venerdì 16 settembre 2022

RECENSIONE - La stagione dei ragni di Barbara Baraldi

È una notte d’estate del 1988 quando, a Torino, la città italiana più esoterica, un ragazzo fotografa il ponte Vittorio Emanuele I completamente invaso da colonie di ragni. È un evento insolito e inquietante, quasi un prodigio, che attira molti curiosi. Nella stessa notte, il sostituto procuratore Francesco Scalviati, che sta per diventare padre, si trova dalle parti del Pian del Lot, sulla scena di un crimine: una coppia di fidanzati uccisi mentre si erano appartati in macchina in un luogo solitario. Il duplice omicidio si collega ad altri due commessi a Torino (ma anche a San Francisco e a Londra).
Tra i presenti sulla scena del crimine, ci sono un giovane e arrogante agente dell’FBI, Isaak Stoner, che propone nuovi strumenti come l’identikit psicologico dell’omicida e la teoria degli omicidi seriali, e la giornalista investigativa Leda De Almeida, rimasta ferita in Libano, in un primo momento ostile all’operato di Scalviati. Intanto, si avvicina la data del parto: sarà una femmina, ma i due genitori ancora non hanno deciso il nome. E il mostro colpisce ancora…
Come i ragni, il mostro tesse la tela in cui cadono le sue vittime, costruendo una rete di complicità e spargendo il male in tutte le città in cui opera.
Siamo alla fine degli anni ’80, un passato che sembra lontanissimo eppure così vicino, un’epoca di grandi cambiamenti in cui convivono innovazioni, i primi computer e i compact disk, e tradizioni, come lo sviluppo dei rullini nella camera oscura. Tutto sulle note dei Simple Minds, dei Duran Duran, dei Litfiba, di Raf.
Accanto al protagonista, il sostituto procuratore Scalviati, presentato in tutte le sue sfumature, dalla più intransigente a quella più emotiva, ruotano tanti personaggi minori ma fondamentali per la risoluzione del mistero: lo scrupoloso e arrogante analista dell’FBI Isaak Stoner, la giornalista Leda De Almeida, coraggiosa ma anche fragile, la moglie del magistrato, forte ma bisognosa delle attenzioni del marito, il distratto e volenteroso Loiacono.
La stagione dei ragni è un romanzo dalla trama avvincente e ben costruita, dalla tensione sempre alta che cattura il lettore. La scrittura è semplice e fluida, scorre veloce come gli eventi raccontati. Consigliatissimo!
Maria Lombardi
 

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