lunedì 15 febbraio 2016

RECENSIONE - Un dono prezioso di Nora Roberts

Ennesimo romance-crime della mia scrittrice preferita. Ennesima lettura che conferma il mio pensiero: “Zia Nora” questo è il tuo genere! Andiamo alla storia. Cilla (quella dei nomi è una battaglia persa, non sarò mai d’accordo con Zia Nora. Non so dove li scovi dei nomi così assurdi!) è la nipote di una famosissima cantante attrice degli anni cinquanta. E’ anche figlia di un’attrice tormentata, costretta lei stessa a recitare e vivere nel mondo di paillettes di Hollywood. Ma Cilla sa di non appartenere a quel mondo, e decide di crearsi una nuova vita, lontano dalle luci della ribalta, che tanto non le arridevano più. Non vuole certo finire come sua madre, con cinque mariti e flaconi di antidepressivi sempre a portata di mano. Quindi con un colpo di mano, si fa regalare la villa di campagna che era appartenuta a sua nonna, la famosissima Janet Hardy. Ha un progetto, riportare il rudere alla sua antica bellezza, trasformandola secondo i suoi gusti, ma senza cambiarla del tutto. D’altronde lei non ha mai conosciuto sua nonna, anche se questa le viene in sogno molto spesso e le racconta spezzoni della sua vita passata. Anche Janet Hardy non ha avuto una vita tranquilla e rilassante. Prigioniera del suo successo e sempre con la paura di rimanere da sola. Nel tempo le furono attribuite frequentazioni assai famose, era considerata una mangiatrice di uomini, ma nessuno seppe il motivo del suo suicidio. Chissà se era per quel figlio morto solo diciottenne. Cilla sa che quella è la sua eredità, vuole conoscere come era sua nonna, e ristrutturare qualcosa che era suo e a cui lei teneva molto, e che farlo possa essere un modo per onorarla. Tornando nel paese sotto le Black Mountain, Cilla fa diverse conoscenze tra cui lo scrittore di graphic novel, Ford Sawyer e del suo buffo cane Spock, suoi vicini di casa e i vari restauratori che ha ingaggiato per riportare la villa al suo antico splendore. Qualcuno di loro ha anche conosciuto sua nonna, altri l’hanno solo sfiorata, ma era una stella, e nel paese il nome di Janet Hardy fa ancora rumore, e Cilla le assomiglia anche molto, tanto da alimentare strani voci su fantasmi e reincarnazioni. Cilla ha modo anche di iniziare a frequentare suo padre, che, dopo il divorzio da sua madre è ritornato a vivere nel suo paesino natale e ad insegnare nel liceo. Però c’è qualcuno che non vuole che Cilla sia lì o che i lavori in qualche modo proseguano. Infatti accadono una serie di incidenti misteriosi, piccoli e grandi, che preoccupano Cilla e la spaventano. La polizia indaga, ma non ci sono testimoni e nessuno sa chi possa avercela con Cilla. Chissà se è per colpa di quelle lettere che lei stessa, svuotando la soffitta della casa, ha trovato in un baule polveroso. Cosa contenevano quelle lettere di così pericoloso, da agitare qualcuno talmente tanto da fargli quasi commettere un omicidio? Cilla non ha intenzione di andarsene, e nemmeno Ford vuole che lei se ne vada, si è innamorato di lei, e anche se è preoccupato di come le cose si stanno mettendo, preferisce aiutarla a far luce sui misteri nella vita di sua nonna. Lei non è certo l’eroina che sta disegnando, ma quasi: è forte, bella e saggia, come la sua eroina, creata a sua immagine. Riusciranno i due a scoprire cosa è veramente successo a Janet Hardy tanto tempo prima e a chiarire se sia stato veramente un suicidio o un omicidio? Ma soprattutto riusciranno a capire chi c’è dietro le lettere che Janet ha conservato gelosamente con il loro segreto fino alla sua morte? La Roberts riesce come al solito ad intessere una bella storia che ha la sua anima romance, ma anche il suo intreccio giallo, con maestria. Belli i personaggi principali, ma anche i comprimari e questa volta devo dire che l’intreccio era così ben congegnato che non sono riuscita ad individuare il colpevole fino alla fine. Brava Zia Nora! Voto: 6,5

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