Sembra di osservare il tutto da una
inquadratura di un film western vecchio stampo, tanto è quello che la
scrittura dell’autore ci porta a fare. Una specie di mezzogiorno di
fuoco. Un paese vuoto sotto la calura opprimente e la vivida luce del
sole a bruciare gli occhi e la terra, secca e spaccata per mancanza di
acqua. Un fiume che non scorre più, un paese che si presenta disabitato,
tranne per un barbone che presto scompare.
Lui è lì per occuparsi di un reportage che dovrebbe far sapere alla
gente di città, come è cambiato il paese dopo che il prete del
villaggio, in dieci minuti di follia, ha imbracciato un fucile da
caccia, ed ha ucciso cinque persone inermi un anno prima.
Non deve parlare della strage, perché su quella si è già scritto tanto,
fiumi di inchiostro. Lui deve solo scrivere come è cambiato il paese. Ma mentre
parla con la gente del posto, si accorge che le ragioni di quella strage
non sono poi così chiare, che la personalità del sacerdote era alquanto
particolare, e che le circostanze in cui ha agito sono tuttora oscure.
Sebbene abbia ucciso cinque persone inermi, per molti Byron Swift era
una brava persona. Sempre pronto ad aiutare e a sentire tutti, che si
prendeva cura del suo prossimo.
Spinto dal suo istinto da
reporter-detective, Martin cerca di raccogliere più informazioni
possibili sul prete e su una vicenda che diventa via via più sfuggente,
ma anche intrigante. Infatti, proprio quando crede di essere arrivato ad
una svolta dell’indagine, il ritrovamento di due corpi nelle Scrublands
rimette tutto in gioco, e soprattutto mette lo stesso Martin sotto i
riflettori.
Ma anche Martin si accorge ben presto di essere cambiato. Non gli piace
più il suo mestiere, o almeno quello che è diventato. Non riesce più ad
essere quella persona distaccata e riportare solo la notizia scabra,
senza sentimenti, soprattutto perché essendo lui stesso diventato parte
della notizia, insieme a persone che non vuole ferire, perché non li
considera più attori, i sentimenti prendono il sopravvento sul volere
uno scoop a tutti i costi.
Sa che le sue parole possono fare molto male e che potrebbe perdere
quella poca umanità che gli resta e una piccola luce che si sta
accendendo per lui, fino a quel momento lupo solitario.
Lottando contro sé stesso e con i propri demoni, Martin si trova a
rischiare il tutto per tutto per scoprire una verità che diventa sempre
più complessa. Ma ci sono forze più grandi di lui che sono determinate a
fermarlo, e lui non sa quanto si possano spingere lontano per fare in
modo che certi segreti rimangano sepolti per sempre.
Scrublands noir è un romanzo che cattura il lettore fin dalle prime
pagine, portandolo all’interno di una storia ricca di colpi di scena, di
intrighi, dubbi, depistaggi e pericoli. Polizia, Servizi Segreti, Corpi
Militari, tutti hanno un obiettivo e Martin si dibatte tra tutti loro.
Scarsden è al centro di tutte le
macchinazioni della narrazione, ma è circondato da un manipolo di
personaggi tutt’altro che di secondo piano. Sono eccentrici, orribili,
ma anche autentici: c’è Mandalay Blonde, la libraia, bellissima e
arrabbiata. Con una vita non facile, da madre single. Codger Harris il
vecchio eremita che vive nudo con un passato da banchiere e un segreto
non tanto segreto. Harley Snouch che sembrerebbe un barbone ma che
appartiene ad un’antica famiglia del luogo e Robbie Haus-Jones il
poliziotto eroe che ha sparato al prete, pur essendone amico. Herb
Walker lo sceriffo “ciccione” che si batte la pancia ad ogni battuta e
si sganascia fragorosamente dalle risate. Fran e Jamie Landers madre e
figlio che hanno perso marito e padre uccisi dal prete, ma che
nascondono dietro i loro volti una vita piena di segreti. E su tutti,
Byron Swift, il prete di cui tutti parlano, ma che è già morto
all’inizio di tutto. L’uomo dai mille segreti, dalla doppia vita.
Irreprensibile per alcuni, con un passato controverso per altri.
Scopriremo solo alla fine la sua vera natura.
Tutti loro hanno un ruolo fondamentale nella storia, come ce l’ha anche
Riversend, il paese sotto la cocente afa del gennaio australiano.
Raccontato con una scrittura prosaica Scrublands noir è un thriller originale, avvincente che lascia col fiato in sospeso fino alla fine. Bellissima l’ambientazione tanto che sembra veramente di sentire il caldo asfissiante del bush australiano, con un cielo completamente privo di nuvole e un sole che brucia gli occhi e la pelle. Ci vedrei veramente bene una trasposizione cinematografica. Il romanzo si presterebbe benissimo, sia per ambientazione che per contenuti. Consigliatissimo!
Silvia Marcaurelio
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