lunedì 27 novembre 2017

RECENSIONE – Flavia de Luce e il delitto nel campo di cetrioli di Alan Bradley



Flavia de Luce e il delitto nel campo di cetrioli è il primo volume della serie dedicata da Alan Bradley all’undicenne Flavia de Luce, ragazzina molto al di fuori dal comune, con le sue passioni per la chimica, la morte e le investigazioni. Siamo in un paesino inglese, Bishop Lacey’s. Sono gli anni ’50, in un Inghilterra appena uscita dalla seconda guerra mondiale, ma con ancora forti rigurgiti di epoca vittoriana. Flavia è la terza figlia di Haviland e Henrietta de Luce. Le altre due sono Ophelia detta Feely, la maggiore di diciassette anni e Daphne detta Daffy, la seconda di tredici anni. La sua mamma è morta quando lei era molto piccola e non è che suo padre la ricopra di affetto, quindi Flavia è cresciuta davvero un po’ selvaggia. Abitano tutti nella vecchia e un po’ decrepita magione di famiglia, Buckshaw. A completare la famiglia ci sono il tuttofare Dogger e la governante – cameriera – cuoca, Sig.ra Mullet. Flavia passa la maggior parte del tempo chiusa nel laboratorio di chimica che era appartenuto al suo prozio Tar de Luce, soprattutto perché le sue sorelle non è che la sopportino molto, anzi è spesso sottoposta alle loro vessazioni, tant’è che la prima immagine che ne abbiamo e di lei legata e chiusa in un armadio della soffitta, scherzetto delle due simpatiche signorine. Ma Flavia è intelligente, molto. Anzi, è un piccolo genio e le sue sorelle non possono competere con lei, anche se ha solo undici anni. La storia parte dal ritrovamento proprio da parte di Flavia del cadavere di un uomo nel campo di cetrioli di Buckshaw. Un uomo che la stessa sera Flavia aveva sentito discutere con suo padre. L’uomo spira proprio davanti a lei con un’ultima parola: “Vale!”. Per qualche astruso motivo il commissario Hewit accusa suo padre e lo arresta e a Flavia non resta che indagare per salvarlo. Lei pensa che stia proteggendo il loro tuttofare Dogger, un uomo rimasto shoccato dalla guerra e che delle volte poteva essere preda di attacchi d’ira. Quindi  Flavia con la sua arguzia ci porterà a conoscenza di svariati indizi che confluiranno tutti in un’unica direzione, quella del ritrovamento del vero assassino. Tutto ruoterà intorno a dei francobolli di grande valore, scomparsi molti anni prima, quando Haviland de Luce era uno studente ed era soprannominato “Jacko”. In un susseguirsi di eventi incalzanti, il lettore prende parte alle indagini con Flavia, maledicendo l’incompetenza della polizia ed esultando per ogni nuova scoperta, di quella che, sono sicura, diventerà con facilità l’eroina dei suoi lettori. Ma attenzione. Il romanzo oltre a raccontarci storie divertenti ci pone davanti ad un personaggio complesso come non dovrebbe essere una ragazzina di undici anni. Ma Flavia ha subito la grave perdita della mamma e l’isolamento dell’unico genitore rimasto non l’aiuta, e non l’aiutano nemmeno le continue e malevoli parole delle suo sorelle maggiori, a cui lei dice di non credere, ma che effettivamente le fanno molto male, tanto che escogita numerose “vendette chimiche” soprattutto contro la sorella maggiore Ophelia, che lei considera la responsabile anche del comportamento di Daphne. Flavia adora Dogger, forse più di suo padre, perché in determinati frangenti è lui che ne prende il posto, soprattutto nel ruolo di “insegnante”. Quindi abbiamo il giallo, la chimica, una storia divertente e ammiccante, un personaggio ben espresso e Bradley è riuscito a creare quella che si chiama alchimia. Tutto funziona a perfezione tanto da rendere credibile anche la genialità dell’undicenne Flavia. Voto: 7,5

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