Ray Bradbury scrive questo libro
negli anni ’50, in piena guerra fredda. Un periodo quello del totalitarismo
russo che poteva sicuramente far pensare che le libertà di pensiero fossero
sotto scacco, così anche la libertà di
leggere libri, al di fuori da quelli che il Partito metteva a disposizione. Da
questo, forse, l’idea di base per sviluppare la storia scritta in Fahrenheit
451. Siamo in un mondo futuro dove i libri non esistono più, sono vietati da
una sorta di governo. I cittadini vivono nella perfetta ignoranza, l’importante
è che chi comanda soddisfi i loro bisogni materiali. La pubblicità è
dappertutto; le tv, unico strumento per informare il popolo, trasmettono
ventiquattro ore su ventiquattro e occupano intere pareti delle case. In questo
tipo di mondo la cultura diventa un orpello inutile. L’obiettivo del governo è
tenere la gente nella più beata ignoranza garantendone, fino ad un certo punto,
il benessere, distruggendo però i libri, che potrebbero portare la gente a
pensare, risvegliando le coscienze sopite. Si studia quindi sempre di meno, i
libri sono quasi del tutto scomparsi. L’aspetto più orrido della storia è che
sono gli stessi cittadini a denunciare i pochi sovversivi rimasti, che
conservano ancora copia di grandi autori del passato. A pensare a loro sono i
militi del fuoco, una sorta di corpo dei pompieri al contrario. Loro appiccano
gli incendi alle case dei sovversivi e bruciano i libri in loro possesso. Guy
Montag fa parte di questo corpo con tutti i dubbi che comunque ha in sé. Non è
completamente convinto che quello che fa sia giusto, ma la sua è una sorta di
eredità, seppure non la condivide in pieno. Un giorno fa la conoscenza di una
ragazza stranissima che gli parla di cose che lui non avrebbe mai pensato che
fossero importanti, ma che riescono in qualche modo ad insinuarsi nella sua
mente. La ragazza parla della bellezza della pioggia, del vento, del sole e
parla di pensieri, di ragionamenti sugli argomenti più disparati. Con un gesto
istintivo, durante un intervento, Montag salva un libro, impedendo la sua
distruzione. Ha paura Montag, ma lo sfidare le istituzioni, di cui lui stesso
fa parte, gli fa riscoprire il piacere della libertà. Viene a sapere che la
stranissima vicina di casa è stata in qualche modo portata via, per le sue idee
progressiste e con lei tutta la sua famiglia e Montag comincia a pensare che
anche lui sia in qualche modo in pericolo, che il suo superiore abbia fiutato
il fatto che lui nasconda dei libri in casa. Non sa che sarà proprio qualcuno a
lui vicino a far scattare la trappola che lo renderà un fuggitivo. Durante la
sua fuga penserà che solo una persona, un vecchio professore delle vecchie università
di un tempo, conosciuto per caso, può aiutarlo e si dirige a casa sua. La sua
fuga diventa mediatica. Il governo vuole dargli una lezione, ma non solo a lui,
a tutti quelli che pensano di stravolgere le regole, soprattutto ora che la
guerra è così vicina e pericolosa. Ma Montag, con l’aiuto del professore,
scappa e si ritrova con delle persone che in un’epoca non tanto remota, erano
degli insegnanti, e ora vivono come dei reietti ai margini della città. Lì si
nasconde e riesce a trovare il suo posto. Scopre infatti che ognuna di quelle
persone ha imparato a memoria una parte di un libro importante, per impedire
che vada perso. Quegli uomini sono dei cavalieri della cultura in persona,
decisi a non lasciarsi schiacciare dal sistema, attraverso la loro capacità di
memorizzare i testi delle grandi opere letterarie, per consentirne la
sopravvivenza, contro la cieca distruzione attuata dalle autorità. Montag
scoprirà anche una cosa molto importante: che il fuoco oltre che distruggere,
serve anche a scaldare. Bellissimo libro sulle libertà di pensiero e azione.
Contro tutti i totalitarismi e le censure che al giorno d’oggi sono argomenti
più attuali che mai. Ma Bradbury ci lascia anche una speranza, quello di
considerare il progresso come una crescita per la società e che i libri sono
qualcosa da tramandare e custodire, come un bene molto prezioso, come la
propria libertà. Bellissimo ritratto di un futuro che spero di non vedere mai.
Questo romanzo dovrebbe essere una lettura obbligatoria nelle scuole superiori,
ma forse sarebbe un’imposizione dittatoriale anche questa! Voto: 9
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