giovedì 11 febbraio 2016

RECENSIONE – Fahrenheit 451 di Ray Bradbury



Ray Bradbury scrive questo libro negli anni ’50, in piena guerra fredda. Un periodo quello del totalitarismo russo che poteva sicuramente far pensare che le libertà di pensiero fossero sotto scacco, così  anche la libertà di leggere libri, al di fuori da quelli che il Partito metteva a disposizione. Da questo, forse, l’idea di base per sviluppare la storia scritta in Fahrenheit 451. Siamo in un mondo futuro dove i libri non esistono più, sono vietati da una sorta di governo. I cittadini vivono nella perfetta ignoranza, l’importante è che chi comanda soddisfi i loro bisogni materiali. La pubblicità è dappertutto; le tv, unico strumento per informare il popolo, trasmettono ventiquattro ore su ventiquattro e occupano intere pareti delle case. In questo tipo di mondo la cultura diventa un orpello inutile. L’obiettivo del governo è tenere la gente nella più beata ignoranza garantendone, fino ad un certo punto, il benessere, distruggendo però i libri, che potrebbero portare la gente a pensare, risvegliando le coscienze sopite. Si studia quindi sempre di meno, i libri sono quasi del tutto scomparsi. L’aspetto più orrido della storia è che sono gli stessi cittadini a denunciare i pochi sovversivi rimasti, che conservano ancora copia di grandi autori del passato. A pensare a loro sono i militi del fuoco, una sorta di corpo dei pompieri al contrario. Loro appiccano gli incendi alle case dei sovversivi e bruciano i libri in loro possesso. Guy Montag fa parte di questo corpo con tutti i dubbi che comunque ha in sé. Non è completamente convinto che quello che fa sia giusto, ma la sua è una sorta di eredità, seppure non la condivide in pieno. Un giorno fa la conoscenza di una ragazza stranissima che gli parla di cose che lui non avrebbe mai pensato che fossero importanti, ma che riescono in qualche modo ad insinuarsi nella sua mente. La ragazza parla della bellezza della pioggia, del vento, del sole e parla di pensieri, di ragionamenti sugli argomenti più disparati. Con un gesto istintivo, durante un intervento, Montag salva un libro, impedendo la sua distruzione. Ha paura Montag, ma lo sfidare le istituzioni, di cui lui stesso fa parte, gli fa riscoprire il piacere della libertà. Viene a sapere che la stranissima vicina di casa è stata in qualche modo portata via, per le sue idee progressiste e con lei tutta la sua famiglia e Montag comincia a pensare che anche lui sia in qualche modo in pericolo, che il suo superiore abbia fiutato il fatto che lui nasconda dei libri in casa. Non sa che sarà proprio qualcuno a lui vicino a far scattare la trappola che lo renderà un fuggitivo. Durante la sua fuga penserà che solo una persona, un vecchio professore delle vecchie università di un tempo, conosciuto per caso, può aiutarlo e si dirige a casa sua. La sua fuga diventa mediatica. Il governo vuole dargli una lezione, ma non solo a lui, a tutti quelli che pensano di stravolgere le regole, soprattutto ora che la guerra è così vicina e pericolosa. Ma Montag, con l’aiuto del professore, scappa e si ritrova con delle persone che in un’epoca non tanto remota, erano degli insegnanti, e ora vivono come dei reietti ai margini della città. Lì si nasconde e riesce a trovare il suo posto. Scopre infatti che ognuna di quelle persone ha imparato a memoria una parte di un libro importante, per impedire che vada perso. Quegli uomini sono dei cavalieri della cultura in persona, decisi a non lasciarsi schiacciare dal sistema, attraverso la loro capacità di memorizzare i testi delle grandi opere letterarie, per consentirne la sopravvivenza, contro la cieca distruzione attuata dalle autorità. Montag scoprirà anche una cosa molto importante: che il fuoco oltre che distruggere, serve anche a scaldare. Bellissimo libro sulle libertà di pensiero e azione. Contro tutti i totalitarismi e le censure che al giorno d’oggi sono argomenti più attuali che mai. Ma Bradbury ci lascia anche una speranza, quello di considerare il progresso come una crescita per la società e che i libri sono qualcosa da tramandare e custodire, come un bene molto prezioso, come la propria libertà. Bellissimo ritratto di un futuro che spero di non vedere mai. Questo romanzo dovrebbe essere una lettura obbligatoria nelle scuole superiori, ma forse sarebbe un’imposizione dittatoriale anche questa! Voto: 9

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