Milano, 2015
“A tirar giù uno spillo da questo finestrino, ora, a farlo cadere su Milano, puoi stare certo di una cosa: lo spillo beccherà un tizio intento a fregare qualcun altro. In questa città tutti si fregano a vicenda. È il passatempo ufficiale. Se non freghi un merlo al giorno, non sei degno di viverci! O ancora peggio, non ci sopravvivi.”
La voce che ci racconta la storia è quella ‘dell’Avvocato’. Già l’Avvocato, perché il suo nome non è dato conoscerlo.
Lui non è il protagonista della storia, o almeno ci prova a non esserlo, perché alla fine la sua compartecipazione è essenziale.
Lui è l’avvocato di Gian Maria Strazzer, un omone grosso, di poche parole, dai modi abbastanza rudi, non propriamente uno stinco di santo, custode dei beni del notissimo e non proprio onestissimo Tony Ebola; è affetto da una zoppia a una gamba procurata da un incidente sul lavoro non riconosciuto, ed è proprio per questo che è suo cliente.
Strazzer lo conosceremo alle prese con la giustizia; e non poteva essere altrimenti vista la sua propensione a mettersi nei guai. Fermato dai carabinieri, che di lui non sanno che farsene; non sanno se indagarlo per tentato omicidio o se dargli una medaglia per aver sgominato una banda di zingari.
Nella confusione della caserma dei carabinieri Strazzer incontrerà per puro caso Leda Sabrini, show girl famosissima, alle prese con una denuncia per stalking.
I due usciti dalla caserma, invece di tornare sulla retta via, ruberanno (cioè ruberà Strazzer), un vecchio Ciao tenuto sotto sequestro, e andranno in giro nella notte milanese.
Diciamo che questo sarà l’elemento cardine di tutta la storia che ne seguirà.
Una storia noir, che ci porterà a conoscere la città di Milano, melting pot di vite, di ambizioni, di affari legali o illegali, uniti a stretto giro con la politica, sotto le guglie del Duomo.
Al protagonista si aggiungono altri personaggi un po’ sopra le righe: ricconi, un colonnello in pensione, vamp, politicanti, criminali, vescovi, e finti avvocati, naziskin stupidi, una portiera impicciona, insomma, chi più ne ha più ne metta.
L’autore ritrae la città con una vena umoristica e scanzonata, come lo è il suo stesso protagonista, Gian Maria Strazzer, che porta il lettore più e più volte a sorridere della sua ironia spiccia ma, a tratti, anche amara.
In clima di elezioni politiche il ‘nostro’ avvocato, si troverà a dover difendere Strazzer in una cosa complicatissima, un ricatto che potrebbe far saltare l’elezione del candidato sindaco. E per lui è un grosso problema, perché lo studio dove lavora, lo rappresenta.
Torneremo indietro nel tempo e ci sembrerà di rivivere la questione “Mani Pulite” in chiave romanzata, con tutte le connivenze scoperte in quegli anni.
In ogni caso, oltre a essere un libro alquanto scanzonato, è anche un buon giallo e non mancherà il colpo di scena finale, degno della tradizione del miglior mistery.
Lo consiglio moltissimo, vi strapperà qualche risata, che non fa mai male, e leggerete comunque un buonissimo libro con una trama noir ben congegnata e con dei personaggi che farete comunque fatica a dimenticare, perché a Gian Maria Strazzer ci si affeziona veramente.
Silvia Marcaurelio
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