lunedì 30 gennaio 2017

RECENSIONE – Le sette sorelle. La ragazza nell’ombra vol. 03 di Lucinda Riley



Terzo capitolo della serie delle Sette sorelle di Lucinda Riley. In questa puntata la protagonista è Asterope detta Star. La più enigmatica delle sei sorelle. Star e CeCe. Già perché Star non è mai da sola, c’è sempre sua sorella CeCe con lei, come un corpo inseparabile. Come se fossero gemelle siamesi. Gli ultimi anni sono stati viaggi continui, sempre insieme, guidate dallo spirito indomito di Cece, di cui Star è abituata ad assecondare ogni desidero. A Star non piace molto parlare, ha talento per la letteratura e per la cucina, quindi a farlo per lei è sempre stata CeCe, tanto che da piccole avevano un linguaggio dei segni tutto loro che usavano per comunicare. “Guardandomi indietro mi rendevo conto che CeCe e io eravamo diventate il contrario l’una dell’altra: io parlavo piano e poco, lei forte e spesso. E più lei parlava, meno io sentivo il bisogno di farlo; le nostre personalità erano agli antipodi. … Tutto ciò che faceva, lo faceva rumorosamente. Sembrava proprio che non riuscisse, per esempio, ad appoggiare sul tavolo una tazza di caffè senza sbatterla forte e rovesciarne il contenuto. Non sapeva cosa significasse “parlare a bassa voce”, e sin da piccola gridava a un volume tale che Ma’, preoccupata, l’aveva portata a farle controllare l’udito.”  Star da sola si sente persa, anche se ultimamente ne sente quasi la necessità, sente che il rapporto con sua sorella CeCe la sta soffocando. Ha voglia di cambiamento, soprattutto perché CeCe da per scontato che ogni cosa lei faccia le stia bene. Come l’ultima follia: spendere la sua eredità per acquistare un mega appartamento a Londra. Un appartamento molto comodo sì, ma freddo e con poca anima, non certamente come Atlantis, il vecchio maniero di famiglia. Quindi dopo aver parlato con Ally, delle sue disavventure e avventure, anche Star decide di aprire la lettera che le ha lasciato Pa’ Salt dopo la sua morte,  con le sue coordinate. Non deve andare tanto lontano. Le sue origini sono proprio dove si trova, a Londra. Oltre alle coordinate Pa’ Salt le ha lasciato una miniatura di un gatto e un indirizzo, quello della libreria Arthur Morston e un nominativo Flora MacNichol. Ci pensa e ci ripensa Star prima di entrare nella libreria e fare la conoscenza di Orlando Forbes. E qui Star inizia il suo cammino di conoscenza, alla ricerca delle sue origini. Tra vecchi libri antichi, lettere ingiallite, e storie passate che vanno dal Kent al Lake District nel primo novecento. Incroceremo nella storia figure realmente esistite, come Beatrix Potter, Vita Sackville-West e Alice Keppel e le sue figlie Violet e Sonia. Figure passate in qualche modo legate a Star. Conosceremo la bellissima e struggente storia di Flora MacNichol e della sua famiglia, che ci porterà a scoprire quanto potevano essere infidi i meccanismi all’interno dell’aristocrazia inglese nel novecento. Tutto questo porterà Star alle sue origini e a capire cosa possa legarla a Orlando a suo fratello Mouse, a Rory e a Marguerite e alla bellissima magione di High Weald. Come i precedenti capitoli, l’opera è progettata su due livelli. Quello moderno con la voce di Star e degli altri protagonisti, e quello storico con da voce soprattutto a Flora MacNichol e alla sua storia. In questo capitolo della storia,  si ha proprio la sensazione di soffocamento che Star sente nei confronti dell’esuberanza di CeCe. Si sente la sua disperazione per non avere il dono dell’ubiquità per essere in due posti contemporaneamente, lontana e allo stesso tempo a fianco di Cece che le chiede aiuto. Ma è ora per Star di crescere, di lasciare l’ombra di CeCe, che dovrà imparare anche lei a farcela da sola,  e di diventare indipendente e forte, come la sua antenata Flora MacNichol. Voto: 7

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