giovedì 15 marzo 2018

RECENSIONE – Orient di Christopher Bollen



Bollen è un romanziere americano che si è voluto cimentare per la prima volta in un giallo. Ha voluto provare, vista la sua dichiarazione di essere un discepolo di Agatha Christie. Il prologo che Bollen scrive per presentare il romanzo ai lettori è una sorta di esca per convincere a proseguirne la lettura. Come dicevo è un giallo, ma forse è più un thriller psicologico, diciamo che sta nel mezzo. Siamo ad Orient, un piccolo villaggio nei pressi di Long Island. É un paradiso tranquillo, o almeno sembra, e i suoi abitanti ne sono molto orgogliosi. In quel luogo i residenti sentono di appartenere, e tutto ciò che viene da fuori é considerato un intruso e pericoloso: possa essere un turista o un ragazzino di diciannove anni. Infatti Mills, protagonista del romanzo, arrivato lì insieme a Paul, vecchio proprietario di una casa di famiglia, viene considerato un intruso, e soprattutto pericoloso, visti i suoi non proprio chiari trascorsi. Soprattutto i vicini di Paul, i Muldoon sono quelli più attivi nel voler contenere l’arrivo del numero di persone esterne a Orient. Li conosceremo piano, piano gli abitanti di Orient. Pagina dopo pagina, verremmo a sapere i loro oscuri segreti, la loro grettezza, tutto quello che si può nascondere sotto un tappeto, facendo finta di nulla. Finché non accade l’ineluttabile: due omicidi. Omicidi che riguardano due vecchi abitanti di Orient, il tuttofare e l’apicoltrice. E non è da qui che il romanzo ha la vera scossa, perché per ben 333 pagine riusciamo con fatica a seguire la trama, che di giallo non ha nulla, nonostante il doppio omicidio. Dalla pagina 334, dopo un accadimento particolare, si inizia la corsa fino ad arrivare alla fine. Il tranquillo paesino, dove tutti pensavano di conoscere tutti, viene scosso fino alle fondamenta da questi corpi senza vita. E insieme ai dubbi emergono gli scheletri nell’armadio di più di qualche persona, e la falsa facciata di tranquillità viene travolta e lacerata dagli eventi. Gli abitanti però fanno fronte comune e il principale sospettato è “quello che viene da fuori”, quindi il ragazzino strano ospitato da Paul. Mills è costretto ad indagare parallelamente all’indagine di polizia. Anche lui ha i suoi segreti e non vuole certamente rivelarli a nessuno, ma non ha ucciso lui quelle persone. Lo aiuta Beth Fielding, artista fallita, tornata ad Orient con il marito Gavril, anche lui artista, ma molto famoso, che fa parte di quella branchia di persone che i residenti di Orient odiano. Come ho già detto Bollen ha avuto solo il demerito delle prime noiose 333 pagine, che non sono scritte male, anzi … ma fondamentalmente se si parla di thriller e gialli, si pensa che il libro debba correre, e correre sempre. Invece l’inizio è lentissimo, quasi che quello che Bollen ci stia raccontando, faccia parte di un’altra storia a sé stante. Però la seconda parte, la parte del thriller del giallo è ben congegnata, scritta benissimo. Bella la psicologia dei personaggi che viene svelata senza fretta, concedendo ad ogni pagina, piccoli indizi che vanno piano piano a formare un’unicum. Orient è un buon giallo, non superlativo e Bollen deve farne di gavetta per raggiungere le vette della sua adorata Agatha. Voto: 6,5

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