venerdì 18 marzo 2022

RECENSIONE - Pandora di Susan Stokes-Chapman

Londra, 1799 in piena epoca Georgiana. La storia si apre con il recupero da parte di un palombaro di una cassa finita in fondo al mare dopo una tempesta. Ci riesce per un pelo, ferendosi ad un braccio con la corda per issarlo.
Hezezkiah Blake, è alquanto nervoso. Sono giorni che aspetta la “sua” nave, ma soprattutto il contenuto. E non disdegna di passare per vicoli oltremodo puzzolenti fino ai docks dove scaricano il letame prodotto dalla città. D’altronde è il suo modo di lavorare. Quale doganiere avrebbe il piacere di controllare il contenuto delle merci che una nave scarica in mezzo a quell’olezzo?
Hezekiah Blake è il padrone dell’Emporio Blake, un tempo rinomato, finché suo fratello Elijah e sua moglie Helen erano in vita. Dopo la loro morte, avvenuta in un incidente in uno scavo in Grecia, l’Emporio passando nelle sue mani, è poco a poco degradato e non vende altro che ninnoli privi di valore, finti vasi della dinastia Ming, e altre amenità contraffatte nemmeno tanto abilmente.

Nell’incidente occorso ai suoi genitori, si è salvata miracolosamente Pandora, detta Dora, nipote di Hezekiah, che odia ciò che è diventato il negozio un tempo rinomato. Dora è convinta che suo zio stia nascondendo qualcosa di losco, ma non sa veramente cosa fare.
Ora Dora è cresciuta, e ha delle ambizioni, una su tutte quella di svincolarsi da suo zio, diventare indipendente. Ma per fare questo deve riuscire nei suoi propositi: diventare una maestra orafa. Dora, è bravissima a disegnare gioielli, ma finora i tentativi di vendere i suoi disegni sono andati tutti a vuoto, nonostante Clements sia un vecchio amico di sua madre.
Dall’altra parte di Londra, Edward Lawrence sta aspettando il giudizio da parte della Società degli Antiquari. Il suo Studio sullo Shepherd Monument di Shugborough Hall, gli è sembrato più che buono, quindi è ottimista. Dopo la terza volta che prova, spera che l’accettino. Ma la faccia del suo amico Cornelius Ashmole, che gli si presenta davanti, lo fa crollare, di fronte alla sua incapacità.
D’altronde lui non è un vero studioso. Non ha potuto frequentare Oxford come Cornelius, lui non è ricco, è un povero legatore di libri, e se non avesse Cornelius a fargli da mentore, o a “mantenerlo”, lui non potrebbe permettersi di assentarsi dal suo lavoro a suo piacimento.
Le vite di Dora e Edward si incroceranno a breve e il carico atteso dal viscido Hezekiah sarà nel loro destino.

Un giorno Dora, uscita per provare a presentare altri disegni al signor Clements, trova uno spettacolo orribile di fronte alla porta dell’Emporio. Un carro si è ribaltato, il cavallo è sdraiato su un fianco e sotto di esso vi è intrappolato suo zio Hezekiah. Tre uomini cenciosi con l’odore del mare addosso, e il terrore negli occhi lo stanno aiutando, ma soprattutto armeggiano con una cassa incrostata di molluschi, riversa sul selciato, senza nemmeno un graffio.
Nei giorni che seguiranno Hezekiah assumerà un comportamento sospettoso, e chiuderà la cassa nello scantinato, dove a Dora non è permesso di entrare da quando era una bambina.
Cosa ci sarà mai in quella cassa? Perché suo zio ha avuto una reazione alquanto strana, quando Dora glielo ha domandato?

Il romanzo prende spunto dalla storia mitologica di Pandora e del suo vaso. Pandora, secondo la mitologia, fu la prima donna ad essere creata da Zeus come vendetta per il furto del fuoco da parte di Prometeo. Vi fu mandata con un vaso da custodire e da non aprire mai. Ma sappiamo come andò a finire, la curiosità vinse sul divieto e dal vaso uscirono tutte le disgrazie che ancora oggi imperversano nel mondo.
Anche qui c’è una Pandora, e anche qui c’è un vaso. C’è il mistero e la scoperta. Ma c’è anche amicizia e amore che il vaso non contiene, ma che appartengono ai personaggi intessuti dall’autrice.
Dora ed Edward si fanno subito voler bene. Sono due sopravvissuti, entrambi per motivi diversi, ed entrambi tentano di migliorare le loro esistenze. Sono malinconici, ma anche coraggiosi, intraprendenti e fiduciosi.
Molto belle le descrizioni degli ambienti cittadini divisi tra i fasti luccicanti dell’aristocrazia e le strade dei quartieri meno abbienti. Le strade acciottolate, le pozzanghere, il fango, gli olezzi, tutto per riportare il lettore a sentirsi dentro la storia, nelle pagine del romanzo.
Molto belli anche i co-protagonisti, dal viscido Hezekiah, alla sua compagna Lottie che alla fine avrà una piccola rivalsa, dalla stravagante Lady Latimer, all’amico di Edward, Cornelius Ashmole, ai fratelli marinai Coombe e al povero Tibbs.

Con una prosa molto ricercata, ma anche di facile lettura, la Stokes-Champman intreccia le vite dei suoi personaggi, riuscendo a scrivere una storia avvincente anche se non si tratta di un giallo vero e proprio. E non manca certamente l’accenno alla maledizione, altrimenti che vaso di Pandora sarebbe?
Libro di puro svago, che può regalare qualche ora di relax a lettori e lettrici.


 

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