giovedì 6 aprile 2023

RECENSIONE - L'imprevedibilità del bene di Angelo Longoni

 

Da bravo sceneggiatore qual è, Longoni ha “tirato” su un thriller dal ritmo spasmodico, una serie tv mozzafiato. Ti capita di pensarlo con decisione, sfogliando le pagine del suo ultimo romanzo, L’imprevedibilità del bene.
L’inizio è strano, per più di cinquanta pagine non sappiamo dove l’autore sia intenzionato a portarci e lo fa presentandoci una serie di personaggi da una parte all’altra del mondo. Alcuni moriranno, altri no.
Tra tutti ne spiccano due, che capiamo essere i protagonisti del romanzo.
Il primo è Franco Rocchi, o come ormai tutti lo chiamano quando lo vedono, Zippo alias il commissario Cardone. Franco è un attore. È il protagonista di una famosa serie di assoluto successo. È talmente calato nella parte che ormai anche la sua vita si è trasformata in quella del suo personaggio e lui stesso non riesce più a capire dove sia la finzione e dove la realtà, anche se ben presto lo scoprirà. Sconclusionato come pochi, con un matrimonio al capolinea, sempre sotto l’effetto di stimolanti o benzodiazepine; per lui è tutto un “eccesso”. Reagisce malissimo quando gli comunicano che la serie tv è stata cancellata. La sua rabbia è alle stelle.

Il secondo protagonista è Daniele Lucci, regista della serie tv del commissario Cardone e amico di Franco. L’unico a essergli stato vicino e ad aver lottato per lui quando aveva scoperto di avere il cancro. Anche lui è stato fatto fuori, ma almeno può gioire per l’esito della TAC che lo dichiara in remissione. Lui, a differenza di Franco, è un uomo di sani principi, con i piedi per terra. Ama moltissimo sua moglie Elena ed è a sua volta riamato; adora le sue figlie e farebbe di tutto per la sua famiglia. Perdere il lavoro lo ha rattristato, ma le cose importanti della vita sono altre, quindi non si è abbattuto come il suo amico Franco.

I due in un tragico giorno finiranno per fare qualcosa di terribile e si troveranno invischiati in un gioco più grande di loro. Dal nulla si troveranno a doversi difendere, e a difendere i loro affetti, da criminali incalliti veri e non quelli presunti che interpretavano il ruolo e che venivano diretti in tv. Ma non saranno soli. Ad aiutarli un manipolo di uomini e donne che lavorano segretamente a un grande progetto. Un progetto che porterà ai due mille dubbi, a farsi mille domande sulla moralità, su quello che stanno vivendo e facendo.
Il libro ha un ritmo incalzante, da thriller televisivo. È dinamico e veloce con continui cambi di scena. É incalzante e pieno di suspence.
L’azione è descritta dai diversi personaggi che in quel momento la interpretano. Una volta Franco, una volta Daniele, altre i loro congiunti. Ognuno con la propria visione dei fatti.
L’argomento che tratta è inaspettato, destabilizzante ma molto attuale, delle volte atroce e crudele.

L’autore è bravissimo a trattare questi temi, creando dei personaggi carismatici a tratti cinici, ma profondi, schietti nel parlare e molte volte ambigui nell’essere.
Infatti, come già detto, uno dei temi principali del romanzo è proprio la morale dei due protagonisti che viene continuamente messa alla prova, e l’autore in questo modo ci sfida a riflettere, a fare una scelta per puro istinto conservativo, senza pensarci troppo, senza ascoltare il cuore.
Franco e Daniele saranno due protagonisti che, nel bene e nel male, sapranno farsi valere e volere bene. Con tutta la loro imperfetta umanità, la loro vita normale, viste senza nessun filtro del cinema e della tv. Con la paura per le loro vite e quella dei loro affetti, che durante tutto il romanzo vengono messe sotto pressione. Perché combattere il male, fare ciò che si può, dove non c’è alternativa, e nemmeno i risultati possono essere garantiti come in un film, fa una grande differenza.
Molto, molto, molto bene! Consigliatissimo!

Silvia Marcaurelio

https://contornidinoir.it/2023/04/angelo-longoni-limprevedibilita-del-bene/?fbclid=IwAR0IVuTVq-Lw75O1XEBHoTVwERACGZE0jmNsdJV7Kfb1Dg1vJD_Bb6nKXq8