Questo gran tomo di ben 850
pagine avrebbe l’ardire di raccontare una storia su New York, una New York dalla
fine dell’Ottocento, arrivando ai due nuovi millenni, quello del 1900, e quello
del 2000. Una New York popolata di personaggi stravaganti che nel corso del
racconto ritroveremo, quali il ladro Peter Lake, la sua nemesi Pearly Soams, la
giovane e sfortunata Beverly Penn, la moderna Virginia, fino agli stravaganti
Mootfowl e Craig Binky. Il narratore preso da un’estasi data da non so che
cosa, tenta, di scrivere pagine (secondo lui) vibranti e travolgenti, ma che al
lettore si rivelano complesse se non addirittura astruse, senza costrutto.
Perché tra i vari fili narrativi del libro, l’autore fa dei salti temporali e
interseca tra loro storie praticamente diverse, che tenteranno, di unirsi in un
delirante finale. Nello stesso libro si mescolano il romanzo storico nella
prima parte, la storia d’amore, la satira sociale, il racconto fantastico o
meglio proto urban fantasy, la distopia fantascientifica, il romanzo
sociologico e psicologico. Un libro difficilmente catalogabile proprio per la
sua complessità, tanto da ricordarmi un altro tentativo simile, quello di Cloud
Atlas, anche quello miseramente fallito. Il lettore si ritrova in un paesaggio
di una New York aulica con foreste e laghi fuori dal tempo e dallo spazio, ma
anche nera e brutale con bande, uccisioni, fuochi e disprezzo per la vita, e l’immersione in queste pagine lascia spesso
confusi. La storia è divisa in due filoni principali. Lo stravagante Peter Lake
è un ladro alle prese con le vessazioni di una banda di criminali, i Coda
Corta, capitanati da Pearly Soams che sembra una specie di Cappellaio Matto:
bizzarro, infelice e deforme, che cerca rimedio nella relazione con i colori,
deciso a farlo fuori a tutti i costi perché ha provato ad uscire dalla banda,
ma prima si imbatterà in un imprevisto cruciale, che cambierà la sua vita,
ossia innamorarsi di una delle vittime dei suoi furti, la povera e bella
Beverly Penn, più strana di un oracolo, affetta da una malattia incurabile. Si
denota in queste pagine una New York insolita, con una Manhattan fusa in
liquide stratificazioni cromatiche, seducenti agli occhi dei personaggi, tant’è
che la storia si apre con la danza di un cavallo bianco, immagine molto
fiabesca, che non riesce a fare a meno di Manhattan. Il cavallo ha il compito
di salvare Peter Lake dai Coda Corta.
Spropositato è l’odio che Soams ha per Peter, costretto a fuggire con il
suo cavallo da una parte all’altra della città, finché non viene trasportato in
un’altra dimensione di tempo e spazio, per inseguire il suo amore che credeva
perduto. La vicenda si sposta così in una New York più recente, dove
riappariranno i personaggi passati e ne appariranno di nuovi, intrecciando le
storie, seppure in maniera non molto chiara. Alla fine ci sarà la resa dei
conti tra Peter e Pearly, che in una New York incendiata, all’inizio del terzo
millennio, daranno vita alla battaglia per la vittoria dell’amore su tutto il
resto. E Peter, donando se stesso e sparendo, salverà la vita di Abby Marratta,
nemesi in miniatura della bella Beverly Penn, che non era stato in grado di
salvare ai suoi tempi. Voto di questo guazzabuglio: 4
lunedì 28 aprile 2014
lunedì 21 aprile 2014
RECENSIONE - TRAVIS. SUGAR DADDY VOL. 01 DI LISA KLEYPAS
"Sugar Daddy" è la storia di Liberty Jones, dall'adolescenza, fino ai suoi venticinque anni. Parla del difficile rapporto con la madre, della difficoltà di crescere senza una figura paterna, del primo amore, della scuola, le amiche, il lavoro, il peso delle responsabilità, ma soprattutto dell'amore. Liberty cresce in Texas, in una casa mobile nella cittadina di Welcome. Con pochi soldi e ancor meno amici. Insomma poco di tutto. Sua madre è la classica bellezza americana: occhi blu, fisico prestante e capelli biondi. Liberty non ha niente che le assomigli. Ha ripreso da suo padre, un messicano, quindi ha folti capelli neri, pelle ambrata e occhi verdissimi. Nessuno la guarda, nessuno la pensa fino a che non conosce Hardy Cates, di poco più grande di lei. Lui è considerato un poco di buono, un rifiuto della società. Ma non è altro che un povero in canna come lei, costretto a crescere più in fretta per aiutare la numerosa famiglia a sfamarsi. Hardy comincia a considerarla qualcosa di più di una ragazzetta e le fa capire che sotto la scorza dell'adolescente bruttina, ci potrà essere una bellissima donna. Ma la sua intenzione è quella di lasciare per sempre Welcome, per cui Liberty non è considerata, non ha nemmeno una possibilità di decidere, perché Hardy non la considera un ostacolo insuperabile per ottenere quello che vuole. La vita con Liberty non è certo benevola, poco dopo la partenza di Hardy, sua madre muore, lasciandola sola con la sorellina da crescere. Così si ritrova carica di responsabilità e per di più sola. Ha il cuore spezzato e il brutto vizio di paragonare ogni uomo che incontra ad Hardy. Con un insperato colpo di fortuna riesce ad intraprendere la carriera di estetista. Nel negozio dove lavora conosce Churchill Travis, un magnate texano, che come un padre benevolo l'ascolta e la consiglia senza pretendere nulla da lei, se non essere a sua volta ascoltato. Churchill la convince a diventare la sua assistente personale dopo un incidente a cavallo, che lo terrà per parecchio tempo ancorato ad una sedia a rotelle. Così Liberty cambia vita e va a vivere con la sorellina Carrington, nella grande casa di Churchill. Qui conosce Gage, il maggiore dei figli di Churchill che la crede un'arrivista che vuole approfittarsi di suo padre. Gage è arrogante e dispostico, quanto affascinante. E' un bastardo insolente, riservatissimo e con una corazza difficile da scalfire. Eppure è l'unico che riesce ad infiammarla come faceva Hardy. Quando le cose sembra andare per il verso giusto e la sua relazione con Gage assume un aspetto duraturo, Hardy ricompare nella sua vita, come un fulmine a ciel sereno, portando scompiglio e insicurezza. Ma Hardy giocherà male le sue carte. Pretenderà di avere tutto e rimarrà, per ora, con le mani sporche dei suoi giochetti d'affari, ma vuole dell'amore di Liberty, che gli preferirà Gage, e la sua rassicurante protezione. Un romance di buon livello questo della Kleypas, che con il suo modo fluido di raccontare le cose e le sue improvvise espressioni colorite, da una sfumatura alle parole. I personaggi sono ben delineati, ognuno con le proprie caratteristiche. Da Churchill che è il padre che tutti vorrebbero a Marva la saggia vicina di casa, a Carrington che nonostante i problemi è per Liberty una fonte di gioia costante, alla madre Diana, che non è nata, sicuramente, per vincere il premio genitrice dell'anno. Fino ad arrivare ad Hardy e Gage, così simili eppure così diversi. Voto: 6,5
venerdì 18 aprile 2014
RECENSIONE - AUDACI ZITELLE. L'ULTIMA SORPRESA VOL. 05 DI LISA KLEYPAS
Stranamente il protagonista dell’ultimo romanzo delle zitelle non è una donna, ma un uomo, Rafe Bowman. Fratello scapestrato di Lillian e Daisy Bowman. Anche lui è in Inghilterra per impalare niente poco di meno che Lady Nathalie Blandford. Non essendo particolarmente interessato a chi sposerà, Rafe è preparato ad assecondare i desideri paterni. E le nostre impiccione, non più zitelle, impegnate nella preparazione di un grande party di natale che si terrà a Stony Cross Park, sono preoccupate dal fatto che Rafe non sappia comportarsi con una Lady inglese, e che debba venire a sapere tutto il possibile su di lei per poterla corteggiare. A questo scopo, invitano ad un te, la sua cugina povera, che funge anche da dama di compagnia della ragazza, Hannah Appleton, per poterla interrogare sui gusti della cugina. Hannah accetta l’invito, spinta da suo zio, che è convinto da questo matrimonio. Hannah conosce così Rafe, già con dei preconcetti sbagliati per la sua provenienza americana e perché non è un nobile gentiluomo, pensando che non sia la scelta più saggia per la sua delicata cugina (che scopriremo non essere poi così delicata e innocente). Così volano scintille, sagaci botta e risposta e un bacio. Da un punto di vista oggettivo la trama non ci regala niente di nuovo. Il libertino incallito che ha rapporti difficili con il padre e la schietta dama di compagnia con pochi mezzi economici, li abbiamo visti altre volte, in altri romanzi. Ma nel corso della storia, complice la magia del natale a Stony Cross Park, lui da freddo e libertino, diventa un eroe romantico, divertente e disincantato. La storia della sua infanzia non proprio gradevole fa cambiare le prospettive e i sentimenti di Hannah. Tra i due i rapporti cambiano, ma c’è il terzo incomodi di Nathalie da sistemare. Il lieto fine è comunque assicurato e i due riusciranno ad esaudire i loro desideri, come sempre nelle favole. Romanzo rosa di puro intrattenimento. Voto: 6.
RECENSIONE - AUDACI ZITELLE. SCANDALO IN PRIMAVERA VOL. 04 DI LISA KLEYPAS
Quarto capitolo della saga delle Audaci Zitelle. La protagonista è l’ultima del gruppo, Daisy Bowman. La più romantica, quella sempre con la testa nei romanzi rosa, quella sempre svanita, che sembra avere la testa tra le nuvole. Ci pensa però suo padre, arcigno e prevaricatore, a riportarla con i piedi sulla terra, se entro due mesi non riceverà una proposta di matrimonio da un nobile, sarà costretta a sposare l’odiato Matthew Swift, copia èiù giovane di suo padre. Daisy è sconvolta dall’idea di avere un marito come Matthew freddo, controllato e all’apparenza poco appetibile. E’ quindi decisa a trovare un sostituto e ad approfittare dell’aiuto della sorella, ora Lady Westcliff. Daisy però non ha fatto i conti con l’incredibile cambiamento di Matthew, diventato ormai un uomo carismatico e decisamente attraente. La passionalità e l’istinto hanno la meglio sulla ragione di Daisy, che è inspiegabilmente attratta dall’uomo che per anni la ripugnava e la infastidiva. Non riesce a capacitarsi di questi contrastanti sentimenti, ma la passione tra loro è troppo forte per essere combattuta. Matthew, dal canto suo, è da sempre innamorato di lei, ma nonostante l’opportunità, un segreto del suo passato incombe sulla sua felicità. Nonostante svariate vicissitudini i due riusciranno a coronare il loro sogno d’amore, mettendo tutti d’accordo. Romanzo rosa di puro intrattenimento. Voto: 6
RECENSIONE - AUDACI ZITELLE. PECCATI D'INVERNO VOL. 03 DI LISA KLEYPAS
Terzo capitolo della saga delle Audaci Zitelle. La protagonista è la timidissima e balbuziente Evangeline Jenner, figlia di un ricco proprietario di una casa da gioco, costretta a vivere con i familiari di sua madre, che intendono farle sposare un cugino carnale, per giunta obeso, per mettere le mani sulla sua ricchezza. La chiudono spesso in casa senza cibo, la picchiano spesso e volentieri, ma soprattutto lei pensa che dopo il matrimonio vogliano liberarsi di lei. All’ennesimo rifiuto di farle vedere il padre malato, Evangeline scappa di casa e si presenta nell’abitazione di Lord Sebastian St. Vincent a noi già noto. St. Vincent nel precedente episodio, con la collaborazione della vecchia contessa Westcliff, aveva tentato di rapire e sposare contro la sua volontà Lillian Bowman, portandola fino in Scozia a Gretna Green. Aveva accettato il complotto per il suo bisogno immediato di denaro. Quindi Evie ha un piano, fuggire con Lord St. Vincent a Gretna Green, sposarlo per poter riacquistare la libertà, senza più preoccuparsi dei suo parenti materni e con l’opportunità di poter star vicino a suo padre che sta per morire. Sebastian seppur con molti dubbi e pieno di perplessità, accetta per interesse la proposta di quella giovane timida, graziosa sì, ma non certo dotata di fascino. Ma non appena i due sono fianco a fianco, la metamorfosi comincia. Lei da topolino impaurito si trasforma in una pericolosa e sensuale leonessa, lui da diavolo libertino, nel più devoto dei mariti, pronto a morire per amore di sua moglie. Azione, vendetta, rapimenti, duelli, passaggi segreti, faranno da sfondo all’amore tra Evie e Sebastian. Come per tutti gli altri, libro romance per un breve intermezzo, anche se è quello che ho apprezzato di più. Voto: 6+
RECENSIONE - AUDACI ZITELLE. ACCADDE IN AUTUNNO VOL. 02 DI LISA KLEYPAS
Secondo capitolo della saga delle “Audaci Zitelle”. Questa volta la protagonista è l’americana Lillian Bowman, seconda nella lista da sistemare. Lillian è una ragazza anticonformista e poco attenta ai costumi e all’etichetta vigenti nell’Inghilterra Vittoriana. Ricca ereditiera, gran bellezza, dovrebbe essere una ragazza appetibile per tutti i gentiluomini in cerca di rimpinguare i loro patrimoni, ma non è così. Lillian è infatti considerata sguaiata e poco educata, non adatta ad essere la moglie di un gentiluomo, soprattutto perché ha l’abitudine di rispondere. Ma le cose potrebbero essere, a sua insaputa, molto diverse. Quando Lillian, con la sua familgia, fa ritorno a Stony Cross Park, residenza di Lord Westcliff, con il quale il padre è in affari, comincia a vedere Marcus sotto un’altra luce, molto più rilassato, e più a suo agio a casa propria. Inizialmente entrambi cercano di evitarsi, vista l’antipatia reciproca, ma la ragazza rimane sorpresa quando il conte, nonostante non sia proprio una cosa da signorine per bene, si unisce a Lillian e a Daisy per giocare una partita di Rounders, correggendo la prima nei soi errori. La sorpresa lascia spazio all’interesse e l’interesse all’infatuazione per Lillian. Marcus dal canto suo, prova gli stessi sentimenti per Lillian, ma si rifiuta di riconoscerlo, finché all’orizzonte non comparirà un gentiluomo, Lord Sebastian St. Vincent, intenzionato realmente a sposarla, vista la sua urgenza in fatto di denaro. Davanti alla prospettiva di perderla per sempre Marcus darà finalmente voce ai suoi sentimenti. Come il primo volume la Kleypas è abile nell’intrecciare le trame rosa e la storia dell’epoca, creando un romanzo piacevole e distensivo di puro intrattenimento. Voto: 6
RECENSIONI - AUDACI ZITELLE. SEGRETI DI UNA NOTTE D'ESTATE VOL. 01 DI LISA KLEYPAS
Nell'Inghilterra vittoriana di metà ottocento, Annabelle Peyton è alla disperata ricerca di un uomo da sposare. La situazione finanziaria della sua famiglia è precaria, e la sua età di certo non aiuta. A 23 anni può considerarsi annoverata tra le "vecchie" zitelle. Annabelle nonostante tutto spera in quell'ultima stagione per trovare un gentiluomo che la chieda in moglie e salvi la sua famiglia, soprattutto sua madre, dagli scandali e dal disastro economico. Per caso, conoscerà, tramite il suo fratellino, Simon Hunt. Non è un gentiluomo, è il figlio di un macellaio, che con intelligenza ha saputo cavalcare l'ondata di rinnovamento e industrializzazione di quel periodo, diventando ricchissimo. Ma per Annabelle non va bene, nonostante un bacio rubato la faccia fremere, lui non è un nobile, e lei tornerebbe indietro sulla scala sociale. In una delle svariate feste che si organizzavano per la stagione, Annabelle avrà modo di conscere tre ragazze nella sua stessa condizione di zitella in cerca di marito, costrette come sempre a far da tappezzeria. Ma le 4 ragazze, Annabelle, Evangeline, Lillian e Daisy invece di odiarsi per la rivalità, visto che cercano la stessa cosa, si coalizzeranno per ottenere un marito adatto per ognuna di loro. Annabelle è la prima della lista da accasare. In fondo è la più vecchia. Un ballo nella tenuta di Lord Westcliff le permetterà di rivedere Simon Hunt, dopo tre anni dal bacio rubato, che lei nonostante tutto, non ha mai dimenticato. Simon è contrario al matrimonio, ma è deciso ad averla come amante e proverà di tutto per convincerla, finendo però lui stesso per soccombere all'amore. Classico romanzo rosa. Lisa Kleypas ha facilità di scrittura e rende questi libri piacevoli diversivi per passare un pomeriggio di relax. Non sono da premio Pulitzer ma sortiscono l'effetto sperato. Voto: 6
lunedì 14 aprile 2014
RECENSIONE - L'INSONNIA DELLE STELLE DI MARC DUGAIN
1945. E’ la
fine della guerra. La Germania nazista si è arresa. Il Reich millenario
preannunciato da Hitler, si è inesorabilmente sgretolato davanti alla forza
degli Alleati. Il capitano francese Louyre, uno degli eroi di Montecassino si
ritrova a comandare un contingente incaricato di occupare un paese rurale nel
sud della Germania. Nelle campagne circostanti, in una fattoria isolata, abita
una ragazzina di quindici anni, Maria Richter. Viene trovata denutrita e
stremata mentre attende il ritorno del padre dal fronte russo. Ma oltre a lei,
i soldati francesi, trovano i resti di un corpo carbonizzato di un uomo
sconosciuto. Chi sarà mai? Chi lo ha ridotto in quello stato? Può essere stata
quella ragazzina che a stento ci vede e si regge in piedi? Secondo il
maresciallo Hubert sì. Ma Louyre, che tutto è fuorché un militare, abituato
nella sua vita civile ad osservare le stelle nel suo lavoro da astronomo,
cercherà di far luce a quella morte, che sente far parte di qualcosa di
importante. Allora si prende carico di Maria, ed inizia la sua particolare
indagine, convinto che quella morte, in un mare di morti, meriti comunque,
verità e giustizia. Le reticenze e le mezze verità sussurrate dagli abitanti
del luogo, portano il capitano Louyre a domandarsi quale oscuro mistero
nasconde quella cittadina. E da qui emergono personaggi come l’ex sindaco e il
prete. Tutti pronti a fare qualcosa per Maria Richter. Soprattutto il prete,
che vuole prendersi cura di lei. Ma dietro a tutto questo c’è l’ombra
dell’ospedale che incombe. L’ospedale che era una delle fonti di vita della
cittadina che si scopre essere stato chiuso e che è custode di qualcosa di
oscuro che sembra inestricabilmente legato alla morte di quello sconosciuto di
cui ha trovato i resti. Nelle indagini Louyre si imbatte nelle lettere che il
padre di Maria le aveva scritto dal fronte e capisce che da quell’isolato
delitto ci sono dietro azioni più efferate da parte di un uomo plasmato
dall’ideologia nazista. Un uomo che riesce a mettere con le spalle al muro,
facendo confessare in una dolorosa conversazione che porterà a galla una delle
pagine più atroci della Seconda Guerra Mondiale. “L’insonnia delle stelle” è un
libro molto bello, che contrappone agli orrori della storia, un soffio di
tenerezza, tanto lieve quanto sconvolgente. Il legame che si instaura tra
Louyre e la piccola Maria, da solo si oppone alla follia e alle barbarie, ed è
commovente vedere quanto sia tutto ciò che rimane alla fine della lettura: l’innocenza
e la purezza di un sentimento che da solo impedisce alla tragedia di
schiacciare tutto ciò che rende l’uomo “umano”. Stranamente, più che il
confronto tra Louyre e il dottor Halfinger ex direttore dell’ospedale
cittadino, è il legame tra Louyre e Maria, a innescare una riflessione dolente
e amara su ciò che l’uomo è capace di fare quando si pone al di là del bene e
del male. L’umanità di Louyre, il suo senso morale, il suo interrogarsi sulla
natura ultima che tutti ci accomuna porta questo romanzo in un piano più alto
che quello di una semplice indagine poliziesca. Lo stile limpido di Dugain, la
sua capacità di descrivere con poche parole quasi scarnificate, sentimenti,
riflessioni, anche condanne sono assolutamente rari e permette al lettore di
fare una esperienza quasi catartica. Voto: 7,5/8
venerdì 11 aprile 2014
RECENSIONE - LA DONNA IMMORALE DI LINDA JAIVIN
"La donna immorale"
racconta, la vita romanzata di personaggi realmente esistiti, soprattutto dei
due protagonisti, G.E. Morrison e Mae Ruth Perkins. Morrison è un cronista di
guerra del "The Times" di Londra quando nella sua vita entra Mae
"Maisy" Perkins, figlia di un senatore milionario americano. Siamo
nella Cina dei primi del '900, poco dopo la rivolta dei boxer, dove Morrison si
è reso protagonista, con coraggio e onore, salvando la vita di molte persone.
Sta infuriando il conflitto russo-giapponese per il predominio della Cina
nordorientale. Morrison è preso sia dai suoi rapporti da trasmettere sulla
guerra (che sembra ci sia, ma non ci sia allo stesso tempo), che dalla sua
infatuazione per Mae. Quest'ultima, se da una parte lo fa ringiovanire nel corpo
e nello spirito, lo distoglie comunque dal suo dovere. Mae è una donna
spigliata, civettuola, diversa per quei tempi e Morrison è ingabbiato dai suoi
sguardi e dai suoi modi scabrosi, tranne poi sentirsi svuotato e privo di
qualsiasi vigore quando capisce la vera natura di lei. Mae ha un bisogno
continuo di recitare una parte che sembra fatta apposta per lei: quella di
donna disinibita, dai facili costumi, che fa cadere gli uomini ai suoi piedi,
facendo di loro i suoi zerbini, per poi gettargli in faccia la verità. Mae è
solo di Mae. Morrison tenterà più volte di lasciarla, di dimenticarla, ma non
lo farà mai. Ripenserà spesso alle parole dell'odiato collega Jameson che gli
rivelò la vera natura di Mae: "E'
una ninfomane calzata e vestita, e lo dimostra con ogni gesto e con ogni
respiro. Eppure... la sua abilità nel comunicare felicità è davvero
incomparabile. La sua esuberanza, il suo umorismo malizioso, la sua
esagerazione teatrale, la sua sensualità, la sua instancabile gioia di vivere è
una fonte nobile a cui tutti beviamo." Morrison, continuerà,
nonostante le divagazioni con Mae e i suoi continui spostamenti al suo seguito,
ad allacciare rapporti lavorativi per cercare notizie dal fronte di guerra in
un modo tutto nuovo, osteggiato però, da tutte le parti in causa: cinesi,
russi, giapponesi, inglesi e il suo stesso editore del "The Times".
Continuerà a dar man forte al suo collega Lionel James, inventore della
comunicazione radiotelegrafica, aiutandolo ad ottenere i permessi per recarsi
sul fronte di guerra, grazie alle sue conoscenze in alto loco, sia in Cina che
in Giappone. E nel frattempo il suo rapporto con Mae continuerà tra alti e
bassi, tra gelosie e sogni. Ma alla fine Mae andrà via e Morrison si ritroverà
ad aver vissuto come su un palcoscenico di un teatro dove: "Una volta che il dramma è finito, la tragedia, la commedia, di chi
si separa e chi si unisce, tutto sparisce come in un sogno." Morrison
riuscirà a diventare consigliere del primo presidente della repubblica cinese,
si sposerà all'età di 50 anni con la sua segretaria di 23 anni. Nei sette anni
di matrimonio riusciranno ad avere tre figli, prima della loro morte a distanza
di poco tempo. In Cina, Morrison è ancora ricordato come un personaggio
coraggioso ed onorevole. Ne "La donna immorale" si tenta di romanzare
una storia realmente esistita come ho già detto in apertura. La Jaivin è stata
un'abile ricercatrice e la storia di fondo è molto accurata, ma il romanzo in
se non decolla mai. Ci sono alcuni spunti interessanti, ma questo non fa dello
scritto un bel libro, ma solo un tentativo poco riuscito. Voto: 6
lunedì 7 aprile 2014
RECENSIONE - DOPO DI KOETHI ZAN
Negli
Stati Uniti è uscito con il titolo The Never List nel 2013, nonostante avesse
avuto luce molto prima dei fatti di Cleveland, la scoperta e liberazione di tre
donne sequestrate e tenute in schiavitù per dieci anni. Ci riporta indietro nel
tempo “Dopo” di Koethi Zan. Ci riporta alle storie raccapriccianti di Natascha
kampusch e di Elisabeth Fritzl. “Dopo” mette in scena un caso simile. Tre
ragazze sono scampate alle torture di un uomo che le ha tenute segregate per
più di tre anni in una cantina di una casa isolata nell’Oregon. L’uomo, Jack
Derber, è un professore universitario di psicologia e dedica la sua vita a
sperimentare su esseri umani la resistenza al dolore estremo. La vera
protagonista del libro è Sarah-Caroline, una persona maniaca del controllo che
insieme alla sua amica Jennifer avevano stabilito, con calcoli statistici, il
modo per star fuori dai pericoli della vita. Il titolo originale, The Never
List , la lista delle cose da non fare mai, si riferisce alle precauzioni
ossessive che Sarah e l’amica Jennifer avevano compilato durante gli anni di
scuola: mai salire in macchina con uno sconosciuto, non accettare inviti in
luoghi isolati eccetera. Purtroppo, queste regole non riuscirono a evitare
loro, dopo una festa con i compagni di università, di cadere nella trappola di
un finto tassista che le rapisce e le porta nella casa-prigione. Jennifer è la
prima a sparire, pochi giorni dopo la sua prigionia e Sarah crede sia morta,
anzi ne ha quasi la certezza, nonostante il cadavere dell’amica non sia mai
stato trovato. Dopo mesi e anni di prigionia, Sarah sfrutta una debolezza nella
metodica di Derber e riesce a fuggire e a far liberare le altre due ragazze
prigioniere, Christine e Tracy. A dieci anni di distanza si apre un dilemma per
tutte e tre, Derber si è convertito a una setta cristiana ed ha una buona
condotta in carcere e si è sposato. Tutto si può rivedere, il suo avvocato ha
infatti chiesto la libertà condizionata. Infatti, non è mai stato accusato di
omicidio, visto che il corpo di Jennifer non è mai stato ritrovato. A ciascuna
di loro, dalla prigione, Jack Derber invia delle lettere e la polizia,
periodicamente, gliele consegna. Lettere enigmatiche, minatorie, il cui
messaggio è uno solo: siete riuscite a scappare una volta, ma io vi sto dietro
e non vi lascerò più. Ma per Sarah dicono qualcos’altro, ma soprattutto lei
pensa che possano aiutarla a chiudere il cerchio, ritrovare il cadavere di
Jennifer e mettersi tutto quello che le è successo alle spalle. Quindi per
Sarah la prima cosa da fare è ricercare le altre compagne di quegli anni di
orrore. Con l’andamento di un thriller, compreso un finale a sorpresa (le
ultime dieci pagine sono chiuse: sta al lettore decidere se vuol conoscere la
conclusione, o magari, prima, immaginarsi una possibile soluzione e poi andare
a verificare), “Dopo” è il romanzo d’esordio di una avvocatessa di New York, lettrice
di grandi classici come Tolstoj e Jane Austen, Henry James e Nabokov, cita per
il genere poliziesco psicologico tre autori: Thomas Harris (Il silenzio degli
innocenti), Ruth Rendell e Henning Mankell. Ma il tributo di ammirazione più
grande è per Shirley Jackson, autrice di racconti del terrore molto amata da
Stephen King. Nel romanzo, poi, elenca i titoli della biblioteca dello
psicologo sadico: Foucault, Nietzsche, Octave Mirbeau (Il giardino dei
supplizi), Georges Bataille e naturalmente Sade. Curiosamente tutti autori
europei, quasi a suggerire che il Male proviene sempre dal Vecchio Continente,
che è stata l’Europa a contagiare il Nuovo Mondo. Per l’edizione italiana si è
scelto il titolo “Dopo”, forse più giusto perché il cuore del romanzo è proprio
la descrizione di come, a molti anni di distanza, la mente delle ragazze ha
saputo e potuto reagire a quell’esperienza da incubo. Tutte e tre,
naturalmente, hanno cambiato nome, ma non sempre questo è servito a chiudere davvero
con quanto hanno subito. Se Christine ha cancellato tutto (sposata con un
banchiere, due figlie, vive la vita di una signora dei quartieri alti e nessuno
intorno a lei sa niente del suo passato), Tracy, invece, ha scelto di dedicarsi
alla lotta contro la violenza sulle donne: dirige una rivista femminista, è una
militante impegnata. La più fragile è Sarah, la più insicura, che continua a
difendersi dal mondo esterno, non riesce neppure ad avere un minimo contatto
fisico con le persone, ha lasciato la casa dei suoi per New York dove lavora,
da casa, con il computer. In parte Koethi Zan si adegua alle leggi del
thriller: l’indagine che può diventare molto pericolosa; la moglie dello
psicologo che è scomparsa; una setta cristiana che ha strani legami con un club
sadomaso di cui fa pure parte - «per scopi di ricerca scientifica» - la ex
assistente di Jack Derber. E, inevitabilmente, le tre ragazze finiranno per
ritornare nella casa dove furono tenute prigioniere. E qui... Ma ciò che rende
interessante il romanzo sono i lampi di memoria, i flash improvvisi che
assalgono Sarah, brandelli di quello che ha vissuto nella cantina del suo
carceriere: quali pensieri la abitavano, come passava il tempo interminabile
della sua prigionia, oltre quale soglia di paura e dolore si è potuta spingere.
Qui la finzione romanzesca sembra sospesa, la voce che racconta sembra
appartenere a una delle vere vittime, ed è in grado di farci apparire davanti,
seppure per brevi momenti, cosa realmente deve provare una persona resa schiava
da un maniaco, quali abissi si spalancano nella coscienza in un tempo di cui si
è perso il controllo. L’unica pecca di questo libro: il finale scontato… Dalla
terza pagina si capisce chi è il personaggio misterioso che aiuta Jack Derber
nel continuare a minacciare le ragazze… Nonostante l’autrice, con “la trovata”
delle pagine chiuse e la possibilità data al lettore di trovare lui una
soluzione, abbia voluto creare una particolarità il finale non decolla, anzi
sminuisce il resto del libro. Voto: 7
giovedì 3 aprile 2014
KATHERINE di Anya Seton
Inghilterra, XIV secolo. Educata in un
convento, Katherine de Roet, figlia di un araldo fiammingo, a quindici anni
giunge alla corte di Enrico III, al seguito di sua sorella Philippa, damigella
della regina. “Adieu, Katherine cara, adieu”
diceva la tenue voce della piccola suora portinaia del convento di Sheppey nel
Kent che si perdeva attraverso la foschia di quell’alba inglese in un giorno di
aprile della metà del XIV Secolo. La quindicenne Katherine de Roet scortata
dalla madre priora Godeleva, da sorella Cecily e dallo scudiero della regina
Long Will Finch, si apprestava a lasciare il convento dopo ben cinque anni di
permanenza come pensionante. La giovane dai folti capelli rossi, pelle lattea e
liscia era diretta alla corte di Windsor. La buona regina Philippa, moglie
devota del re Edoardo III, era solita occuparsi sempre di bambini rimasti
orfani, in particolare quelli come le giovani de Roet “dei cui padri condivideva la terra d’origine”. Payne de
Roet, araldo della corona inglese, morto in battaglia combattendo per Edoardo
III, proveniva dall’Hainaut, la ricca regione dei Paesi Bassi da cui era
originaria la regina. Presso la corte dei Plantageneti, che brillano come il
sole a mezzogiorno, con “il fascino radioso unito a una
malinconia che scioglieva il cuore” Katherine aveva fatto breccia
nel cuore di molti cavalieri. Anche il prode duca di Lancaster John di Gaunt,
il più valoroso e anche il più bello dei figli del re, sposato alla ricca Lady
Blanche, aveva subito la fascinazione degli occhi grigi della giovane perché
erano uguali a “quelli di una persona il cui ricordo evocava
un dolore vivo in lui”. La vita di Katherine sarebbe stata segnata
dal destino anche perché “dotata di una bellezza fuori
dal comune” che ispirava “un amore appassionato e
sensuale”. Andata in sposa all’“ariete sassone” Sir Hugh Swynford
cavaliere di John di Gaunt, privo di grazie cortesi, soldato astuto e feroce e
insofferente alle regole cavalleresche del leggendario Re Artù, il futuro della
seducente Katherine sarebbe stato accanto al terzogenito di Edoardo, John, duca
di Lancaster, conte di Richmond e Derby, di Lincoln e Leicester. E’ l’epoca di
Geoffrey Chaucer, di splendide residenze reali, di tornei e battute di caccia e
di sfarzosi banchetti. E’ l’epoca della grande epidemia di peste del 1348, la
Morte Nera, che uccide un terzo della popolazione, eliminando a Londra,
l’intera corporazione dei sarti e dei cappellai e di grandi rivolte e tumulti
della popolazione stremata dalla carestia. E’ l’epoca, infine, della più grande
storia d’amore del Medioevo: quella tra Katherine e John di Gaunt, un amore
tormentato, contrastato, scandaloso per l’epoca. Al seguito di John di Gaunt,
Katherine viene dapprima nominata governante ufficiale delle due figlie del
duca di Lancaster e della sua prima moglie Blanche. Alla morte di Blanche,
diviene l’amante ufficiale di John destando scandalo. Nelle cronache dell’epoca
era definita una strega e una prostituta e un demonio e un’incantatrice. Anya Seton, autrice statunitense che amava
l’Inghilterra (il padre era inglese), conosce perfettamente l’ambientazione del
suo romanzo (da molti considerato il suo capolavoro) e la descrive con
sicurezza e abilità. Leggere un libro poderoso come questo, frutto di un lavoro
accurato di ricerche equivale a “una splendida avventura”,
a un viaggio nell’Inghilterra del 1300, in un’epoca storica dominata da
tensioni sociali, lotte per il potere mentre imperversa la terribile Peste
Nera. Sullo sfondo l’occhio acuto di Geoffrey Chaucer, autore de I racconti di Canterbury (prima
opera della letteratura inglese scritta in volgare), figlio di un commerciante
di vini e cognato di Katherine descrive la società che lo circonda. L’epoca
narrata dalla Seton risulta reale grazie anche alla figura della protagonista
che riesce a mantenere intatta la propria identità nel maschilista mondo
medievale. Tutto ciò rende il romanzo emozionante agli occhi delle donne del
terzo millennio che vedono in Katherine “una fonte d’ispirazione, perché
è una donna piena di coraggio e di autostima”. Attraverso lutti,
guerre, adulteri, assassini, abbandoni e ricongiungimenti, la passione tra
Katherine e John di Gaunt, tuttavia, non finirà mai e nel 1396, nella
cattedrale di Lincoln, culminerà in uno sfarzoso matrimonio. Con un ritmo
narrativo e una scrittura che avvincono il lettore, Anya Seton fa rivivere
questa celebre vicenda come fosse accaduta ieri. Voto: 7,5
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