Ennesimo
romance-crime della mia scrittrice preferita. Ennesima lettura che conferma il
mio pensiero: “Zia Nora” questo è il tuo genere! Andiamo alla storia. Cilla
(quella dei nomi è una battaglia persa, non sarò mai d’accordo con Zia Nora. Non
so dove li scovi dei nomi così assurdi!) è la nipote di una famosissima
cantante attrice degli anni cinquanta. E’ anche figlia di un’attrice
tormentata, costretta lei stessa a recitare e vivere nel mondo di paillettes di
Hollywood. Ma Cilla sa di non appartenere a quel mondo, e decide di crearsi una
nuova vita, lontano dalle luci della ribalta, che tanto non le arridevano più.
Non vuole certo finire come sua madre, con cinque mariti e flaconi di
antidepressivi sempre a portata di mano. Quindi con un colpo di mano, si fa
regalare la villa di campagna che era appartenuta a sua nonna, la famosissima
Janet Hardy. Ha un progetto, riportare il rudere alla sua antica bellezza,
trasformandola secondo i suoi gusti, ma senza cambiarla del tutto. D’altronde
lei non ha mai conosciuto sua nonna, anche se questa le viene in sogno molto
spesso e le racconta spezzoni della sua vita passata. Anche Janet Hardy non ha
avuto una vita tranquilla e rilassante. Prigioniera del suo successo e sempre
con la paura di rimanere da sola. Nel tempo le furono attribuite frequentazioni
assai famose, era considerata una mangiatrice di uomini, ma nessuno seppe il
motivo del suo suicidio. Chissà se era per quel figlio morto solo diciottenne.
Cilla sa che quella è la sua eredità, vuole conoscere come era sua nonna, e
ristrutturare qualcosa che era suo e a cui lei teneva molto, e che farlo possa
essere un modo per onorarla. Tornando nel paese sotto le Black Mountain, Cilla
fa diverse conoscenze tra cui lo scrittore di graphic novel, Ford Sawyer e del
suo buffo cane Spock, suoi vicini di casa e i vari restauratori che ha
ingaggiato per riportare la villa al suo antico splendore. Qualcuno di loro ha
anche conosciuto sua nonna, altri l’hanno solo sfiorata, ma era una stella, e
nel paese il nome di Janet Hardy fa ancora rumore, e Cilla le assomiglia anche
molto, tanto da alimentare strani voci su fantasmi e reincarnazioni. Cilla ha
modo anche di iniziare a frequentare suo padre, che, dopo il divorzio da sua
madre è ritornato a vivere nel suo paesino natale e ad insegnare nel liceo. Però
c’è qualcuno che non vuole che Cilla sia lì o che i lavori in qualche modo
proseguano. Infatti accadono una serie di incidenti misteriosi, piccoli e
grandi, che preoccupano Cilla e la spaventano. La polizia indaga, ma non ci
sono testimoni e nessuno sa chi possa avercela con Cilla. Chissà se è per colpa
di quelle lettere che lei stessa, svuotando la soffitta della casa, ha trovato
in un baule polveroso. Cosa contenevano quelle lettere di così pericoloso, da
agitare qualcuno talmente tanto da fargli quasi commettere un omicidio? Cilla
non ha intenzione di andarsene, e nemmeno Ford vuole che lei se ne vada, si è
innamorato di lei, e anche se è preoccupato di come le cose si stanno mettendo,
preferisce aiutarla a far luce sui misteri nella vita di sua nonna. Lei non è
certo l’eroina che sta disegnando, ma quasi: è forte, bella e saggia, come la
sua eroina, creata a sua immagine. Riusciranno i due a scoprire cosa è
veramente successo a Janet Hardy tanto tempo prima e a chiarire se sia stato
veramente un suicidio o un omicidio? Ma soprattutto riusciranno a capire chi c’è
dietro le lettere che Janet ha conservato gelosamente con il loro segreto fino
alla sua morte? La Roberts riesce come al solito ad intessere una bella storia
che ha la sua anima romance, ma anche il suo intreccio giallo, con maestria. Belli
i personaggi principali, ma anche i comprimari e questa volta devo dire che l’intreccio
era così ben congegnato che non sono riuscita ad individuare il colpevole fino
alla fine. Brava Zia Nora! Voto: 6,5
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