giovedì 29 settembre 2022

RECENSIONE - O TU O LUI DI GIUSEPPE DI PIAZZA


 Giuseppe di Piazza con questo nuovo libro ci riporta nel finale del precedente episodio, Un uomo molto cattivo, dove si raccontava la storia di Rosario “Sari” De Luca, imprenditore bresciano, ma siciliano di origine. E proprio questa sua origine lo aveva invischiato in una serie di strani giochi di società fittizie, tutte con la mafia siciliana a far da sfondo. Lo avevamo lasciato riverso in una pozza di sangue, in un ristorante giapponese, dopo aver sparato a Mommo Spadaro, quel “cugino” che non sapeva di avere e che lo aveva coinvolto in questi loschi affari, ricattandolo con il rapimento dell’amata Valeria. Ma Sari, dopo la morte di Valeria per mano di Mommo e dei suoi scagnozzi, aveva bisogno di vendetta. Una vendetta consumata per puro caso, perché anche Mommo voleva sbarazzarsi di lui, ma il suo proiettile lo ha soltanto ferito gravemente, non ucciso, mentre quello di Sari ha fatto bene il suo lavoro.
In ospedale carcerario, Sari è avvicinato dal Sostituto Procuratore Sangermano, e diventa collaboratore di giustizia. Vuole far arrestare i suoi aguzzini e soprattutto chi ha ucciso Valeria. Ma così facendo si mette sulla strada della famiglia Spadaro, e del fratello di Mommo, Aspano, che medita vendetta per la morte di suo fratello.

Sari non la pensa certamente così. Per lui i giochi sono chiusi. È uno pari. Mommo per Valeria o Valeria per Mommo. Lo fa girando un video con suo figlio Alessio alla regia.
Sari ha perso tutto, i suoi soldi, la sua casa editrice, le sue case, tutto. Gli è rimasto solo il figlio, che ama come non mai. E questa voglia di pace. Questa voglia di un nuovo inizio, nonostante sa benissimo che, la morte di Valeria è quasi un peso insostenibile da avere sulla coscienza.
Il suo intento è andare a Palermo e parlare con Aspano Spadaro per fermare questa scia di sangue. Ma Sari non sa di essere carne da macello, e non solo lui, ma anche la sua famiglia, soprattutto suo figlio.
A Palermo incontrerà amici e nemici, alleati e doppiogiochisti. E il romanzo diventerà adrenalinico tra viaggi a New York e rientri veloci, tra mafia americana e agenti dell’Fbi, tra servizi segreti e polizia italiana. Tra collusi, mandanti e partecipanti per caso.

“O tu o lui” è la domanda che viene posta a un certo punto a Sari De Luca. Ma nemmeno in questo momento, però Sari è disposto a piegarsi, e cerca con l’aiuto di Stella, un bellissimo personaggio, di tirare fuori sé stesso e la sua famiglia da questa faida che lo coinvolge, ma che non ha certamente voluto e cercato.
Per Sari, questa storia, è anche il modo di approfondire la sua “eredità” o retaggio che dir si voglia. Quelle che erano le origini della sua famiglia siciliana, fino ad arrivare addirittura a Ellis Island, New York, con le prime navi che portavano gli immigrati sulle sponde dell’oceano.
È stato veramente una bella scoperta questo autore, che parla di mafia senza peli sulla lingua. Che parla di corruzione ad alti livelli dello stato e di chi, anche se nel piccolo, è onesto e lavora per lasciare un Paese in pace e senza questa ruota di scorta un po’ sgonfia che lo fa arrancare.
Molto belli i personaggi. Stella su tutti, e poi Andrea Colicchia, capo della sezione omicidi di Milano, e il giornalista ducatista di Reporter, Francesco De Stefanis.
Ci si fa anche qualche risata, in questo romanzo. Soprattutto quando a parlare sono le teste vuote dei “picciotti” di Aspano, che il loro massimo è dire: “Sì, boss!”
Ma Aspano è un personaggio veramente costruito a regola d’arte. Sembra un mafioso di Sergio Leone, direttamente arrivato da C’era una volta in America. Uno duro, smargiasso, e vendicativo.

Belli i paesaggi di Palermo e New York, anche se visti con l’adrenalina di un film di azione e passano veloci attraverso i finestrini di un aereo o di una macchina su una Highway.
La scrittura è perfetta. Di facile lettura e coinvolgente, fino a diventare adrenalinica nel finale, dove scorri le pagine alla velocità della luce, per vedere la fine della storia e dei suoi personaggi.
Spero di ritrovare Sari De Luca. Magari con la vita un po’ più quieta, con la compagnia di Alessio. Anche se dovranno leccarsi un po’ di ferite insieme. Ma l’unità è quello che conta.
Consigliato!

Silvia Marcaurelio

venerdì 16 settembre 2022

RECENSIONE - La stagione dei ragni di Barbara Baraldi

È una notte d’estate del 1988 quando, a Torino, la città italiana più esoterica, un ragazzo fotografa il ponte Vittorio Emanuele I completamente invaso da colonie di ragni. È un evento insolito e inquietante, quasi un prodigio, che attira molti curiosi. Nella stessa notte, il sostituto procuratore Francesco Scalviati, che sta per diventare padre, si trova dalle parti del Pian del Lot, sulla scena di un crimine: una coppia di fidanzati uccisi mentre si erano appartati in macchina in un luogo solitario. Il duplice omicidio si collega ad altri due commessi a Torino (ma anche a San Francisco e a Londra).
Tra i presenti sulla scena del crimine, ci sono un giovane e arrogante agente dell’FBI, Isaak Stoner, che propone nuovi strumenti come l’identikit psicologico dell’omicida e la teoria degli omicidi seriali, e la giornalista investigativa Leda De Almeida, rimasta ferita in Libano, in un primo momento ostile all’operato di Scalviati. Intanto, si avvicina la data del parto: sarà una femmina, ma i due genitori ancora non hanno deciso il nome. E il mostro colpisce ancora…
Come i ragni, il mostro tesse la tela in cui cadono le sue vittime, costruendo una rete di complicità e spargendo il male in tutte le città in cui opera.
Siamo alla fine degli anni ’80, un passato che sembra lontanissimo eppure così vicino, un’epoca di grandi cambiamenti in cui convivono innovazioni, i primi computer e i compact disk, e tradizioni, come lo sviluppo dei rullini nella camera oscura. Tutto sulle note dei Simple Minds, dei Duran Duran, dei Litfiba, di Raf.
Accanto al protagonista, il sostituto procuratore Scalviati, presentato in tutte le sue sfumature, dalla più intransigente a quella più emotiva, ruotano tanti personaggi minori ma fondamentali per la risoluzione del mistero: lo scrupoloso e arrogante analista dell’FBI Isaak Stoner, la giornalista Leda De Almeida, coraggiosa ma anche fragile, la moglie del magistrato, forte ma bisognosa delle attenzioni del marito, il distratto e volenteroso Loiacono.
La stagione dei ragni è un romanzo dalla trama avvincente e ben costruita, dalla tensione sempre alta che cattura il lettore. La scrittura è semplice e fluida, scorre veloce come gli eventi raccontati. Consigliatissimo!
Maria Lombardi