domenica 21 aprile 2019

RECENSIONE – Caro figlio di Elena Nugnes (di Maria Lombardi)



Nora scrive lettere, che non trova il coraggio di spedire, al figlio Claudio, lontano fisicamente e affettivamente, narrandogli le vicissitudini passate e la quotidianità del presente. La struttura epistolare del romanzo e il ripetersi dei nomi contribuiscono a dare un’idea di ciclicità e di completezza: la madre si chiama Nora, come Eleonora, la compagna di Claudio, che porta il nome del nonno materno; Maria, l’altra figlia, ha il nome femminile dello zio materno, Mario, diventato capofamiglia alla morte del padre. Ci sono il dolore per la morte prematura e improvvisa del padre, le illusioni degli anni della contestazione giovanile, il disorientamento per la gravidanza non desiderata, l’amarezza per l’abbandono da parte del padre di suo figlio, il fallimento del matrimonio con il professore universitario molto più grande di lei che le “ruba” il figlio, ma è l’amore, in tutte le sue forme, ad avere la meglio: quello per la sua famiglia di origine, per Giovanni, padre di Maria, che la adora e con la quale ha uno splendido rapporto. Nora spedirà le lettere? Claudio le leggerà? E cosa scriverà alla madre? Opera seconda della scrittrice Elena Nugnes, questo romanzo narra le tante sfaccettature dell’amore, che impone scelte difficili ma non chiude mai le porte alla speranza e alla rinascita.

giovedì 11 aprile 2019

Recensione - La Maledizione dell’acciaio di Oreste Ciccariello (di Maria Lombardi)



L’acciaio è quello dell’Italsider, un mostro che porta malattia e morte, deturpa il panorama e un quartiere che ancora attende una bonifica più che dovuta; la maledizione è l’asbestosi, che colpisce chi è entrato in contatto con l’amianto. Massimo Mancini prova a “risarcire” il padre, morto per questa terribile malattia, prima rinunciando a una promettente carriera calcistica e iscrivendosi alla facoltà di Medicina, poi entrando a far parte della commissione di bonifica dell’Italsider. È proprio qui che scopre segreti e complotti inimmaginabili e il romanzo, da realista, si trasforma in fantastico. Al termine di una gara di moto con Davide, l’ex amico di infanzia, Massimo si scopre più forte grazie all’acciaio avvelenato che gli è entrato in corpo e potrà così vincere una battaglia di una guerra infinita. Non mancano i colpi di scena, le rivelazioni, le sorprese un po’ anticipate e intuite dal lettore. Come opera prima, La maledizione dell’acciaio è accettabile sia per la tematica affrontata, sia per la storia raccontata, anche se troppo netta è la distinzione tra buoni e cattivi. Tuttavia, la figura di Massimo che, a metà dell’opera, si trasforma suo malgrado in supereroe, dotato di poteri eccezionali, ricorda tanto il protagonista e le vicende del film Lo chiamavano Jeeg Robot.

sabato 6 aprile 2019

Recensione – Redenzione di Smith Henderson



Redenzione è il romanzo d’esordio di  Smith Henderson. Da quello che ho letto in svariati articoli, nel panorama letterario americano, avrebbe dovuto essere il nuovo Philip Roth e questo suo romanzo la nuova “Pastorale Americana”. Ma i critici letterari hanno detto che sì, è un buon libro, ma che per arrivare a Roth dovrà sicuramente riprovare. Io non ho letto nulla di Roth, quindi non posso dare gli stessi giudizi. Il libro è buono, anche se in effetti l’autore poteva fare meglio sotto certi aspetti. Pete Snow è un assistente sociale in uno sperduto paese del Montana, Tenmile. Sono gli anni ottanta e il rigurgito degli individualismi e dei nazionalismi e di politiche sciocche ed estremiste, portano alla nascita di organizzazioni di fanatici anarchici e religiosi. É il periodo delle sette, del ritorno dell’Apocalisse. Pete ha a che fare con tutto questo, oltre che con madri alcolizzate, padri drogati, figli disadattati, semianalfabeti, nuclei familiari che odiano lo Stato ma che chiedono sempre più sussidi. Mette molto impegno nel suo lavoro, ma fa quello che può. Nella sua vita privata è una persona che somiglia molto ad uno dei suoi assistiti. Il suo matrimonio è andato in pezzi, lui e sua moglie sono entrambi molto attaccati alla bottiglia e sua figlia, Rachel lo odia, perché lui è pronto ad aiutare tutti, ma non si accorge di lei. Sulla sua strada incontra Benjamin Pearl, un bambino di undici anni. Scopre che vive come un selvaggio nei boschi, insieme a suo padre Jeremiah. Jeremiah Pearl è quello che molti considerano un invasato religioso. Pensa che l’Apocalisse sia vicina. É capace di sparare a vista e anche suo figlio, nonostante sia un bambino, lo sa fare. Vivono entrambi nella foresta cibandosi di quello che la natura gli offre. Boicotta lo stato bucando le monete con simboli massonici e religiosi. Le sue monete diventano oggetto di collezionismo ma anche di attenzione per gli agenti federali. Il titolo è Redenzione e quasi te l’aspetti, ma nel romanzo non ce n’è per nessuno. Pete è stravolto dagli enventi che lo riguardano, dopo che sua figlia scappa di casa. Si sente sconfitto. É sopraffatto. Ecco, è proprio la sopraffazione a farla da padrona in questo romanzo che di redento non ha nulla. Peccato per le vicende della figlia di Pete, Rachel, trattate con dei capitoli a parte, scritti in forma di dialogo in corsivo. Dialoghi che lei avrebbe con degli sconosciuti che non scopriremo mai chi siano,  a volte addirittura incomprensibili. Henderson è bravino, il libro è buono, ma la sua scrittura può essere rivista e migliorare. Voto: 6,5