Dopo il successo ottenuto con il
suo precedente romanzo “Amy Snow”, Tracy Rees ci riprova con un nuovo personaggio
femminile, Florence Grace. Florence, detta Florrie abita in un piccolo
villaggio rurale della Cornovaglia, insieme a suo padre e a sua nonna Nan.
Nonostante non abbia mai conosciuto sua madre Elizabeth, stranamente ne
conserva il ricordo. Si capisce subito
che è una bambina speciale. Da sola nella brughiera non si perde mai, riesce
sempre, anche in condizioni disagevoli, a ritrovare la strada. Ha la facoltà di
scrutare nell’anima delle persone, quasi a vederne il futuro. Florrie viene
quindi cresciuta da sua nonna Nan, libera di vagare nella brughiera. Se la
perdita di sua madre l’aveva accettata, quella di suo padre la prostra in
maniera inverosimile, solo la vecchia Rilla, una sorta di druido del villaggio,
riesce a salvarla da sé stessa e da una morte per consunzione. A tredici anni
Florence vede una buona possibilità di guadagno in un lavoro da cameriera in
città, a Truro. É solo per una sera, ma qualche soldo in più in casa non fa mai
male. Incuriosita da questa nuova esperienza, Florence rimane incantata da
tutto quello che vede. Il ballo, i vestiti, tutto le sembra più splendente. Tra
i tanti, nota due giovanotti. Uno che si nasconde dietro le tende in un
anfratto dove passa solo la servitù. L’altro che fissa tutti con uno sguardo
torvo ed irriverente che mostra sicuramente la poca voglia di essere lì in quel
momento. I due sono i rampolli della
nobile famiglia Grace. Sanderson, biondo e solare e Turlington, scuro e
ombroso. Tornata a casa la mattina seguente dopo aver incontrato Turlington
nelle stalle, Florrie nei giorni seguenti non riesce a dimenticare i due e ne
parla con Rilla. Poco tempo dopo Nan si ammala e prima di morire le rivela che
anche lei è una Grace da parte di sua madre. Nan ha chiesto quindi al vecchio
patriarca Grace di prenderla con loro dopo la sua morte, nella sua famiglia. E
che famiglia! Un nonno dispotico, una zia cattiva e due cugine che fanno di
tutto per metterla in cattiva luce. Sembra piacere al solo Sanderson, e un poco
forse, anche a suo nonno. Florence non ha mai dimenticato Turlington e quello
che si erano detti quella mattina nella stalla, e nemmeno lui sembra averla
dimenticata. Ma la loro è una storia di discesa all’inferno e per qualcuno sarà
senza ritorno. Florence è abituata a badare a se stessa. Non ha bisogno di
crinoline e gioielli. Nonostante la società non fosse così liberale con le
donne e ne minasse le libertà personali, Florence riesce ad essere
indipendente, moderna e positiva. Non accetta costrizioni e soprattutto mai
metterà se stessa nelle mani di un uomo inaffidabile. Non è una Cenerentola e
non desidera un principe. Per Florrie ognuno si sceglie il destino da sé, se lo
crea rinunciando, anche se fa male, all’amore indissolubile, tormentato e
passionale, che potrebbe annullarla, perché può essere felice e contenta anche
senza. Bella la protagonista nella sua determinazione e nella sua voglia di indipendenza.
Bella la sua dimostrazione dei sentimenti nonostante la bigotteria dell’epoca
vittoriana. Bello il suo non aver paura del futuro, perché la sua storia se la
scrive da sé. Belli anche i paesaggi maestosi della Cornovaglia ed essendoci
stata, capisco la voglia di Florence di tornarvi a tutti i costi. Per gli
amanti del genere. Voto: 7+
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