giovedì 16 gennaio 2020

RECENSIONE – La vita bugiarda degli adulti di Elena Ferrante



Giovanna, detta Giannì, una ragazzina della Napoli borghese, crede di vivere in una famiglia felice, ma in realtà sta per scoppiare per una relazione extraconiugale del padre e, così, scopre che i genitori non sono perfetti innamorati ma nascondono i loro errori e istinti dietro una facciata di perbenismo. Il suo bel viso inizia a trasformarsi e a imbruttirsi (sebbene il corpo diventi sempre più oggetto di desideri maschili), assomigliando sempre più a quello della zia Vittoria, che da anni non ha più rapporti con il fratello, padre di Giovanna, e vive nella Napoli bassa. Spinta dalla curiosità di conoscere personalmente la zia, Giovanna viene attratta da questo mondo, fatto di povertà, disperazione e violenza. A contatto con la gente del Pescone, Giovanna cambia (smette di studiare, cede alle iniziative sessuali di Corrado, indossa abiti volgari e si trucca pesantemente) ma non smette di cercarsi. La vita bugiarda degli adulti è un romanzo di formazione, sul passaggio dall’adolescenza all’età adulta, che in Giovanna avviene in modo brusco ma logico. È un romanzo di ribellione, ma anche della sporcizia nascosta e delle menzogne degli adulti. Il tutto è narrato dal punto di vista delle donne, sempre al centro dell’universo della Ferrante.
(a cura di Maria Lombardi)

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