un'altra cosa.
Chissà che Daddiego trovi la sua redenzione proprio nello scrivere. Almeno lo spero!
Voto: 7
Siamo a Bari Vecchia, centro nevralgico della povertà e della micro e macro criminalità della città pugliese.
Giuseppe ci racconta della sua famiglia disagiata, sempre con pochi soldi, con un padre che entra ed esce di galera con sua madre che fa la bidella e che deve pensare a loro figli e a portare avanti la carretta.
Come fai in una famiglia così a nascere e crescere in maniera diversa? Non puoi. Soprattutto perché se nel quartiere San Paolo sei timido vieni schiacciato.
Quindi Giuseppe comincia già in tenera età, quando forse si dovrebbe pensare solo a giocare, a frequentare altri come lui, che lui chiama amici, ma che delle volte vedono bene di voltargli le spalle.
Comincia con piccoli scippi, piccole rapine, furti di motorini e macchine, contrabbando di sigarette e quant'altro di scalata in scalata, con qualche scappellotto del padre che non vuole certo che il figlio faccia la sua stessa vita.
Ma quella vita per Giuseppe è un po' come una droga, come quella che imparerà a usare, e nonostante le varie promesse che farà nell'arco degli anni al padre, alla madre e infine alla sua amata Lucia, tornerà sempre lì, sempre in strada, sempre a sfidare se stesso e la vita commettendo reati sempre più gravi.
Verrà arrestato anche senza aver commesso dei reati, solo perché qualche pentito ha fatto il suo nome e sarà costretto a passare degli anni di prigione anche per questo.
Comincerà, quindi, a girare le carceri di tutta Italia, da quelle minorili fino addirittura a rischiare il 41-bis, la carcerazione più dura prevista per mafiosi e terroristi.
Uno spaccato della vita carceraria, dove ognuno è solidale, ma non si può sgarrare.
L'ora d'aria, la noia che ti mangia e ti fa sentire una tigre in gabbia, gli spazi ristretti e la poca intimità per il sovraffollamento. Qui, nonostante tutto, Giuseppe inizia il suo percorso di redenzione. Tra un arresto e l'altro riesce finalmente a prendere il diploma di terza media, comincia a scrivere qualche poesia e a leggere la Bibbia. Lucia sarà la sua ancora, quella a cui aggrapparsi per cercare di rigare diritto.
Il carcere delle volte sembra per lui come una casa, tant'è che spesso vi si ritrova insieme al fratello Francesco e al padre.
Sopporta e soffre Giuseppe, pensa che è la vita che ha scelto lui e non il contrario, ma sa anche che la colpa è sua e non si tira indietro.
Scritto bene questo libro autobiografico di Giuseppe Daddiego.
Ci catapulta sicuramente in una realtà di cui si parla poco. La vita carceraria e soprattutto se questa possa portare una persona a redimersi o meno.
Ne sentiamo spesso parlare nelle cronache dei TG, ma leggerne le parole di chi quella vita l'ha vissuta davvero è un'altra cosa.
Chissà che Daddiego trovi la sua redenzione proprio nello scrivere. Almeno lo spero!
Voto: 7
lunedì 23 settembre 2013
RECENSIONE – MORTI PER SEMPRE di Charlaine Harris
E’ con un po’ di tristezza che mi
accingo a scrivere questa recensione, questo è l’ultimo capitolo della saga di
Sookie Stackhouse. “Morti per Sempre” chiude un ciclo di libri che ho amato
molto (qualcuno meno, qualcuno di più). Da oggi non esisterà più Bon Temps, non
ci sarà più Sookie con la sua voglia di sole e di tintarella, non frequenteremo
più i locali del Merlotte’s e del Fangtasia e non sapremo più nulla di Hunter,
il cuginetto telepate di Sookie, e di tutto il mondo vampirico.
In questo ultimo capitolo verranno
svelati tanti misteri. Cose rimaste in sospeso, si chiariranno, e il cerchio si
chiuderà. Forse Sookie riuscirà finalmente ad approdare in un porto sicuro.
Chi, come me ha seguito l’intera saga,
sa che in ogni libro ci sono più linee narrative. Qualcuno trova che sia una
struttura fastidiosa perché tende a distogliere l’attenzione, a distrarre il
lettore, altri (come me) lo apprezzano molto, ritenendo che ciò dia spessore al
personaggio e consente di conoscere sottotrame che completano l’opera. Anche in
“Morti per sempre” si continua sulla stessa falsa riga, corredata da brevi
capitoli in cui il punto di vista non è quello di Sookie.
Avevamo lasciato il romanzo precedente
con la scoperta da parte di Eric, che il suo creatore, Appius Livius Ocella,
prima di morire lo aveva vincolato con un patto ad un matrimonio con Freyda, la
regina dell’Oklahoma. E l’unico modo secondo Eric di sciogliere questo patto,
era l’utilizzo da parte di Sookie del Cluviel d’Or, un oggetto magico, plasmato
nel mondo fatato che consente al possessore di esaudire un suo desiderio.
Ma durante un combattimento tra
mutaforma, Jannalyn che deve difendersi dall’accusa di tradimento, uccide per
errore il suo fidanzato Sam Merlotte, amico di Sookie da sempre, quindi lei non
ci pensa su due volte e usa il Cluviel d’Or, riportandolo così in vita.
Questi due fatti complicano e non poco
la vita sentimentale della nostra Sookie, in verità già un po’ in crisi con la
comparsa in scena di Freyda.
Il patto che lega Eric a Freyda è
vincolante e l’unico modo per spezzarlo sarebbe stato il Cluviel d’Or, quindi
Eric se ne va infuriato sostenendo che Sookie tiene molto più a Sam che alla
loro relazione.
Il matrimonio tra Freyda ed Eric deve
per forza essere celebrato e quindi tornano in voga tutte le proposte che lui
aveva fatto a Sookie. Essere la sua amante, quindi trasferirsi in Oklahoma, o
essere trasformata anche lei in vampiro. Ma Sookie non è disposta a fare niente
di tutto ciò, nemmeno per amore di Eric.
Quindi Eric diventa geloso di Sam e vede
in lui un rivale, dopo che quest’ultimo è stato preferito a lui nell’utilizzo
del Cluviel d’Or, e forse non ci vede nemmeno molto male.
Infatti Sookie sarà costretta a porsi
delle domande e capire fino in fondo cosa prova per Sam, che tipo di affetto
porta avanti e soprattutto cosa vuole nel suo futuro.
Anche in questo capitolo la vita della
protagonista è in pericolo, altrimenti non sarebbe più lei. Sulle sue tracce ci
sono due individui misteriosi che ci verranno presentati come “l’uomo Medio” e “l’uomo
Alto” e solo alla fine sapremo chi sono e chi è il loro mandante. Ritroviamo
Arlene, appena uscita di prigione, che nonostante i suoi buoni propositi, si
mette in combutta con l’uomo medio e l’uomo alto per rimediare dei soldi, sempre
a discapito di Sookie. Ma ne paga il fio. Infatti il suo corpo verrà trovato
nel cassonetto dei rifiuti del Merlotte’s con una sciarpa di Sookie al collo,
con la quale sembra sia stata strangolata.
Quindi Sookie, nonostante le poche prove
circostanziali, sotto pressione del poliziotto Alcee Black, che non l’ha mai
amata, viene arrestata per omicidio.
Sookie non si è mai sentita più sola di
così. Già nelle precedenti giornate, prima che l’arrestassero, nessuno la
cercava. Sam la evitava, e così pure Eric, quindi in prigione sembra che il
mondo le stia crollando addosso.
Ma Sookie non è sola. In suo aiuto
arriveranno tanti vecchi amici e anche Eric, anche se lei pensava non lo
avrebbe mai fatto.
Ritroveremo la strega Amelia con Bob (ex
gatto) al seguito, l’avvocato mezzo demone Cataliades e sua nipote Diantha,
Barry il fattorino telepate, la trigre mannara Quinn, Alcide Herveaux, Jason
suo fratello e la sua futura cognata Michelle, Tara e suo marito JB du Rone e
Bill che come sempre avrà una piccola particina tutta sua.
Tra uccisioni, scomparse, rapimenti,
esseri fatati e vampiri, Sookie vivrà l’ultima delle sue avventure, e
finalmente potrà appoggiarsi su qualcuno almeno in quel momento. Ma il suo
pensiero più grande per il momento è: “essere
sopravvissuta e sopravvivere ancora, e prosperare un po’ come il suo giardino”.
Voto: 6,5
venerdì 20 settembre 2013
RECENSIONE – S.E.C.R.E.T. (Nessun limite, Nessun giudizio, Nessun Pudore) di L. Marie Adeline
E’
uno dei primi romanzi di questo genere
che viene raccontato da una prospettiva diversa, quella di una donna che
non è né una sottomessa, né una predatrice, ma una donna qualunque con una vita
normale, con fantasie e bisogni comuni a tantissime altre donne … Ha pure un po’
di pancetta!
Cassie
Robichaud è una trentacinquenne normalissima, fa la cameriera in un bar di New
Orleans, il Café Rose.
La
sua vita è a dir poco scialba. Non c’è altro all’infuori del lavoro al bar e
alla sua gatta Dixie.
Dalla
morte del marito, avvenuta quattro anni prima, Cassie si è rifiutata di avere
altre relazioni, sbiadendo giorno dopo giorno, scivolando nel tunnel dell’autocommiserazione
intorpidendosi nella monotonia di una routine in cui tutti i giorni sono
uguali, sentendosi vecchia a soli 35 anni, paralizzata dalla paura e dalla
prospettiva di qualsiasi cambiamento.
Cassie
non si accorge nemmeno di trascurarsi anche nel modo di vestirsi e nel modo di
acconciarsi. Va in giro con sformati abiti marroni e con una coda di cavallo
legata con un elastico, senza un filo di trucco.
Non
sa come fa ad essere arrivata a questo punto, ma è dalla morte del marito
Scott, che non è che fosse questo grande uomo, visto che la picchiava ed era
sempre ubriaco, che non ha più rapporti con un uomo. Cinque Anni. Cinque Anni
che lei raffigura come un cane immaginario: magro, spelacchiato che la segue
dovunque vada a ricordarle quello che è diventata.
Prova
invidia ogni volta che vede una coppia, suppurando ogni volta il dolore. Ha
perso la sua occasione con Will, il suo capo a cui ha detto no, e che ora si è
fidanzato con la sua bellissima collega Tracina (ma si può chiamare così una
persona?).
E
qui finisce la normalità del libro, dopodiché veniamo catapultate dall’autrice
in un vero Reality Show.
Un
giorno, un diario lasciato forse per caso su un tavolino del caffè le offre l’ormai
inattesa possibilità di lasciarsi la vecchia Cassie alle spalle, di voltare pagina,
di schiudersi alla vita.
Cassie
viene introdotta in un club esclusivo, una sorta di confraternita tutta al
femminile, che ha come esplicita missione quella di liberare le donne dalle
loro paure e insicurezze, e permettere loro di realizzare le più intime e
personali fantasie.
“Nessun
Giudizio. Nessun Limite. Nessuna Vergona.” Questo è il motto della congrega.
Cassie
inizia quindi il percorso articolato in nove passi: Abbandono, Coraggio,
Fiducia, Generosità, Impavidità (errore della traduttrice – in italiano questa
parola secondo me non esiste … non ho consultato il vocabolario), Sicurezza,
Curiosità, Audacia, Esuberanza.
Dopo
aver effettuato tutto il percorso Cassie arriverà alla conclusione del suo
viaggio e dovrà fare una scelta. Il decimo passo. Scegliere di vivere per conto
proprio tutto quello che gli è stato insegnato e che ha conquistato oppure
entrare in S.E.C.R.E.T. ed aiutare altre donne a seguire lo stesso suo
percorso.
Passo
dopo passo, Cassie ritornerà alla vita. Da fragile e sbiadita, inizia a
rifiorire, a prendere coscienza di se stessa, a nutrire la convinzione di poter
essere degna di ricevere amore e attenzioni e di darli.
A
differenza degli altri romanzi del genere erotico questo libro non privilegia
il solito cliché dominatore/sottomessa o pratiche estreme. Qui la protagonista
è la donna con le sue scelte, i suoi desideri e le sue insicurezze. Tutto il
resto è da contorno. Alla fine il libro risulta anche abbastanza godibile, a
parte le menate da reality show. Secondo me l’autore/autrice che si nasconde
sotto lo pseudonimo di L. Marie Adeline avrebbe potuto anche chiudere qui, ma
purtroppo questi libri sono fatti in serie proprio per accumulare vil denaro,
quindi avremo un seguito, e un altro ancora. Non sono un’amante del genere ma
tra quelli letti è il meno peggio, anche se alla protagonista avrei consigliato
qualche seduta dallo psicologo, forse avrebbe risolto prima, senza tanti “scassamenti”.
Voto:
6
martedì 17 settembre 2013
RECENSIONE – UN SOLO PIACERE di Lora Leigh
Mi sono ritrovata a leggere
questo libro non sapendo che fosse il secondo di una serie. E infatti
all’inizio mi era sembrato che l’autrice si fosse persa qualcosa per la strada.
Ma sono stata io ad averlo fatto, mi sono persa il suo primo libro, ma visti i
risultati forse è meglio così.
Ci troviamo ad Alexandria,
allegra e ridente cittadina (si dice così di solito), ma che nasconde dei
segreti. Uno di questi è il Club Sinclair, per gli uomini e le donne dediti al menage
a trois. Dove gli uomini vi si recano per scegliere i loro “Terzi”, per
regalare (??) alle loro donne delle esperienze sessuali incredibili.
Kia Rutherford è la nostra
protagonista. E’ stata la moglie di Drew Stenton, membro del club, che con un
atto di estrema violenza ha tentato di introdurla nel club, facendola ubriacare
e imponendole un terzo.
Per sfogarsi del tentativo di
violenza, fermato da “qualcuno” che scopriremo durante la storia, Kia ne parla
con quella che credeva essere la sua migliore amica, che invece non fa che
spettegolare e raccontare tutto mettendo in pericolo il club e i suoi membri,
tutti stimati cittadini di Alexandria con le loro mogli.
E qui entra in scena Chase
Falladay, che fa parte della sicurezza del club insieme al suo gemello Cameron.
Chase la convince a ritrattare, a
fare in modo che i pettegolezzi che girano per la città vengano scambiati solo
uno sfogo, una bugia per non essere incolpata della fine del suo matrimonio.
Kia divorzia da Drew e come Chase
le aveva promesso viene messa sotto protezione del club e ottiene tutto quello
che richiede. Ma questa cosa le costerà molto, l’alienazione per due anni dalla
cittadina e da tutti quelli che lei credeva suoi amici.
Kia e Chase si conoscono da tanto
tempo, anche da prima che lei si sposasse con Drew. Provano una grandissima
attrazione l’uno per l’altra, ma quello che è successo li tiene a distanza.
Frequentano la stessa società e si ritrovano spesso e volentieri in party e
ricevimenti, continuando a girarsi intorno.
Chase è bloccato perché ha paura
di innamorarsi di lei, ma sa che prima o poi sarà inevitabile. Non è tanto la
paura dell’amore in se, quando di perderlo. Lei vorrebbe che Chase fosse l’uomo
della sua vita, ma sa che non succederà mai, perché Chase non la vuole, se non
per il piacere e basta, nulla di più. Almeno è quello che lui le dice ogni
volta che si incontrano e fanno del magnifico sesso!
Non capisco e non capirò mai le
pippe (per rimanere in tema di sesso) mentali che si fanno i protagonisti per
mettersi insieme. Sempre questa paura di autodistruggersi. Ma in fondo l’amore,
a parte i loro menage e le loro capriole sessuali, non è proprio questo?
Questi libri, purtroppo sono
tutti uguali, so di ripetermi e di averlo già detto altre volte. I protagonisti
sono belli da morire e fanno del gran sesso. Stavolta c’è l’inserimento del
terzo incomodo, quindi le sedute sessuali si fanno un po’ più osé. C’è sempre
quel tratto di giallo che tenta di tenere incollato il lettore al libro, ma è
una cosa molto, molto marginale rispetto alle sedute di sesso a cui si danno i
protagonisti. Questi nemmeno mangiano … e forse neanche respirano, se non dopo
aver avuto un magnifico orgasmo.
Lora Leigh non scrive male, anche
se in questo libro ho trovato delle castronerie dovuto soprattutto a chi ha
tradotto il testo originale, ma potrebbe scrivere sinceramente qualcosa di
meglio.
Voto: 4,5
mercoledì 11 settembre 2013
RECENSIONE - OTTO VOLANTE di JANET EVANOVICH
Stephanie Plum è alle prese, come al solito, con il suo scarno conto in banca. Come al solito non riesce ancora a decidersi tra i due uomini della sua vita, quelli che le fanno venire le gambe di gelatina. Joe Morelli ex fidanzato-poliziotto, che la vorrebbe a casa, lontano dai guai, quindi vorrebbe che rinunciasse alla sua carriera di Agente di Recupero. E Ranger, bello, tenebroso, misterioso e pericoloso, che ha un credito da riscuotere con lei, una notte di sesso.
Ma oltre a questi noti e super-noti "drammi" dell'esistenza, Stephanie, stavolta, deve aiutare Mabel vicina di casa e amica di Nonna Mazur. Sua nipote Evelyn e la figlia di sette anni Annie, sono scomparse, e lei rischia di perdere la sua casa.
Durante le sue indagini scopre che non solo ha a che fare con il marito psicopatico di Evelyn, Steven Soder, ma anche con altre persone che cercano Evelyn a tutti i costi, senza nessun motivo apparente.
Quindi oltre ai consueti casi che la fanno impazzire, la nostra Steph ingaggia una guerra senza tregua col poco di buono di turno, Eddie Abruzzi, collezionista di cimeli e noto per la sua crudeltà.
Verrà affiancata nelle indagini dalla ex prostituta Lula, dal look sempre più appariscente, dai modi spicci e dall'appetito incontenibile. Dall'avvocato della scomparsa Albert Kloughn, a detta di tutti somigliante ad un puffo, che ha la voglia matta di partecipare alle azioni di recupero, e da sua sorella Valerie, che compare per la prima volta come personaggio e non solo come sentito dire per bocca della madre di Stephanie.
In poco tempo Stephanie riuscirà a collezionare una serie di auto distrutte dalle fiamme, aggressioni e un cadavere segato a metà sul suo divano di casa, e rocambolesche quanto infruttuose catture di pregiudicati,
restando sempre fedele alla sua dieta a base di pizza, spuntini e snack ipercalorici.
Amo questa cacciatrice di taglie pasticciona, dal primo libro che uscì tanti anni fa. Rido tantissimo con questi libri e mi rammarico che in Italia siamo appena arrivati alla pubblicazione del numero otto, quando negli States hanno pubblicato il ventesimo.
Adoro come scrive la Evanovich, come ha plasmato Stephanie Plum. Le sue storie sono umoristiche ma reggono anche dal punto di vista della trama giallistica.
Stephanie, nonostante sia un'eterna casinista, che riesca sempre e comunque a mettersi nei pasticci, riesce ad essere arguta e sensibile, tanto da arrivare prima degli altri, i precisi e preparati, alla soluzione dei casi.
E poi, lasciatemelo dire.... adoro i battibecchi sul sesso con Joe Morelli e Ranger. Altro che libri erotici!
Voto: 8
Ma oltre a questi noti e super-noti "drammi" dell'esistenza, Stephanie, stavolta, deve aiutare Mabel vicina di casa e amica di Nonna Mazur. Sua nipote Evelyn e la figlia di sette anni Annie, sono scomparse, e lei rischia di perdere la sua casa.
Durante le sue indagini scopre che non solo ha a che fare con il marito psicopatico di Evelyn, Steven Soder, ma anche con altre persone che cercano Evelyn a tutti i costi, senza nessun motivo apparente.
Quindi oltre ai consueti casi che la fanno impazzire, la nostra Steph ingaggia una guerra senza tregua col poco di buono di turno, Eddie Abruzzi, collezionista di cimeli e noto per la sua crudeltà.
Verrà affiancata nelle indagini dalla ex prostituta Lula, dal look sempre più appariscente, dai modi spicci e dall'appetito incontenibile. Dall'avvocato della scomparsa Albert Kloughn, a detta di tutti somigliante ad un puffo, che ha la voglia matta di partecipare alle azioni di recupero, e da sua sorella Valerie, che compare per la prima volta come personaggio e non solo come sentito dire per bocca della madre di Stephanie.
In poco tempo Stephanie riuscirà a collezionare una serie di auto distrutte dalle fiamme, aggressioni e un cadavere segato a metà sul suo divano di casa, e rocambolesche quanto infruttuose catture di pregiudicati,
restando sempre fedele alla sua dieta a base di pizza, spuntini e snack ipercalorici.
Amo questa cacciatrice di taglie pasticciona, dal primo libro che uscì tanti anni fa. Rido tantissimo con questi libri e mi rammarico che in Italia siamo appena arrivati alla pubblicazione del numero otto, quando negli States hanno pubblicato il ventesimo.
Adoro come scrive la Evanovich, come ha plasmato Stephanie Plum. Le sue storie sono umoristiche ma reggono anche dal punto di vista della trama giallistica.
Stephanie, nonostante sia un'eterna casinista, che riesca sempre e comunque a mettersi nei pasticci, riesce ad essere arguta e sensibile, tanto da arrivare prima degli altri, i precisi e preparati, alla soluzione dei casi.
E poi, lasciatemelo dire.... adoro i battibecchi sul sesso con Joe Morelli e Ranger. Altro che libri erotici!
Voto: 8
lunedì 9 settembre 2013
RECENSIONE - L'EREDITIERA AMERICANA di Daisy Goodwin
La protagonista di
questo romanzo d’esordio è Cora Cash. Una ragazza di 19 anni, americana, ricca,
alla moda, viziata (ma non troppo), messa in vetrina nella nuova società Vip
Americana, stellina di cui tutti parlano. Tutte le ragazze di New York
vorrebbero essere lei, vorrebbero avere la fortuna di essere una delle ragazze
più appetibili da tutti gli scapoli americani in circolazione. Cora potrebbe
permettersi tutto e tutti, ma sua madre ha ben presente quello che vuole per
sua figlia. La Signora Cash vuole un titolo nobiliare. Quindi sua figlia dovrà
sposare un titolato, non importa se povero in canna, se senza amore, basterà un
titolo nobiliare per elevare la famiglia Cash ad essere la più importante di
New York. Non importa se Cora è infatuata da sempre del suo amico d’infanzia
Teddy e vorrebbe fuggire con lui, non importa se non sopporta le stressanti
sedute con il “drizza schiena”. Lei ha già il destino segnato.
Il romanzo è
ambientato alla fine del diciannovesimo secolo e l'autrice è stata veramente
brava nel descrivere gli ambienti, gli usi e costumi dell'epoca nel più piccolo
dettaglio senza però risultare eccessiva.
Cora non è una ragazza
stupida. E’ giovane, alla moda, accetta il lusso in cui vive, ma mal sopporta
sua madre che la modella e la costruisce a sua immagine e somiglianza come una
statuina di ceramica.
La madre di Cora
invece è assetata di potere, non pensa altro che ad elevare il suo status
familiare. Per se stessa (figlia di un fattore) ha fatto il massimo, ora non
gli resta altro che farlo con sua figlia. Darà l’ultima grandiosa festa proprio
per far esordire in società Cora, invitando la créme de la créme della società
Newyorkese. Ma un grave incidente turberà festa e la colpa sarà proprio di
Cora. Ma nonostante Teddy le salvi la vita, la Signora Cash rimarrà per sempre sfigurata
nel lato destro del volto. Cora parte con la morte nel cuore. Teddy, il suo
Teddy l’ha rifiutata, ha preferito l’arte a lei.
Con quel peso sul
cuore Cora parte insieme a sua madre per l’Europa, in Inghilterra.
Lì verranno introdotte
nella buona società inglese da una vedova americana, che insegnerà a madre e
figlia come bisogna comportarsi e chi conoscere e frequentare. Verranno
invitate da Sir Odo Beauchamp e da sua moglie Charlotte.
Nel partecipare ad una
caccia, e per sfuggire alle insistenti attenzioni di un partecipante, Cora, si
getta a capofitto in un bosco calcolando male l’altezza dei rami. Ha un
incidente, cade da cavallo e sviene, la salverà Ivo Maltravers, ottavo duca di
Lulworth.
Sembrerebbe tutto
scontato, ma così non è. Si Cora e Ivo si sposeranno ma sarà per amore,
osteggiati dalla “doppia duchessa” la madre di Ivo, risposata al duca di
Buckingham e da tutte le persone che li circonderanno, persone di servizio
comprese.
Ci saranno segreti da
scoprire, che faranno infuriare Cora, suocere con cui competere, e amiche che
non sono così amiche come sembrano.
Il potere è un
elemento predominante nel romanzo, tutti i suoi personaggi lo bramano.
La ricca e giovane
società americana si scontrerà con la nobiltà inglese e ne verranno fuori degli
episodi veramente eccentrici, dove l’apparire conta sicuramente più dell’essere.
Intrighi, tradimenti e rancori vengono ben nascosti dietro un sorriso di
circostanza nell'alta società cosa che Cora dovrà affrontare molto spesso e che
metterà a dura prova il suo sentimento per Ivo.
Ogni personaggio del
romanzo è approfondito e analizzato, nessuno è una semplice ombra di passaggio
ma tutti hanno un ruolo ben preciso, dalle madri dei due protagonisti, alle
domestiche e ai camerieri.
Su tutti senz'altro
spicca Cora, un personaggio dalle mille sfaccettature che non può non essere
amato. Inizialmente la giovane è una ragazza viziata, un riflesso della madre,
ma piano piano, dopo il suo matrimonio, crescerà, svilupperà una personalità
propria, diventerà una donna. Una Duchessa, e saprà, anche se inizialmente con
non poche difficoltà, entrare perfettamente nel suo ruolo.
Cora scoprirà che cosa
significa amare incondizionatamente qualcuno e la donna che troviamo nelle
ultime pagine del libro è sicuramente molto diversa dalla ragazza delle prime
pagine.
Come sottolineerà suo
marito Ivo, ciò che contraddistingue Cora e colpisce di lei è la freschezza, la
spontaneità, la franchezza, la sincerità caratteristiche a cui sicuramente i
nobili inglesi non sono abituati.
Al confronto il duca Ivo
è di carattere opposto. Schivo, sfuggente, introverso.
Il suo personaggio
forse è il più ambiguo, non si capisce se ha sposato Cora per amore o per
interesse fino alle ultimissime pagine.
Un libro complesso,
che non manca sicuramente di piccole imperfezioni, ma queste risultano di poco
conto paragonate all'intensità della trama.
Un libro che consiglio
a tutti coloro che amano le storie complicate, familiari, ambientate tra il
Vecchio e il Nuovo mondo e in generale a chi piace leggere un buon libro!
Voto: 7,5
domenica 1 settembre 2013
RECENSIONE - Il caso Jane Eyre di Jasper Fforde
Immaginate un mondo in cui i libri siano il bene più prezioso. Qualcosa da difendere a costo della vita. Un mondo in cui i manoscritti originali sono custoditi in luoghi protetti e impenetrabili e un mondo in cui il classico cattivo non cerca di distruggere l'umanità, ma "solo" un romanzo.
Impossibile? Beh, benvenuti nel libro di Jasper Fforde e nel mondo della detective letteraria Thursday Next, dove tutto ciò è possibile e anche altro! Per esempio pur essendo il 1985 (un 1985 decisamente fantascientifico) la guerra in Crimea è ancora in corso, il Galles è una repubblica autonoma, e la Gran Bretagna è una repubblica fortemente influenzata da una società che ha il monopolio di ogni forma di comunicazione, invischiata in tutte le cariche politiche più in alto, ed in ogni operazione di polizia, e militare. Una multinazionale dalle mire egemoniche espansionistiche, la Goliath.
Questo è il mondo "reale" in cui vive Thursday Next, giovane detective letteraria, reduce della guerra di Crimea, dove ha perso il fratello Anton, e con lui anche l'amore dell'ex fidanzato Landen, ora scrittore famoso. E' incaricata di individuare i libri falsi, soprattutto quelli riguardanti William Shakespeare, massimo vate della letteratura inglese.
E' giusto specificare "reale", poiché esiste un mondo parallelo, accessibile solo a pochi: alcuni personaggi, infatti hanno la capacità di entrare nelle opere e agire al loro interno ed eventualmente modificarne la trama.
Ed è questo che decide di fare il terzo uomo più ricercato di Gran Bretagna, Acheron Hades. Ex professore universitario della nostra Thurday, la quale è l'unica che sappia come sia fatta la sua faccia, quindi l'unica in grado di riconoscerlo.
Hades ha dei poteri immensi. Riesce a passare attraverso le pareti, a non farsi filmare dalle telecamere, e soprattutto, è un uomo con un odio intenso per gli altri, e con una voglia di sfida infinita.
Acheron Hades trova il modo di rubare il manoscritto originale di "Martin Chuzzlewit" di Dickens e di uccidere uno dei suoi personaggi che sparisce quindi da tutti i libri in circolazione.
Thursday dall'OPS-27 che si occupa solo di casi letterari, viene promossa all'OPS-5 e viene incaricata di trovare Hades. Dopo uno scontro a fuoco Thursday viene ferita e altri due colleghi muoiono.
Quindi si trova coinvolta con un'operazione più grande di lei, dove la Goliath vuole prendere tutto in mano.
Thursday non rinuncia alle indagini, ma si sposta nella sua città natale, Swindon, per cercare di indagare per conto suo, lontana dal frastuono di Londra. Le hanno detto che Hades è morto bruciato, ma lei sa che non è così.
Infatti, poco dopo il suo trasferimento, sparirà il manoscritto di Jane Eyre. Uno strano Jane Eyre con un finale diverso da quello che conosciamo noi. La giovane Jane verrà fatta uscire dal libro e per evitare un completo disastro Thursday Next entrerà, contro ogni ordine, nel romanzo, cercando di salvarne stile, trama e personaggi.
Purtroppo (o per fortuna), le cose non andranno esattamente così.
Un libro intelligente, privo dei comuni schemi. Il romanzo sfugge infatti da qualsiasi definizione che ne limiterebbe la straordinaria sinfonia narrativa. E' un libro che ha i libri e la letteratura come veri protagonisti. Jasper Fforde riesce a instillare la curiosità di conoscere quel turbinio di libri continuamente citati e ci offre l'occasione buona per ampliare un po' la nostra conoscenza.
I libri resi protagonisti non sono più meri strumenti statici di intrattenimento intellettuale, ma diventano materia viva, legandosi l'un l'altro in intrecci narrativi unici.
Il confine tra razionale e irrazionale diventa sempre più sottile e il mondo letterario si presenta come valida alternativa al nostro, sempre uguale a se stesso e spesso privo di immaginazione.
La forza del libro di Fforde è che oltre al suo romanzo ci fa innamorare anche dei libri in generale.
Voto: 7,5
Impossibile? Beh, benvenuti nel libro di Jasper Fforde e nel mondo della detective letteraria Thursday Next, dove tutto ciò è possibile e anche altro! Per esempio pur essendo il 1985 (un 1985 decisamente fantascientifico) la guerra in Crimea è ancora in corso, il Galles è una repubblica autonoma, e la Gran Bretagna è una repubblica fortemente influenzata da una società che ha il monopolio di ogni forma di comunicazione, invischiata in tutte le cariche politiche più in alto, ed in ogni operazione di polizia, e militare. Una multinazionale dalle mire egemoniche espansionistiche, la Goliath.
Questo è il mondo "reale" in cui vive Thursday Next, giovane detective letteraria, reduce della guerra di Crimea, dove ha perso il fratello Anton, e con lui anche l'amore dell'ex fidanzato Landen, ora scrittore famoso. E' incaricata di individuare i libri falsi, soprattutto quelli riguardanti William Shakespeare, massimo vate della letteratura inglese.
E' giusto specificare "reale", poiché esiste un mondo parallelo, accessibile solo a pochi: alcuni personaggi, infatti hanno la capacità di entrare nelle opere e agire al loro interno ed eventualmente modificarne la trama.
Ed è questo che decide di fare il terzo uomo più ricercato di Gran Bretagna, Acheron Hades. Ex professore universitario della nostra Thurday, la quale è l'unica che sappia come sia fatta la sua faccia, quindi l'unica in grado di riconoscerlo.
Hades ha dei poteri immensi. Riesce a passare attraverso le pareti, a non farsi filmare dalle telecamere, e soprattutto, è un uomo con un odio intenso per gli altri, e con una voglia di sfida infinita.
Acheron Hades trova il modo di rubare il manoscritto originale di "Martin Chuzzlewit" di Dickens e di uccidere uno dei suoi personaggi che sparisce quindi da tutti i libri in circolazione.
Thursday dall'OPS-27 che si occupa solo di casi letterari, viene promossa all'OPS-5 e viene incaricata di trovare Hades. Dopo uno scontro a fuoco Thursday viene ferita e altri due colleghi muoiono.
Quindi si trova coinvolta con un'operazione più grande di lei, dove la Goliath vuole prendere tutto in mano.
Thursday non rinuncia alle indagini, ma si sposta nella sua città natale, Swindon, per cercare di indagare per conto suo, lontana dal frastuono di Londra. Le hanno detto che Hades è morto bruciato, ma lei sa che non è così.
Infatti, poco dopo il suo trasferimento, sparirà il manoscritto di Jane Eyre. Uno strano Jane Eyre con un finale diverso da quello che conosciamo noi. La giovane Jane verrà fatta uscire dal libro e per evitare un completo disastro Thursday Next entrerà, contro ogni ordine, nel romanzo, cercando di salvarne stile, trama e personaggi.
Purtroppo (o per fortuna), le cose non andranno esattamente così.
Un libro intelligente, privo dei comuni schemi. Il romanzo sfugge infatti da qualsiasi definizione che ne limiterebbe la straordinaria sinfonia narrativa. E' un libro che ha i libri e la letteratura come veri protagonisti. Jasper Fforde riesce a instillare la curiosità di conoscere quel turbinio di libri continuamente citati e ci offre l'occasione buona per ampliare un po' la nostra conoscenza.
I libri resi protagonisti non sono più meri strumenti statici di intrattenimento intellettuale, ma diventano materia viva, legandosi l'un l'altro in intrecci narrativi unici.
Il confine tra razionale e irrazionale diventa sempre più sottile e il mondo letterario si presenta come valida alternativa al nostro, sempre uguale a se stesso e spesso privo di immaginazione.
La forza del libro di Fforde è che oltre al suo romanzo ci fa innamorare anche dei libri in generale.
Voto: 7,5
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