Se le vicende di Precious
Ramotswe ci portano a sognare l’Africa, dove l’autore è cresciuto, quelle di
Isabel Dalhousie ci trascinano inevitabilmente nelle atmosfere scozzesi
gridando al mondo l’orgoglio delle sue origini. Isabel è una donna moderna,
direttrice di una rivista filosofica, indipendente, sempre pronta a combattere
contro gli uomini presuntuosi del suo mondo accademico, madre ineccepibile e
compagna di un uomo molto più giovane. Tutte queste caratteristiche si
armonizzano bene con l’anima antica della filosofa e accidentale
investigatrice. E’ un’amante di antichi dipinti, delle ballate scozzesi e delle
poesie di Auden. Anche in quest’ultimo romanzo ripete il solito cliché delle
storie di Isabel: la filosofa nella sua vita quotidiana incappa incidentalmente
in situazioni che richiedono la sua etica riflessiva o completi estranei a cene
e party la preoccupano con questioni personalissime e sospette. Così, la poco
celata curiosità di Isabel, rafforzata dalla sua intrinseca necessità di
conoscere l’animo umano e metterlo alla prova, si ritrova anche in questa
occasione di fronte a un mistero, ben costruito, a suo uso e consumo. Isabel,
dopo alterne vicende, riesce finalmente a godersi tutto quello che ha
conquistato, Charlie, Jamie, la Rivista di filosofia, riesce a godere anche del
fidanzamento di Cat, sua nipote, con un tipo non proprio normalissimo. Ma
durante un pranzo di famiglia, incontra una vecchia conoscenza (un personaggio
di secondo piano presente in uno dei primi libri della serie), che la coinvolge
senza possibilità di replica in una sua questione personale: la donna infatti
ha anche lei un figlio, ma è preoccupata perché il padre biologico, che non è
suo marito le sta facendo pressioni, anche attraverso atti sgradevoli.
Nonostante la non troppa simpatia che trova per la donna Isabel si ritroverà
invischiata nella sua storia. Ma come al solito, ciò che racconta una persona,
può essere raccontata diversamente da un’altra. La narrazione di Alexander
McCall Smith è di quelle allettanti: fluida e originale. Isabel Dalhousie poi è
proprio l’esempio di etica applicata del quale francamente si avverte bisogno
nella nostra vita. A tratti quasi maniacale ma disperatamente
affascinante. D’accordo, quel pizzico di
ansia che il comportamento corretto e l’analisi morale, riportati nella
quotidianità, possono talvolta dare al racconto un tono vagamente “ossessivo”. Ma
la verità è che un personaggio così riconcilia con la buona volontà e la
speranza. L’intensità della storia in fondo è tutta lì, in quella continua
ricerca di sostenere l’onestà intellettuale, di reggere sincerità e generosità
anche quando il prossimo le mette a dura prova. La filosofa Dalhouise è moglie
e madre, conduce un’esistenza “normale” e si imbatte in scivolose circostanze
unicamente per quella personalità aperta, sensata e profonda. Non sono gesta
clamorose a scaldare la trama, ma il volo dei pensieri e delle parole sui
piccoli o grandi nei dell’umanità, sul terreno incerto delle relazioni, sui
meccanismi del comportamento tra interesse personale e senso di responsabilità.
Fa sorridere e riflettere l’avventura spirituale di Isabel Dalhousie. E Alexander
McCall Smith ha la capacità di farcela esplorare tra leggerezze e sguardi
intensi nelle pieghe più complicate di uomini e donne nell’ordinario cammino
quotidiano. Con Isabel che non può fare a meno di interrogarsi su tutto e tutti
e un geniale e delicato fidanzato musicista che sa battere il tempo con poetico
spessore. Una lettura molto gradevole. Voto: 7,5
martedì 15 luglio 2014
lunedì 14 luglio 2014
RECENSIONE - AGENT 6 DI TOM ROB SMITH
Agent 6 è il terzo capitolo della
trilogia dedicata a Leo Demidov, ex agente MGB e poi KGB, ex Militia ed ora semplicemente un
lavoratore normale. Leo si è ritirato a vita privata per scacciare i fantasmi
del passato e per vivere semplicemente da uomo con la sua famiglia, con sua
moglie Raisa e le due figlie adottate, Zoja ed Elena. Tutto inizia con l’organizzazione
di un concerto per la pace organizzato tra New York e Mosca, dove è impegnata
la moglie di Leo, Raisa, che a differenza del marito, caduto quasi in
disgrazia, comincia ad assumere importanti ruoli nella gerarchia scolastica
russa. Raisa, Elena e Zoja parteciperanno al concerto, ma Leo, per
complicazioni burocratiche dovute alle sue precedenti avventure non potrà avere
il passaporto ed accompagnarle alla manifestazione. L’evento nato sotto l’egida
di un miglioramento dei rapporti tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica che
sono nel bel mezzo della guerra fredda, si trasforma bene presto in un intrigo
internazionale, con il quale Leo dovrà confrontarsi. Il libro è articolato in
svariati anni. Nelle prime pagine si ritorna indietro con un Leo giovanissimo,
appena affiliato all’MGB, la prima polizia segreta sovietica, non ancora
sposato, ma attratto da una giovanissima Raisa, che per paura gli mente il nome
e si presenta come Lena. Nel corso di una visita di un cantante americano,
innamorato del comunismo, finalmente Leo, verrà a conoscenza della vera
identità di Raisa e conosceranno insieme il cantante nero americano Jessie
Austin. L’idea dei sovietici era di mostrare alla gente, soprattutto agli
americani di colore, che da loro erano bene accetti tutti. Avrebbero voluto l’aiuto
degli americani di colore per sovvertire il loro sistema capitalistico e
insediare il comunismo anche oltre oceano. Quindi perché non utilizzare i neri
d’America sempre scontenti e sconfitti? Jessie quindi è una macchina
propagandistica per l’URSS. Nella seconda parte si torna alla fase del concerto
dove vedremo Elena, la figlia più piccola di Leo, innamorata di uno degli
addetti al servizio di sorveglianza sovietico dei ragazzi che partecipano al
concerto. Elena ne è innamorata, ma è proprio Michael a sfruttare la sua ingenuità e ad assegnarle
un compito pericoloso, incontrare Jessie Austin, farlo partecipare al concerto,
o almeno creare una manifestazione all’esterno dell’edificio delle Nazioni
Unite. Elena riuscirà ad incontrarlo e a lasciarle il suo messaggio, ma la cosa
finirà molto male. Jessie e Raisa moriranno, ma non si saprà per mano di chi,
verrà messa in scena una sordida storia di tradimenti ed amori assurdi a cui
Leo, da Mosca, non crederà nemmeno un po’. La terza parte ci farà trovare dopo
anni, uno quasi sconfitto Leo, annichilito dall’oppio, nei campi di guerra dell’Afghanistan
invaso dai russi. E’ ritornato ad essere un agente del KGB, le sue figlie sono
entrambe sposate, ed entrambe lavorano a Mosca. Lui ha dovuto rinunciare a
tutto, pur di non morire, dopo aver tentato di fuggire per andare in America a
scoprire il giallo di sua moglie. Lì conoscerà Nara, una sua allieva e insieme
conosceranno le atrocità dei militari sovietici sul suolo afghano. Riusciranno
dopo svariate peripezie a fuggire negli Stati Uniti, e finalmente Leo riuscirà
a scoprire la verità della morte di sua moglie. Chi è Agent 6? Colui che ha
distrutto ciò che amava di più al mondo? “Agent 6” è un romanzo introspettivo,
che non rinuncia all’azione e alla sfida, il tutto costruito egregiamente, con
un’ambientazione storica ben studiata e ricca di particolari. Il finale di
questa storia chiude la trilogia nel miglior modo possibile, regalando l’emozione
che ogni lettore cerca in un libro. La scrittura veloce e dinamica dell’autore
si rivela azzeccata anche in questo nuovo lavoro, che a tratti risulta però più
lenta, ma è lecito quando si deve affrontare una crisi interiore, che distrugge
dentro il personaggio e ciò in cui si crede. La bella moglie Raisa, svolge un
ruolo chiave nella trilogia di Leo Demidov, così come lo sono le due figlie
Elena e Zoja, che mettono a nudo la vera anima del protagonista che, anche in
questo caso, si rivela un eroe imperfetto e umano. Un libro da leggere, così
come i primi due romanzi di Tom Rob Smith. Voto: 7,5
mercoledì 9 luglio 2014
RECENSIONE - UNA PRATERIA DIVISA DI ANDREW GRAY
Questo libro sembra tratto
direttamente dal film Brockeback Mountain per darvi l’idea. Primo volume di una
serie dove si parla di bei cowboy all’apparenza rudi e selvaggi, ma nel
profondo del cuore, teneri romanticoni. In questo primo volume il protagonista
è Dakota, detto Kota, è un cowboy massiccio, fisicamente un omone grande e
grosso, devoto al padre malato e al ranch di famiglia, per i quali ha
rinunciato alla scuola di medicina. Non ha rivelato a nessuno le sue
inclinazioni sessuali, che sfoga una volta l’anno prendendosi una pausa dal
ranch. In una di queste conosce Phillip, con cui resta in contatto
telefonicamente. Un giorno Phillip decide di andare a trovare Dakota al ranch e
con sorpresa si porta dietro l’amico e neo-veterinario Wally. Wally è
fisicamente all’opposto di Dakota, ma non solo fisicamente anche come ideali.
Hanno uno scontro in quanto Wally è un animalista e non vuole che si uccidano i
lupi, ma Dakota li odia perché sono una minaccia per i capi di bestiame del
ranch. Però tra di loro nasce la passione, anche se non è facile. In effetti un
ranch potrebbe essere un ambiente alquanto omofobo. Ma in fondo il genere è un
po’ un Harmony rivisitato, niente di più, se non ci fosse il fatto che i
ragazzi debbano rafforzare il diritto a vivere il loro amore come gli pare e
piace, contro le ostinazioni e le convinzioni di un paese piccolo e bigotto. Voto:
6
RECENSIONE - DARK LORD. LE ORIGINI di Jamie Thomson (su gentile concessione dell'Oscuro Signore)
Come vi sentireste se da
incontrastato Oscuro Signore vi risvegliaste nel corpo di un umano e per giunta
di tredici anni? Senza più nessun malefico potere, nessuna Agghiacciante
Legione al vostro servizio, senza un Elmo del Potere a proteggere la vostra
testa e senza nessuno possibilità di sottomettere qualsiasi forma vivente? Dirk
Dark Lord Lloyd, viene ritrovato su un marciapiede nella cittadina di
Whiteshields, non ricorda più chi è e soprattutto dice cose sconnesse, senza
senso, su armate di Demoni, maghi bianchi, elfi dorati e Torri della Ferrea
Disperazione. Ai suoi piedi una macchia scura di muco nero, che ha vomitato
appena atterrato sulla Terra. Lui sa che è stato Hasdruban il Bianco a farlo precipitare
in quella dimensione, ma ha tutta la voglia di uscirne, ma come se è
intrappolato nel corpo di un bambino? Così Dirk si arrende e viene affidato,
guarda un po’ alla famiglia PureJoy. La famiglia è composta da una donna prete
anglicano, un uomo, il marito, che fa il medico e il loro figlio Christopher,
che ha la stessa età (almeno all’apparenza) di Dirk. L’unico modo in cui Dirk
ha di ritornare a casa è quello di crearsi dei fedeli attendenti che trova in
Chris e Sooz, suoi compagni di classe in terza media. L’Oscuro Signore si
troverà a dover dimostrare al mondo ed ai suoi amici, la sua perfidia e la sua
natura letale, ma è molto dura farlo, se è necessario fare prima i compiti! Non
occorre essere dei malvagi per godere appieno della lettura, una mente potente
come quella dell’Oscuro Signore è in grado di volgere a suo piacimento le
vostre preferenze, e alla fine sarete conquistati dalla storia. Lettura molto
scorrevole, con un protagonista ispirato, affettuoso e brutale, che rallegra
con le sue trovate e i suoi stratagemmi malefici.. E' stata sufficiente una mezza giornata di lettura per finire il libro, che
in definitiva ho trovato molto carino, e piacevole a sufficienza per
intrattenere senza essere mai infantile o scontato. Orbene, siete infine giunti
alla fine della rece patetiche entità, ma vedo un luccichio funesto nel vostro
sguardo che mi compiace non poco. Sì! Credo di aver risvegliato in voi un
pernicioso interesse per questa tenebrosa lettura. Credo dunque che risparmierò
le vostre anime, almeno fino alla prossima rece. Consigliato a lettori di tutte
le età Santo Cielo! Per i sette Inferi!. Voto: 8.
RECENSIONE – IL FUOCO DELLA REDENZIONE DI ANDREW GRAY
Essere gay, averne tutti i “sintomi”
e fuggirli solo perché sa che suo padre non lo accetterà mai fa di Dirk Krause
un gran bastardo. Dirk è un vigile del fuoco, scorbutico e insensibile, ma può
prendersela solo con se stesso se la sua vita è un disastro, se tutti lo hanno
escluso, visto che non perde l’occasione di trattare male chiunque tenti di
avvicinarlo. Dopo un’operazione di spegnimento di un incendio finisce, suo
malgrado in ospedale. Dovrebbe essere un eroe, ma il suo caratteraccio lo rende
odioso e antipatico anche ai medici e alle infermiere che lo hanno in cura.
Naturalmente nessuno dei suoi colleghi ha voglia di vederlo, e come
consolazione gli mandano il novellino di turno per andarlo a trovare, Lee
Stockton. Lee è l’ultimo arrivato nella stazione dei vigili del fuoco dove
lavora anche Dirk. Da uomo intelligente
capisce subito che tipo di persona è, e che il suo atteggiamento è un
modo per tenere lontani gli altri. La sua guarigione sarà lenta e graduale, e
non ha nessuno con cui sfogarsi, cosa che lo fa diventare sempre più
intrattabile, soprattutto quando il padre, non si spertica in lodi per il suo
lavoro, ma pensa a farglielo cambiare seduta stante, senza ascoltare il suo
parere, perché troppo pericoloso. Lee nonostante la pessima prima impressione,
continua ad assisterlo, e comincia a instillargli nella testa che è
omosessuale, anche se non lo vuole ammettere. Nonostante tutto però, Dirk
continuerà a sopprimere l’attrazione che fin da subito ha provato per Lee. La tentazione
è forte, ma con un padre come il suo che odia i gay, e soprattutto il problema
di dover rivelare la cosa nell’ambiente lavorativo, sono per Dirk dei
grattacapi, fin quando Lee non gli farà capire che sbaglia a pensarla così, che
si è più coraggiosi dicendo la verità che tacendo. In pochissime pagine vengono
toccati diversi tempi: l’amore, l’amicizia e l’omofobia, dando una panoramica
quotidiana di quello che può essere un rapporto quotidiano tra due uomini.
Consigliato agli amanti del genere. E’ praticamente un harmony solo che i
protagonisti sono due uomini. Voto: 6
RECENSIONE – LEZIONI DI SEDUZIONE DI EMMA WILDES
Il romanzo è ambientato
nell’Inghilterra vittoriana. Siamo a Londra nel 1850. Un’epoca questa per le
donne non proprio felice, sia se ricche, sia se facenti parte del popolino. Le
donne venivano viste come imprigionate in uno stereotipo universalmente
accettato: da una parte le ragazze di buona famiglia, future mogli di
gentiluomini, che dovevano conservarsi caste e pure fino al matrimonio, per le
quali il sesso era solo un dovere da adempiere per compiacere il marito, un
rituale necessario, spesso considerato anche disgustoso, solo per avere dei
figli, futuri eredi delle fortune paterne. Dall’altra le prostitute, donne
senza onore, esperte di sesso ma rifiutate dalla società, ma che gli uomini e
anche i gentiluomini non si facevano scrupolo di frequentare, sia al di fuori
del matrimonio, sia durante lo stesso, senza peraltro perdere la loro
rispettabilità. E in questo tempo che vive la bellissima Brianna, che ha da
poco sposato uno dei partiti più ambiti, il duca Northfiel. Aristocratico,
molto serio ma molto affascinante è anche erede di una grande fortuna. Ma
Brianna, diversamente da altre sue coetanee, non lo ha sposato solo per
interesse, ma anche perché innamorata di lui, ed è ben decisa a rimanere l’unica
donna di cui suo marito abbia interesse. Quindi decide di affidare la sua vita
matrimoniale ad un libro proibito, scovato in una piccola libreria. E’ un libro
proibito, scritto da una cortigiana, che insegna come conquistare un uomo
dentro e fuori dalle coltri. Molto scandaloso per via del linguaggio esplicito
e degli argomenti trattati, inadatti ad un orecchio femminile. Il libro in
questione, infatti, è stato bandito molto tempo prima. Ma Brianna ne ha fatto
buon tesoro ed è decisa di metterlo in pratica con suo marito e di aiutare
anche le sue amiche elargendo i preziosi consigli del testo. E’ così che il
glaciale duca di Northfiel, si trova coinvolto in una serie di giochi erotici
che all’epoca le donne non avrebbero dovuto nemmeno immaginarne l’esistenza, a
meno che non si trattasse di cortigiane. Capitolo dopo capitolo, assistiamo
alla resa del duca, anche non senza qualche dubbio su dove sua moglie possa
aver imparato quello che sta mettendo in pratica, ed anche alla resa di suo
fratello, noto libertino, preso al laccio da una delle più care amiche di
Brianna. Tra fraintendimenti e scene erotiche, argute osservazioni e consigli
irriverenti, Emma Wildes ci guida nella mente delle donne, svelandone i sogni
proibiti per un rapporto perfetto in bilico tra sesso e amore, possesso e libertà. Ho letto di peggio e di meglio,
questo libro e un “TRA”… Leggibile comunque per qualche ora spensierata. Voto:
6
RECENSIONE - LA RICETTA DEL VERO AMORE DI NICOLAS BARREAU
Come al solito i libri
di Nicolas Barreau sono estremamente deliziosi, e delicati. Hanno una sorta di
aulicità che ci accompagna durante tutta la lettura, seppur questa volta,
molto, molto breve. Infatti il libro è diviso in due parti. Il vero racconto
nella prima parte, e il ricettario del vero amore secondo lo stesso autore.
Sono in effetti le sue ricette preferite. L’autore è un fine gastronomo e in
tutti i suoi libri accosta l’amore al cibo. Diciamo che questo romanzo è un po’
uno spin-off (come dicono quelli bravi) de “Gli ingredienti segreti
dell’amore”. Infatti il protagonista di questa storia è Henri, che non è altro
che il nonno Aurelie, la protagonista de “Gli ingredienti segreti dell’amore”.
Lui è un tipo abbastanza impacciato. E’ uno studente timido e la sua vita viene
scoperchiata in un baleno dall’apparizione nel suo stesso corso all’università
di Valerie, che è il suo esatto contrario. Estroversa e bellissima, una forza
della natura, solare e sorridente. Ha un unico difetto, agli occhi di qualcun
altro non per Henri, arriva sempre in ritardo. I due giovani si conosceranno e
impareranno a condividere il loro amore per la letteratura, infatti nel
racconto ci sono alcune citazioni di autori francesi. Henri ci metterà due
secondi per innamorarsi di Valerie, mentre lei sembra sempre essere presa da
qualcos’altro, soprattutto dai libri e dalle storie che raccontano. Henri gode
della compagnia della ragazza, senza però osare sperare in una evoluzione del
rapporto, soprattutto quando Valerie sarà costretta a seguire i genitori in una
vacanza sulla riviera ligure. Tornerà a Parigi quasi scossa, ma con la storia
di un fidanzamento con un uomo più grande, un uomo d’affari, un buon partito, un
seduttore proprietario di uno yacht. Come può opporsi a questo Henri? Il
ragazzo reagisce evitandola del tutto e coniando per il suo rapporto con lei
una sua parola. Non amore sicuramente, ma nemmeno amicizia, quindi “amourté”.
Parola che racchiude una condizione che spesso gli innamorati non corrisposti
si trovano a vivere pur di stare vicini alla persona amata. Ma un giorno ad un
mercatino sulle rive della Senna, su una bancarella di libri usati, trova un
piccolissimo ricettario del XVI Secolo, di uno speziale italiano. Tra le varie
ricette e pozioni c’è anche l’elisir dell’amore eterno. Henri pensa bene di
utilizzarlo su Valerie e quindi la invita a cena a casa del suo inquilino
Georges, con l’intento di farle bere l’elisir. Unica testimone del piano è la
gatta nera Coquette. Ma per una volta Valerie non è in ritardo, anzi è
puntualissima e questo cambierà quanto pianificato alla perfezione da Henri, ma
alla fine non modificherà il finale della serata. Come al solito Barreau non mi
delude se non per la brevità della storia. Troppo corta, quasi solo un racconto
più che un libro. Voto: 7 (la brevità ha notevolmente inciso sul voto finale).
giovedì 3 luglio 2014
RECENSIONE – L’INVERNO DI FRANKIE MACHINE DI DON WINSLOW
A sessantadue anni, Frank
Machianno, alias Frankie Machine, è un tranquillo uomo d’affari, proprietario
di un negozio che vende esche sul molo di San Diego. E’ agente immobiliare di
se stesso, affitta i suoi immobili, acquistati con i risparmi di una vita, ai villeggianti
che non sa se si possono permettere di rimanere fino alla fine del contratto. E’
un rifornitore di pesce fresco e di biancheria per ristoranti. Segue dei ritmi
prestabiliti, senza mai sgarrare. Si alza alla stessa ora, fa la stessa colazione,
beve lo stesso caffè, sette giorni su sette, perché il segreto per riuscire a fare tutto è renderlo una routine, o
almeno provarci. Con una figlia da mantenere all’università, con cui ha da
poco ripreso i rapporti, e una ex moglie a cui pagare gli assegni di
mantenimento e continuare comunque a far da marito e in più una fidanzata
giovane, ma non giovanissima, ma molto bella e indipendente. Ha un amico
poliziotto a cui ha salvato la vita, ma che sa tutto del suo passato non
proprio edificante, tra le famiglie mafiose. Quando i suoi antichi “datori di
lavoro” si rifanno vivi e gli chiedono di intervenire come mediatore in una
lite tra famiglie, Frank, secondo il suo codice d’onore, non può rifiutare. Un
romanzo, questo, che più che sulla trama, o sullo stile, poggia su un
protagonista che colpisce da subito. Frank Machianno in fondo è un criminale.
Un sicario, uno che ammazza talmente bene da essere chiamato Frankie Machine,
la Macchina. Eppure è uno che piace. Ci ritroveremo durante il romanzo a fare
sicuramente il tifo per lui. Frank, ha una sua etica, non lo si può negare,
anche se è un’etica mafiosa. Ha delle regole che un tempo erano quelle delle
Famiglie. Queste però sono cambiate, di fronte alla scoperta che in realtà
l’Onore, e il codice di comportamento, sono parole vuote, sono “tutte
stronzate”. Sulla scia dei suoi ricordi riviviamo i fatti cruenti della sua
vita passata. Affari di soldi e di sesso, e spartizioni di città intere a
tavolino e a colpi di pistola. La storia che parte con calma si incendia, e
accelera poggiata sua flashback di Frank e del suo passato, e del suo momento
presente. Tra il suo punto di vista e quello degli antagonisti. Fatti in
apparenza sepolti, ma che possono spiegare perché qualcuno lo voglia morto, o
forse no e sono solo frammenti di tempi passati che il protagonista rammenta
con una punta di nostalgia. E così si corre fino a quando non arrivano le
risposte, che per molti potrebbero essere dolorose, ma per il glaciale Frank
sono solo il tassello mancante. Alla resa dei conti, le preoccupazioni del
nostro protagonista sono tutte per sua figlia, mentre quelle del lettore sono
tutte per lui. Perché anche se è un gran figlio di puttana, è a suo modo
coerente e onesto. Le pagine conclusive sono da continui tuffi al cuore, e
voltata l’ultima pagina è dura accettare che il libro sia già finito. Un
romanzo per forza di cose prima o poi lo si deve posare, ma lo si rimette sullo
scaffale con una bellissima sensazione di aver conosciuto un uomo, anche un
possibile “amico” se ci capitasse di andare a pescare o a surfare dalle parte
giuste. In conclusione, non posso che consigliare di leggerlo. Voto: 7,5
Iscriviti a:
Post (Atom)