giovedì 24 febbraio 2022

RECENSIONE - Una trappola d'aria di Giuseppe Festa


 Isole Lofoten, 1995

L’ispettore Marcus Morgen si sente un fallito!
Ha perso sua madre quando aveva solo dieci anni. Ha perso suo padre, che non lo riconosce nemmeno più. Ha perso una gamba e per questo il suo lavoro, e ha perso Hanne, sua moglie che lo ha tradito. E dopo tutto questo ha perso anche la voglia di vivere.
Quando il suo collega Ailo lo chiama, è a pochi passi da compiere il gesto estremo, quello di uccidersi, di farla finita, con la sua pistola di ordinanza in bocca. Ma c’è stato un omicidio e sulle isole non è una cosa normale e nessuno sa dove mettere le mani.
Dall’alto, dalla capitale, vogliono che sia lui a condurre le indagini, l’unico in grado perché ha fatto parte della squadra omicidi di Oslo e per questo viene reintegrato con effetto immediato, anche se il suo capo, il commissario Knut non è proprio d’accordo.

Tutto inizia con il ritrovamento di una gamba, con un tatuaggio con le lettere H. M. Ma si fa presto a ritrovare il corpo che gli appartiene. É quello del capitano di una baleniera, ucciso in una maniera molto crudele. Gli hanno dapprima amputato la gamba con l’arpione di bordo e poi lo hanno lasciato a morire dissanguato senza dargli il colpo di grazia.
Purtroppo la vittima racconta poco. Non ci sono tracce lasciate dall’assassino a parte una fibra di lana bianca e blu. All’ispettore Morgen non resta che scavare nella vita della vittima e tenere d’occhio un gruppo di ambientalisti che sono arrivati da poco sulle isole.
Marcus è schematico, quindi si fa un’infinità di elenchi, prende qualsiasi appunto possa farlo arrivare alla soluzione. Ma mentre lui scava nel buio, l’assassino colpisce ancora, ancora e ancora.
Marcus ha solo pochi elementi a cui far capo, e gli viene anche messa una certa fretta. Le sue intuizioni non piacciono al suo capo, quanto è lui stesso a non piacergli.
Tra le brutture, Marcus ha il modo di intravedere un raggio di sole, Valentina Santi, una ricercatrice italiana alle Lofonten per uno studio sulle megattere.
Tra Marcus, musone, introverso e come già abbiamo detto, vicinissimo a togliersi la vita e la solare, determinata, caparbia e quasi invadente Valentina, si instaura un bellissimo rapporto, che porta i due a confrontarsi più e più volte sulla vita. Ma il tempo stringe e il killer è sempre più pericoloso e fuori di sé.

Il romanzo è una vera e propria caccia, che risulta ricca di colpi di scena e tensione, a mano a mano che si scoprono gli indizi. Oltre a Marcus, classico nordico dagli occhi di ghiaccio e a Valentina, classica italiana dagli occhi scuri, ci sono gli altri componenti della squadra della polizia. Ailo, l’amico di Marcus, gioviale e solare quanto un italiano, un omone gigante quanto il suo stomaco. Finn e Dag, gli altri due agenti, che sembrano molto “Gianni e Pinotto” e il comandante Knut, che ti dà sui nervi appena pronuncia le sue prime parole, un antipatico ben costruito. E poi i due della scientifica, la dottoressa Kosič, sguardo di una persona che ha già visto tutto e di più, ma che non rimane mai indifferente alla morte, con le sue palle di neve da collezione, e il fido Bjarne, sempre alla ricerca di un minuscolo indizio che possa aiutare a risolvere il caso.

Il romanzo si volge su due piani a capitoli intervallati. Due storie contrapposte. Presente e passato che viaggiano su due binari paralleli che finiranno per convergere.
Il primo è il romanzo al presente, il secondo è un diario del passato, scritto infatti in corsivo. Logicamente il lettore capirà da subito che i personaggi del diario hanno sicuramente a che fare con gli omicidi. Ma non il perché e non chi.
Comunque l’autore è stato bravo a calarsi nella parte dello scrittore nordico. Si vede la conoscenza dei posti di cui parla, il modo in cui lo fa, la loro descrizione.
Costruisce un thriller che oltre alla trama gialla è quasi un thriller psicologico, anzi, nel finale a sorpresa, lo diventa. Ma è veramente tutto finito?
Ci è piaciuto questo esordio di Giuseppe Festa e dell’ispettore Marcus, e speriamo di ritrovarlo presto insieme alla sua Valentina. Scritto molto bene, con una scrittura ritmata che da la suspense necessaria al tipo di romanzo. É un libro di morte e rinascita, di espiazione, di confronto e conforto e verità da raccontare.
Consigliato!

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