Giuseppe di Piazza con questo nuovo libro ci riporta nel finale del precedente episodio, Un uomo molto cattivo, dove si raccontava la storia di Rosario “Sari” De Luca, imprenditore bresciano, ma siciliano di origine. E proprio questa sua origine lo aveva invischiato in una serie di strani giochi di società fittizie, tutte con la mafia siciliana a far da sfondo. Lo avevamo lasciato riverso in una pozza di sangue, in un ristorante giapponese, dopo aver sparato a Mommo Spadaro, quel “cugino” che non sapeva di avere e che lo aveva coinvolto in questi loschi affari, ricattandolo con il rapimento dell’amata Valeria. Ma Sari, dopo la morte di Valeria per mano di Mommo e dei suoi scagnozzi, aveva bisogno di vendetta. Una vendetta consumata per puro caso, perché anche Mommo voleva sbarazzarsi di lui, ma il suo proiettile lo ha soltanto ferito gravemente, non ucciso, mentre quello di Sari ha fatto bene il suo lavoro.
In ospedale carcerario, Sari è avvicinato dal Sostituto Procuratore Sangermano, e diventa collaboratore di giustizia. Vuole far arrestare i suoi aguzzini e soprattutto chi ha ucciso Valeria. Ma così facendo si mette sulla strada della famiglia Spadaro, e del fratello di Mommo, Aspano, che medita vendetta per la morte di suo fratello.
Sari non la pensa certamente così. Per
lui i giochi sono chiusi. È uno pari. Mommo per Valeria o Valeria per
Mommo. Lo fa girando un video con suo figlio Alessio alla regia.
Sari ha perso tutto, i suoi soldi, la sua casa editrice, le sue case,
tutto. Gli è rimasto solo il figlio, che ama come non mai. E questa
voglia di pace. Questa voglia di un nuovo inizio, nonostante sa
benissimo che, la morte di Valeria è quasi un peso insostenibile da
avere sulla coscienza.
Il suo intento è andare a Palermo e parlare con Aspano Spadaro per
fermare questa scia di sangue. Ma Sari non sa di essere carne da
macello, e non solo lui, ma anche la sua famiglia, soprattutto suo
figlio.
A Palermo incontrerà amici e nemici, alleati e doppiogiochisti. E il
romanzo diventerà adrenalinico tra viaggi a New York e rientri veloci,
tra mafia americana e agenti dell’Fbi, tra servizi segreti e polizia
italiana. Tra collusi, mandanti e partecipanti per caso.
“O tu o lui” è la domanda che viene
posta a un certo punto a Sari De Luca. Ma nemmeno in questo momento,
però Sari è disposto a piegarsi, e cerca con l’aiuto di Stella, un
bellissimo personaggio, di tirare fuori sé stesso e la sua famiglia da
questa faida che lo coinvolge, ma che non ha certamente voluto e
cercato.
Per Sari, questa storia, è anche il modo di approfondire la sua
“eredità” o retaggio che dir si voglia. Quelle che erano le origini
della sua famiglia siciliana, fino ad arrivare addirittura a Ellis
Island, New York, con le prime navi che portavano gli immigrati sulle
sponde dell’oceano.
È stato veramente una bella scoperta questo autore, che parla di mafia
senza peli sulla lingua. Che parla di corruzione ad alti livelli dello
stato e di chi, anche se nel piccolo, è onesto e lavora per lasciare un
Paese in pace e senza questa ruota di scorta un po’ sgonfia che lo fa
arrancare.
Molto belli i personaggi. Stella su tutti, e poi Andrea Colicchia, capo
della sezione omicidi di Milano, e il giornalista ducatista di Reporter,
Francesco De Stefanis.
Ci si fa anche qualche risata, in questo romanzo. Soprattutto quando a
parlare sono le teste vuote dei “picciotti” di Aspano, che il loro
massimo è dire: “Sì, boss!”
Ma Aspano è un personaggio veramente costruito a regola d’arte. Sembra
un mafioso di Sergio Leone, direttamente arrivato da C’era una volta in
America. Uno duro, smargiasso, e vendicativo.
Belli i paesaggi di Palermo e New York,
anche se visti con l’adrenalina di un film di azione e passano veloci
attraverso i finestrini di un aereo o di una macchina su una Highway.
La scrittura è perfetta. Di facile lettura e coinvolgente, fino a
diventare adrenalinica nel finale, dove scorri le pagine alla velocità
della luce, per vedere la fine della storia e dei suoi personaggi.
Spero di ritrovare Sari De Luca. Magari con la vita un po’ più quieta,
con la compagnia di Alessio. Anche se dovranno leccarsi un po’ di ferite
insieme. Ma l’unità è quello che conta.
Consigliato!
Silvia Marcaurelio