Secondo romanzo di Luca Di
Fulvio. Di suo lessi, qualche mese fa, l’ultima pubblicazione, Il bambino che
trovò il sole di notte, restando favorevolmente impressionata. Anche questa
storia, debbo dire, non mi ha deluso, anzi, mi ha sorpreso in bene, quindi
cercherò altro di suo, sicuramente. Siamo nella Roma del 1500. Mercurio è un
ragazzo orfano, un truffatore che vive una vita ai margini. Per vivere compie
piccoli furti e mette in scena abili truffe. E’ aiutato nelle sue scorrerie da
un trio di ragazzi, Zolfo, Benedetta ed Ercole, poveri e soli come lui. Un
giorno come un altro, i quattro derubano Shimon Baruch, ricco mercante ebreo di
mezza età. Mentre sta per essere derubato, durante una colluttazione, Shimon
uccide Ercole e viene a sua volta ferito da Mercurio. Mercurio, insieme a
Benedetta e Zolfo, aiutati da Scavamorto, il loro “padrone”, scappano per un
lungo viaggio che deve portarli a Venezia. Il rimorso di avere ucciso una
persona, perché così crede, tormenterà Mercurio per tutto il viaggio. Mentre i
ragazzi scappano Shimon Baruch, reso muto dalla ferita inflittagli da Mercurio,
giura a se stesso che non avrà più paura di nulla, non vuole più essere un
ebreo, e il suo solo obiettivo sarà quello di trovare ed uccidere Mercurio. Per
vendicarsi sarà disposto ad uccidere altre persone. Durante la loro fuga i tre
ragazzi faranno un incontro per loro importante; si ritroveranno a condividere
il viaggio con una truppa di soldati, capitanati dal comandante Lanzafame, e da
una coppia formata da Isacco e Giuditta da Negroponte, padre e figlia ebrei, in
fuga anche loro da un difficile passato, e anche loro diretti a Venezia. Nel
corso del viaggio Giuditta e Mercurio si innamoreranno, si legheranno, si
riconosceranno come una coppia indivisibile. Zolfo è invece accecato dalla
morte di Ercole, e fatte sue le parole di un vecchio frate pazzo, incontrato
per caso, frate Amodeo, tenterà di uccidere Giuditta. Lei è ebrea, come il
mercante che ha ucciso Ercole, quindi è colpa anche sua se lui è morto. Anche
Benedetta comincerà a provare rancore verso la ragazza. La vede come una sua
rivale, perché anche lei è innamorata di
Mercurio e lo vuole tutto per sé. Giunti finalmente a Venezia i due gruppi si
separeranno, ognuno preso con dalle proprie vite. Ma l’amore di Mercurio e
Giuditta è di quelli indissolubili e la Venezia rinascimentale, con le sue
calli, i suoi canali e i suoi campi, farà da scorcio alla loro storia. Una
storia di litigi e gelosie, tradimenti, crimini e sortilegi, rabbia e perdono.
Sarà un amore più forte di tutto e tutti, continuamente messo alla prova dagli
eventi. Le vite di tutti balleranno su un confine sottilissimo di amore ed
odio, giustizia ed ingiustizia, bene e male. Bellissimi i personaggi,
soprattutto quello di Mercurio. Ma anche i comprimari come la stessa Giuditta,
suo padre Isacco, il Capitano Lanzafame, Donnola, Anna del Mercato, il gruppo
di meretrici Cardinale, Repubblica e Marianna, Scavamorto e Scarabello i due
capi banditi, che sembrano dei gemelli, anche se uno sta a Roma e l’altro a
Venezia, il cattivissimo frate Amodeo, sono tutti ben caratterizzati e da
comprimari si ergono al ruolo di protagonisti. La narrazione della storia è
accattivante e non conosce pause, costringendo il lettore a non mollare per
capire cosa succederà ai due giovani innamorati. I personaggi crescono e
maturano durante l’arco narrativo. Mercurio diventerà un uomo, uno di quelli
pronti a morire per la libertà, liberi dentro. Avrà in Anna del Mercato una
madre che non ha mai conosciuto, che gli insegnerà valori rivoluzionari per
l’epoca, quello della libertà di tutti, quello di progettare un futuro, di
sapersi reinventare e migliorare sempre. Un romanzo pieno di anime, sentimenti
ed istinto, violento anche, come era l’epoca medievale. Mercurio si ritroverà a
compiere un’impresa più grande di lui, ma anche se con la paura di non farcela,
avrà modo di mettersi alla prova per salvare sé stesso e Giuditta da un destino
avverso. Voto: 8,5
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