giovedì 11 gennaio 2018

RECENSIONE – Babylon Berlin. Gereon Rath #1 di Volker kutscher



Berlino, 1929. Il giovane Gereon Rath commissario di polizia prussiana viene “esiliato” a Berlino, presso la sezione della Buoncostume dopo un incidente accadutogli nella sua nativa Colonia. Essendo il figlio di un comandante di Polizia molto conosciuto, Gereon verrà sempre visto come un raccomandato. Quello che i suoi nuovi colleghi non riescono a spiegarsi è il suo passaggio dal settore omicidi di Colonia alla Buoncostume di Berlino, quasi una retrocessione di carriera. Ma nessuno sa dell’incidente che è stato messo a tacere. Ma Berlino è pur sempre il centro della Germania e Colonia è vista come una città molto provinciale. É a Berlino che succedono i fatti, come i tumulti in seguito al “Maggio di Sangue”. Gereon Rath si ritroverà coinvolto in qualcosa di molto più grosso di quel che pensa. Da un misterioso omicidio catalogato come un banale regolamento dei conti, si snoda la storia che ci racconta di una Berlino suddivisa in Bande armate, Berolina e Norldot su tutte, che si dividevano il controllo dei traffici illeciti di droga, alcool, armi e prostituzione. Ma non solo. Berlino è il centro di nuove organizzazioni politiche, come la comunista Rotfront e una crescita del nazionalismo fomentato da un uomo di nome Adolf Hitler. Berlino è quindi una città sull’orlo dell’abisso, dove covano tutte le tensioni, tutte le angosce e le deliranti ambizioni di un paese uscito a pezzi alla guerra. Il giovane Rath oltre che con la notevole differenza della vita, a Berlino, deve vedersela con un lavoro che non lo aggrada: arrestare prostitute, attrici che fanno film pornografici, che si accoppiano con i sosia della passata gloria prussiana, non è esattamente la sua massima aspirazione. Gereon, comandato dal capo della Buoncostume Bruno Volter, si introduce nella vita notturna berlinese, popolata di night clandestini, massima fonte dei traffici illeciti dove le indagini spesso convergono. Ad interrompere la sua noia ci penserà il 1° Maggio, il Maggio di Sangue. Il prefetto di Berlino vieterà qualsiasi dimostrazione, ma i comunisti marceranno comunque e la repressione sarà crudele: molte persone rimarranno uccise. Per sviare l’opinione pubblica dal disastro, da quella che sembra molto una “mattanza” politica, il prefetto punterà tutto su un fatto di sangue accaduto lo stesso giorno. In un canale viene ripescata un’automobile di lusso e al suo interno viene rinvenuto il cadavere di un giovane riccamente abbigliato, ma con evidenti segni di tortura soprattutto su mani e piedi. Nessuno sa chi sia, se non Gereon Rath, che per qualche strano motivo lo terrà per sé. Bello e particolare il personaggio del giovane Rath, da una parte uomo coraggioso e dall’altra la sua psiche messa sotto forte stress, che non sono certo un connubio perfetto. Gereon cerca in tutti i modi di svincolarsi dall’opprimente presenza di un padre importante e scomodo allo stesso tempo. Belli e concreti i personaggi co-protagonisti come Charlotte “Charlie” Ritter segretaria tuttofare di giorno e con una segreta vita notturna, Bruno Volter capo della Buoncostume uomo buono all’apparenza, ma che nasconde tutt’altro, Gennat e Zorgiebel, il primo molto fiducioso sulla riuscita di Gereon e l’altro un politico più che un poliziotto. Bello e rappresentato bene il contesto storico e politico della Berlino post Prima Guerra Mondiale con le persone che si adattavano a far di tutto pur di sbarcare il lunario e la voglia della gente, anche nell’esagerazione, di uscirne fuori e vivere con leggerezza da una parte, e dall’altra quella di persone che cercavano nell’ordine, nel nazionalismo e nella violenza, una voglia di rinascita e non solo. Primo di una serie numerosa (l’ho scoperto oggi), ne consiglio comunque la lettura. Ah… non ha nulla a che vedere con la serie TV, il libro e i personaggi sono stati completamente stravolti. Voto: 7+

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