giovedì 10 dicembre 2015

RECENSIONE – La ragazza che toccava il cielo di Luca Di Fulvio



Secondo romanzo di Luca Di Fulvio. Di suo lessi, qualche mese fa, l’ultima pubblicazione, Il bambino che trovò il sole di notte, restando favorevolmente impressionata. Anche questa storia, debbo dire, non mi ha deluso, anzi, mi ha sorpreso in bene, quindi cercherò altro di suo, sicuramente. Siamo nella Roma del 1500. Mercurio è un ragazzo orfano, un truffatore che vive una vita ai margini. Per vivere compie piccoli furti e mette in scena abili truffe. E’ aiutato nelle sue scorrerie da un trio di ragazzi, Zolfo, Benedetta ed Ercole, poveri e soli come lui. Un giorno come un altro, i quattro derubano Shimon Baruch, ricco mercante ebreo di mezza età. Mentre sta per essere derubato, durante una colluttazione, Shimon uccide Ercole e viene a sua volta ferito da Mercurio. Mercurio, insieme a Benedetta e Zolfo, aiutati da Scavamorto, il loro “padrone”, scappano per un lungo viaggio che deve portarli a Venezia. Il rimorso di avere ucciso una persona, perché così crede, tormenterà Mercurio per tutto il viaggio. Mentre i ragazzi scappano Shimon Baruch, reso muto dalla ferita inflittagli da Mercurio, giura a se stesso che non avrà più paura di nulla, non vuole più essere un ebreo, e il suo solo obiettivo sarà quello di trovare ed uccidere Mercurio. Per vendicarsi sarà disposto ad uccidere altre persone. Durante la loro fuga i tre ragazzi faranno un incontro per loro importante; si ritroveranno a condividere il viaggio con una truppa di soldati, capitanati dal comandante Lanzafame, e da una coppia formata da Isacco e Giuditta da Negroponte, padre e figlia ebrei, in fuga anche loro da un difficile passato, e anche loro diretti a Venezia. Nel corso del viaggio Giuditta e Mercurio si innamoreranno, si legheranno, si riconosceranno come una coppia indivisibile. Zolfo è invece accecato dalla morte di Ercole, e fatte sue le parole di un vecchio frate pazzo, incontrato per caso, frate Amodeo, tenterà di uccidere Giuditta. Lei è ebrea, come il mercante che ha ucciso Ercole, quindi è colpa anche sua se lui è morto. Anche Benedetta comincerà a provare rancore verso la ragazza. La vede come una sua rivale, perché anche lei  è innamorata di Mercurio e lo vuole tutto per sé. Giunti finalmente a Venezia i due gruppi si separeranno, ognuno preso con dalle proprie vite. Ma l’amore di Mercurio e Giuditta è di quelli indissolubili e la Venezia rinascimentale, con le sue calli, i suoi canali e i suoi campi, farà da scorcio alla loro storia. Una storia di litigi e gelosie, tradimenti, crimini e sortilegi, rabbia e perdono. Sarà un amore più forte di tutto e tutti, continuamente messo alla prova dagli eventi. Le vite di tutti balleranno su un confine sottilissimo di amore ed odio, giustizia ed ingiustizia, bene e male. Bellissimi i personaggi, soprattutto quello di Mercurio. Ma anche i comprimari come la stessa Giuditta, suo padre Isacco, il Capitano Lanzafame, Donnola, Anna del Mercato, il gruppo di meretrici Cardinale, Repubblica e Marianna, Scavamorto e Scarabello i due capi banditi, che sembrano dei gemelli, anche se uno sta a Roma e l’altro a Venezia, il cattivissimo frate Amodeo, sono tutti ben caratterizzati e da comprimari si ergono al ruolo di protagonisti. La narrazione della storia è accattivante e non conosce pause, costringendo il lettore a non mollare per capire cosa succederà ai due giovani innamorati. I personaggi crescono e maturano durante l’arco narrativo. Mercurio diventerà un uomo, uno di quelli pronti a morire per la libertà, liberi dentro. Avrà in Anna del Mercato una madre che non ha mai conosciuto, che gli insegnerà valori rivoluzionari per l’epoca, quello della libertà di tutti, quello di progettare un futuro, di sapersi reinventare e migliorare sempre. Un romanzo pieno di anime, sentimenti ed istinto, violento anche, come era l’epoca medievale. Mercurio si ritroverà a compiere un’impresa più grande di lui, ma anche se con la paura di non farcela, avrà modo di mettersi alla prova per salvare sé stesso e Giuditta da un destino avverso. Voto: 8,5

giovedì 3 dicembre 2015

RECENSIONE – Sette brevi lezioni di fisica di Carlo Rovelli


Questo piccolo libro era da un po’ che volevo comprarlo, soprattutto per curiosità. E’ stato scritto da un emerito professore di fisica teorica, Carlo Rovelli, e la cosa che mi ha stupito di più è la semplicità con cui vengono  trattati degli argomenti non proprio semplici. L’argomento principale a cui è legato tutto il libro è la domanda che spesso, ognuno di noi si pone: Cosa non sappiamo noi del mondo? Queste ‘lezioni’ fanno una panoramica della rivoluzione avvenuta nella fisica del XX secolo che è tutt’ora in corso. Quindi ci introduce in due strade, quella della teoria della relatività di Albert Einstein, dove si parla del tempo, dello spazio, dell’universo e del calore dei buchi neri e nell’altra, la seconda, che è quella della meccanica quantistica, che ci parla del comportamento della materia che si applica sui laser e sui computer. Le due strade sono distanti e confinanti tra loro, e da decenni si cerca di unirle in un’unica elaborata teoria capace di conciliarle. E da Einstein e dalla sua Teoria delle stringhe ne è passato di tempo e soprattutto di uomini che, senza risultato, hanno provato a esaudire il suo sogno. Nel 1968, anno particolarissimo, due gruppi di scienziati lavoravano sulla stessa teoria, separatamente, tutto per poter unificare le due strade. Nacque così la gravità quantistica che cercava di spiegare cosa sono lo spazio e il tempo, ma per ora nessuno c’è mai arrivato. Le teorie sono bellissime, ma anche se sono attendibili, non sempre sono verificabili. Qualcuno scelse di passare ad altro, abbandonando le stringhe per la materia oscura. Si tentava di capire che cosa è il tempo, di cosa è fatto, per descrivere i fenomeni della vita quotidiana, ma non tutto è valido per l’universo intero. Noi non possiamo immaginare un mondo senza tempo. Facciamo fatica a credere perfino che il tempo possa scorrere diversamente da sotto in su e dalla montagna al mare, come ci spiega lo stesso Rovelli, eppure sono cose appurate. Nelle lezioni di Rovelli, c’è lo stupore e la grandezza di queste scoperte, nonostante i loro limiti. Ma ci sono persone che ogni giorno si immergono in questa sorta di Stele di Rosetta, che attende di essere decifrata, per dirci cosa sia veramente lo scorrere del tempo. E’ la storia di una sfida che ogni giorno gli scienziati fanno al mondo per capire cosa siamo noi esseri umani. Capire noi stessi è forse la cosa più difficile in assoluto. Ed ora, anche noi comuni mortali (almeno quelli che hanno letto questo libro), sanno che, non è per la Legge della Gravità che la Terra gira intorno al Sole, ma perché  lo spazio si ondula, si flette, s’incurva e si storce. Il Sole piega lo spazio intorno a sé e la Terra non gli gira intorno perché è attirata da una qualsivoglia forza misteriosa, ma perché corre diritta verso lo spazio che s’inclina. I pianeti girano intorno al Sole e le cose cadono perché lo spazio si incurva. L’autore ci introduce nelle teorie dei grandi della fisica da Einstein a Rubbia, da Planck a Bohr, fino a ad Hawking. Uomini curiosi alla ricerca di qualcosa di sconosciuto. Chi ignora la fisica contemporanea, si potrà fare un’idea di massima e soprattutto capire che la scienza non è relegata nei laboratori fatta solo di formule misteriose e oscure, ma che ci circonda ed è parte integrante di noi stessi e della nostra cultura, ed è pura bellezza come un’opera d’arte di qualsiasi artista famoso. Voto: 8