lunedì 19 dicembre 2016

RECENSIONE – L’ora dei gentiluomini di Don Winslow


Torna la Pattuglia dell’Alba, e tornano con lei il detective Boone Daniels ed i suoi amici surfisti. Amicizia nata su una tavola da surf a San Diego, California del Sud. La Pattuglia è una vera famiglia, ma rischia di andare in frantumi quando Boone è quasi costretto ad indagare sulla morte di Kelly Kuhio, un mito del surf, ma non per scoprire chi è stato ad ucciderlo, bensì per difendere quello che sembrerebbe essere il suo assassino. Tutti amavano K2, quindi cercare di salvare chi lo ha ucciso con un pugno, a detta dei testimoni e dei compagni di merende dell’omicida, è una cosa non apprezzata. Boone si trova tra due fuochi, da una parte il suo lavoro, che lui intende fare bene e dall’altra i suoi amici, molto arrabbiati. Più l’indagine scava nelle acque torbide di San Diego, e più Boone scopre di trovarsi davanti a qualcosa d’altro. Corruzione, violenza e omertà fanno capire a Boone Daniels che non servono a coprire solo un omicidio, ma ben altro. Sarà la prima volta che si troverà affrontare tutto da solo, senza l’appoggio dei suoi compagni di sempre. A dargli una mano ci sarà Petra Hall, la giovane rampante avvocato, che crede ed ha bisogno di Boone, anche se non condivide il suo stile di vita, ma che non vorrebbe che lui cambiasse di una virgola quello che è. Dopo una parte molto fotografica, che parla di surf e racconti di mare, con descrizioni talmente vivide come da esserci nel mezzo, la storia prende vita. Quella che è un’indagine a prima vista facile, diventa complicata. Le testimonianze non combaciano e Boone si vedrà costretto a dover fare delle scelte difficili e dolorose; perché nonostante tutto il suo senso della giustizia è più radicato e più forte di qualsiasi cosa.
“Terra, aria, fuoco e acqua. I quattro elementi, giusto?Lasciamo stare l'aria per un attimo. La diamo quasi sempre per scontata, eccetto a Los Angeles. E il fuoco non c'entra, almeno per ora. Restano terra e acqua. Hanno in comune più di quanto pensiate. Per esempio, entrambe possono sembrare statiche in superficie, ma sotto succede sempre qualcosa. Come l'acqua, la terra è sempre in movimento. Magari non si vede, non si sente, ma il movimento c'è. Sotto i nostri piedi, le placche tettoniche si spostano, le faglie si allargano, i terremoti si preparano a farci ballare il rock and roll. Quindi, il suolo su cui ci troviamo, il cosiddetto "terreno solido", avete presente? Si muove sotto di noi. Ci porta a fare un giro. Diciamolo: che ne siamo consapevoli oppure no, tutti stiamo sempre facendo surf.”
Anche questo, è l’ennesimo libro azzeccato da Winslow. La trama è spettacolare e da un semplice caso di omicidio, mano a mano che si legge il romanzo ci si ritrova in un intreccio narrativo ricco e variegato, dove tradimenti, corruzione, narcotraffico, costruttori fraudolenti, padri incorreggibili e violenti, fanno da contraltare alle leggi di non violenza dettate dai surfisti della Pattuglia dell’Alba e dell’Ora dei Gentiluomini: “In acqua non si litiga. Non si minaccia, non si tirano pugni. In acqua si surfa. Se un tizio ti frega l’onda gli dici il fatto suo, ma non sporchi un luogo sacro con la violenza.”

Se volete leggere un noir degno di nota, ve lo consiglio. Ma come ho sempre detto, io con Winslow sono un po’ di parte. Semplicemente lo adoro. Aspetto con trepidazione la sua prossima pubblicazione. Voto: 8

mercoledì 14 dicembre 2016

RECENSIONE – Una fredda mattina d’inverno di Barbara Taylor Sissel



E’ dura dire che un libro non ti piace. Però è stato così con questo della Taylor Sissel. Peccato perché la scrittrice ha talento nella descrizione e nella costruzione dei dialoghi, ma la storia purtroppo risulta alla fine molto banale. Per essere un thriller che pretende di essere il n. 1 degli Stati Uniti, avrebbe dovuto sicuramente regalarci qualcosa di meglio. Il libro risulta essere lentissimo, nonostante si legga bene. Quindi si fa una fatica tremenda ad andare avanti. Le storie sono due, ma scopriremo ben presto che sono collegate tra loro. La storia di Lauren, reduce da un gravissimo incidente lavorativo, che l’ha dapprima resa invalida per un lungo periodo di tempo, e poi dipendente da un medicinale antidolorifico, l’OxyContin. Ha continue perdite della memoria a breve termine, e un marito Jeff, che sembra in qualche modo rinfacciarle continuamente il suo passato di “drogata”. Tranne sembrare godere di ogni sbaglio della moglie, per dirle il classico: “Te lo avevo detto!” Lauren non fa altro che farsi dei monologhi mentali, dove smonta e rimonta trame che vedono la sorella sposata con un poco di buono, poi che gli sta rubando il marito e i figli … insomma un po’ una continua paranoia, con questa fissa dell’OxyContin e di tutti che ce l’hanno con lei. L’altra storia è quella di Bo Laughlin, ragazzo autistico, che Lauren quasi investe e della sua scomparsa. Il suo personaggio emerge solo per un momento, quando incontra Lauren, poi improvvisamente scompare … Proprio perché non sa ricostruire cosa sia successo davvero, Lauren inizia la sua indagine personale per trovare la soluzione del mistero della scomparsa di Bo. Tutti lo cercano, ma le implicazioni dei personaggi fanno capire subito chi possono essere i colpevoli, immediatamente, senza nessuno sforzo, da rendere le altre 200 pagine del romanzo, quasi inutili, anzi pesantissime. Devo dire che ho portato a termine la lettura con difficoltà, annoiandomi. L’ho addirittura lasciato ad impolverarsi sul comodino per quattro interi giorni … non mi è mai capitato di non leggere per così tanto tempo, soprattutto un thriller che dovrebbe tenerti incollata alle sue pagine. Come ho già detto oltre ai protagonisti Lauren e Bo (che si sente solo nominare), gli altri risultano essere noiosi, prevedibili e  poco caratterizzati. Anzi, tutti i personaggi sono così. Non sappiamo nemmeno come sono fatti, nessuna descrizione fisica … a parte ad un certo punto dove Lauren dice che il marito ha un fisico imponente e che suo figlio gli somiglia, mentre la sua bambina è minuta, filiforme e delicata. Altro non ci è dato sapere. Ma oltre alle caratteristiche fisiche i personaggi mancano di carattere, di spessore, di forza narrativa. Dovrebbe essere un thriller psicologico, ma diventa il romanzo dell’ansia … l’ansia di finirlo il prima possibile e relegarlo in fondo, in fondo alla libreria. Voto: 5

lunedì 12 dicembre 2016

RECENSIONE – I Re del mondo di Don Winslow



Winslow si da al prequel. Questo romanzo è infatti la storia precedente a Le Belve dei mitici Chon, Ben e O., iniziando da dove tutto è nato fino ai nostri giorni.  Sentire parlare di prequel fa storcere la bocca a più di qualche lettore, ma non in questo caso, anzi. Io l’ho trovato anche più bello del precedente, sia dal punto di vista narrativo, sia per contenuti. La storia parte nel passato, negli anni ’60, quelli del movimento hippie, dei surfisti e dello spaccio d’erba, sulla costa della assolata della California, fino ad arrivare agli anni ’80 e allo spaccio di cocaina. Dagli hippies agli yuppies. Winslow ci racconta il sogno infranto degli anni sessanta di un gruppo di ragazzi che parlano di fratellanza e amore libero, fino alla disillusione e al tentativo di scalata sociale; da persone per la pace, ad arroganti borghesi ed incazzati, disillusi dalla perdita del sogno americano. Parte dalla genesi di Ben, Chon e O., i loro genitori. Tutti, in qualche modo, facenti parte del mito del sogno americano, del gruppo hippy di Laguna Beach. John, figlio povero d’America, cresce in un ambiente non proprio tranquillo. Si adatta a tutto per sopravvivere, finché non conosce per caso Don. Don è un uomo sulla quarantina. E’ un uomo buono secondo John, perché aiuta tutti quelli che può offrendo loro da mangiare, non pretendendo nulla in cambio. John, si lega quindi a Don, come fosse suo padre. Va a vivere con lui, diventa la sua ombra. Ma non è vero che Don non chiede nulla in cambio, Don chiede tutto. John comincia col fare il corriere per la vendita di erba, fino a diventare così importante per Don, da inserirlo nel suo perfetto meccanismo di spaccio chiamato l’Associazione. Ne fanno parte anche Stan e Diane, sono due hippies e ad un certo punto coronano il loro sogno. Quello di aprire una libreria hippies dove si vende un po’ di tutto: dal vintage, all’ayurvedico, fino all’erba … quella di Don. I due, in un giorno di follia, decidono anche di sposarsi e, insieme a Don, di fare un passo verso quella che è la nuova moda nel mondo dei surfisti, ma anche del nuovo ceto degli yuppies, la cocaina, che rende anche di più. Siamo alla soglia degli anni ottanta, il mondo è cambiato, il periodo dei surfisti pacifisti, finito e con quel mondo anche i due sono cambiati, hanno studiato e sono diventati degli psicologi importanti e hanno avuto in figlio, Ben. Anche John è cambiato. Ormai è, a pieno diritto, il braccio destro di Don. Vive nel lusso e ha sposato Taylor, una bellissima modella, da cui avrà un figlio, John jr. Nel giro è entrata anche Kim, che ha vissuto da bambina, per lungo tempo, nella comune di Don. Lui non si ricorda chi è, sa solo che è bellissima e tra una sniffata e l’altra, la fa entrare nel giro. Kim vuole solo il suo sogno americano. Ha la bellezza per poter sposare un uomo ricco, perché ha il desiderio di non voler vivere come ha già vissuto sua madre, che ha dovuto vendersi per sopravvivere. Anche Kim avrà la sua vita splendente, e insieme a John, a Stan e Diane deciderà della vita di Don. Anche nella vita di Kim ci sarà una figlia a far da contorno alla sua vita di eccessi, Ophelia. Eccoli quindi qui tutti riuniti, in qualche maniera legati dal passato, Ben, Chon (John jr.) e O. (Ophelia), che un giorno si incontreranno e diventeranno amici inseparabili, che metteranno su la loro Associazione, come a imitazione dei loro genitori, come se la storia si stesse ripetendo. Bellissimo questo romanzo di Winslow, dove ritroviamo, oltre a Le Belve, anche Frank Machianno e Bobby Z, due personaggi importanti degli altri romanzi di Winslow, L’inverno di Frankie Machine e Vita e Morte di Bobby Z. Bello vederli riuniti tutti insieme. Segreti mai rivelati, amicizie fraterne, tradimenti, sparatorie, intrighi e vendette: c’è tutto in questo romanzo, seppur solo di 300 pagine. Ci sono i buoni, ci sono i cattivi. Ma come ci ha insegnato Winslow non sapremo mai chi sono i buoni e chi sono i cattivi, perché nei suoi personaggi esiste bontà e cattiveria nella stessa misura. Il romanzo è formato da capitoli brevi, anzi brevissimi (come l’incipit iniziale di tre sole parole: “Vaffanculo a me!” detto da O.), molto sincopati, che dettano il ritmo, velocissimo, della storia. Winslow vuole tutta l’attenzione del lettore, sempre. Lo tiene incollato alle pagine fino alla fine e costruisce una storia bellissima che si vorrebbe non finisse mai. Devo dire che essendo un prequel ci si aspetterebbe essere qualcosa di banale, solo per fare soldi, ma Winslow, invece ci regala un romanzo al di sopra delle righe, molto più maturo di Le Belve, forse proprio perché è stato scritto in un secondo tempo, e lo scrittore è maturato, è cresciuto, insieme ai suoi personaggi. Consigliato. Voto: 8

martedì 6 dicembre 2016

RECENSIONE - Veritas. Atto Melani vol. 03 di Monaldi & Sorti

Veritas è il terzo atto della saga dell’abate castrato Atto Melani con cui gli scrittori Monaldi e Sorti ci portano nel periodo storico del Re Sole, della guerra di Successione Spagnola, e dell’Impero degli Asburgo in Austria. Gli interpreti principali sono sempre gli stessi. L’interlocutore, il nano che abbiamo conosciuto già dal primo capitolo, che anche qui rimarrà senza nome, sua moglie Cloridia, ex cortigiana, ex ostetrica, e su tutti l’abate castrato Atto Melani. Ci troviamo a Vienna, nell’anno del Signore 1711. Il nano e Cloridia partono per Vienna, dove finalmente l’abate Melani ha pagato il suo debito, comprando per lui una licenza di spazzacamini e una casa da risistemare con una vigna, che in futuro potrà fruttare molto. I due decidono di partire e di portare con loro solo il figlio più piccolo, lasciando a Roma, le due ragazze che, cresciute, svolgono lo stesso lavoro della loro mamma. Sistematosi a Vienna, dove che se si sentono i venti di guerra, si riesce a vivere benissimo, il nostro nano si imbatte nel mistero del castello di Neugebäude, costruito dopo la cacciata dei Turchi, sogno finito male e mai portato a compimento di Massimiliano II d’Asburgo. Il nuovo imperatore, Giuseppe I il Vittorioso, tenta di riportare il castello a quello che avrebbe dovuto essere e non è mai stato, un luogo sfarzoso e di incredibile bellezza. Ma, molti raccontano che quel castello ha una maledizione, e che nessuno riuscirà a restaurarlo. L’ex garzone del Donzello, è incaricato di risistemare le canne fumarie del posto, prima che inizino gli altri lavori. Ad aiutarlo c’è lo studente greco Simonis, che sembra un po’ stupido, ma ogni tanto si lancia in argute osservazioni, ma è soprattutto bravissimo a raccontare la storia. Ma un giorno Melani si presenta a  Vienna, ormai ottantacinquenne e soprattutto cieco, accompagnato dal nipote Domenico. Il garzone però è cresciuto, ormai è un uomo di 48 anni e la discesa di Melani a Vienna fa pensare subito a qualcosa di strano. Infatti, oltre all’abate Melani, spia del Re Sole, è arrivato in città anche l’Agà Turco, ricevuto da Eugenio di Savoia, condottiero dell’impero asburgico. Molti dubbi assalgono il nostro protagonista, sospettando manovre strane da parte sia dell’abate che dell’Agà, contro il giovane imperatore. L’Agà nella sua visita accenna sinistramente al Pomo Aureo, così era chiamata Vienna dai giannizzeri che giurano di sottometterla alla mezzaluna d’oriente. Si succederanno giorni cruenti, dove amici, persone innocenti perderanno la vita e verranno rivelati secolari rancori e segrete connivente. Nessuno sarà risparmiato dall’ombra dell’infamia e del tradimento. Tra navi volanti, paesaggi innevati, dervisci indiani, studenti goliardici, l’inquietante interrogativo è: Chi sono i buoni? Chi sono i cattivi? I due scrittori sono bravi a raccontarci la storia, intersecando in essa gli atti dei protagonisti. Inventano, presentando però alla fine una serie di documenti, dicendoci che quello che scrivono, seppur in forma romanzata, qualche fondo di verità ce l’ha. Il terzo capitolo del libro è forse il più lento dei tre romanzi. Non posso dire che non mi sia piaciuto, ma le prime 150 pagine, di un tomo di 800, sono state piuttosto lente da digerire. Ma appena entra in scena l’abate Melani, finalmente si ha l’azione che si è avuta anche negli altri capitoli. Ora sono proprio curiosa di sapere quello che succederà nel prossimo, vista la scomparsa di uno dei protagonisti principali, e dove questa storia, nella storia ci porti, e come saranno le sorti degli altri protagonisti rimasti. Consigliato agli amanti del romanzo storico. Voto: 7