mercoledì 14 settembre 2016

RECENSIONE – Il segreto di Lady Audley di Elizabeth Braddon


Uscito a puntate tra il 1861 e il 1862 sulle pagine delle riviste letterarie del tempo “Il segreto di Lady Audley” si inserisce nel filone letterario vittoriano dedicato alla risoluzione dei misteri, caratterizzato da un intreccio avvincente. La struttura narrativa utilizzata dalla Braddon si adattava perfettamente alle pubblicazioni periodiche a puntate del tempo, tanto che pubblicò tutti i suoi romanzi in questa forma. Il genere utilizza determinate caratteristiche: deve essere ambientato in epoca vittoriana (non difficile visto che l’autrice era della stessa epoca), la trama deve essere intessuta di mistero che di conseguenza porta ad un’indagine, ci debbono essere dei segreti di famiglia, qualche ambiguità, persone con un passato tormentato. Il romanzo segue le vicende di Lady Audley al tempo Lucy Graham e di Robert Audley. Le storie di questi due protagonisti si intrecciano tra di loro, creando un giallo affascinante. Robert Audley è un rampollo di una famiglia nobiliare, ma del ramo diciamo “povero”. E’ figlio di un fratello cadetto di un baronetto, quindi non ha opportunità di ereditare il titolo, soprattutto ora che suo zio si è risposato con una donna molto giovane. La donna in questione è Lucy Graham ex governante di una famiglia abbiente del paesino di Audley, che, sposandosi, ha elevato il suo status sociale, passando da semplice governante a moglie di un baronetto, conseguendo il titolo di Lady. Ma a disturbare Lucy nella sua nuova condizione arriva il nipote di suo marito, avvocato nullafacente, con nessuno scopo nella vita, se non quello di vivere tranquillamente senza fare nulla, mai sopra le righe, ma nemmeno sotto. Robert dopo tantissimo tempo torna a trovare suo zio, ma non è solo. E’ accompagnato dal suo amico George Talboys, un suo ex compagno di studi, tornato dall’Australia dopo che ha fatto fortuna trovando dell’oro. George vive un momento particolare. E’ stato via tre anni lasciandosi tutto alle spalle, compresi moglie e figlio, per sbarcare il lunario. Quando sta tornando a casa scopre, da un articoletto di giornale, che sua moglie è morta. E’ profondamente depresso e il suo amico Robert Audley lo porta con sé per farlo svagare. Avvertito suo zio del loro arrivo si vedono rifiutare ospitalità; rifiuto dovuto a Lady Audley che non sta molto bene. Passano svariati giorni e i due non riescono mai a conoscere la nuova moglie dello zio di Robert, ma in sua assenza riescono ad entrare in casa e George, accompagnato da Robert  riesce a vedere i quadri, molto antichi che fanno parte dell’arredamento del vecchio palazzo nobiliare. Tra le altre cose, riescono anche a vedere il ritratto della nuova Lady Audley. Il giorno dopo, senza nessun avvertimento George Talboy scompare, e con lui il lassismo del suo amico Robert. Da qui inizia l’indagine di Robert alla ricerca del suo amico perduto, alla scoperta, tramite numerosi indizi del colpevole della scomparsa di quest’ultimo. Scopriremo, dalla mano sapiente della scrittrice, di una donna con una doppia identità, di un uomo considerato un farfallone con un animo da investigatore. Ci troveremo di fronte ad inquietudini, a crimini, ad abbandoni a pazzie. Tutto quello che sembra non è, tutto quello che non sembra è. Un gioco di luci ed ombre, di incastri. Un puzzle di identità, dove ogni personaggio ha un suo doppio. Il tutto immerso nella campagna inglese di fine ottocento. Bel libro, bella trama, scritto con maestria dall’autrice. Voto: 8


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