Dopo 27 anni, Guido Guerrieri
incontra di nuovo Lorenza, con la quale aveva avuto un breve ma intenso
rapporto. La donna è molto diversa da quella passionale e trasgressiva
conosciuta in gioventù: è invecchiata e, soprattutto, preoccupata per la sorte
giudiziaria del figlio, condannato in primo grado per omicidio volontario di
uno spacciatore. Lorenza, ormai senza soldi, si rivolge a Guido per l’appello,
dopo la morte del suo avvocato. Da qui inizia un continuo alternarsi tra
passato e presente: l’avvocato Guerrieri ricorda la storia con Lorenza e cerca
di costruire un quadro di ragionevole dubbio, delineando scenari alternativi
possibili, visto che tutto indica che Iacopo, il figlio di Lorenza, sia l’unico
probabile colpevole. Carofiglio, ex magistrato, conosce perfettamente la
giustizia e i suoi meccanismi: la scrittura è chiara, elegante, colta, precisa,
scorrevole, intrisa di tecnicismi ben noti a chi ha frequentato l’ambiente dei
tribunali. La trama è ben costruita, ma non interessano i colpi di scena, quanto
piuttosto un epilogo dal retrogusto amaro che invita alla riflessione. Il
protagonista fa continuamente i conti col tempo che passa veloce mentre,
cambiando, siamo occupati a vivere. Accanto alle vicende narrate, infatti, lo
scrittore dispensa pillole di saggezza, citazioni dotte, riflessioni.
Consigliatissimo!
(a cura di
Maria Lombardi)
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