Quarto volume della saga del boia
di Schongau, Jakob Kuisl e di sua figlia Magdalena. Siamo in Baviera nel 1666 e
ritroviamo Magdalena finalmente sposata con il suo Simon Fronwieser, divenuto
ora balneatore della città. É anche madre di due bimbi, Peter e Paul. Proprio
per la salvezza da una febbre patita dai due, Magdalena e Simon si apprestano,
insieme ad altre rappresentanze e pellegrini di Schongau, ad un pellegrinaggio
presso il Sacro Monte e il monastero di Andechs, molto frequentato dai
pellegrini per le sue santissime reliquie. Manca ancora una settimana alla
festa delle Tre Ostie, ma il l’abate, Maurus Rambeck ha chiamato a raccolta i
pellegrini: servono soldi e maestranze per risanare il campanile colpito da un
fulmine. Ma mentre è in cammino Magdalena sembra scorgere, proprio sul
campanile, una strana luce, come se ci fosse qualcuno sulla sua sommità. La
curiosità in Magdalena, come in tutta la sua famiglia, è di carattere, e non ci
mette molto a voler vederci chiaro. Quindi appena ha un minuto non esita a
raggiungere la vetta del campanile; ma una figura nero vestita le taglia la
strada e tenta di ucciderla facendola precipitare nel vuoto. Magdalena riesce a
salvarsi per un pelo. Intanto Simon si trova ad assistere molti dei pellegrini
presenti per una strana malattia e a far luce sulla morte di due giovani novizi:
frate Coelestin, garzone del farmacista e Vitalis, garzone dell’orologiaio e
con la scomparsa di quest’ultimo. A farne le spese è proprio il farmacista
frate Johannes, un tempo Nepomuk, che altri non è che un compagno d’armi di
Jakob Kuisl. Viene accusato di stregoneria e arrestato dai soldati e portato
dal boia locale, sarà brutalmente torturato per poi essere ucciso sul rogo. Parlando
però con lui Magadalena e Simon si convincono che quest’ultimo sia innocente e
saputo che è un amico del boia di Schoungau lo mandano a chiamare. Jakob parte
da Schongau portandosi dietro i suoi due nipotini, ha l’impossibilità di
lasciarli a casa. Sono in pericolo per via dei figli di un proprietario
terriero, i Berchtholdt che ce l’hanno con lui e con Magdalena per averli
sorpresi a rubare il grano cittadino; ma soprattutto non può lasciarli a sua
moglie Anna Maria ammalata con la febbre e costretta a letto da una forte tosse.
Quando Jakob arriverà ad Adenchs sarà costretto, per poter indagare, ad
indossare i falsi panni di un frate francescano, ma saranno molte le cose su
cui dover indagare. Cosa collega le morti misteriose, la scomparsa del frate orologiaio
e la sinistra luce che ogni notte illumina il campanile? E chi è il pazzo che si
cela sotto una tonaca nera da monaco? Chi ha rubato le reliquie sacre? E
soprattutto chi è che avvelena i pellegrini? Sempre belle le storie di Jakob e
Magdalena Kuisl che hanno un fondo di verità, perché Oliver Potzsch è un loro
discendente; ben scritte e coinvolgenti, piene di colpi di scena. Una trama ben
congegnata a tratti anche divertente, soprattutto nei dialoghi tra Jakob e
Simon, suocero e genero. Molto belli i paesaggi bavaresi che Potzsch ci illustrerà
ulteriormente in una piccola guida alla fine della storia e che, in questo
capitolo, ci regalerà anche una piccolo Almanacco del monastero di Andechs per
darci un’idea più ampia di quello che è stato e che è tutt’ora questo luogo
sacro in Baviera. Voto: 7
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