Stephenie Meyer ci riprova. Dai vampiri della saga di
Twilight, agli alieni di The Host, all’essere umano, ma non proprio umanissimo
di The Chemist, la specialista. Già dal titolo si capisce che abbiamo a che
fare con qualcosa di chimico, qualcosa di tossico e velenoso. La protagonista
della storia è Juliana Fortis, ma nel corso della lettura, da una pagina
all’altra avrà tantissimi nomi, da confondere i lettori (sono dovuta spesso
tornare sui miei passi per capire chi stesse parlando!) rendendo la trama frammentaria, saltellante e
poco gradevole. Lei è una chimica molto brava, più che altro il suo lavoro è
torturare le persone con le sue invenzioni chimiche, le sue droghe. E’ in fuga
da ormai tre anni. Anche se per gli altri, le persone normali e i suoi
familiari, è morta in un incendio del laboratorio dove lavorava; il governo la
cerca, in pratica quelli che un tempo sono stati i suoi capi. Lei e il dottor
Barnabis, suo collega, si sono sicuramente imbattuti in qualcosa più grande di
loro, lui ci ha rimesso la vita, non senza prima avvertire Juliana che un
giorno sarebbe potuto succedere, e lei era preparatissima. La sua vita oggi, è
fatta di tantissime identità, di tantissimi posti in cui vivere, nessun
contatto umano, e tantissime misure di sicurezza, compresa una maschera antigas
e trappole chimiche, mentre dorme. I cattivi che le danno la caccia la
ritrovano, nella persona del suo ex capo, Carston. Lui le propone di rientrare
nel giro promettendogli la salvezza ed una vita assolutamente tranquilla, di
nuovo a lavoro nel laboratorio, ma deve fermare un individuo molto pericoloso,
un certo Daniel Beach, che sembra essere un normalissimo professore di inglese
e pallavolo in un liceo americano, ma in lui si nasconde un orco, un
terrorista. Juliana che ora è Alex, non sa che pesci prendere. Il governo la
sta prendendo in giro? Daniel è veramente quello che loro dicono o
semplicemente un’esca per farla cadere in trappola? Purtroppo il peso di
migliaia di vittime contro la sua sola vita, e gli incartamenti che è riuscita
a recuperare, la fanno pendere per i suoi vecchi datori di lavoro. Ma
Juliana/Alex vuole uscire dagli schemi, d’altronde continua a non fidarsi di
nessuno, quindi elabora un piano tutto suo, contravvenendo a quello impostole
da Carston. Rapisce Daniel nascondendolo in un luogo isolato. Ma Daniel
non cede. Non le dice ciò che lei vuole sentire, quindi comincia ad avere dei
seri dubbi che quello che le hanno raccontato non sia vero e soprattutto che
Daniel sia la persona giusta, ma che in qualche modo c’entri suo fratello
gemello, Kevin. Le vite dei tre personaggi si intrecceranno tra di loro con
ricchi di colpi di scena, intrecci, descrizioni, sparatorie, fughe,
camuffamenti, rapimenti, cani addestrati, spie amiche e nemiche, forse troppa
carne al fuoco per un solo capitolo (che penso diventerà una saga, sigh!). Sono
rimasta sconcertata dalla protagonista, una fredda e calcolatrice, che non
prova un briciolo di rimorso, ma nemmeno risentimento … sembra apatica in tutto
quello che fa. Uno può arrivare a pensare, be’ è il lavoro che fa che l’ha
cambiata in quel modo. Ma secondo me un essere umano ha sempre delle emozioni,
positive o negative che siano. No, lei non esprime nulla. Tranne quando incontrerà
Daniel, e da lì cambierà completamente. E Daniel? Ne vogliamo parlare?
Torturato quasi a morire, si innamora della sua torturatrice. Sindrome di
Stendhal? No, è stato un colpo di fulmine in metropolitana, prima del
rapimento. E nonostante tutti i dolori che le ha fatto passare, rimane ancorato
al suo amore. A differenza della protagonista è forse troppo empatico ed
emotivo, e non ha nessuna paura a mostrare i suoi sentimenti a chiunque. Sembra
fin troppo ingenuo. L’altro componente è Kevin, è completamente l’opposto di
suo fratello gemello. Ex agente CIA, quindi molto più addentrato nel mondo di
Alex. Molto duro e determinato, coraggioso e super organizzato con i stessi
nemici di Alex, i suoi ex datori di lavoro. Le loro storie si intrecciano in azioni
di salvataggio e di attacco, fatto di prede che diventano predatori. E il colpo
di scena finale, che rivelerà tutto, sarà oltremodo banale, banalissimo, per
tutto il casino alzato nella storia. Come ho già detto, troppa carne al fuoco.
Una storia che dovrebbe essere trepidante, parte lentissima e poi non da
nemmeno un attimo al pensiero. Addirittura nelle prime pagine è difficoltoso
capire cosa ci voglia raccontare l’autrice, che non scrive male, per carità, ma
è confusionaria, con tutti quei nomi, quei posti, quelle fughe. All’iniziano
sembrano fuori luogo e senza senso. E niente, non sono riuscita a farmelo
piacere. Avrei sperato in qualcosa di meglio. E’ comunque un libro costruito
per farne un film e si vede lontano un miglio. Voto: 5
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