martedì 21 aprile 2020

RECENSIONE – L’ultima estate a Chelsea Beach di Pam Jenoff



Protagonista di questo romanzo è Adelia Monforte detta “Addie”, giovane di religione ebraica, che nell’estate del 1941 riesce a raggiungere l’America da Trieste, grazie al sacrificio dei suoi genitori. Viene accolta dagli zii e nonostante la nostalgia di casa e l’incertezza della fine dei suoi genitori, vive un’estate indimenticabile, grazie alla conoscenza di una famiglia di origine irlandese, i Connally.  Nella famiglia ci sono quattro ragazzi che, insieme alla loro madre, riescono a trasmetterle quel senso di unione familiare che ai suoi zii manca. Per Addie però non c’è solo l’amicizia con i gemelli Liam e Jack o con il piccolo Robbie. Per Addie, quell’estate, rappresenta anche il primo amore, quello per Charlie, il figlio maggiore dei Connally. Ma la guerra è vicina anche se è dall’altra parte del mondo, cambia tutto e porta via quella che era stata una adolescenza spensierata. A complicare ancora di più la vita sua e dei Connally è una tragedia che si porterà via il piccolo Robbie e non solo. Per sfuggire alla sua infelicità e all’abbandono, Addie fugge  dapprima a Washington dove diverrà un’apprezzata collaboratrice al Washington Post e infine a Londra, in mezzo alla guerra, quella da cui era stata fatta fuggire solo pochi anni prima. Il passato però torna sempre a fare i conti e riporta Addie dove tutto era iniziato, sulla spiaggia di Chelsea Beach dove qualcuno l’ha aspettata per tutto il tempo. Bello questo romanzo di Pam Jenoff che ci racconta il periodo storico burrascoso della II guerra mondiale, la fuga degli ebrei prima dello scoppio della guerra, i bombardamenti di Londra, l’entrata in guerra degli Stati Uniti, e l’invasione alleata in Europa attraverso gli occhi di Addie e dei componenti della famiglia Connally con i quali avrà dei rapporti più o meno intensi, che faranno parte della sua vita e le daranno gioie e dolori in egual misura. Soprattutto Charlie e Liam, fratelli, ma diversissimi tra loro. Charlie, posato, diretto e sempre pronto a fare la cosa giusta, con una strada già scritta nella sua testa. Liam, la pecora nera della famiglia, lo spostato, quello meno ligio alle regole, ma quello con il cuore più grande di tutti. Da non tascurare anche altri personaggi importanti nella “crescita” di Addie, come Claire Churchill, nipote del Primo Ministro inglese e Theodore “Teddy” White, corrispondente del Washington Post a Londra, che diverrà il capo di Addie. Una storia tormentata di quella che sembrava una famiglia perfetta ma non lo era, una storia di distacchi e riunioni, di abbandoni e ritorni a casa, di morti e salvezze e di segreti, tanti segreti che rivelati potranno scavare solchi tra le persone oppure riavvicinarle per sempre. Voto: 7+
(a cura di Silvia Marcaurelio)

mercoledì 8 aprile 2020

Recensione – Il lato nord del cuore di Dolores Redondo



Il romanzo di Dolores Redondo, edito dalla DeA Planeta libri, è il quarto volume, esattamente il prequel, della trilogia di Baztàn. La protagonista di questo episodio è la giovane ispettrice della Navarra, Amaia Salazar. Siamo nell’agosto del 2005, Amaia è impegnata con un gruppo interforze dell’Europol in un seminario-esercitazione tenuto a Quantico, nella sede dell’FBI, sotto la guida dello stimato detective Aloisius Dupree. Gli uomini e le donne dell’Europol vengono messi alla prova studiando il caso di quello che potrebbe essere un possibile serial-killer con una perversa predilezione per le catastrofi naturali, e che uccide famiglie intere, nascondendo i suoi omicidi come se fossero provocati dalle stesse catastrofi. Amaia, dopo aver consegnato la sua relazione sul caso, viene inserita nella squadra che si occuperà della ricerca del killer dall’agente Dupree, che nella ragazza ha visto un mix di genio e insolenza. Grazie all’intuizione di Amaia, infatti, seppur con i pochi elementi a disposizione, riescono a scoprire che il killer è un uomo metodico e tutto quello che fa è ben studiato e che negli omicidi c’è una componente spirituale. Ma anche se gli altri membri della squadra non riescono a capire i ragionamenti della ragazza, Dupree ne coglie tutta la potenzialità, visto che anche lui proviene da un luogo dove misticismo e credenze fanno parte della cultura popolare. Oltre a questo, i due sono legati da un filo invisibile, di quelli che hanno attraversato l’inferno, ma sono riusciti a tornare. Dupree sa che il compositore, nome dato al serial killer, andrà con tutta probabilità a New Orleans dove si sta per scatenare l’uragano Katrina. E quale occasione potrebbe essere per lui più ghiotta se non l’uragano del secolo? Nessuno però sa cosa sta per succedere a New Orleans, neanche lo stesso Dupree che ci è nato, ma nemmeno lo stesso killer, pronto comunque a colpire. Nel romanzo della Redondo non assisteremo solo alla caccia al serial killer, prenderemo conoscenza anche della storia di Amaia, del perché sia fatta in un certo modo e anche perché, come le dice Dupree in un passaggio del libro, lei è il famoso ago nel pagliaio. Scopriamo la sua infanzia a Elizondo, e tutto quello che ha segnato la sua giovane vita, facendola comunque diventare una persona speciale, sensibile, empatica e delle volte superba e inaccessibile. Altro personaggio di cui avremo modo di conoscere qualcosa di più è proprio il detective Dupree, che è la copia al maschile di Amaia ed è forse proprio per questo che lui l’ha notata già molti anni prima, quando lei era ancora una studente universitaria. Scopriremo qualche tratto di Dupree, qualcosa che nascondeva molto bene anche ai suoi stessi colleghi, ma che riaffiorerà con lo stesso vigore dell’uragano abbattutosi sulla sua città. Dopo aver pubblicato la trilogia di Baztàn, Dolores Redondo ci regala un libro completo e bellissimo, con una forza immaginativa nelle parole che lo compongono molto, molto forte. Sembra di essere nel pieno dell’uragano Katrina, sommersi nell’acqua fino alle ginocchia, nel puzzo, nel pericolo di quei giorni. Sullo Zodiac in compagnia di Amaia, Johnson e Dupree, e con Bill e Bull. Ringraziando anche Nana per il suo gris-gris. Bello, Bello, bello!
(a cura di Silvia Marcaurelio)