sabato 11 giugno 2022

RECENSIONE - Delitti a Fleat House di Lucinda Riley

Norfolk, giorni nostri.

In un collegio inglese in stile vittoriano, precisamente nel dormitorio di Fleat House, muore uno studente, Charlie Cavendish, per quello che dapprima il Preside e la polizia locale poi, considerano come un incidente casuale.
Ma l’autopsia rivelerà che il ragazzo è morto per uno shock anafilattico causato dall’assunzione di aspirina a cui il ragazzo era allergico.
Charlie, soffriva di epilessia e l’attacco allergico era stato scambiato per un attacco epilettico.
Vista l’importanza della famiglia, appartenente a una nobiltà di vecchio stampo che ancora attecchisce in Inghilterra, per far luce sull’accaduto viene chiamata a indagare la polizia della capitale, sicuramente più preparata della polizia del piccolo paese.
A occuparsi dell’indagine sarà l’ispettrice Jazmine “Jazz” Hunter.

Jazz si è appena trasferita nel Norfolk, in un cottage delizioso in mezzo alla campagna inglese e ancora non sa se vuole tornare a vestire i panni della poliziotta. L’anno sabbatico passato in Italia tra arte e cibo non le hanno fatto ancora dimenticare il perché della sua fuga: la fine disastrosa del suo matrimonio con un collega.
Ma il suo capo pensa che questa possa essere l’indagine giusta per lei, quella che la possa far tornare sul campo. Jazz, solo per fare un favore al capo Norton, accetta di seguire l’indagine, coadiuvata dal suo compagno di sempre, il sergente Alistair Miles e dalla psicologa criminale Isabelle “Issy” Sheriff.

Come già indicato all’inizio, il caso sembra un semplice errore di scambio. Charlie prendeva abitualmente delle pillole per l’epilessia che potevano essere facilmente confuse con quelle dell’aspirina. Ma la domanda che si fa Jazz, dopo aver scoperto anche il suicidio dello stimatissimo professore di latino della scuola, è se lo scambio sia stato effettuato per caso o era tutto già premeditato. Jazz si troverà impelagata in vecchie storie e oscuri segreti che sono stati racchiusi per molto tempo tra le mura di Fleat House, a che ora stanno prepotentemente tornando a galla.

Dietro a tutto questo, si dipanano altre storie, di altri personaggi che sono legati comunque a Fleat House. La storia disgraziata di David Millar che è passato da essere un uomo di successo, con una bellissima famiglia e una bellissima casa, a un beone, quasi un clochard.
Alla sua ex moglie, un’arrampicatrice sociale, che dopo aver spennato il suddetto, pensa bene di fidanzarsi con il suo avvocato divorzista e di rendere la vita all’ex marito un inferno.bA farne le spese di tutto ciò, è il loro figlio tredicenne, Rory. Un’anima candida che ha un segreto più grande di lui e pensa bene di sparire.
É chiaro che la vicenda è molto più complicata di quanto potesse sembrare all’inizio e non sarà facile per Jazz venirne a capo e soprattutto separare la vita personale da quella lavorativa.

Questo romanzo è l’unico giallo tra la grande produzione letteraria di Lucinda Riley. Anche in questo libro l’autrice ha dato prova della grande tecnica che la portava a spaziare in generi diversi con grande capacità narrante e con la creazione di trame e protagonisti carismatici e ambientazioni da sogno come nelle migliori tradizioni dei libri gialli.
Peccato che Lucinda non ci sia più, perché leggendo il libro, soprattutto nel finale, si capisce che questa avrebbe potuto essere una nuova saga letteraria e con nuove storie da raccontare. Chissà che la storia di Jazz non venga proseguita dal figlio di Lucinda, Harry Whittaker, che ha curato la rilettura di questo libro scritto dall’autrice nel 2006.


 

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