mercoledì 17 febbraio 2016

RECENSIONE - Il gatto che aggiustava i cuori di Rachel Wells

Ho comprato questo libro perché lo avevano pubblicizzato molto; ma non pubblicità fatta dell’editore, ma un fine passaparola. Di quelli che pensi che se così tanta gente lo legge e lo apprezza, deve per forza valere qualcosa. La trama, poi mi sembrava carina. Così mi sono tuffata nelle avventure di Alfie. Alfie, come ogni gatto adora passare le sue giornate sul suo divano preferito, o magari di fronte alla finestra per vedere ciò che succede fuori. Al caldo e soprattutto con del cibo sicuro e tante, tante coccole da parte della sua umana. Ma  non sa che non è per sempre, soprattutto se la tua padrona è una sola umana e per giunta anziana. Margaret la sua padrona lo ha appena lasciato, è morta di vecchiaia. Oltre ad essere affranto Alfie ha un grosso problema. I parenti di Margaret non lo vogliono e pensano di lasciarlo in un “gattile”. Alfie sa che fine si fa nei gattili, molti altri gatti del quartiere glielo hanno raccontato e lui non può immaginare una semi-vita rinchiuso in una gabbia aspettando un’adozione che non avviene quasi mai e per poi finire ucciso. Quindi scappa via, alla ricerca di una nuova famiglia su cui contare. Alfie non sa come è la vita randagia, quindi si ritroverà in pieno inverno a morire di freddo e di stenti, lui abituato a tutte le comodità. Farà molta fatica ad accettare la sua condizione, anche se troverà sulla sua strada altri gatti come lui che lo aiuteranno, lo consiglieranno e gli daranno suggerimenti, e altri ancora che lo cacceranno in malo modo, lo picchieranno e lo spaventeranno a morte. Di tutto questo Alfie farà esperienza e questo farà sì che la sua voglia di trovare una casa e una nuova famiglia sia  una necessità. Lui non può proprio essere un randagio. Dopo lunghe peripezie arriverà in Edgar Road, una via piena di villette a schiera di diverse dimensioni. Con il suo istinto felino Alfie capisce che lì c’è la sua opportunità di accasarsi, di trovare una nuova sistemazione. Ma non tutti sono pronti ad accoglierlo. Su suggerimento di un amico gatto decide quindi di non avere solo una famiglia, ma diverse; diventare quindi un “gatto dei portoni”. La sua prima conoscenza è Claire, è una donna sola, che sta appena uscendo da un divorzio. Piange e beve spesso. E’ magra come un chiodo e molto sola e Alfie capisce che la sua presenza può essere solo un bene per lei. Poi c’è Jonathan, che non può essere più diverso da Claire. E’ solo anche lui, ha una casa enorme, ma è cinico e disincantato e non gli piacciono i gatti. Ma Alfie sa che non è veramente così. E’ troppo solo e ha bisogno di qualcuno come lui che gli colori la vita. Poi ci sono Polly e Matt con il piccolo Henry. Lui è sempre troppo occupato con il lavoro, lei ha partorito da poco e ha una depressione post-partum e si sente decisamente sola in una città nuova come Londra, per lei che ha lasciato la famiglia a Manchester. E poi ci sono Francescka, Tomasz e i loro due figli Tomasz jr e Aleksey. Loro sono polacchi, si sono trasferiti da poco per lavoro, e Francescka conosce poco la lingua e sente la mancanza dei suoi genitori e del suo paese. Cosa c’è di meglio che conoscere un gatto come Alfie? Alfie ha un dono speciale, anche se non lo sa: è capace di aggiustare i cuori, di riaccendere in ognuno di loro nuove speranze di una vita diversa e felice. Qualcuno di loro farà ancora degli sbagli a cui Alfie dovrà rimediate con il suo intuito felino, ci riuscirà? L’autrice fa parlare Alfie in prima persona, che ci racconta tutte le sue peripezie. All’inizio l’idea sembra carina, ma nel proseguo del libro, diventa un po’ stucchevole. Sembra più un libro per bambini che per adulti, almeno per come è scritto, ma gli argomenti che tratta non sono certamente per i più piccoli. Logicamente il finale risulta scontato. Certamente il libro non è un capolavoro e dopo letto lo si dimenticherà facilmente, quindi se il risultato era quello di farci riflettere sull’importanza dei nostri conviventi animali, cani o gatti che siano, ha fallito miseramente. Forse quello che ricorderemo di più sono i lauti pasti che Alfie, da furbetto, scroccherà a destra e a manca, dalle sue quattro famiglie adottive. Voto: 6

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