martedì 13 novembre 2018

RECENSIONE – Il mago e la figlia del boia di Oliver Pötzsch



Quarto volume della saga del boia di Schongau, Jakob Kuisl e di sua figlia Magdalena. Siamo in Baviera nel 1666 e ritroviamo Magdalena finalmente sposata con il suo Simon Fronwieser, divenuto ora balneatore della città. É anche madre di due bimbi, Peter e Paul. Proprio per la salvezza da una febbre patita dai due, Magdalena e Simon si apprestano, insieme ad altre rappresentanze e pellegrini di Schongau, ad un pellegrinaggio presso il Sacro Monte e il monastero di Andechs, molto frequentato dai pellegrini per le sue santissime reliquie. Manca ancora una settimana alla festa delle Tre Ostie, ma il l’abate, Maurus Rambeck ha chiamato a raccolta i pellegrini: servono soldi e maestranze per risanare il campanile colpito da un fulmine. Ma mentre è in cammino Magdalena sembra scorgere, proprio sul campanile, una strana luce, come se ci fosse qualcuno sulla sua sommità. La curiosità in Magdalena, come in tutta la sua famiglia, è di carattere, e non ci mette molto a voler vederci chiaro. Quindi appena ha un minuto non esita a raggiungere la vetta del campanile; ma una figura nero vestita le taglia la strada e tenta di ucciderla facendola precipitare nel vuoto. Magdalena riesce a salvarsi per un pelo. Intanto Simon si trova ad assistere molti dei pellegrini presenti per una strana malattia e a far luce sulla morte di due giovani novizi: frate Coelestin, garzone del farmacista e Vitalis, garzone dell’orologiaio e con la scomparsa di quest’ultimo. A farne le spese è proprio il farmacista frate Johannes, un tempo Nepomuk, che altri non è che un compagno d’armi di Jakob Kuisl. Viene accusato di stregoneria e arrestato dai soldati e portato dal boia locale, sarà brutalmente torturato per poi essere ucciso sul rogo. Parlando però con lui Magadalena e Simon si convincono che quest’ultimo sia innocente e saputo che è un amico del boia di Schoungau lo mandano a chiamare. Jakob parte da Schongau portandosi dietro i suoi due nipotini, ha l’impossibilità di lasciarli a casa. Sono in pericolo per via dei figli di un proprietario terriero, i Berchtholdt che ce l’hanno con lui e con Magdalena per averli sorpresi a rubare il grano cittadino; ma soprattutto non può lasciarli a sua moglie Anna Maria ammalata con la febbre e costretta a letto da una forte tosse. Quando Jakob arriverà ad Adenchs sarà costretto, per poter indagare, ad indossare i falsi panni di un frate francescano, ma saranno molte le cose su cui dover indagare. Cosa collega le morti misteriose, la scomparsa del frate orologiaio e la sinistra luce che ogni notte illumina il campanile? E chi è il pazzo che si cela sotto una tonaca nera da monaco? Chi ha rubato le reliquie sacre? E soprattutto chi è che avvelena i pellegrini? Sempre belle le storie di Jakob e Magdalena Kuisl che hanno un fondo di verità, perché Oliver Potzsch è un loro discendente; ben scritte e coinvolgenti, piene di colpi di scena. Una trama ben congegnata a tratti anche divertente, soprattutto nei dialoghi tra Jakob e Simon, suocero e genero. Molto belli i paesaggi bavaresi che Potzsch ci illustrerà ulteriormente in una piccola guida alla fine della storia e che, in questo capitolo, ci regalerà anche una piccolo Almanacco del monastero di Andechs per darci un’idea più ampia di quello che è stato e che è tutt’ora questo luogo sacro in Baviera. Voto: 7

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