venerdì 24 maggio 2024

RECENSIONE - Ti ricordi Mattie Lantry di William Wall

Lo scrittore Jim Winter si ritrova recluso assieme a sua moglie Catherine, professoressa di filosofia, nella loro casa di Dublino. Sono nel pieno del lockdown da Covid19, i vaccini non ci sono ancora, e le persone muoiono per questa nuova pandemia mondiale.
I due non fanno che leggere testi sulle pandemie precedenti, come i libri di Defoe e Pepys, confrontando i provvedimenti presi allora, secoli addietro.
Annoiato da tutto questo decide di offrire un corso di scrittura online a cinque aspiranti scrittori, tutto in modo anonimo.
Tra tutte le storie che legge spicca quella di Deirdre, che racconta la tragica fine di un ragazzo alienato da tutti i ragazzi del paese e ritrovato privo di vita in un cimitero a soli diciassette anni.

Appena legge il primo capitolo, Jim Winter si rende conto che quella è una storia che lui conosce, ma potrebbe non essere il solo, quindi quando Deirdre continua a inviare capitolo dopo capitolo, gli appare però sempre più evidente che la storia che lei racconta è quella del suo passato adolescenziale.
Chi è questa Deirdre? Come fa a sapere le cose successe in quel periodo? Ma sa davvero tutto? E in che modo Jim Winter, famoso scrittore è coinvolto in tutto questo?
Per scoprirlo l’autore deve tornare nei luoghi della sua adolescenza, a Rally un paesino di pescatori sulla costa irlandese, sferzato dal vento e dalle maree e incontrare le sue vecchie conoscenze che sono ancora lì.

William Wall crea un romanzo molto affascinante, una storia nella storia. Ci fa conoscere da una parte il personaggio di Mattie Lantry, il vero protagonista anche se sta sullo sfondo, se viene raccontato da altri. E dall’altra parte la storia di Jim Winter, lo scrittore famoso che ha una storia tutta sua, ma che in alcuni punti coincide con quella che viene raccontata su Mattie.
Il periodo adolescenziale di Jim Winter e di Mattie Lantry scorre su linee parallele. Vivono in due mondi completamente diversi, di buona famiglia il primo, orfano il secondo. Ma Jim ricorda quel periodo con molta angoscia e comincia a farsi delle strane domande. Chi è Deirdre? Come fa a sapere tutti i dettagli sulla storia di Mattie?
Molto bravo Wall a psicanalizzare il personaggio dello scrittore confuso, sia dal periodo del covid, che ha paralizzato il mondo e forse anche le menti, sia dal venire a galla di una storia che lui ha relegato in un angolo morto della sua mente, sia la creazione di due personaggi particolarmente azzeccati come quello della scrittrice fantasma Deirdre e quello di Mattie Lantry il ragazzo scanzonato, con la testa tra le nuvole, ma buono e generoso e di cui non si può fare a meno di affezionarsi.

La narrazione di Wall è molto ben congegnata perché scorrevole e profonda al tempo stesso, e infarcita di riferimenti e citazioni di autori passati.
Bella anche la composizione dei dialoghi tra lo scrittore e i partecipanti al corso di scrittura. La forma di comunicazione anonima che avviene tra loro. Le e-mail che sembrerebbero “fredde” come il periodo in cui è ambientato il libro. Ma l’armonia funziona bene.
Di questo romanzo funziona tutto alla perfezione, anche se non è un giallo vero e proprio, l’indagine più che essere un’indagine, è un’introspezione dell’autore. Non esiste un poliziotto, ma qualcuno che vuole far luce sulla morte di Mattie Lantry anche a costo di scoperchiare il vaso di Pandora, mettendo in luce la vera natura umana, la fragilità e la debolezza dell’uomo, la facilità con cui poche parole fanno riemergere i demoni passati e quello che siamo veramente e il modo di affrontare un passato scomodo, velocemente rimosso.
Gli altri personaggi, sono delineati con poche e brevi descrizioni, ma rendono in pieno l’idea delle loro figure e le rendono credibili.
E poi, i paesaggi a far da sfondo alla storia, straordinari da essere vivi, ed essendo stata da poco in Irlanda, mi ci sono ritrovata dentro.
Consigliato a chi ama la psicologia più del giallo in sé.

Silvia Marcaurelio

 

martedì 7 maggio 2024

RECENSIONE - Grado in fiamme. La commissaria Degrassi torna in servizio di Andrea Nagele


Maddalena Degrassi non è più lei da quando Franjo è morto. È in un lutto perenne (se fosse per lei). Non sa quanto tempo le occorrerà per superare la perdita del suo amato che è sempre presente nei suoi pensieri. È addolorata da un anno e mezzo, completamente sprofondata nel suo dolore.
Pensava di sposarlo Franjo, e per lei, quella di sposarsi era stata una decisione importante. Non che non volesse farlo, ma voleva trovare la persona giusta, non come sua madre che pensava soltanto ad avere una posizione sociale. Lei voleva Franjo perché sapeva che era adatto a lei, che era la sua persona perfetta.
Tutto glielo ricorda, i profumi delle erbe, la cucina, il vino di cui ora fa spesso uso per stordirsi.
Come si può riuscire a superare il dolore di una perdita simile, come si può andare avanti quando il passato e il pensiero di quello che avrebbe potuto essere ti dilania l’anima?
Ma Maddalena deve trovare un appiglio, e sarà il suo “patrigno” a dargli l’ancora della salvezza, anche se forse lei non se ne accorge.
Grado ha bisogno di lei. Della commissaria Degrassi. Di quella commissaria di cui tutti parlano bene, perché riesce a risolvere ogni cosa.
E le cose a Grado cominciano a farsi brutte. Le strade sono invase da decine di incendi e la gente ha paura.

All’inizio sembrano cose da poco, ragazzate. Ma quando su una barca ci scappa il morto le cose cominciano ad essere prese sul serio e si pensa a un piromane.
Un piromane che gode delle conseguenze di quello che fa, che vede fin quasi alla fine, bruciare ciò a cui ha dato fuoco.
La gente pensa di non essere al sicuro. E se oggi toccasse a me? Alla mia famiglia? Alla mia casa? Alla mia macchina? Alla mia barca?
I vigili del fuoco lavorano a spron battuto giorno e notte senza risparmiarsi, mentre i poliziotti cercano il colpevole.
Riusciranno a trovare il colpevole, prima che tutta Grado venga avvolta dalle fiamme?

La storia che leggeremo inizierà con il colpevole, il piromane, che ci parla. Sarà lui in prima persona a presentarci il nuovo capitolo della storia della Commissaria Degrassi.
Il libro è suddiviso su due piani di pensiero narrativo, come d’altronde è già successo nei capitoli precedenti e dove si scontreranno due punti di vista diametralmente opposti. Il Male e il Bene.
La Nagele è molto brava a narrare le vicende della commissaria Degrassi e in questo capitolo ci è piaciuta molto l’introspezione della stessa commissaria, in un lutto che la fa quasi crollare. Dove leggiamo i sentimenti veri per Franjo, la paura della gente per gli incendi, i pensieri oscuri del piromane. Ci fa sentire partecipi e ci emoziona, tanto da farci sentire quasi parte della storia.

Lo stile è come sempre coinvolgente e scorrevole. La narrazione è suddivisa tra i vari protagonisti della storia, ognuno con il suo punto di vista.
Oltre alla città di Grado che fa da sempre sfondo alle storie della commissaria Degrassi, il nuovo protagonista di questo libro è l’introspezione dei sentimenti derivanti dalla perdita di una persona cara, che può essere un fidanzato, un padre, e il modo diverso di vivere la vicenda. C’è chi ha la forza di rialzarsi e chi si distrugge ed entra in un buco nero da dove non ne uscirà più.
Molto bello veramente. Mi è piaciuta tanto l’introspezione dei personaggi che debbono superare la perdita di una persona cara. Le varie elaborazioni del lutto vissute in maniera completamente diversa. È un libro molto “psicologico”, ma allo stesso tempo ci mostra che nonostante tutto si può, se si vuole, riemergere dal fondo e ritornare alla vita.
Consigliato.

Silvia Marcaurelio