lunedì 12 dicembre 2016

RECENSIONE – I Re del mondo di Don Winslow



Winslow si da al prequel. Questo romanzo è infatti la storia precedente a Le Belve dei mitici Chon, Ben e O., iniziando da dove tutto è nato fino ai nostri giorni.  Sentire parlare di prequel fa storcere la bocca a più di qualche lettore, ma non in questo caso, anzi. Io l’ho trovato anche più bello del precedente, sia dal punto di vista narrativo, sia per contenuti. La storia parte nel passato, negli anni ’60, quelli del movimento hippie, dei surfisti e dello spaccio d’erba, sulla costa della assolata della California, fino ad arrivare agli anni ’80 e allo spaccio di cocaina. Dagli hippies agli yuppies. Winslow ci racconta il sogno infranto degli anni sessanta di un gruppo di ragazzi che parlano di fratellanza e amore libero, fino alla disillusione e al tentativo di scalata sociale; da persone per la pace, ad arroganti borghesi ed incazzati, disillusi dalla perdita del sogno americano. Parte dalla genesi di Ben, Chon e O., i loro genitori. Tutti, in qualche modo, facenti parte del mito del sogno americano, del gruppo hippy di Laguna Beach. John, figlio povero d’America, cresce in un ambiente non proprio tranquillo. Si adatta a tutto per sopravvivere, finché non conosce per caso Don. Don è un uomo sulla quarantina. E’ un uomo buono secondo John, perché aiuta tutti quelli che può offrendo loro da mangiare, non pretendendo nulla in cambio. John, si lega quindi a Don, come fosse suo padre. Va a vivere con lui, diventa la sua ombra. Ma non è vero che Don non chiede nulla in cambio, Don chiede tutto. John comincia col fare il corriere per la vendita di erba, fino a diventare così importante per Don, da inserirlo nel suo perfetto meccanismo di spaccio chiamato l’Associazione. Ne fanno parte anche Stan e Diane, sono due hippies e ad un certo punto coronano il loro sogno. Quello di aprire una libreria hippies dove si vende un po’ di tutto: dal vintage, all’ayurvedico, fino all’erba … quella di Don. I due, in un giorno di follia, decidono anche di sposarsi e, insieme a Don, di fare un passo verso quella che è la nuova moda nel mondo dei surfisti, ma anche del nuovo ceto degli yuppies, la cocaina, che rende anche di più. Siamo alla soglia degli anni ottanta, il mondo è cambiato, il periodo dei surfisti pacifisti, finito e con quel mondo anche i due sono cambiati, hanno studiato e sono diventati degli psicologi importanti e hanno avuto in figlio, Ben. Anche John è cambiato. Ormai è, a pieno diritto, il braccio destro di Don. Vive nel lusso e ha sposato Taylor, una bellissima modella, da cui avrà un figlio, John jr. Nel giro è entrata anche Kim, che ha vissuto da bambina, per lungo tempo, nella comune di Don. Lui non si ricorda chi è, sa solo che è bellissima e tra una sniffata e l’altra, la fa entrare nel giro. Kim vuole solo il suo sogno americano. Ha la bellezza per poter sposare un uomo ricco, perché ha il desiderio di non voler vivere come ha già vissuto sua madre, che ha dovuto vendersi per sopravvivere. Anche Kim avrà la sua vita splendente, e insieme a John, a Stan e Diane deciderà della vita di Don. Anche nella vita di Kim ci sarà una figlia a far da contorno alla sua vita di eccessi, Ophelia. Eccoli quindi qui tutti riuniti, in qualche maniera legati dal passato, Ben, Chon (John jr.) e O. (Ophelia), che un giorno si incontreranno e diventeranno amici inseparabili, che metteranno su la loro Associazione, come a imitazione dei loro genitori, come se la storia si stesse ripetendo. Bellissimo questo romanzo di Winslow, dove ritroviamo, oltre a Le Belve, anche Frank Machianno e Bobby Z, due personaggi importanti degli altri romanzi di Winslow, L’inverno di Frankie Machine e Vita e Morte di Bobby Z. Bello vederli riuniti tutti insieme. Segreti mai rivelati, amicizie fraterne, tradimenti, sparatorie, intrighi e vendette: c’è tutto in questo romanzo, seppur solo di 300 pagine. Ci sono i buoni, ci sono i cattivi. Ma come ci ha insegnato Winslow non sapremo mai chi sono i buoni e chi sono i cattivi, perché nei suoi personaggi esiste bontà e cattiveria nella stessa misura. Il romanzo è formato da capitoli brevi, anzi brevissimi (come l’incipit iniziale di tre sole parole: “Vaffanculo a me!” detto da O.), molto sincopati, che dettano il ritmo, velocissimo, della storia. Winslow vuole tutta l’attenzione del lettore, sempre. Lo tiene incollato alle pagine fino alla fine e costruisce una storia bellissima che si vorrebbe non finisse mai. Devo dire che essendo un prequel ci si aspetterebbe essere qualcosa di banale, solo per fare soldi, ma Winslow, invece ci regala un romanzo al di sopra delle righe, molto più maturo di Le Belve, forse proprio perché è stato scritto in un secondo tempo, e lo scrittore è maturato, è cresciuto, insieme ai suoi personaggi. Consigliato. Voto: 8

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