Roberta lavora presso la libreria
Old and New ed ha un amore spassionato per i libri, vecchi, consunti o nuovi ed
intonsi, basta che siano libri. La Old and New è il suo rifugio, che Philip, il
suo capo, le ha donato undici anni prima, prendendola a lavorare con sé dopo un
brevissimo colloquio. Si sente parte di quel mondo, soprattutto sente di avere
un particolare rapporto proprio con Philip, anche se non riesce a capire il
perché del suo legame con Jenna, sua giovanissima collega. Il suo è un universo
a parte, tutto suo, come quello di conservare tutto ciò che viene trovato nei
libri. Per lei sono dei tesori, fossero foto, scontrini, biglietti, lettere o
semplici appunti. Roberta conserva tutto, non sia mai che qualcuno li reclami
un giorno. Però un giorno, suo padre si presenta alla libreria con una valigia
molto vecchia di una certa Mrs. Sinclair. Roberta non sa chi sia, ma sa che la
valigia e i libri in essa contenuti sono appartenuti a sua nonna Dorothea. In
uno di essi, Roberta troverà una lettera ripiegata più e più volte, indirizzata
alla sua “babunia”. Il mittente è suo nonno, Jan Pietrykowski. Tra le righe
della lettera, l’uomo dichiara il proprio amore alla donna, ma afferma che una
loro unione è impossibile. Per quale motivo? Roberta sa che i due sono stati
sposati, e che lui è morto durante il bombardamento di Coventry del 1940. E
allora perché la lettera è datata 1941? Roberta, cerca allora di capire, dai
racconti di sua nonna, che ha la veneranda età di 106 anni, quello che
veramente è accaduto durante il periodo della seconda guerra mondiale.
Scopriremo così una giovanissima Dorothea sposata per fuggire dalla famiglia
con Albert Sinclair, uomo alquanto strano e rabbioso. Dorothea con la sua
grandissima voglia di maternità, che non è mai riuscita a soddisfare. Dorothea
alle prese con due giovanissime londinesi Nina e Aggie, che durante la guerra, vengono
utilizzate al posto degli uomini nei campi, per mandare avanti fattorie, e
fabbriche e mandare avanti comunque il paese in guerra. E infine, conosceremo
Jan Pietrykowski, l’uomo che le ruberà il cuore, ma che non sarà comunque in
grado di alleviarle la voglia di maternità. Cercando di dare un senso all’oscuro
segreto che sua nonna custodisce, Roberta, rivive la sua tormentata storia d’amore,
senza rendersi conto che, scoperchiando il pentolone dei segreti, dovrà
rimettere in ordine anche la sua vita. Lei, che ama guardare nelle vite degli
altri, sarà costretta a guardare nella propria, ad aprire il suo cuore e a
mettere a nudo i suoi sentimenti, il suo dolore, la sua rabbia. Conoscere la verità,
sarà per lei riuscire a vivere la propria vita liberandosi delle cose non
dette, di passioni mai dichiarate e di segreti intrappolati che possono essere
un’arma a doppio taglio. Louise Walters, con questo romanzo d’esordio, ci fa
viaggiare con la mente, tra passato e presente, con uno stile delicato,
facendoci toccare la purezza dei sentimenti dei personaggi coinvolti, che non
passano anche col passare delle epoche. Libro scritto in modo scorrevole, che
da una visione molto femminile degli anni bui della seconda guerra mondiale, e
delle scelte che molte si trovarono a fare durante quel periodo storico. Voto:
7,5
lunedì 27 aprile 2015
RECENSIONE – Omicidio senza colpa di Gianni Simoni
Gianni Simoni, ex magistrato, che
ha lavorato in svariati casi importanti, nella storia della giustizia italiana,
si è dato ad una finta pensione, diventando uno dei giallisti più prolifici del
panorama italiano. Siamo arrivati al quinto episodio della serie dedicata al
Commissario Lucchesi, che è andato via via in crescendo, durante tutte le
storie a lui dedicate. Al ritorno nella Questura della sezione omicidi, dopo l’esilio
a Porta Ticinese, Lucchesi ritrova la sua squadra, al completo. I fidi Serra e
Minniti, sempre alle calcagna, il napoletano Maresca, giovane e qualche volta
distratto, la sua compagna (in incognito) Lucia Anticoli, e il non proprio
simpaticissimo Carniti, sempre pronto a rompere le scatole a quello che secondo
lui, gli ha soffiato il posto. Lo ritroviamo sempre alle prese con intolleranza
e razzismo, che purtroppo, ancora infettano, anzi crescono, nel nostro Paese.
Durante le indagini per la morte di un vecchio professore vedovo, trovato
impiccato nel suo appartamento, si scopre da indizi certi, che l’uomo non è
morto impiccato, ma che qualcuno lo ha fatto al posto suo. Un omicidio
mascherato da suicidio. La vedova al piano di sotto, mamma con figli, ne piange
la scomparsa, era come un nonno per i suoi bambini. E’ stata lei, a ritrovarne
il cadavere, e aiutata dal giovanotto, un geometra, del piano di sopra, ha tirato giù il cadavere, tagliando la corda.
Ma qualcosa, non torna, e il commissario Lucchesi, si fida molto del suo
istinto, di un presentimento, o di qualche altro tipo di sensazione, e
certamente l’istinto gli dice che c’è qualcosa che non va. Perché da quello che sa, il vecchio
professore mingherlino, aveva appena avuto un incidente ad un piede, quindi non
era in grado di salire su di un tavolo e soprattutto sul di un rialzo fatto con
dei libri poco stabili. Quindi comincia una lunga lotta contro se stesso per
riuscire a trovare qualsiasi cosa possa collegare questa morte alle persone
vicine all’uomo, tallonato dal magistrato sul caso e non solo, Chiara Battisti.
Mentre sta indagando sul finto suicidio, Lucchesi, cerca anche di risolvere il
problema di un bambino, che vede mendicare ogni giorno vicino alla stazione di
polizia, pieno di lividi e molto macilento. Attirato come una falena su di una
luce, Lucchesi decide di mettergli dietro qualcuno dei suoi, come la collega
Claudia Gregori, che tempo prima aveva sicuramente avuto una liaison con il
nostro commissario strappa cuori. Ma lui è ormai occupato, con Lucia Anticoli e
ha ormai stabilito quasi una convivenza, tranne le volte che i due non si
sopportano a vicenda. Il problema resta sempre il suo cuore, che continua a
dargli problemi, visto che lui è abbastanza fatalista, e ha accettato la sua
condizione di salute, senza preoccuparsene più di tanto e senza rinunciare
quasi a nulla, anche se un pit-stop dal medico sarà costretto comunque a farlo.
Sia il vecchio che il ragazzino, appartengono a quella che viene considerata un’umanità
di serie B, scalzata dai vincenti e dai prepotenti. Come cittadino di serie B,
è considerato lo stesso Lucchesi, che più e più volte viene vessato dalla
gente, per il suo colore di pelle. E nessuno lo sa meglio di lui, che le
vittime più deboli hanno bisogno di quella giustizia, che lui, fa in modo e
maniera, di restituirgli. Voto: 7
martedì 14 aprile 2015
RECENSIONE - IL MINIATURISTA DI JESSIE BURTON
Opera prima per questa autrice.
Un libro che mi aveva attratto molto, per via della sua copertina stranissima.
La storia si svolge ad Amsterdam, nel 1686. In quel periodo al comando della
Repubblica vi erano le svariate corporazioni dei mercanti, che avevano
strappato, con il duro lavoro, la loro terra dal mare. Mare che però era sempre
in procinto di riprendersela. Un altro dei poteri forti era rappresentato dalla
Chiesa bigotta, che prometteva il paradiso a chiunque avesse denunciato
qualsiasi segreto oscuro riguardante il proprio vicino di casa. Tutti, quindi,
spiavano tutti. Qui si ritrova, dopo un matrimonio alquanto singolare, la
protagonista della storia, Petronella Oortman, detta semplicemente “Nella”. Viene
accolta, appena diciassettenne, nella casa del marito trentanovenne, da una
sorella dall’aria dispotica e da una domestica che ha l’aria di prendersi
troppe libertà. In effetti, Nella, viene trattata da tutti come un’intrusa,
anche dal suo stesso marito, Johannes Brandt. Venendo dalla campagna, Nella
fatica a capire le abitudini della casa. Suo marito dovrebbe essere un ricco
mercante, ma sua sorella Marin, dispone di non scialacquare, quindi si
economizza su tutto, cibo compreso. Johannes è un uomo misterioso, che nasconde
molte cose, e delle volte è sua sorella a rivestirne il ruolo in casa, cosa che
Petronella odia, perché vede in ciò un rallentamento nella sua crescita come
moglie e padrona di casa. Ma la cosa più sconcertante è che suo marito non vuole
giacere con lei, o perlomeno la evita. Per occuparla le ha comprato, come
regalo di nozze, uno stipetto che riproduce fedelmente la loro casa. Lei dovrà
riempirlo. Dargli vita. All’inizio lo odia, perché lo considera un regalo
adatto ad una bambina e non ad una moglie, ma piano piano scoprirà che lo
stipetto è, grazie al miniaturista, lo specchio della sua esistenza, presente e
futura. La Burton
mette un po’ troppe castagne sul fuoco, rischiando di far perdere il lettore
negli intricati passaggi storici o quasi soprannaturali. Alla fine ne esce
sicuramente fuori un buon romanzo dove si inneggia alle figure femminili che,
nella storia, nel bene e nel male , hanno sicuramente un ruolo determinante. La
cosa singolare è che queste persone sono realmente esistite, sia Petronella
Oortman in Brandt e sia suo marito Johannes. Anche lo stipetto esiste per
davvero, ed è custodito al Rijksmuseum di Amsterdam. Voto: 6,5
RECENSIONE – Boonsboro Hotel. Una dolce scoperta vol. 3 di Nora Roberts
Ultimo romanzo della trilogia
romance del Boonsboro Hotel. Che dire? Dico che preferisco la Roberts meno
smielata. Troppo zucchero a piene mani … mi è quasi venuta una carie.
Ritorniamo quindi, nella cittadina di Boonsboro. L’Hotel va a gonfie vele, la
vita della cittadina diventa via via più animata, e la famiglia Montgomery
continua a comprare immobili da ristrutturare. Dopo l’hotel, la panetteria e il
nuovo ristorante-pub di Avery, ora la signora Montgomery ha intenzione di
creare, da un bruttissimo immobile in disuso, vicino all’hotel (fa brutto
vedere il mostro!), un centro benessere e palestra annessa, in modo che tutta
la cittadina e anche gli ospiti dell’hotel ne possano usufruire … quindi i
fratellini sono di nuovo al lavoro sotto la mente dispotica della loro mammina
cara. Ritroviamo quindi Claire che è incinta di Beckett, e Avery che si è
fidanzata ufficialmente con Owen, e a breve convoleranno a nozze. Delle tre
amiche quindi rimane solo Hope e di fratelli liberi c’è rimasto solo Ryder …
quello più musone e scontroso. Ma … c’è sempre un ma … e il ma di questa storia
è il fantasma di Lizzy che vaga nell’albergo
aspettando il ritorno del suo amore Billy. Alla fine del secondo capitolo
abbiamo scoperto che Hope è una sua lontana parente e per questo si sta dando
da fare a cercare chi potrebbe essere questo Billy. Nel frattempo tra Hope e
Ryder, che più diversi non potrebbero essere, nasce una specie di scintilla …
sempre con l’aiuto di Lizzy. Anche se lui è abbastanza scontroso, visto che
considera Hope una snob, abituata al lusso, alla raffinatezza e ad ambienti
diversi che non la cittadina che la ospita e lui è sì, un uomo molto sexy,
ma dai modi rozzi e scontrosi che va in
giro con i jeans strappati o con gli abiti da lavoro, sempre con la sua fida
cintura degli attrezzi allacciata in vita. Quindi il loro è un continuo
battibeccare su tutto, ma l’attrazione che provano li spinge uno tra le braccia
dell’altra, complice anche il ritorno in circolazione dell’ex di lei, con
cattive intenzioni. Come ho già detto la troppa “smielatitudine” non mi piace
granché e in effetti questa serie è proprio troppo smielata. Scritta comunque
bene, con scrittura scorrevole, è proprio un romanzo da sotto l’ombrellone, che
lo leggi e poi lo dimentichi immediatamente. Voto: 6
giovedì 9 aprile 2015
RECENSIONE – Il giardino degli incontri segreti di Lucinda Riley
Secondo libro che leggo di questa
scrittrice. Questa storia è stata scritta prima di quella che ho letto
precedentemente, anzi è la prima pubblicata in Italia. Il modus operandi però è
il medesimo. Una storia che intreccia passato e presente. Se nell’altro
romanzo, Le sette sorelle, ultimo per ordine di pubblicazione, la scusa per
intrecciare la storia al presente era un’eredità, qui c’è di mezzo un diario.
Julia è una pianista di successo, ma sta vivendo forse la parte peggiore della
sua vita. Ha perso suo marito e suo figlio. Come lo scopriremo andando avanti
nella storia, non subito. Per leccarsi le ferite, torna nel paese natale nel
Norfolk, vicino alla tanto amata Wharton Park, una villa antica, dove hanno
dimorato i Lord e le Lady Crawford. Il giardiniere dell’ultimo lord, è un suo
antenato. Ma c’è molto altro da scoprire. Julia e sua sorella Alicia, che cerca
di farla ritornare ad una routine accettabile, si recano a Wharton per un’asta.
Il nuovo Lord, Kit Crawford, oberato dai debiti, ha deciso di mettere in
vendita la proprietà e tutto quello che essa contiene. Le enormi tasse di
successione, e l’impossibilità di trovare il denaro necessario per
ristrutturare la casa in tempi brevi, non gli consentono altro. I due si “riconoscono”
perché si erano già incontrati da bambini, e Kit era stato il primo spettatore
di Julia che suonava il piano. Kit rimane folgorato da questa donna che sembra
un’ombra che cammina. Durante la ristrutturazione del cottage dove avevano
abitato gli antenati di Julia, Kit rinviene un diario, dove è raccontata una
storia di guerra, della guerra di Corea. Kit pensa che si tratti del diario di
Bill, il nonno di Julia, e con una scusa glielo consegna, anche per poter
instaurare un rapporto più amichevole con lei. Julia ne parla con sua nonna
Elsie, e da qui inizierà il racconto del passato … Cosa contiene il diario di
tanto compromettente da poter cambiare le vite di tutti i protagonisti e delle
loro famiglie? Altri personaggi si uniranno ai protagonisti presenti,
personaggi secondari, che diventano protagonisti a loro volta. Ma la
protagonista indiscussa è la tenuta di Wharton Park. Sempre sullo sfondo, come
nel passato quanto nel presente. Quindi ritroveremo una Elsie più giovane,
cameriera a Wharton Park e attraverso i suoi racconti conosceremo Lord Harry
Crawford e Lady Olivia Crawford e le loro vite, tra gioie e dolori. La guerra,
la prigionia, le privazioni, la solitudine. Tutti i loro drammi personali dovuti
al caso, o agli eventi del tempo. Ci ritroveremo a viaggiare nella campagna
inglese, negli orrori della guerra combattuta dagli inglesi in Cina e Giappone
e a Bangkok in Thailandia. Verremo colpiti dagli orrori della guerra, dove gli
uomini erano considerati meno degli animali, e magari, saper suonare il piano,
poteva essere fonte di salvezza, o rapiti dai colori e dai profumi di fiori
esotici, come le orchidee tanto care a tutti i protagonisti. La struttura,
nonostante il continuo passare di capitolo in capitolo dal presente al passato
al presente, è semplice e lineare, quindi la storia è scorrevole, nonostante la
mole del libro. La storia è triste, ma anche romantica e comunque da una sorta
di messaggio di speranza. Dei personaggi il più bello in assoluto è quello di
Lidia. Disincatata e romantica, ma che, nonostante tutto, riesce a venir fuori
da una situazione sicuramente più grande di lei, e a cui da un finale alla
storia di riscatto del più debole contro il più forte. Quello che ho amato di
meno è stato Lord Harry, sempre maledettamente confuso, sempre maledettamente
ligio al dovere. Comunque la storia è godibile, nonostante il finale sia
abbastanza scontato. Voto: 7
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