No, no e no … mi è venuto più volte di gridarlo mentre
leggevo questo libro. Ho pensato più volte ad una sgraditissima profanazione di
un testo che ho amato e che amo all’infinito. Vedere la “mia” Elizabeth Bennet
trasformata in una mera cacciatrice di vampiri, che mi risulta addirittura un
po’ deficiente e presa da questa smania di uccisioni e vendette, non è stato
per niente accettabile … Gente che viene uccisa solo per puro allenamento, brrr
… E la “mia” Pemberley trasformata in una villa giapponese? NO, NO e POI NO!!!
Ho capito di essere una delle puriste e che non amo molto la riscrittura di
questo romanzo e peggio ancora non ho amato che ne abbiano fatto una
macchietta. Forse a chi non ha letto il “Romanzo” vero potrà anche piacere …
magari, e soprattutto, a quei maschietti che vedono l’originale con il fumo
agli occhi. Io, come ho detto sono una purista, in molti hanno tentato di
imitare Jane Austen, chi meglio chi peggio, ma nessuno è riuscito a ricalcare
il suo modo di scrivere, la sua fine ironia che caratterizza i suoi personaggi.
L’unico pregio che ha il romanzo in questione è quello di ricalcare, con
qualche leggera variazione, la trama originale. Non sapremo mai come sia nata
la pestilenza che affligge il paese, ma non è una cosa che ci fa perdere il
sonno di sicuro. Le protagoniste del romanzo di Jane Austen da giovani donne in
cerca di marito, si trasformano in formidabili guerriere, che armate di tutto
punto, affrontano gli zombie, chiamati spesso innominabili, per le campagne di
Meryton. Certo, delle volte sono anche riuscita a sorridere. E chi non lo
farebbe davanti al pensiero di una Lady Catherine che si batte con gli zombie
al fianco dei suoi fidati ninja … già solo immaginare dei ninja a Rosings … O
della stessa Lady Catherine che invece del solito scontro verbale finale con
Elizabeth, si batte con lei nelle “arti mortali”. Oppure vedere la dolce
Georgiana della Austen fine pianista, trasformata in una sedicenne in carne e
con buoni propositi di riuscire nelle arti mortali e che invece del solito
pianoforte le viene regalata una Katana … Aaargghhhh!!!!! E il povero Darcy? A
parte che essere belloccio, risulta essere ignorante, con la puzza sotto il
naso e anche un combattente poco efficace visto che si fa atterrare da una
seppur infuriata Elizabeth. Ora mi rimane la curiosità di vedere la
trasposizione cinematografica di questo libro … che, ahimé, se di solito
funziona che il libro è meglio del film … lascio a voi la conclusione. Voto: 3
venerdì 29 gennaio 2016
martedì 26 gennaio 2016
RECENSIONE – Il giardino degli oleandri di Rosa Ventrella
Quattro donne, quattro storie,
tutte in un romanzo. Il giardino degli oleandri è la storia di una Puglia
diversa sicuramente da quella odierna, ma nemmeno tanto. E’ una storia del
periodo della Seconda Guerra Mondiale, di quattro donne uniche e coraggiose. La
storia è raccontata dalla nipote di una di loro. Anita a Carbonifera è
conosciuta da tutti come “La Margiala”. La Margiala è una guaritrice, quasi una
strega; può dare consigli sull’uso di erbe, può togliere il malocchio e aiutare
le partorienti, sa il sesso del nascituro prima che questo venga al mondo, e
calma qualsiasi dolore infantile. Ma in questa storia non è soltanto questo. E’
anche la mamma di Rosetta, Cornelia e Diamante debitamente in ordine di età. Mentre
Rosetta è già in età da marito, Diamante ha soltanto nove anni. Rosetta
somiglia molto a sua mamma, ha lo stesso fisico slanciato, gli stessi occhi che
assumono diverse sfumature di azzurro e lo stesso modo di fare. Cornelia è
quella che si discosta da tutte per immagine. E’ una creatura quasi eterea con
i suoi capelli biondi e la sua bellezza sofisticata, somiglia molto a suo papà,
Agostino detto Valenti (il nome di un attore dell’epoca). Diamante, che ci racconta la storia, è la
ribelle, come la sua capigliatura fatta di folti riccioli castani. Gli occhi
neri come la pece, e il suo aspetto
grassoccio e da maschiaccio, fanno pensare che sarà lei a prendere in eredità i
poteri della Margiala. Ma Diamante vive in un mondo tutto suo. Non le piacciono
le regole prestabilite, soprattutto quelle che la Margiala le impone e invidia
gli uomini perché possono fare ciò che vogliono. Vede sua madre come una
persona fredda e priva di sentimenti e
non riesce a carpirne la vera natura. Tra di loro è un po’ un odio e amore.
Diamante viene a contatto con la morte molto presto. Le sventure che segneranno
la sua esistenza sono due, la perdita del suo amico Pietro e quella del suo
papà. Queste due morti la faranno crescere all’improvviso. Crescerà Diamante,
sotto il dispotismo di sua madre, contravvenendo sempre a qualche regola,
sfidandola. Decide di non volersi sposare mai, perché vorrebbe essere come un
uomo, padrona della sua vita. Ma una volta cresciuta, anche lei troverà l’amore,
e tutto quello che il sentimento comporta. Questo amore cambierà, per una serie
di eventi, la sua vita per sempre. Bellissimo questo affresco di Puglia narrato
con maestria da Rosa Ventrella. Ti fa emozionare, tra scorci di paesaggi,
colori e profumi di cucina, storie passate di un mondo che non c’è più. Bellissimi
i personaggi descritti abilmente sia caratterialmente che fisicamente
soprattutto Diamante e la Margiala, che
hanno un carisma straordinario. Belli i personaggi di contorno, come le varie “comari”
del paese, gli altri figli della Margiala Giuseppe e Francesco, suo marito
Agostino e Antonio, che sarà fondamentale, nel bene e nel male, nella vita di
Diamante. Voto: 7,5
RECENSIONE – Due biglietti per la felicità di Caroline Vermalle.
La Vermalle scrive storie
semplici, quasi banali. Storie leggere d’amore. Però sono carine, perché qulche spunto di originalità c’è.
Ha delle trovate particolari e quindi le storie risultano godibili. Si leggono
con facilità e scorrono via veloci e di solito non superano le 300 pagine.
Quindi in una giornata di relax ce la si può fare. Come in “La felicità delle
piccole cose” anche questo è un romanzo che affronta l’amore con leggerezza. I
protagonisti della storia sono la famosa violoncellista Rose, e Antoine un uomo
che nonostante i trent’anni non ha ancora deciso cosa fare della sua vita. E’
bravissimo ad aggiustare le cose, ma questo cosa può servirgli? I due si
conoscono da quando erano bambini. Rose andava in vacanza a Villerude-sur-Mer ogni estate, a trovare i suoi nonni. Antoine
abita lì da sempre. Un paese Villerude vivo d’estate e morto d’inverno. I due
si incontrano di nuovo dopo anni, ma lei non lo riconosce, mentre lui ancora è
legato al ricordo della bambina dai capelli rossi che gli ha spezzato il cuore.
Rose è stanca del successo e desidera la libertà, ha deciso quindi di tornare
nella vecchia casa dei nonni per ritrovare quel senso di felicità che nei suoi
ricordi erano le vacanze a Villerude. Antoine è un uomo semplice e si
accontenta di poco, ha una relazione non seria con Lalie un’antiquaria che le
passa tantissime cose rotte da aggiustare, ed è amico di Camille, il
proiezionista del vecchio cinema Paradis. Al cinema Paradis vanno solo pochi amanti
dei vecchi film in bianco e nero ed è lì che Antoine rivede Rose, mentre sta
aggiustando il vecchio proiettore del cinema. Camille è il proiezionista da
sempre del cinema che è diventato la sua casa. Da quando è in pensione è
l’unica cosa che gli rimane da fare. Ha perso sua moglie Odette che era la luce
dei suoi occhi, e a fargli compagnia è rimasto Nobody, un bastardino chiamato
così in onore di un personaggio di un vecchio film. Purtroppo il cinema è in
rovina, e il comune ha intenzione di vendere la struttura e il terreno ad un
privato, per liberarsi delle spese, anzi per ricavarne un profitto. Dopo la
morte di Camille e l’apparizione del suo fantasma, Antoine prende a cuore la
causa e insieme al Club degli Amici del Paradis s’ingegna per salvare il
cinema. Ma per salvarlo c’è bisogno di 70.000 euro che loro non posseggono.
Nulla può evitare che il cinema venga demolito e lo sconforto affligge tutti i
paesani. Anche la colletta aperta sui social network non sembra portare a
nessun frutto. Camille fantasma, apprende di essere rimasto sulla terra e nel
cinema Paradis, per un motivo e quale se non quello di aiutare Antoine nella
sua storia con Rose e salvare il Cinema Paradis? Il legame tra Rose e Antoine
nel frattempo è diventato più saldo; soprattutto dopo che Rose, all’insaputa di
Antoine ha venduto il suo amato e prezioso violoncello all’imprenditore poco
onesto del luogo, lo stesso che vuole comprare il terreno del cinema. Nessuno
dei due ha però il coraggio di rivelare il segreto che attanaglia le loro
esistenze e soprattutto quello che si portano dietro dal passato. Due biglietti
per la felicità è una lettura romantica, un po’ vecchio stampo. E’ talmente
“leggero” che anche il rapporto tra Antoine e Rose, si evolve in maniera a dir
poco infantile, per essere una relazione tra due adulti. Consigliato comunque
ai romantici old style, con una buona coperta e una tazza di cioccolata a
fargli compagnia. Voto: 6,10
lunedì 18 gennaio 2016
RECENSIONE - La canzone che ci ha fatto incontrare
Un libro d’amore e sentimenti scritto da un uomo è
già una novità. Che poi questo libro sia anche ben fatto va benissimo, che però
si tratti di una trilogia va malissimo. Odio questa situazione che, per
aumentare il guadagno, le case editrici si prendano la briga di suddividere un
libro, che potrebbe benissimo essere unico, in tre episodi. Jane è una donna di
quarant’anni, Caleb è un ragazzo di nemmeno venticinque anni. Quindici anni di
differenza non sono pochi, ma non impedisce ai due di innamorarsi. Jane intravede Caleb all’inizio della nostra
storia. Sono entrambi al cimitero. Lei è rinchiusa nella sua macchina mentre un
acquazzone viene giù dal cielo. Caleb compare in mezzo alla pioggia e dopo
qualche minuto di raccoglimento davanti alla tomba di Melody, lascia lì
qualcosa. Un dollaro d’argento del 1973. L’inizio della loro storia ha come
punto di giuntura Melody, la figlia di Jane. Melody era una ragazza di
vent’anni stroncata dall’assunzione di alcool e droghe. Con la speranza di sapere chi e cosa
fosse diventata sua figlia Melody, Jane inizia a frequentare Caleb e con il
pretesto di dover sistemare un giardino ormai in rovina, la donna invita il
ragazzo a stabilirsi a casa sua, facendolo entrare pian piano oltre che nella
sua dimora, anche nella sua vita e nel suo cuore. Ma Caleb non ha mai conosciuto Melody, l’ha
soltanto intravista qualche volta vicino al locale dove lei lavorava, e tra
loro era nato una sorta di gioco. Ognuno dei due lasciava all’altro una moneta
da un dollaro come mancia, sempre la stessa. Tra Jane e Caleb l’attrazione è
forte; e quando finalmente Caleb riesce a raccontarle la verità, Jane non ha
più remore, e lascia che i suoi sentimenti vengano a galla e anche la giovane
età di lui non le fa più tanta paura. Tra i due protagonisti è forse proprio
Caleb ad essere quello più equilibrato. E’ giovane, è onesto e non ha niente da
perdere. Prova per Jane dei sentimenti sinceri e non ha paura di aprirsi
all’amore. Jane, invece, è dapprima piena di sensi di colpa, un po’ perché
pensa che Caleb sia l’ex di sua figlia, e poi per la grande differenza di età
che ha con lui. Ha una sorta di frustrazione, quella che le fa sempre pensare
che non può tarpare le ali di una persona così giovane. Hanno due età così
distanti che possono avere differenti vedute e differenti scopi nella vita. Lei
è una donna realizzata anche se fino ad un certo punto, lui deve ancora
spiccare il volo dal nido. Ma la sua amica Grace, in punto di morte, le fa
aprire gli occhi. L’amore che si prova non ha età, e la vita è breve e va
vissuta fino in fondo, senza portarsi dietro alcun rimpianto. Grace in un
ultimo incontro le dice: “Fai solo tutto ciò che faresti se non avessi paura. Vivi come avrei
vissuto io se l’avessi capito prima. Vivi la vita che io non posso più vivere,
Jane. Una vita senza paura”. Tra i due,
quando Jane riuscirà a lasciarsi andare, nascerà un sentimento dolce, passionale e
profondo e Jane capirà che non tutti giudicano la differenza di età tra lei e
Caleb. Che forse è solo lei a dargli importanza. Jane saprà affrontare le
convenzioni e afferrare la mano che Caleb le sta tendendo? Romanzo dolce e
appassionato, che ci ritrae una donna alle prese con i suoi demoni ed un
ragazzo, quasi uomo, tanto ingenuo e disarmante quanto affascinante. Winfield
non sembra un uomo per come scrive tanto leggiadro è il modo di argomentare. Ci
vuole dimostrare come la paura possa rendere ciechi alla felicità che si ha,
qualche volta a portata di mano, basta saperla prendere. Attendo l’uscita del
secondo volume, anche se per me ci si poteva fermare qui. Dagli altri mi
aspetto un seguito, purtroppo, fin troppo banale. Voto: 7 per questa storia – 2
per il fatto che abbia un seguito.
mercoledì 13 gennaio 2016
RECENSIONE - Gens Arcana di Cecilia Randall
Siamo nella Firenze
rinascimentale. La Gens Arcana è una delle più antiche popolazioni che abitano
il pianeta terra. Essi e le loro famiglie, sono strettamente collegatie con gli
elementi: Aria, Acqua, Terra e Fuoco, che possono controllare tramite la quinta
essentia. Chi riesce a farlo è chiamato Arcano. Agli Arcani spetta il compito
di bilanciare e preservare gli equilibri: non devono combatterli o dominarli,
ma comunicare con loro per proteggere l’umanità e per questo lavorano spesso
per la Santa Milizia. Valiano fa parte di una delle più importanti famiglie di
Arcani, quella dei Nieri. Ma pur avendo il vincolo della quinta essentia nel
sangue, ha rifiutato il suo potere, abbandonando la sua famiglia, per vivere
senza costrizioni, in modo semplice. Alla morte del padre Bonconte, eredita il
vinculum aetheris, il legame che lo designa come capofamiglia e gli concede
l’accesso ai segreti e alle conoscenze della sua stirpe. La morte di suo padre
però non è stata un caso, è stato ucciso da suo cugino Folco, che ha preso le
redini della sua famiglia, approfittando della giovane età di suo fratello
Angelo. Valiano viene accusato da Folco di omicidio e quindi ricercato dai
militari e dalla Santa Milizia, una sorta di polizia del papato, di cui fa
parte Padre Corso da Viterbo. Tra le persone che lo stanno cercando c’è
Manente. Manente non è un uomo normale, ha dentro di se un “succubo” della
terra, introdotto in lui da un negromante quando era solo un neonato. E’ molto
più forte di un uomo normale, guarisce in fretta e può usufruire dei poteri
della Terra. Ma nessuno sa che Manente ha un progetto diverso da quello che
Folco, il suo padrone fino a quel momento, ha in mente. Manente vuole liberare
il suo corpo dal succubo che lo sta uccidendo e per farlo ha bisogno di Valiano
e di Angelo che si trova prigioniero nelle mani di Folco. Folco ha degli
incredibili programmi. Si è stancato di essere sottomesso alla Chiesa e
vorrebbe portare la Gens Arcana a comandare il mondo. Perché altrimenti
avrebbero questi immensi poteri? Ma per poterlo fare ha bisogno di un oggetto
rinchiuso nella Domus, una casa protetta dove gli Arcani conservano tutte le
cose più preziose della famiglia, che solo il capo famiglia può, con uno strano
rito di conoscenza, aprire a suo volere. Folco ha quindi bisogno di Angelo e
Valiano per il suo scopo: recuperare un manufatto molto pericoloso, il
pentacolo, che gli permetterebbe di controllare delle schiere di elementali che
lo renderebbero immensamente forte. L’ambientazione storica, molto curata
dall’autrice, si integra perfettamente nella vicenda raccontata. Descritta con
molta precisione, ma mai appesantita, la narrazione fa soffermare il lettore
sull’avventura offerta nelle sue pagine. La Randall da la possibilità di
percorrere le strade della Firenze Rinascimentale, fornendo elementi necessari
all’orientamento nella città, indicandoci gli edifici più importanti dell’epoca.
Lo scenario è incantevole e lo stile accurato e i personaggi sono ben
caratterizzati. Angelo, nonostante la sua giovane età, sedici anni, ha già ben
in mente il suo compito di Magister Arcano e se ne prende tutte le
responsabilità. Manente, soldato di ventura e succubo, sembra un duro
incallito, ma anche se non ha un cuore, ha un’anima. Anche il suo elementale ce
l’ha, anche se sembra impossibile. Raramente ci si innamora del personaggio
codardo e vile. Valiano in fin dei conti questo è. E’ scappato dalla sua
famiglia proprio perché non aveva intenzione alcuna di sottostare al potere
arcano e a tutto ciò che ne sarebbe conseguito, pensando solo a se stesso. Ma
anche non essendo un eroe, è animato da grandi principi, tanto che sembra
veramente reale e credibile. La sua inettitudine lo fa diventare molto
simpatico e comunque il suo mettersi, nonostante tutto, alla prova, lo rende
forse il più puro di tutti. Bello anche il personaggio di Selvaggia, forte e
indipendente, nonostante il periodo storico. Preferisce vestirsi da ragazzo e
rubare in strada, piuttosto che prostituirsi come capitava spesso alle ragazze
orfane dell’epoca. Il cattivo, Folco, ha veramente tutto per esserlo nel
migliore dei modi. E’ viscido, è potente, è astuto e imprevedibile ed è
circondato di gente veramente orrenda. Gens Arcana è un ottimo libro per la sua
originalità e per la sua ottima scrittura. A chi piace un fantasy non proprio
sui generis è consigliato. Voto: 7,5
venerdì 8 gennaio 2016
RECENSIONE – La locanda di Rose Harbor vol. 1 di Debbie Macomber
Dopo la perdita del marito
militare, morto in un’operazione in Afghanistan e senza che sia riuscita a
recuperare il suo corpo e avere una tomba su cui piangere, Jo Marie Rose, senza
dare ascolto a consigli di parenti ed amici, molla il lavoro in banca e una
promettente carriera e la grande città per trasferirsi nel paesino di Cedar
Cove, affacciato sull’Oceano Pacifico, dove acquista una locanda con vista sul
porticciolo. E’ un luogo magico per Jo Marie e pensa che sia fatto a posta per
lei e per ritrovare il suo equilibrio e rimettere in sesto la sua vita. Si
stabilisce quindi nella ex locanda, le cambia nome in Rose Harbor per onorare
suo marito Paul Rose, e si mette al lavoro per trasformarla in un delizioso
B&B cominciando ad occuparsi personalmente di tutto, dal bricolage,
all’arredamento, dalla cucina fino ai lavori a maglia. Quando arriveranno i
primi ospiti ad occupare le stanze, Jo Marie si accorgerà che ognuno di loro è
in cerca di qualcosa. Chi del perdono, chi dell’amore e chi di se stesso. I
primi due ospiti che si recheranno nella Locanda di Rose Harbor sono Abby e
Josh. Sono stati entrambi abitanti del piccolo paesino ed entrambi hanno una
storia dolorosa alle spalle che li ha fatti fuggire da lì. Abby è una ragazza
giovane e carina, ma è morta dentro. Tutto è accaduto molto tempo prima. Una
sera invernale ha avuto un incidente stradale. Lei era alla guida e con lei
c’era la sua migliore amica. Lei è ancora viva e la sua migliore amica è morta.
Si sente colpevole di aver troncato una vita così giovane e vorrebbe essere lei
ad esser morta. Ha vissuto tutta la sua vita con questo peso sulle spalle
sapendo che anche i genitori della sua amica la colpevolizzano dell’accaduto.
Riuscirà, complice il matrimonio di suo fratello, a tornare a vivere, a perdonarsi
e a farsi perdonare? Josh è andato via appena diplomato ed è tornato perché il
suo patrigno Richard, che lo aveva cacciato in malo modo mettendolo in mezzo ad
una strada, è un malato terminale e sta per morire. Ha ricevuto la telefonata
di una sua vecchia conoscente e vicina, Michelle che lo avverte che sono gli
ultimi giorni di Richard e sarebbe il caso che lui tornasse a Cedar Cove. Josh
non vuole avere niente a che fare col patrigno, ma si sente costretto ad
andare. Lui non ha nessuno, soprattutto dopo la morte di suo figlio Dylan. Vecchi
rancori riemergeranno e faranno molto arrabbiare Josh e Richard, ognuno per i
propri motivi. Per Josh ogni momento potrebbe essere quello buono per andarsene
da lì, visto che il vecchio di lui non ne vuole proprio sapere niente. Ma
Michelle, con la sua dolcezza riesce a smussare i caratteri forti, di questi
due uomini, che non lo sanno, ma hanno bisogno l’uno dell’altro. Non gli davo
due soldi a questo romanzo, che invece ho apprezzato tantissimo. Lo stile
dell’autrice è semplice ma è riuscita a narrare queste storie senza cadere nel
piagnisteo ma dando ad ognuna un senso di serenità e positività, come il
coraggio di affrontare i problemi senza rifuggirne e il saper perdonare gli
altri e se stessi. Ammetto che mi sono anche commossa … in fondo sono
un’inguaribile romantica. Voto: 7,5
RECENSIONE – Un sogno tra i fiocchi di neve di Corina Bomann
Non
è detto che tutti si debba per forza amare il Natale e Corina Bomann ci
racconta la storia di Anna, una giovane studentessa in lettere, aspirante
scrittrice. Anna odia il Natale e tutto quello che ne consegue. Dai canti
natalizi, agli odori dei dolci, alla fretta per accaparrarsi l’ultimo regalo,
alla gente stressata che corre come impazzita. Lei effettivamente non sa perché
odia il Natale e preferisca farsi un bel viaggio in luoghi caldi e assolati,
invece di passarlo con la famiglia nella fredda e innevata Germania, ma piano
piano ne verremo a sapere di più. Il libro è un po’ un on-the-road, visto che
si svolgerà quasi completamente per le strade e le ferrovie tedesche. La nostra
eroina dovrà raggiungere la sua famiglia a Berlino partendo da Lipsia, città
dove studia. Dopo aver salutato la sua vecchia amica dove lavora, Anna parte
alla volta di Berlino. La sua famiglia, sua madre e il suo fratellino abitano
lì, insieme al suo patrigno che lei non sopporta proprio. Ma questa volta l’ha
promesso a Jonathan e quindi deve andare per forza e cercare di accettare il
patrigno almeno per questo Natale. Peccato che però Anna si addormenti sul
treno, cullata dal dondolio e dal caldo nel vagone, facendo dei sogni
stranissimi, e finisca molto lontana dalla sua destinazione originaria, in una
cittadina sconosciuta, sepolta da una tormenta di neve e per di più con il
telefono scarico, senza caricabatterie e con pochissimi soldi in tasca e sulla
carta di credito. Da qui comincia la sua avventura. Miracolosamente riesce a
trovare un passaggio da uno spazzaneve che l’accompagna fino ad uno certo
punto, poi il compagno di quel momento la lascia ad un suo collega che provvede
ad accompagnarla in un paesino ad un’ora di macchina da Berlino. In un
autogrill sulla strada, dove lo ha lasciata l’ultimo spazzaneve, riesce a farsi
dare un passaggio da un ragazzo, molto strano e particolare, ma decisamente
tranquillo. Il problema è che la sua macchina fa degli strani rumori, il
ragazzo non è per niente moderno (non ha un cellulare) e che quindi, quando
questa li lascerà appiedati, lei non potrà fare altro che camminare sul ciglio
dell’autostrarda, con il morale a terra fino ad una stazione di servizio dal
nome non proprio rassicurante “In the middle of nowhere”. Nonostante si maledica
per non aver passato il suo solito natale al caldo, e tremendamente preoccupata
perché non ricorda a memoria il telefono di casa, visto che il suo cellulare è
morto, e non può avvertire del ritardo, fa degli incontri anche divertenti, che
la rincuorano un po’. Nella famosa stazione di servizio, incontra tre
vecchiette terribili, che sono state dimenticate dal bus della casa di riposo
dopo una gita sgradevolissima. Le tre simpatiche nonnine la intrattengono,
offrendole un irish coffee dietro l’altro, finché non crolla addormentata e
continua a sognare cose strane. E nei sogni di Anna scopriremo il perché del
suo odio per il natale, cosa che ricorderà e che le farà capire che non è il
periodo in se che lei odia, ma avvenimenti precedenti avvenuti in un natale
passato, legati all’abbandono da parte di suo padre. E’ un libro semplice,
scorrevole e delle volte anche divertente. Si può leggere tranquillamente in
una giornata vista la brevità. Comunque, dopo aver letto questo libro, quando
ascolterete Last Christmas degli Wham la sentirete con orecchie diverse. Voto:
6,5
RECENSIONE – Baby it’s cold outside di AA.VV.
5
Autrici (Probst, Chase, Proby, Anne, Meader) per 5 storie che dovrebbero essere
romantiche e sexy. Ma diciamo che l’esperimento non è proprio riuscitissimo. La
prima storia “Voglio solo te” di Jennifer Probst si riallaccia alle storie
dell’agenzia matrimoniale Kinnections. Ma stavolta la protagonista, cioè i
protagonisti sono due clienti. Una donna in carriera dedita al suo lavoro, ma
con la voglia di metter su famiglia e il classico playboy miliardario. Complice
un incidente stradale e una grossa nevicata si ritrovano nella casa di lui. Si
conoscono dai tempi dell’università e tutti e due provano qualcosa uno per
l’altro. Anche il test della Kinnections li aveva combinati insieme. Ma i due
non potrebbero essere più diversi tra di loro. Almeno così pensano …
praticamente niente di originale. La seconda storia “Un desiderio per natale”
di Emma Chase scomoda niente di meno che “Canto di Natale” di Dickens. La Chase
trasforma uno dei suoi personaggi più famosi e protagonista dei suoi romanzi,
Drew, in un novello Ebenezer Scrooge … e non vi dico altro. Il terzo racconto è
di una nuova autrice nel panorama dei racconti sexy. Il titolo è Saving Grace.
Grace è una maestrina di scuola elementare. Le sue amiche le regalano una due
giorni full-immersion nel vicino impianto sciistico del suo paese, con maestro
di sci e massaggi prenotati. Tutto purché lei impari a sciare e si goda l’addio
al nubilato della sua amica, prossima sposa. Lei però è una di quelle persone
che ha difficoltà a rimanere in piedi anche nella normalità, figuriamoci con
indosso un paio di sci! Quindi parte decisamente contro voglia. Appena arriva
in hotel e dopo essersi sistemata deve incontrare il suo maestro di sci e
incontra Jacob che sta parlando con un ragazzino sbarbatello … Jacob però non è
il suo maestro di sci, ma il ricco proprietario dell’impianto sciistico …
lascio a voi il resto scontatissimo peraltro. Il quarto racconto è “Fra le sue
braccia” di Melody Anne. Natalie è anche lei una maestra elementare … (tutte
maestre! Prima non era il fascino dell’infermiera? Ora tocca alle maestrine!) …
è alle prime armi e ottiene tramite l’intromissione delle pettegole/streghe del
paese il posto di lavoro. Le tre devono far capitolare Hawk, il capo dei pompieri
della cittadina e pensano bene che Natalie farebbe al caso loro. Ma Hawk non è
proprio d’accordissimo. Non ha nessuna voglia di impegnarsi e ha le sue regole
da rispettare: mai uscire più di due volte con la stessa ragazza, e non deve
abitare nella sua stessa cittadina. Complice la recita natalizia da preparare
tra i due nasce una intesa particolare … e lascio a voi il finale. L’ultimo e
banale racconto s’intitola “Più caldo del fuoco” ed è di Kate Meader. Il
protagonista stavolta è un uomo, Beck Rivera … e come il precedente fa il
vigile del fuoco stavolta a Chicago. Pochi giorni prima di Natale vede
rimpiombare nella sua vita Darcy, la ragazza che aveva lasciato anni prima e
che aveva abbandonato. Darcy però non è diventata la golden girl come ci si
sarebbe aspettati dalla figlia di un miliardario … anzi non è proprio più la
dolce Kate remissiva che conosceva prima. Si è trasformata completamente. Ma
nonostante tutto il sentimento tra di loro non è mai morto e nonostante Darcy
faccia di tutto per evitare Beck tra di loro si instaura di nuovo un’intesa che
dovrà dare modo ad uno di discolparsi e all’altra di perdonare. Ma non sarà per
niente facile. Voto a tutto il libro: 2
RECENSIONE – Un’ombra dal passato di Nora Roberts
Ho
decisamente dato fondo alla mia scorta di romance-crime della Roberts. Dovevo
aumentare le mie letture annuali e so che con lei vado sul sicuro e che
nonostante i libri siano sempre abbastanza corposi, le numerose pagine scorrono
via bene e si leggono con velocità e poi delle volte ci scappano anche delle
storie belle, come questa. Fiona Bristow è un’addestratrice di cani da
soccorso. Fa dei corsi per cani e proprietari in modo da formare squadre di
volontari preparati. Ha un passato che vuole dimenticare e si è buttata,
instancabile, sul suo lavoro. Un giorno conosce Simon Doyle, artista del legno,
che crea mobili e suppellettili che hanno molto successo. A Simon è stato
regalato un cucciolo a cui piace mordere tutto e fare del mondo dell’artista un
caos e la cosa lo sta esasperando. Chiede quindi l’aiuto di un’esperta, di
Fiona per l’appunto, chiedendo di addestrare il suo cucciolo. Tra i due scatta
immediatamente un feeling, anche se Simon non è proprio il tipo di Fiona e
viceversa. Lei è ordinatissima e super organizzata per ogni cosa e non potrebbe
essere altrimenti, visto il suo lavoro, oltre ad essere molto coraggiosa.
Mentre lui è schietto, dice sempre quello che pensa, disordinatissimo e molto
ostinato. Ma il passato torna a turbare la vita tranquilla di Fiona. Sembrava
essersi tutto risolto tempo prima, con l’arresto del killer e la sua condanna.
Un uomo che aveva tentato di ucciderla quando era ancora una studentessa, e le
aveva strappato per sempre il suo amore di quel tempo. Nuovi omicidi simili in
tutto e per tutto ai vecchi stanno avvenendo in svariate parti del paese. E’
sicuramente un imitatore istigato, non si sa come, dal vecchio killer. Molti
dei particolari che emergono riguardano i vecchi delitti, ed erano cose mai
rivelate. Ma questo uomo pericoloso, ha un unico scopo, trovare Fiona e
ucciderla. Fare quello che il suo maestro non è riuscito a portare a termine.
Superare il Maestro e divenire in qualche modo immortale. A proteggere Fiona
oltre ai suoi tre amici a quattro zampe, anche la sua matrigna ed i suoi
concittadini. Ma avrà soprattutto il conforto di Simon, che con la sua
schiettezza cercherà di far mantenere a Fiona la sua lucidità mentale, senza
che sprofondi nella paura. Un buon romanzo con più suspence che romance. Ma io
la Roberts la preferisco così. Voto: 7
RECENSIONE – La ragazza della nebbia di Donato Carrisi
Una
ragazzina scompare nel nulla in un paesino dove non succede mai niente. Tutti
conoscono tutti e sembra impossibile che qualcuno di loro possa essere il
colpevole. A cercare di far luce sull’accaduto viene mandato un super
poliziotto, Vogel, reduce, dopo molti successi, da uno scandalo di prove
falsificate, che hanno incastrato un uomo innocente, accusandolo di essere il
killer che piazzava tubi bomba nei supermercati. E poi ci sono i veri
protagonisti della storia. I media, la tv soprattutto. Anna Lou Kastner, questo
il nome della scomparsa, è una ragazzina adolescente, devota figlia di genitori
devoti, senza grilli per la testa e con nessuna attrattiva. Il super poliziotto
esperto fiuta il fatto che può rimetterlo in circolazione e farlo uscire dall’anonimato
in cui è piombato dopo il suo passo falso. Lui sa come ci si comporta in questi
casi, perché conosce i meccanismi per poter far diventare un crimine un fatto
mediatico. Vogel, cercherà di farsi maestro d’orchestra della situazione,
facendo in modo che i media, convochino esperti o presunti tali e inneschino
dibattiti e tavole rotonde in tv, mettendo il caso sotto la luce dei
riflettori. A Vogel nulla importa della vera soluzione del caso, se Anna Lou è
morta o è ancora in vita, non fa nulla per cercarla o quanto meno nulla di
concreto. L’importante per lui sono le notizie, vere o false che siano, perché:
“La giustizia non interessa a nessuno. La gente vuole il mostro … e io le do
quello che vuole.” Con questo romanzo Carrisi ha deciso di raccontarci il mondo
della cronaca nera italiana. Perché nel nostro paese abbiamo un modo tutto
nostro di raccontare i fatti di inaudita violenza. In Italia ormai sono i media
a farla da padrone nel raccontarci i fatti di cronaca nera e sono i veri
protagonisti, tanto da influenzare i soggetti stessi del crimine. Creano e
disfano con l’unico scopo di creare degli stati emozionali in chi segue la
storia, attraverso le loro immagini e le loro parole, dividendoli in
colpevolisti ed innocentisti a garanzia dell’audience. La storia di Anna Lou
diventa paradossale tanto che lo stesso Vogel, con il suo cinismo ci spiega
che, se l’opinione pubblica decide di accendere la luce su un caso si avranno
anche le risorse finanziarie per svolgere le indagini necessarie a trovare un
colpevole. Bellissimo romanzo, molto attuale. Come al solito Carrisi non
delude, anzi, ci regala un vero giallo. Diverso sicuramente dagli altri due
filoni scritti precedentemente. Scorrevole, di facile lettura e con sorpresa.
Voto: 8,5
RECENSIONE – L’amore
ritrovato di Nora Roberts
Ennesimo
romance-crime della mia adorata Zia Nora. Eh sì, quando scrive questo genere di
filone mi piace molto. Lil e Cooper si conoscono fin da bambini. Coop non ha
ancora 12 anni e la sua vita è già stravolta dagli adulti che dovrebbero essere
i suoi genitori. Un’estate viene spedito dai nonni nel Sud Dakota, ai suoi
occhi di cittadino newyorkese è una terra dimenticata da Dio. L’incontro con
Lil cambierà la sua estate e anche il resto della sua vita. Lil dall’alto dei
suoi 9 anni vive nel suo mondo, tra le sue montagne ed i suoi animali e la
considera la sorte migliore che possa esserle mai capitata. Ha tutto! Le
montagne, la natura, gli animali selvaggi e infine avrà anche Coop. I due
cresceranno e si innamoreranno, ma Coop deciderà di mettere fine alla loro
storia, per problemi tutti suoi. Il tempo passa e i due si ritroveranno nello
stesso posto dove avevano visto sbocciare e morire il loro sogno
adolescenziale. Nessuno dei due ha dimenticato l’altro, ma ognuno è rinchiuso
in se stesso, in imbarazzo con l’altro. Coop non è diventato un avvocato a
dispetto di quello che desiderava suo padre, ma un bravo poliziotto prima ed un
investigatore privato poi. Lil invece ha coronato tutti i suoi sogni, compreso
quello di aprire una riserva per animali selvaggi in difficoltà. A
riavvicinarli sarà proprio la morte di alcuni animali selvaggi e delle
manomissioni nel rifugio che faranno scattare l’istinto protettivo da parte di
Coop nei confronti di Lil. Lil sa di non aver mai smesso di amare Coop, anche
se ha provato. Ma lui dovrà recuperare 10 anni di fiori, balli, litigate e
riappacificazioni mancate, oltre ad essere rassicurante e protettivo, dovrà
essere forte e passionale. Troveranno il modo di scoprire chi è che sta
minacciando Lil e il suo rifugio? Chi è quest’uomo che si presenta come il
legittimo erede, in una sorta di delirio di onnipotenza, degli indiani abitanti
della zona? E perché se la prende con innocui turisti e soprattutto cosa ha a
che fare con Lil e con il rifugio degli animali? Belli i due protagonisti,
forti entrambi, testarda e solare lei, orgoglioso e ombroso lui. Belli anche i
personaggi di contorno come quelli di Tansy e Farley e la loro storia d’amore,
o i genitori di Lil ed i nonni di Coop. Fanno tutti la loro parte egregiamente
e si intersecano bene nel contesto della storia e con i due protagonisti.
Malgrado la mole, 600 pagine, scorre veloce e si legge con estrema facilità.
Voto: 6+
RECENSIONE – Cuore depravato di Patricia Cornwell
Ho decisamente perso il conto …
Non mi ricordo più quanti ne abbia pubblicati di romanzi dedicati a kay
Scarpetta. Quello che so è che questo celebra il venticinquennale della sua
creazione e per questo, probabilmente, la Cornwell ha ripreso in mano la penna
personalmente, e devo dire che si vede, eccome! Siamo a Cambridge, nel
Massachussets. Kay Scarpetta è sul luogo dove un apparente suicidio viene
subito ricatalogato come omicidio. Mentre sta raccogliendo le prove per
appurare le modalità del delitto riceve un messaggio sullo smartphone. Viene
dal numero di emergenza di sua nipote Lucy e vi è allegato un video di venti
anni prima, che riprende una Lucy ignara ai tempi dell’accademia dell’FBI e con
l’implicazione di una persona che tutti considerano morta, ma che a quanto pare
è tornata a tormentarle dal passato. Il video, anzi i video, perché ne verranno
spediti altri, contengono delle rivelazioni particolari su Lucy che potrebbero
metterla in guai veri e non solo lei, ma tutti quelli che la circondano. La
preoccupazione di Kay Scarpetta fa si che lei stessa tenda ad isolarsi e a non
rivelare a nessuno quello che sta succedendo. Non riesce a confidarsi né con
Marino, né con suo marito Benton e neanche con la stessa Lucy. Il caso di
omicidio a cui sta indagando, diventa strettamente collegato a doppio filo con
quello che sta accadendo a sua nipote. Il suo universo e quello di tutti coloro
che ama è messo a repentaglio da un piano diabolico. Riuscirà Kay Scarpetta a
far luce sull’omicidio? Ma soprattutto troverà il modo di difendere Lucy e con
lei tutta la sua famiglia? Finalmente un libro all’altezza dei primi romanzi
della Cornwell dedicati all’anatomopatologa Kay Scarpetta. Come sempre il tutto
si svolge in un’unica giornata e forse le cose in ballo sono effettivamente
troppe. Ma devo dire che sono rimasta sorpresa da questa ennesima avventura di
Kay Scarpetta. Molto adrenalinica in alcuni punti, troppo prolissa in altri (20
pagine e oltre di viaggio in macchina si potrebbero tranquillamente evitare!).
Stavolta si vede che la mano è comunque quella della Cornwell. Il livello è
decisamente più alto dei precedenti romanzi, anche se non è sicuramente a
livello delle prime puntate della serie. Comunque, dopo questo romanzo, sono
sempre più convinta che la signora usi un ghost writer. Un romanzo scorrevole
che si legge con facilità e stavolta la trama è ben congegnata anche se ci
lascia in sospeso fino alla prossima avventura. Voto: 7
giovedì 7 gennaio 2016
RECENSIONE – Gli ultimi giorni dei nostri padri di Joel Dicker
Libro primo dello scrittore svizzero Joel Dicker. Scritto prima del grande successo avuto da “La verità sul caso Harry Quebert” con il quale ha richiamato l’attenzione sul suo precedente scritto. Il romanzo racconta la storia del SOE (Special Operations Executive) concepito da Winston Churchill dopo la disfatta della battaglia di Dunkerque. Il SOE reclutava volontari stranieri nell’Europa occupata dai nazisti che venivano addestrati in Gran Bretagna per diventare agenti segreti nei loro paesi di origine e farsi carico di sabotaggi e dell’organizzazione delle reti della resistenza. La SOE sarà composta da persone insospettabili, gente comune presa tra la popolazione proveniente dai più diversi Paesi europei. In questo romanzo si parla più che altro dell’organizzazione dello spionaggio in Francia all’alba di quella che dovrebbe essere l’operazione Overlord che porterà gli alleati a sbarcare in Normandia e a liberare il paese dal giogo nazista. Sono diverse le persone che verranno reclutate dal SOE e dovranno passare vari gradi di preparazione prima di poter essere definiti agenti segreti attivi a tutti gli effetti. Tra quelli che riusciranno a passare tutte le prove c’è Paul-Emile detto Pal, gentile e raffinato che ha pensato bene che doveva fare qualcosa per il suo paese, nonostante non sia propriamente un uomo coraggioso e provi un attaccamento incredibile per suo padre. Lo preoccupa il pensiero che il suo vecchio genitore sia solo e ignori quello che sta facendo. La solitudine di questo padre, che si macera al pensiero di quello che stia facendo il suo unico figlio, diventa l’argomento centrale della storia. Oltre a Pal, c’è Laura, avvenente e incredibilmente dolce e materna, il seminarista Claude, il goffo e enorme Gros ingenuo come un bambino, il cattivissimo Faron. Ciascuno di loro è messo alla prova contro uno spietato nemico. Il romanzo rimane un po’ lento all’inizio, nel racconto della vita di questi uomini messi alla prova con il duro addestramento a cui vengono sottoposti. Debbono essere pronti a tutto, quindi corrono, saltano, fanno percorsi di guerra, si lanciano con il paracadute, sparano con diverse armi, tirano bombe, imparano ad utilizzare svariati metodi di comunicazione. Ognuno di loro sviluppa delle peculiarità a cui vengono poi preparati. Nel mentre i loro caratteri subiscono una trasformazione. Sembra tutto essere una fase di crescita, con l’imparare a diventare agenti segreti, si formerà anche il loro carattere. Dicker entra allora nella complessità dell’animo umano, mostrando di ognuna di queste persone le debolezze, le ambiguità anche il senso di vendetta e le risorse morali che hanno e riescono a utilizzare nei momenti peggiori. E mentre si legge e ci si aspetta che l’eroe senza macchia e senza paura diventi proprio quello che si è pensato, sottilmente Dicker ribalta la storia, con piccoli cambiamenti, e i personaggi che si pensavano positivi rivelano le loro ambiguità, fino a sfiorare il tradimento; mentre i più fragili, diventano gli eroi che nessuno credeva potessero essere. Anche un cattivo per eccellenza, come il vice capo dell’Abwehr (servizio dell’intelligence tedesca durante la guerra) Kunszer è crudele con i nemici e placa i rimorsi occupandosi del padre di Pal. Tutti i protagonisti sopravvissuti saranno turbati dai ricordi dolorosi di quella guerra, dagli strascichi che lascerà in loro. Della violenza che hanno subito e che hanno dovuto infliggere, ma tutti faranno in modo da far rimanere un eroe un padre per un figlio. Voto: 8,5
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