Nuovo romanzo per Giancarlo
Vitagliano edito dalla Homo Scrivens per la collana Dieci. Stavolta lo
scrittore ci porta nell’ambiente psichiatrico facendoci conoscere il dottore
Nicola Paris. Nicola è un uomo che ama quello che fa, ma di fare le perizie per
i detenuti e andare per carceri, proprio non lo sopporta; soprattutto perché è
il suo amico magistrato Alberto Rangone a procurargli quei lavori, pensando di
fargli un favore e sdebitarsi per le cure profuse all’anziana mamma malata di
Alzheimer. Questa volta però il caso lo intriga. Un caso che riguarda un
assassino reo-confesso, Marcello Calisi. La confessione di Calisi, secondo lui
però, nasconde qualcosa di più e lui non è mai stato il tipo che lascia un
lavoro a metà. Dovrà scardinare il muro che lo stesso Calisi ha creato per
proteggersi; un vuoto di memoria lungo quindici anni della sua vita. Paris
vuole capire il perché un uomo come Calisi nel corso della sua vita possa
trasformarsi in un omicida e compiere efferati delitti. A lui non interessa
giudicare chi sia cattivo e chi buono, né comminare pene, a lui interessa il
perché cose simili possano accadere, perché determinate persone adottino alcuni
comportamenti e perché un’anima arriva a corrompersi e quanto questo sia dovuto
alla persona stessa o imputabile alla società. Tutto questo lo faremo
addentrandoci nella storia di Marcello Calisi, che in fin dei conti, anche se è
il colpevole, è il vero protagonista, perché il dottor Paris è lì semplicemente
che lo ascolta, ma ha anche il merito di saperlo ascoltare. Vitagliano ci fa
capire che la mente umana può essere bellissima, ma anche molto complicata e
labile. Che delle situazioni ambientali e sociali possono indurre una persona
fragile mentalmente ad avere determinati atteggiamenti, e se oltre a questo,
anche la società non aiuta e sminuisce i problemi, si può condannare una
persona ad una vita difficile se non addirittura impossibile. Mi è piaciuto
molto questo breve romanzo di introspezione scritto da Vitagliano. Mi è
piaciuto molto che il dottor Paris abbia sposato la causa di Calisi, nonostante
la poca voglia iniziale, e il suo buttarsi a capofitto nel lavoro per scoprire
tutti i “perché”. Bello il personaggio di Celeste, la moglie del dottor Paris,
che dovrebbe far da sfondo, ma è una di quelle donne che rendono “grandi” i
loro uomini. Molto dolce il personaggio dell’agente penitenziario Diotallevi,
faccia da bambino in un corpo enorme. Spero che Vitagliano, prima o poi, ci
regali nuove storie su questo personaggio, secondo me ben scritto e ben
riuscito.
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