domenica 11 aprile 2021

RECENSIONE - Scrublands Noir di Chris Hammer

Martin Scarsden, quando arriva a Riversend, è un ex giornalista, o almeno è quello che lui pensa di sé stesso.
Dopo l’incidente occorsogli in Medio Oriente e i postumi di una sindrome da stress post-traumatica (è rimasto chiuso per tre giorni in un bagagliaio di una macchina nella Striscia di Gaza sotto un bombardamento), non è più riuscito a combinare granché, e quella sua uscita la deve al suo amico Max Fuller, il suo caporedattore dell’Herald Sydney, che gli ha consigliato di lavorare su un reportage facile, per rimetterlo in pista, rimetterlo in sesto.
Quando Martin arriva, si accorge che trovarsi a Riversend in piena estate è come stare in un forno acceso. Infatti il paese è nel pieno bush australiano, una landa piatta e desolata, senza alberi, senza nessuna nuvola in cielo, in piena siccità e con la temperatura che sfiora i quaranta gradi già di prima mattina.

Sembra di osservare il tutto da una inquadratura di un film western vecchio stampo, tanto è quello che la scrittura dell’autore ci porta a fare. Una specie di mezzogiorno di fuoco. Un paese vuoto sotto la calura opprimente e la vivida luce del sole a bruciare gli occhi e la terra, secca e spaccata per mancanza di acqua. Un fiume che non scorre più, un paese che si presenta disabitato, tranne per un barbone che presto scompare.
Lui è lì per occuparsi di un reportage che dovrebbe far sapere alla gente di città, come è cambiato il paese dopo che il prete del villaggio, in dieci minuti di follia, ha imbracciato un fucile da caccia, ed ha ucciso cinque persone inermi un anno prima.
Non deve parlare della strage, perché su quella si è già scritto tanto, fiumi di inchiostro. Lui deve solo scrivere come è cambiato il paese. Ma mentre parla con la gente del posto, si accorge che le ragioni di quella strage non sono poi così chiare, che la personalità del sacerdote era alquanto particolare, e che le circostanze in cui ha agito sono tuttora oscure.
Sebbene abbia ucciso cinque persone inermi, per molti Byron Swift era una brava persona. Sempre pronto ad aiutare e a sentire tutti, che si prendeva cura del suo prossimo.

Spinto dal suo istinto da reporter-detective, Martin cerca di raccogliere più informazioni possibili sul prete e su una vicenda che diventa via via più sfuggente, ma anche intrigante. Infatti, proprio quando crede di essere arrivato ad una svolta dell’indagine, il ritrovamento di due corpi nelle Scrublands rimette tutto in gioco, e soprattutto mette lo stesso Martin sotto i riflettori.
Ma anche Martin si accorge ben presto di essere cambiato. Non gli piace più il suo mestiere, o almeno quello che è diventato. Non riesce più ad essere quella persona distaccata e riportare solo la notizia scabra, senza sentimenti, soprattutto perché essendo lui stesso diventato parte della notizia, insieme a persone che non vuole ferire, perché non li considera più attori, i sentimenti prendono il sopravvento sul volere uno scoop a tutti i costi.
Sa che le sue parole possono fare molto male e che potrebbe perdere quella poca umanità che gli resta e una piccola luce che si sta accendendo per lui, fino a quel momento lupo solitario.
Lottando contro sé stesso e con i propri demoni, Martin si trova a rischiare il tutto per tutto per scoprire una verità che diventa sempre più complessa. Ma ci sono forze più grandi di lui che sono determinate a fermarlo, e lui non sa quanto si possano spingere lontano per fare in modo che certi segreti rimangano sepolti per sempre.
Scrublands noir è un romanzo che cattura il lettore fin dalle prime pagine, portandolo all’interno di una storia ricca di colpi di scena, di intrighi, dubbi, depistaggi e pericoli. Polizia, Servizi Segreti, Corpi Militari, tutti hanno un obiettivo e Martin si dibatte tra tutti loro.

Scarsden è al centro di tutte le macchinazioni della narrazione, ma è circondato da un manipolo di personaggi tutt’altro che di secondo piano. Sono eccentrici, orribili, ma anche autentici: c’è Mandalay Blonde, la libraia, bellissima e arrabbiata. Con una vita non facile, da madre single. Codger Harris il vecchio eremita che vive nudo con un passato da banchiere e un segreto non tanto segreto. Harley Snouch che sembrerebbe un barbone ma che appartiene ad un’antica famiglia del luogo e Robbie Haus-Jones il poliziotto eroe che ha sparato al prete, pur essendone amico. Herb Walker lo sceriffo “ciccione” che si batte la pancia ad ogni battuta e si sganascia fragorosamente dalle risate. Fran e Jamie Landers madre e figlio che hanno perso marito e padre uccisi dal prete, ma che nascondono dietro i loro volti una vita piena di segreti. E su tutti, Byron Swift, il prete di cui tutti parlano, ma che è già morto all’inizio di tutto. L’uomo dai mille segreti, dalla doppia vita. Irreprensibile per alcuni, con un passato controverso per altri. Scopriremo solo alla fine la sua vera natura.
Tutti loro hanno un ruolo fondamentale nella storia, come ce l’ha anche Riversend, il paese sotto la cocente afa del gennaio australiano.

Raccontato con una scrittura prosaica Scrublands noir è un thriller originale, avvincente che lascia col fiato in sospeso fino alla fine. Bellissima l’ambientazione tanto che sembra veramente di sentire il caldo asfissiante del bush australiano, con un cielo completamente privo di nuvole e un sole che brucia gli occhi e la pelle. Ci vedrei veramente bene una trasposizione cinematografica. Il romanzo si presterebbe benissimo, sia per ambientazione che per contenuti. Consigliatissimo!

Silvia Marcaurelio


 

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